The new Avenger

By Virga_99

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Talia è una 'comune' ragazza di 18 anni che frequenta l'ultimo anno del liceo. O per lo meno credeva di esser... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 17
Capitolo 18 parte 1
Capitolo 18 parte 2
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25 parte uno
Capitolo 25 parte due
Final Chapter

Capitolo 16

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By Virga_99


POV BUCKY

Apro gli occhi e la mia vista è appannata. Mi passo le mani su di essi massaggiandoli e mettendo a fuoco: il mio sguardo rivolto verso l'alto mi permette di vedere un soffitto bianco. Girando la testa e guardando intorno ergo delle pareti bianche di una stanza che mi circondano. La mia stanza. Sto disteso sul mio letto nella mia camera. Mi alzo e mi siedo sul bordo, un po' rintontito di prima mattina; poi mi stiracchio e poso lo sguardo sulla sveglia poggiata sul comodino: sono le 10:05. Ciò vuol dire che finalmente, dopo anni, sono riuscito a riposare per almeno cinque ore e mezza se non sei dopo gli eventi della scorsa notte. Certo, non ho recuperato tutto il sonno perso, ma almeno questa volta sono riuscito a schiacciare un pisolino, e percepisco già una leggerezza interiore. Alla fine la stanchezza ieri sera ha preso il sopravvento e mi sono lasciato trasportare da essa. Questo riposino, dopo tutto questo tempo, mi ha fatto bene; ma devo ringraziare una persona per questo: Talia. È stato grazie alle sue parole di conforto che sono riuscito a liberarmi dai miei pensieri e a concentrarmi su altro. Ma invece lei, dopo l'incubo che ieri ha avuto, sarà riuscita a dormire?

POV TALIA

Che nottataccia, non sono riuscita a dormire molto. Dopo essere ritornata in camera ho provato a riaddormentarmi, ma a quanto pare l'incubo non mi ha lasciato tregua. Non ho fatto altro che pensare a quel sogno orribile e a rigirarmi nel letto senza sosta. Ho giusto riposato due orette, ma poi mi sono dovuta risvegliare. L'immagine costante di quegli uomini, la loro attenzione su di me, la donna, la strage, quel simbolo... è stato terribile. Ora sono le dieci, e sto seduta sul mio letto a contemplare il vuoto. Sono stanca e oggi inizia anche il mio primo giorno di addestramento. Fantastico, mi chiedo come riuscirò a dare un bella impressione nel combattimento se sembro un morto che cammina. Meglio alzarmi e andare a fare una bella colazione. Magari con una bella tazza di caffè fumante per riprendermi un po'.
-Buongiorno a tutti- li saluto appena scesa in cucina.
–Buongiorno...dormito bene?- mi chiede Steve.
–Non direi...- gli rispondo indicandogli la mia faccia.
–Un po' di caffè?- mi domanda retoricamente Natasha porgendomi una tazza in mano ripiena di quel liquido miracoloso.
–Magari!- la prendo in mano e ne bevo subito un sorso, sentendo il liquido caldo attraversare la gola e creandomi subito una sensazione di relax. Mi siedo sulla sedia continuando a sorseggiare il caffè, ma solo ora mi accorgo che manca James nei paraggi. Scruto meglio la cucina ma niente, non è nella stanza. Poso la tazza sul tavolo ed esordisco:
–Em..Steve- richiamo la sua attenzione –Dov'è Bucky?- di solito a quest'ora lui è già bello e che sveglio a preparare i pancake.
–Non lo so, non era in cucina quando ci siamo svegliati - mi risponde. Strano, di solito è sempre il primo che trovi la mattina in cucina. Chissà cosa gli è successo...

