Ma sto realmente facendo la cosa giusta?
Ogni volta che mi faccio questa domanda mi compare l'immagine di mia mamma, anzi due sue immagini, una di esse mi fissa con quei suoi occhi supplichevoli, pieni di sentimenti contrastanti, e il suo viso è così triste. L'altra invece è felice.
Mi chiedo quale di essa preferisco, e la risposta alla mia domanda mi arriva istantaneamente. Sto facendo la cosa giusta.
L'arrivo dell'autobus mi solleva dal vortice di pensieri che mi si forma sempre in testa. Ora devo concentrarmi sulla caccia al posto. La gente bramosa di un posto comodo si spintona tra di essa non curante di nessuno. Corre lungo lo stretto corridoio del veicolo. Nel mio tentativo di farmi strada ricevo più colpi di zaino in faccia, in fine mi arrendo, tutti i posti sono occupati, come sempre, non ho voglia di protestare contro il furbo di turno che sta occupando cinque posti in attesa dei suoi amici. Mi accontento così di stare in piedi, ignoro i dolori che ho alle gambe, per le corse che troppo spesso sto facendo, e mi faccio forza.
Inevitabile provare fastidio, per quei ragazzi, uno che accanto a me si tiene alla sbarra, e l'altro nel sedile poco distante, che mi fissano. Quello più lontano non si decide a distogliere lo sguardo neanche per sogno, a quello più vicino, devo almeno riconoscergli la discrezione, cerca di non farsi vedere, ma non mi sfugge comunque che mi ha appena praticato un'analisi completa.
Io sono così, mi accorgo di tutto, sono un'osservatrice, so tutto di tutti, senza dire niente, ma semplicemente guardandomi attorno e ascoltando.
Ecco, quel ragazzo seduto agli ultimi posti e che sta ridendo come un matto per una battuta squallida del suo compagno, è esattamente l'opposto di me.
Prendiamo ogni giorno lo stesso bus, ci siamo incrociati un'infinità di volte, frequentiamo gli stessi corsi universitari, ma lui non si è mai accorto di me. E nei giorni precedenti ne ho avuto conferma.
Lui è Dennis, Dennis Raggio.
E io sono un fantasma. Quella che tutto vede, ma che nessuno vede lei. Se 'è qualcuno che mi vede, mi ignora. A eccezione degli sconosciuti dell'autobus ovviamente.
Non mi chiedo il perché di questo, mi va bene così. Sono tutti presi dalle loro cose, tutti con il loro carattere eccentrico, nessuno vuole perdere tempo con me, la semplicità fatta in persona, nessuno si metterebbe mai a scavare, a vedere cosa c'è dentro, nessuno si prende la briga di indagare, capire, vede solo ciò che gli occhi gli dicono.
Tutti sono attratti dalle cose interessanti, io non rientro in questa categoria.
Il ragazzo che lascia la finestra aperta, sì.
E' normale che non si accorga di me, è sempre circondato da un infinità di gente. Non può vedere oltre. Non può vedermi.
Lo osservo seduta dal mio banchetto, in un angolino in fondo all'aula. Sta salutando la sua ragazza, la bacia con foga sotto lo stipite dell'entrata, riuscendo contemporaneamente a salutare tutti quelli che gli rivolgono un saluto passando.
Entra il professore, e gli sbaciucchiamenti cessano, la bella ragazza bionda, lo lascia andare andare, seppur a malincuore. Una scena strappa lacrime. Tranquilli che fra tre ore mi rivedere.
Dennis prende posto, e la lezione comincia, stoppando immediatamente le chiacchiere e lasciando posto alla sola voce del professore.
Il ragazzo non fa sicuramente parte dei più bravi, mi chiedo perché vada a lezione se poi non ascolta niente. Solitamente se ne sta nelle le sue con il cellulare o scarabocchia su sul quaderno. Oggi la sua distrazione è un'altra, infatti è da mezz'ora buona che si guarda in torno. Scruta con attenzione il volto di ogni alunno, fino a che non volta la testa indietro, e il suo sguardo finisce su di me.
Una rapida occhiata annoiata, e passa avanti, poi sgrana gli occhi e ritorna da me. Mi fissa facendo dei suoi occhi una fessura, poi fa un mezzo sorriso.
Mi ha riconosciuta?
-Un po' d'attenzione ragazzi!- alza la voce il professore che guarda con disapprovazione Dennis, e si vede costretto a rimettersi a posto.
-Bene, stavamo dicendo- L'insegnate torna alla lavagna, e io cerco di stare attenta.
-Psss- Dennis è di nuovo girato nella mia direzione, e stavolta il suo è un sorriso completo.
Mi ha riconosciuta.