Scendo dall'auto senza dire una parola e lo seguo dentro casa. Dal silenzio deduco che non ci sia nessuno e non so se la notizia mi sollevi o mi innervosisca. Se Cameron dovesse cominciare a rompermi le scatole, potrei andare via urlando -cosa che faccio sempre quando litighiamo- senza preoccuparmi di fare brutta figura con la madre. Però devo ammettere che per qualche motivo -da me ancora sconosciuto- non mi sento a mio agio sapendo di essere da sola in casa con lui.
In fin dei conti dobbiamo solo studiare.
<<Sali in camera mia e ti raggiungo fra un attimo.>> fa lui indicando le scale con un cenno della testa. Rimango in silenzio e salgo le scale per andare in camera sua, ma appena arrivo nel lungo corridoio, mi rendo conto di non sapere quale sia la stanza in cui dovrei entrare.
Potrei mettermi ad aprire la porta di ogni stanza, ma sarebbe maleducato da parte mia. Mi sporgo leggermente dalle scale e urlo: <<Non so quale sia la tua camera in realtà.>>
<<Arrivo, arrivo.>> fa lui sbucando fuori dalla cucina con due bicchieri di plastica in mano ed una bottiglia d'acqua. Sta davvero facendo qualcosa di gentile per me? Wow. <<L'ho presa perché dopo non avrei voglia di scendere le scale solo per te.>> dice notando il mio sguardo rivolto alla bottiglietta.
<<Okay.>> rido e lo seguo. La sua camera è l'ultima a sinistra in fondo al corridoio. Le pareti color crema sono tappezzate da poster e foto. Sulla scrivania non posso fare a meno di notare dei disegni cosparsi su di essa. Li avrà fatti lui?
<<Sapevo che avrei dovuto darti ripetizioni in salotto.>> sbotta sedendosi sul letto <<Smettila di guardarli.>>
<<Li hai fatti tu?>> domando prendendo in mano uno dei foglietti. Avrà cominciato a farlo da poco visto che l'unica cosa disegnata su di esso è la forma di un viso.
<<Non fare la ficcanaso.>> risponde togliendomi il foglio dalle mani. Stranamente non si è rivolto in tono acido.
<<Ti vergogni?>> domando ancora sperando che finalmente risponda ad una delle mie domande. Mi sembra ovvio che sia stato lui a disegnarli e che adesso si vergogni ad ammetterlo, ma voglio che me lo dica lui stesso. Non c'è niente di cui vergognarsi, ma lui è così... stupido.
<<Sono cose personali e non dovresti toccarle.>> posa i foglietti dentro una carpetta di pelle per poi posarla dentro il cassetto del comodino accanto al letto. Intravedendo dei boxer all'interno di esso, strabuzzo gli occhi e distolgo lo sguardo.
<<Possiamo... cominciare a studiare adesso?>> domando sbuffando. Prima cominciamo e prima me ne torno a casa. Se Greg viene a sapere che sono a casa di Cameron e non gli ho detto nulla, finisco nei guai.
<<Okay.>> fa lui sedendosi in una delle sedie dietro la scrivania <<Siediti.>> dà un colpetto alla sedia accanto a lui e io mi siedo.
<<Da cosa cominciamo? Ti avviso che io sono una frana.>> ammetto nonostante non sia un segreto. Sinceramente non so nemmeno come ho fatto a passare i test di matematica in questi anni.
<<Questo lo sapevo già.>> mi fa l'occhiolino e io gli do una pacca sulla spalla.
Comincia a spiegarmi come fare a svolgere gli esercizi che erano presenti nel test di matematica e ci metto tutta me stessa per cercare di capirli.
Nonostante non sopporti Cameron, devo ammettere che è molto bravo in matematica e la cosa mi stupisce molto.
Mentre continuo a scervellarmi, sento il cellulare vibrare da dentro la tasca. Appena leggo il nome di Greg su di esso, il mio cuore perde un battito.