Sono passati un po' di minuti e finalmente ergo una figura massiccia farsi spazio nella cucina. È lui.
–Hei, buongiorno fusto!- lo saluta Sam.
–Buongiorno a tutti- ricambia lui molto tranquillo e con un sorriso. Wow, sembra così sereno oggi. Che piacere vederlo di questo umore di primo mattino, vorrei fosse così ogni giorno.
–Buongiorno Bucky. Come mai così tardi oggi?- si rivolge Steve.
–Ho riposato- risponde secco lasciandoci tutti sorpresi. Questa è la motivazione da dare al suo umore. Dovrebbe riposare più spesso, se è questa la cura per vederlo rilassato.
–Complimenti soldato- commenta Sam alzando la sua tazza.
–Sono contento Bucky- replica il Capitano dandogli una pacca sulla spalla.
–Devo ringraziare una persona per questo- Bucky mi indica con lo sguardo ammiccando, e io arrossisco. Steve rivolge lo sguardo in mia direzione e mi sorride dolcemente.

A colazione ho bevuto tutta la tazza di caffè e mi sento piena di energie; inoltre l'espressione serena sul viso di Bucky mi ha resa veramente contenta. Sapere che dopo tutti questi anni è finalmente riuscito a fare un riposino è una bella notizia. Dormire è molto importante per il nostro organismo, e spesso può aiutare molto a recuperare la nostra tranquillità ed energie, e Bucky ne ha davvero bisogno per rilassarsi. Ora ci ritroviamo come ogni mattinata in palestra per i miei allenamenti, e stiamo aspettando l'arrivo di Fury e dell'Agente Hill, che fanno la loro entrata poco dopo.
–Buongiorno Vendicatori. Oggi è il giorno tanto atteso per poter finalmente testare le abilità della nuova arrivata- fa una breve pausa prima di rivolgersi a me -Ormai sono giorni che stai qui Talia: hai avuto il tempo di ambientarti e di fare le conoscenze, e hai iniziato i tuoi addestramenti. Nei primi esercizi assegnati hai dimostrato di avere grande resistenza e determinazione, per cui riteniamo che sia giunto il momento per mettere in pratica le tue vere doti-.
Sono molto emozionata al pensiero di poter finalmente tirare fuori queste potenzialità. Aver scoperto di essere diversa è stato difficile da accettare all'inizio, ma poi col tempo ci ho fatto l'abitudine, anche se tutt'ora mi riesce difficile a volte controllarmi, a causa delle tante paure che mi tormentano. Ma per fortuna ho il loro aiuto, degli Avengers e dello S.H.I.E.L.D. So che sto qui per una ragione, perché sono come loro, perché questo è il mio futuro, e perché posso mostrare veramente me stessa senza dover soffrire o contenermi.
–Eseguirai il tuo primo addestramento con la signorina Romanoff- mi informa l'agente Hill lasciandomi pietrificata. Non so se mi spiego, ma si tratta della Vedova Nera, una famigerata spia russa che non guarda in faccia a nessuno. Sono sicura che non si lascerà travolgere dalla tenerezza o dalla compassione per una ragazzina come me, quindi posso già ritenermi morta. Natasha mi guarda e mi rivolge uno di quei suoi sorrisetti provocatori che mi fa gelare il sangue. Voglio bene a Nat, e ho anche scoperto un lato tenero di lei, ma quando si tratta di svolgere il proprio lavoro o di combattere, bhe...non c'è da scherzare.
–Io e l'agente Hill resteremo sotto la tua supervisione per tutta la giornata- si intromette dopo Nick invadendo il mio corpo di ansia. Non solo devo subirmi le batoste che riceverò da Natasha, ma anche le occhiate da parte di Fury e dell'Agente perché devono testare le mie abilità per valutarmi. Sarà una giornata lunghissima...

