Accettare un sogno che non diventerà mai realtà, lasciare solo all'immaginazione il profumo di qualcuno, i brividi che può regalarti, pensare di essere forti da superare una delusione. Come ci si comporta quando i sogni non li vivi solo su un cuscino ma anche in un centro commerciale, sul sedile posteriore di una macchina, nella camera di un albergo, tra le braccia di qualcuno? Quando stringi una mano solo per chiudere gli occhi, un giorno, e lasciarla andare via (forse) per sempre. Quando non pensi che, se capitasse l'occasione, perchè l'occasione è lì e la stai lasciando andare. Se fossi tu, io, la persona più importante? Se fossi tu, io, la scelta?
''Benvenuto nella tana dell'Hobbit'', fu la prima frase che ti rivolsi di persona quando, per la prima volta, mettesti piede in casa mia. Il pesciolino rosso sul frigorifero, povera anima dimenticata dal mondo, sembrava aspettare le tue coccole, la stessa esclusiva che da lì a poco sarebbe diventata una droga per me. La mensola sulla mia scrivania, altare di ricordi, sembrava un libro aperto sulla mia vita; sedermi sul letto guardandoti sfogliarne le pagine fu un sogno ''Quanti anni avevi qui?'' mi chiedevi ad ogni foto in cui ancora portavo gli occhiali, ''Avevo 18 anni'' ''..Praticamente ieri!'' rispondevi prendendoti gioco della mia giovane età ed evidenziando la tua, anagraficamente troppo lontana dalla mia. Ricordo il primo bacio; desiderato, quasi sofferto. Ad occhi chiusi, che se adesso gli occhi provo a chiuderli e a ricordare mi vien male al cuore.
''A me sembra di conoscerti da una vita'', dicesti mentre aspettavi il caffè, ed io non ricordavo neanche d'aver mai vissuto prima di quel giorno.
''Mi faccio molte domande su di te, a te invece ne faccio pochissime. Il guaio è che più chiedo, più mi coinvolgo.'' -- Le ho mai raccontato del vento del nord.
Vedró comunque tutti i film che mi hai consigliato, ascolterò le canzoni che mi hai dedicato leggendo i libri che mi hai regalato