Non devo far notare a Cameron in che situazione mi trovo o sono sicura che farebbe di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote. Si metterebbe a parlare mentre parlo con Greg o gli riferirebbe del nostro "pomeriggio insieme" il prima possibile.
Tutto questo solo per far stare male me o il fratellastro.
<<Un attimo devo rispondere.>> mi alzo dalla sedia ed esco dalla stanza. Scendo al piano di sotto e rimango in cucina. <<Pronto?>>
<<Piccola.>> risponde lui <<Sei libera?>> Vorrei rispondere di sì e lasciare questa casa all'istante, ma so che non posso farlo, avendo troppo bisogno di queste ripetizioni.
<<Non te la prendere, ma adesso non posso proprio.>> dico con un tono di voce abbastanza deciso. Non mi piace dover mentire a Greg, ma non posso dirgli adesso che sono a casa di Cameron. Forse ho sbagliato a non rivelarglielo prima, ma la paura di litigare con lui ha preso il sopravvento.
<<Peccato. Che stai facendo?>>
Cammino avanti e indietro per tutta la cucina e mi affretto a trovare una risposta convincente. <<Sono con mia nonna e non me la sento di lasciarla da sola.>> che stronza che sei. Utilizzi la scusa della nonna ammalata per non far scoprire al tuo ragazzo che sei con la persona che odia di più al mondo? Che colpo basso!
<<Non preoccuparti piccola. Ci vediamo domani a scuola allora.>>
<<Okay. A domani.>> dico uscendo dalla cucina chiudendo la chiamata. Mi sento un po' in colpa per aver usato lo stato in cui si trova mia nonna per non far scoprire la verità a Greg, ma in quel momento è stata l'unica cosa che mi è venuta in mente.
Salgo in camera e trovo Cameron seduto sulla sedia mentre corregge gli esercizi che ho fatto prima della chiamata di Greg. Sta mordendo l'estremità della punta di una matita e sembra molto concentrato.
Mi schiarisco la voce e dico: <<Eccomi.>> lui mi guarda per un istante ma subito torna a posare lo sguardo sul foglietto. Mi siedo accanto a lui e aspetto che finisca di correggere gli esercizi. Mi guardo attorno e non posso fare a meno di notare la quantità innumerevole di foto appese alla parete. Con la madre, con la sorella, con una signora anziana e con gli amici.
Cerco foto con il padre, ma non ne vedo neppure una. Avrei dovuto aspettarmelo. Cameron non sopporta il padre, quindi mi sembra una cosa ovvia che non abbia nessuna foto con lui appesa al muro.
Torno a posare lo sguardo sulla scrivania e intravedo un foglio bianco ripiegato, sotto un libro. Mentre Cameron tiene il gomito appoggiato alla scrivania ed è girato dalla parte opposta alla mia, agguanto il foglietto cercando di non fare troppo rumore e lo apro.
Rimango a bocca aperta: il disegno ritrae un signore anziano che porta in braccio un bambino. Vedendo quell'immagine mi si scalda il cuore.
<<Che stai facendo?>> domanda strappandomi il disegno dalle mani <<Sei proprio cocciuta.>>
<<Scusa... io...>> cerco di giustificarmi, ma non so come farlo. <<Comunque è un bel disegno.>>
<<Sì? Be' grazie.>> fa lui ripiegando il foglietto per poi posarlo in mezzo ad un libro. Vorrei fargli tante domande, ma non so come la prenderebbe. So bene che è un grande stronzo e che potrebbe anche rispondermi male. Di conseguenza comincerei a litigarci, quindi comincerei ad urlare ed è una cosa che non ho voglia di fare.
<<Disegni da tanto?>> domando involontariamente. E menomale che non dovevi fargli domande per evitare di litigarci.
<<Da quando avevo dodici anni.>> risponde stranamente calmo. C'è qualcosa in lui che è cambiato. Forse ha capito che non ne vale la pena di trattarmi male ogni santo giorno della sua vita senza un motivo valido e ha smesso di fare lo stronzo.