-Bene, direi di iniziare- afferma alla fine di tutto Natasha. Nick con un cenno del capo acconsente allontanandosi con la Hill per assistere all'allenamento, mentre tutti gli altri si sparpagliano per la palestra e iniziare i loro allenamenti quotidiani. –Buona fortuna- mi sussurra Tony dandomi una pacca sulla spalla. Il tono con cui l'ha detto non mi ha di certo messo sicurezza. Con rassegnazione mi trovo costretta a seguire Natasha nel grande tappeto rosso da combattimento posizionato al centro della grande sala. Lei si mette subito in posizione: con il peso spostato sulla gamba posteriore e i piedi piantati l'uno perpendicolarmente all'altro con i talloni sulla stessa linea; e le mani chiuse in pugno in posizione di attacco.
–Avanti, non avere paura- mi incita ma invano, perché sono totalmente irrigidita. Ma non ho scelta, così mi posizione di fronte a lei cercando di assumere la sua stessa posizione.
–Avanti, attacca- mi dice lasciandomi spiazzata.
–Attacca? Come faccio se non mi insegni?-
-Si impara dagli errori. Su, fallo- continua a dirmi. Non so da dove cominciare. Nonostante io abbia fatto qualche anno di Karate qui si tratta di una situazione diversa: mi trovo faccia a faccia con una delle migliori spie e combattenti addestrate dello S.H.I.E.L.D., che ha subito dei trattamenti biogenetici nella Stanza Rossa e che si sa muovere con una destrezza senza eguali. Non ho nessuna chance di competere con lei, perché verrei messa a tappeto sempre. Cerco di trovare conforto da uno degli altri membri guardandomi intorno; ma tra chi è distratto, chi è fermo ad osservarmi con espressione rassegnata e Nick che non aspetta altro di vedermi in azione, non trovo il supporto da nessuno. Ebbene, senza indugiare altri secondi mi catapulto all'attacco, e come previsto vengo buttata per terra. Una botta forte alla schiena che mi provoca un ghigno di dolore. Arriccio gli occhi, e quando li riapro mi ritrovo il viso di Natasha che mi guarda dall'alto al basso.
–Mai attaccare l'avversario catapultandoti contro. Devi sempre prevedere la sua mossa- mi informa con nonchalance. Facile per lei, sono anni che fa questo genere di cose, chissà quante arti marziali e quante mosse avrà acquisito col tempo. Ma non importa, le forze per rialzarmi ce le ho ancora, per ora.
–Come prima cosa mettiti così, come me- si degna almeno di spiegarmi la postura da assumere. –Molto bene, adesso posiziona i pugni in questo modo. Così facendo sarà più facile bloccare o colpire-.
Ok, posizione compresa, e fin qui tutto bene. Rimango come mi ha spiegato senza muovermi di un millimetro, per paura di rovinare tutto e dover riposizionarmi. Lei mi si pone davanti, piegando leggermente le gambe e distendendo le braccia aprendo le mani e posizionandole davanti al suo petto.
–Avanti, ora prova a dare un pugno-. Esito un pochino, ma poi lo faccio. Do un pugno alla sua mano, e sento subito l'impatto sulle mie nocche, mentre la sua mano non si è spostata minimamente!
–Di nuovo- commenta con prontezza. Questa versione seria e fredda di Natasha mi atterrisce, ma alla fine questo è il suo carattere da Vedova Nera, e mi sta insegnando. Richiudo la mano dolorante per flettere i tendini e riscaldarli, e poi sferro un secondo colpo. Dolore anche questa volta.
–Non dovrei usare dei guantoni?- domando agitando la mano. Se si è ferito Bucky che è un super soldato, posso ferirmi anche io. A proposito di lui, chissà dov'è adesso. Oh, lo vedo, è proprio lì che sta facendo i pesi. Dio, la vista ai suoi bicipiti che si gonfiano mi fa ardere dentro. Poi vengo riportata al presente da una botta sullo zigomo. –Ahia!- dico io massaggiandomi.
–Non devi mai distrarti- mi avverte con un sorriso malizioso. Già, a quanto pare ha capito la fonte della mia distrazione.
Natasha si è messa sulle mani dei guantoni da kick boxing, di quelli che gli allenatori usano per far allenare l'allievo nel dare calci o pugni.
-E i miei guantoni?- domando io alzando le mani.
–Non ne hai bisogno, questi ti faranno già da attrito. Adesso non fare storie e colpisci- ripete spazientita. Ok, meglio non farla arrabbiare. Discutere per una sciocchezza simile sarebbe infantile, e poi loro sono qui per aiutarmi, non per farmi da babysitter; e io sono più che determinata a fare le cose per bene e dare una bella impressione a tutti. Prendo un respiro, mi posiziono come prima e do un pugno, più deciso di quello precedente.
–Bene. Continua-. Pugno dopo pugno ci prendo un po' la mano, e quando meno me lo aspetto lei mi colpisce con uno dei guantoni scaraventandomi nuovamente a terra.
–Hei! Non è leale- commento stesa sul tappeto.
–Devi stare sempre in guardia. Su, rialzati, che ora facciamo sul serio-. Perché, prima non era serio? E va bene. Mi rialzo e mi riprendo. Vuoi le cose fatte per bene? Ti accontenterò Natasha. Con decisione sferro un pugno dopo l'altro, cercando di fare attenzione a non ricevere un suo possibile attacco, che come previsto giunge poco dopo aver fatto il pensiero. Ma questa volta non sono caduta; sono rimasta rigida e in equilibrio sul posto nonostante avessi ricevuto l'impatto. Intravedo un sorriso compiaciuto sul suo volto e continuiamo senza fermarci. Ogni volta i colpi diventano sempre più impetuosi e rapidi, con l'aggiunta anche di calci, e senza rendercene conto iniziamo una vera e propria lotta. Non so come, ma riesco molto spontaneamente a stare al ritmo e a mettere in atto i miei riflessi.
Procede tutto regolarmente, fino a quando la Vedova non mi sorprende con una delle sue più pericolose ma eleganti mosse: la 'staccionata'. Un secondo prima mi ritrovo con il suo peso sul mio collo, e un secondo dopo mi ritrovo stesa per terra. Questa ha fatto male. Mi rigiro ritrovandomi a pancia in terra e mi alzo con l'aiuto dei gomiti, guardandomi poi intorno e ritrovandomi il resto del gruppo a circondare i margini del grande tappeto per assistere al combattimento: Sam mi guarda con un ghigno di dolore, Nick con il suo classico volto inespressivo, Tony con un sorriso compiaciuto, Steve con le braccia incrociate e James vicino a lui con espressione seria. Il fatto che tutte queste persone mi stanno osservando mi mette in suggestione, soprattutto sapere che è presente Nick e che si aspetta grandi cose da me. Il pensiero di deludere lui e tutti gli altri fa accrescere in me una paura, ma è anche la motivazione che mi fa andare avanti e mi fa rialzare. Voglio scoprire me stessa e conoscere i miei limiti.
Istintivamente riprendo a lottare, facendo fuoriuscire tutte le emozioni che sono racchiuse dentro di me. Do un pugno, un calcio, e poi ricevo una botta allo stomaco. Mi accascio leggermente, ma mi riprendo subito. Un altro pugno e calcio e un'altra botta, questa volta sulla guancia. Sputo per terra, macchiando il tappeto di saliva mischiata con un po' di sangue. Il sudore ricopre il mio corpo, le gocce che mi rigano la fronte cadono per terra, ma l'adrenalina è tanta, e io non sono ancora stanca. Lanciando un grido di sfida corro veloce in direzione del mio avversario, e con tutta la rabbia e l'energia che mi rimane, colpisco. Colpisco con tutta la forza che ho e ripetutamente, alternando calci e pugni e riuscendo questa volta a schivare i suoi colpi.