<<Chi era quel signore? E quel bambino che teneva in braccio?>>
<<Siamo io e mio nonno.>> risponde senza nemmeno guardarmi <<Smettila di fare tutte queste domande Hill.>> dice ridendo. Il fatto che abbia risposto a due domande consecutive è davvero un passo avanti per me. Potremmo anche essere "amici"?
Sentiamo la porta d'entrata aprirsi e subito dopo, Cameron si alza di scatto. <<Scendo un attimo.>> Alzo il pollice per dirgli che va bene e nell'attesa, prendo il cellulare da dentro la tasca. Nessuna notifica.
Faccio per prendere la bottiglia d'acqua, ma vedendola vuota, sbuffo. Abbiamo passato un'ora a fare esercizi e senza rendercene conto abbiamo bevuto un litro d'acqua. Esco dalla stanza e mi incammino verso le scale. Ho bisogno di bere.
<<Sei tornato ubriaco stanotte Cameron. Non ci credo!>> appena sento il tono di voce furioso di Gina, mi fermo davanti le scale.
<<Dio mio, non rompermi okay? Tra un mese faccio diciotto anni.>>
<<Cameron Alexander Dallas.>> dice in tono severo <<Non devi bere dopo tutto quello che hai passato. Anzi, non puoi.>> cosa ha passato? Perché non può bere? <<Hai ricominciato a fumare per caso?>>
Ripenso al giorno in cui ho visto Cameron fumare una sigaretta. Sto ascoltando una conversazione privata, ma dopo aver sentito la prima frase, non sono riuscita ad andare via. Sono curiosa di sapere di più.
<<No.>> risponde lui in tono secco. Perché mente alla madre? L'ho visto io stessa fumare quella sigaretta.
<<Stanotte ti ho sentito vomitare tutta il tempo. Se hai preso qualcosa...>> ha un tono di voce più forte rispetto a prima e le si è incrinata la voce. Cosa intente dire con "qualcosa"? Parla di... droga?
<<Non gridare.>> sbotta lui <<C'è Nadia di sopra.>>
<<Non vuoi che lei scopra dei tuoi problemi con l'alcool e la droga?>> lo canzona la madre. A quelle parole rimango sconvolta. Mi porta la mano davanti la bocca, incredula.
<<Smettila. Da come parli sembra che io sia un ex alcolizzato.>> la sua voce si fa sempre più vicina, ma non riesco a spostarmi. La notizia mi ha sconvolta.
<<Non eri un alcolizzato, ma sai benissimo che la tua vecchia dipendenza non ti permette di assumere alcool.>>
<<Hai detto bene. La mia vecchia dipendenza, quindi smettila di rompere.>> lo sento avvicinarsi alle scale e torno in camera mia senza fare rumore.
Prendo le mie cose e le infilo dentro la borsa senza curarmi di come sistemarle. Appena Cameron entra in camera mi guarda accigliato e chiede: <<Dove vai? Non abbiamo ancora finito.>>
<<No scusa... io... devo proprio andare.>> lo oltrepasso ed esco dalla stanza. Lo sento chiamarmi, ma lo ignoro. Scendo al piano di sotto e trovo Gina seduta sul divano. Nel momento in cui mi vede mi sorride e si alza.
<<Nadia, come stai?>>
<<Scusa Gina, devo andare.>> mi affretto a dire ed esco da quella casa. Non so per quale motivo quella notizia mi ha sconvolto così tanto, ma non riesco ancora a credere a ciò che ho sentito. Sapere del problema che ha avuto Cameron con la droga mi ha mandato fuori di testa.
Mi è sempre sembrato un bravo ragazzo, senza contare il suo atteggiamento nei miei confronti. Ricordo quando vederlo fumare quella sigaretta mi ha sconvolta, ma ripensandoci, non è nulla in confronto alla droga.
Perché ha cominciato a fare uso di droga? Quanto tempo fa è successo? Perché ha cominciato a drogarsi? Una quantità innumerevole di domande si fa spazio nella mia testa, ma so già che adesso non riceverò nessuna risposta da parte sua.