–Stai migliorando, vedo- esordisce con tono più sciolto, ma io non rispondo. Sono qui, ferma nella posizione di attacco ad aspettare un suo colpo. Mi sorride, ma la sua espressione muta subito dopo trasformandosi nel viso serio e freddo della spietata spia. Sembra anche lei più determinata di prima, e lo sento dai colpi veloci e spietati che questa volta fatico un po' a schivare. Sto per esaurire le mie energie, e ho i pugni doloranti. Ma ancora non mollo, dopo tutto ho una grande resistenza. Prendo un po' di velocità correndo dritta verso Natasha, e non so in che modo e come, con una mossa che nemmeno io pensavo di poter fare con così tanta naturalezza, mi ritrovo con le mie gambe incrociate al suo collo, e con una specie di capriola riesco a ribaltarla. Sfinita e con il fiatone mi accascio per terra vicino al suo corpo.
–Dagli errori si impara- le sussurro tra un respiro e l'altro ridacchiando per poi cedere al suo fianco.
–Whu, grandioso- esordisce Tony applaudendo. Tutti gli altri si spostano all'interno del tappeto circondandoci entrambe.
–Wow, è stato fantastico!- commenta Sam con grande entusiasmo.
–Sei stata brava piccola soldatessa- si rivolge Natasha sorridendomi fiera e accarezzandomi i capelli fradici. Io in tutta risposta, avendo definitivamente esaurito le forze, ricambio con un sorriso. Come fosse un gesto ormai spontaneo, cerco subito lo sguardo di James, che come un'ombra nell'oscurità sembra essere scomparso. Al posto suo ergo il Capitano, che viene richiamato dal comandante e portato in disparte.
Dopo qualche minuto passato stremata distesa sul grande tappeto, mi rialzo con l'aiuto di Sam per fare una pausa e bere un sorso d'acqua. Mi dirigo quindi verso la solita panchina, arrotolandomi l'asciugamano al collo e bevendo l'acqua fresca.
–Una pausa?- sento dire da una voce alle mie spalle. Mi ha preso alla sprovvista e stavo rischiando di strozzarmi con l'acqua. Mi giro, e chi mi ritrovo? Il sorriso perfetto di Bucky.
–Dovresti smetterla di farmi prendere gli spaventi- commento ridacchiando.
–Scusa- replica ricambiando con il sorriso più solare che io abbia mai visto. Si siede sulla panchina e decido di fare lo stesso anche io.
–Sei stata molto brava prima- si complimenta con me.
–Ti ringrazio, ma sto ancora alle prime armi-
-Non sembrerebbe. Quello che hai fatto non si impara subito-
-A dire la verità non so nemmeno io come ci sia riuscita-
-Bhe, sei una ragazza speciale e queste sono le tue abilità. Per battere la Vedova Nera ci vuole forza e coraggio. Non tutti riescono a fare quello che hai appena fatto tu- replica guardandomi negli occhi. Il mio sguardo si alterna dall'oceano racchiuso in quelle splendidi iridi alle sue labbra così perfette e morbide che avrei tanta voglia di baciare. Non resisto alla tentazione, ma la paura di come lui possa reagire mi frena.
–Talia...- mi richiama dopo una breve pausa –volevo ringraziarti per ieri sera-
-Per cosa James?-
-Per il tuo supporto. Parlare con te mi ha...mi ha fatto sentire....bene- mi parla timidamente e massaggiandosi le dita nervosamente -i tuoi consigli li ho apprezzati molto, e finalmente sono riuscito a riposare. Sei molto comprensiva e... volevo ringraziarti- accompagna l'ultima frase con un sorriso di gratitudine.
–Te lo avevo detto che saresti riuscito a riposarti. Comunque...se mai avessi voglia di parlare con qualcuno...puoi sempre rivolgerti a me. Cioè, so che tu e Steve siete grandi amici, ma se hai voglia anche di parlare con qualcun altro, bhe...sappi che io sarò a tua disposizione-.
Ero indecisa e spaventata sul come dirglielo e quando, ma finalmente il momento giusto è arrivato, e quale modo migliore per approfittarne? Sapere che si è sentito a suo agio nel parlare con me, e che il mio aiuto gli è servito mi fa sentire 'utile'. Se c'è un modo per poterlo aiutare io sono più che propensa a dargli la mia disponibilità, e voglio che lui lo sappia. Ci sorridiamo reciprocamente, godendoci questo momento tenero e di fiducia, finchè un'ombra nera ci si pone davanti alla panchina facendoci alzare la testa a entrambi. È Fury, con il suo classico mantello nero e la benda all'occhio, affiancato dal Capitano. Avevo visto che prima si erano allontanati in disparte, ma ho preferito non chiedere niente a nessuno per non sembrare invadente, anche se sono rimasta incuriosita.
–Allora... io continuo gli allenamenti. A dopo- mi saluta James allontanandosi. Ti prego, non andare...
-Em...ci sono problemi?- mi rivolgo a Nick che sosta ancora in piedi davanti a me.
–Volevo solo assicurarmi di dirti che quello che hai fatto oggi è notevole. Ma forse non dovrei stupirmi molto considerando le grandi cose che puoi fare. Continua così Talia e svolgerai presto le tue prime missioni. Buon lavoro- mi risponde con serietà il comandante lasciandomi senza parole.
–Complimenti Talia- si aggiunge Steve con le braccia incrociate al petto e mettendo in risalto i pettorali e i bicipiti pompati. Va bene che sei Captain America, ma datti anche tu una regolata, o tra Bucky e te rischiamo di avere una fuoriuscita di ormoni. Dio cosa penso...ma non è colpa mia, sono loro che sono tutti dannatamente belli. Scuoto la testa al pensiero, e mi rialzo dalla panchina.
–Grazie, ma in ogni caso Natasha mi ha distrutto le mani- gli faccio vedere le nocche incrostate e rosse.
–E non solo quelle- aggiungo con un ghigno di dolore massaggiandomi la schiena. –Sicuro che non ci sono problemi? Non vorrei sembrare invadente, ma ho visto il Comandante chiamarti in disparte...- esordisco a proposito di questo. La mia curiosità alla fine mi spinge sempre a chiedere.
– Il Comandante è rimasto molto entusiasta dei tuoi risultati. Ha detto che le tue capacità vanno addirittura oltre le sue aspettative. Pensa che tu sia pronta per imparare qualche tecnica in più-. Inclino la testa e alzo un sopracciglio, per incitarlo a dare una spiegazione più completa.
-Domani ti allenerai con me, Sam e forse con Bucky- mi blocco alla pronuncia di quest'ultimo nome.
–Tutto bene?- mi domanda notando la mia postura irrigidita.
–Si, cioè...domani...-
-E' per Bucky?- mi giro di scatto
–Cosa?-
–Hei soldatessa, pronta per il prossimo round?- mi richiama Natasha salvandomi dalla situazione.
–Arrivo Nat!- gli rispondo gridando per farmi sentire.
–Io vado. Ci vediamo dopo- liquido il Capitano senza dargli una risposta alla sua domanda. Certo che è per Bucky, insomma, si è capito che lui mi piace, e domani dovrò allenarmi anche lui... a parte il fatto che mi allenerò con i tre soldati più fighi del mondo, ma ci sarà anche lui, James, il soldato per eccellenza che ha catturato il mio cuore. Già sto pensando alle figuracce che potrò fare...no, devo cercare di essere seria e di fare le cose per bene.
–Allora...pronta per una nuova lotta?- mi domanda Nat già posizionata nella postura da combattimento e questa volta senza guantoni. Sarà una 'sfida' corpo a corpo, più seria di quella precedente. Sono ancora un po' intimorita nel dover combattere con lei, ma sono anche pronta a dare tutta me stessa e potermi sfogare senza starmi a preoccupare. Siamo tutti uguali in questo posto, e non devo vergognarmi di quello che sono.
–Sono nata pronta-.

Secondo e infine terzo round conclusi. Dopo altre ore passate a combattere, sono finalmente felice di dire che anche oggi ho finito gli allenamenti. Risultato? Schiena dolorante, costole sotto sopra, nocche rovinate e lividi ovunque. Ma forse ne è valsa la pena.
–Sei stata molto brava Talia. Sono fiera di quello che stai dimostrando- si congratula Natasha avvicinandosi a me. –Direi che per oggi abbiamo concluso. Ti meriti un po' di relax- e così dicendo ci allontiamo, andando ognuno nella propria camera e godersi una bella doccia.

Dopo essermi finalmente docciata mi rimane del tempo per finire di sistemare la camera. Sto giusto per attaccare uno dei mie favolosi poster quando qualcuno bussa alla mia porta.
–Avanti- do il consenso e la soglia viene varcata da Bucky, l'ultima persona che mi sarei aspettata di trovare proprio in questo istante nella mia camera. Poso il poster con un po' di imbarazzo, considerando che ci sono foto di lui e di tutti gli altri attaccate già in qualche parete; e noto subito il suo sguardo girovagare per la stanza a contemplarla. Mi avvicino verso di lui e lo saluto.
–Ciao...-
-Ciao- mi risponde timidamente. Lo fisso come per chiedergli 'cosa ti ha portato nella mia camera?'
–Em...ero venuto per darti questi- mi dice porgendomi una fascia, dell'acqua ossigenata e dei batuffoli di ovatta.
–Non dovevi James- rispondo grata del gesto che ha fatto.
–Ho visto le tue nocche, e mi sono ricordato a quando tu mi hai aiutato a curare le mie..- replica lasciandomi sorpresa. Lui è veramente venuto in camera mia per portarmi questi oggetti ricordandosi quel momento particolare passato insieme? Inutile dire che questo lato di Bucky mi convince sempre di più dell'esistenza del suo lato umano, approvando la mia teoria. Mi siedo sul letto e faccio per iniziare la medicazione, ma la sua mano mi ferma con un gesto rapido ma delicato. Sfila il batuffolo imbevuto dalla mia mano, e mentre mi guarda mi sussurra:
-Vorrei farlo io per te sta volta- ad un centimetro dalle mia labbra. Io socchiudo la bocca e acconsento con un cenno di testa, incapace di parlare o di muovermi. Sento le farfalle nello stomaco e il sudore che spinge per fuoriuscire dai pori, mentre incrocio il mio sguardo con il suo. Delicatamente inizia a disinfettarmi le ferite, senza farmi sentire il dolore; per poi passare alla fasciatura. Prende le mia mani tra le sue, e come ogni volta al suo contatto rabbrividisco, percependo il cambiamento di temperatura dalla mano 'umana' e quella di metallo. Mi fascia con movimenti sinuosi e lenti prima una, e poi l'altra nocca, senza fiatare o emettere parola per tutto il tempo dell'azione e lasciandomi sorpresa della delicatezza con la quale ha compiuto questi movimenti.
–Ottimo lavoro Soldato- esordisco a fine lavoro e con fare compiaciuto.
–Ho imparato dalla migliore- replica sempre con un sorriso e con una voce estremamente sexy. Mi porge le sue mani per aiutarmi ad alzarmi dal letto, e nel tirarmi con la sua forza sono finita con lo scontrarmi verso il suo petto. Le sue mani intrecciate ai miei fianchi, le mie poggiate sui suoi pettorali, i nostri volti così tremendamente vicini da sentire il fiato sul naso. La voglia di baciarlo è tanta, e questo sarebbe il momento adatto: soli nella mia camera, senza interruzioni, finalmente stretti l'uno all'altro...cosa stiamo aspettando? I nostri volti si inclinano leggermente, i nostri occhi si socchiudono e i nostri volti si avvicinano. Sto quasi per assaporare le sue labbra e sentirle sulle mie...
–Talia, volevo solo...- qualcuno spalanca la porta, io e Bucky ci distacchiamo subito. La voce di Steve si dissolve fino a diventare un bisbiglio. La situazione è questa: io rossa come un peperone, sudata e che sospiro; mentre Bucky si passa le mani tra i capelli, chiaramente imbarazzato anche lui.
–Vi ho per caso interrotti?- domanda Steve con tono innocente.
–Oh..no, no no...Bucky era solo venuto per portarmi le fasce- rispondo mostrando le mie mani ben fasciate. No figurati se mi hai interrotto, stavo solo per riuscire a baciare Bucky dopo così tanti giorni di impellenza, assolutamente no Steve (perché la gente deve essere così impertinente?).
–Em..cosa..cosa volevi dirmi?- gli domando svagando.
–Em..oh, si, che...la cena è pronta. Mancavate solo voi due così ho pensato che stavate ognuno nella propria stanza e...-
-Si, non ti preoccupare, stavamo giusto per scendere- lo interrompo concludendo la sua frase. Meglio non farlo continuare, so a cosa avrebbe parato altrimenti. Evitiamo altro imbarazzo, grazie.
–Bene, em...allora...ci vediamo giù- e corro subito verso la porta sparendo nel corridoio. Una figuraccia peggiore di questa non mi sarebbe mai potuta capitare.

POV BUCKY

Steve è un mio caro amico, ma in questo momento lo sto odiando. Proprio adesso doveva fare la sua entrata? Proprio quando stavo finalmente per baciare la mia salvatrice? Eravamo così dannatamente vicini...le mie mani poggiate sui suoi piccoli ma perfetti fianchi; le sue sul mio petto, i miei occhi su di lei. Mancava così poco che avrei potuto finalmente assaporare le sue labbra e poggiarle sulle mie. Ma Steve è venuto proprio nel momento meno opportuno, e per cosa? Per avvertirci che la cena è pronta. Sei serio amico?
–Bene, em...allora...ci vediamo giù- balbetta Talia con il rossore sulle guancie e scomparendo dalla stanza, lasciandomi solo con il mio amico, che rimane fermo sulla soglia. Mi siedo sul letto rassegnato e infastidito. Avrei potuto baciarla, e lo avrei fatto. Ho il bisogno di sentirla veramente vicina non solo guardandola o trovando una scusa per poter accarezzare la sua pelle come prima, quando le ho fasciato quelle manine gracili distrutte dopo il duro allenamento. Vorrei fare di lei il mio angelo custode, perché mi sta salvando da un periodo buio.
–Buck, scusa, non sapevo che stavi in sua compagnia..- si giustifica Steve desolato. Dopo tutto gli do ragione, non poteva saperlo, ma sono rimasto irritato perché mi ha rubato un bacio.
–Non importa- rispondo seccato alzandomi e dirigendomi verso la soglia per uscire e scendere a cenare con gli altri.
–Nick mi ha detto di avvisarti riguardo una cosa- mi parla intanto Steve mentre camminiamo nel corridoio.
–Cosa?- gli domando freddo
–Si sente pronto per far allenare Talia con noi-. Mi blocco sul posto e mi giro nella sua direzione.
–Con noi chi?-
-Me, te e Sam. Domani-.
–Per che cosa?-
-Tecniche da soldato. Secondo Nick è pronta per affrontare addestramenti più seri- lo guardo esitando.
-Non so se posso- rispondo alla fine.
–Come sarebbe a dire? È un incarico che abbiamo tutti, anche tu farai la tua parte- commenta, ma non gli do ascolto. Continuo a camminare senza rigirarmi.
–Buck, che ti prende?- mi domanda girandomi per la spalla.
–Non voglio allenarla-
-Perché no? Sei un ottimo combattente, potresti insegnarle molto...-
-Non posso Steve! Ho paura di farle del male- confesso –ho paura di farle del male...- ripeto in un bisbiglio. Mi accascio dinnanzi al muro con le mani tra i capelli. La pura di poterle farle del male dopo il mio passato, e di far scatenare in me la furia del Soldato è un freno. Sento l'ansia salire e la mano di Steve posarsi nuovamente sulla mia spalla.
–Buck, andrà tutto bene. Non starai solo, e non le farai del male. Non sei più il soldato d'inverno, e non devi temere. Talia ha una bella impressione su dite, e sa chi sei veramente, come lo so io- mi conforta accasciandosi vicino a me.
–Non me lo perdonerei mai se dovessi farle del male- mormoro.
–Non succederà- replica il mio caro amico sorridendomi.
–Forza, alzati. Sono sicuro che una certa persona ti sta aspettando per la cena- dice ammiccando. Come un comando mi rialzo e mi riprendo. Anche Steve è sempre capace di rimettermi di buon umore.
Non so se l'ho ancora perdonato per l'interruzione di prima, ma so per certo che quel bacio riuscirò a darglielo.

Angolo autrice
E ce la faaaa mi dovete veramente perdonare per il ritardo, ma mi metto a scrivere perché sono così tante le idee che navigano in questi neuroni (se solo io ne ho ancora qualcuno) che non mi accorgo del tempo e soprattutto della lunghezza! Ma bando alle ciance, passiamo a cosa serie. Cosa ne pensate di questo capitolo? Spero veramente possa essere di vostro gradimento. Se mai non andasse bene qualcosa fatemelo sapere senza esitazioni, la vostra presenza e il vostro supporto sono la cosa che contano di più <3 come al solito ringrazio tutti i lettori che passano a leggere la mia storia e che la seguono. Vi invito a lasciare un commento o una stellina. Bye bye Winter Children e alla prossima<3                                                                               

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Veronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerà Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sen...