Wolf's Knights - The Black Wo...

By Nyx-Wolf

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*Sequel di: "Wolf's Knights - Brothers"* Ci sarà una guerra che stravolgerà le sorti della regione. Due regni... More

Cap 1
Cap 2
Cap 3
Cap 4
GRUPPO WHATSAPP!
Cap 5
Cap 6
Cap 7
Cap 8
Cap 9
Capitolo Extra
Cap 10
Cap 11
Cap 12
Cap 13
Cap 14
Cap 15
Cap 16
Cap 17
Cap 18
Wolf's Gallery
Cap 19
Cap 20
Cap 21
Cap 22
Cap 23
Cap 24
Cap 25
Cap 26
Cap 27
Cap 28
Cap 29
Cap 30
Cap 31
Cap 33
Cap 34
Cap 35
Cap 36
Cap 37

Cap 32

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By Nyx-Wolf

LUX

La luce dell'alba non mi ha mai dato noie, anzi, ho sempre amato svegliarmi con la faccia baciata dal sole, quindi quando mi sveglio con un senso di fastidio non riesco a capire da dove questi provenga.
È solo dopo un paio di minuti che i miei sensi tornano attivi, permettendomi di capire l'origine del disturbo, un lieve ma persistente picchiettio alla porta.
Lancio un'occhiata accanto a me, dove Giafa dorme ancora. Dopo il bagno ci siamo rivestite e siamo andate avanti a chiacchierare per gran parte della notte, fin quando ci siamo addormentate nell'enorme letto della sua stanza. Non ritengo opportuna svegliarla ora e, con un diavolo per capello, mi appresto a raggiungere la porta, dove il picchiettio non accenna a smettere.
La spalanco di scatto, pronta a dirne quattro a chiunque sia dall'altra parte, ma non appena vedo chi c'è dall'altra parte il mio nervosismo si scoglie come neve al sole.
-Sapevo di trovarti qui- sorride Dow, e io subito gli lancio le braccia al collo.
-Com'è andata ieri sera? Ero preoccupata! Devi raccontarmi di cosa hai parlato con il generale-
-Più tardi- ribatte lui, dolcemente, ma lanciandomi un'occhiata che mi fa capire quello che non ha detto; non qui. Non sappiamo chi ascolta. -Più che altro, dobbiamo muoverci. Leos è già in piedi, tu ora sveglia Giafa e preparatevi. Dobbiamo partire-
Lo guardo, stupito. -Così presto? Ci hanno convocato in tutta fretta e ora non ci lasciano neppure fare colazione?- scherzo.
Lui ride. -Faremo colazione con Otyx e il Generale, poi partiremo con quest'ultimo. Anche lui viaggia in direzione di Jöstr, quindi ci ha chiesto di unirci alla sua scorta finché le nostre strade si separeranno-

E ovviamente lui non ha potuto rifiutare; in fondo, chi rifiuterebbe l'onore di accompagnare la scorta del sommo generale? Non capiterà molto spesso altre volte nella vita.
-Sveglio Giafa- dico quindi.
Dow mi scompiglia i capelli, mi saluta e si allontana nel corridoio. Rimango ancora qualche secondo affacciata alla porta, poi rientro in stanza e mi appresto a svegliare Giafa con un'energica scrollata.
-Che succede?- mugugna lei, senza neanche aprire gli occhi.
-Colazione. Partenza. Scorta del generale. Muoviti- sintetizzo io, ben sapendo che quando è appena sveglia Giafa ha bisogno di sentire solo le informazioni base, e tanto non capirà nemmeno quelle.
La sua risposta è un borbottio indefinito soffocato nel cuscino, però dal momento che si scrolla le coperte di dosso non ritengo opportuno insistere; mi spazzolo in fretta i capelli legandoli in una coda e mi vesto in fretta. -Sei pronta?-
-Arrivo- sbadiglia la mia amica, iniziando a vestirsi a sua volta. Scuoto il capo divertita e mi dirigo in bagno, che alla fine ieri sera abbiamo asciugato. Quando esco Giafa è vestita e pronta al dialogo.
-Buongiono!- esclama, mettendosi un guanto sulla mano per mascherare il taglio del patto di ieri sera, come ho fatto io -Spiegami meglio questa cosa della scorta del generale.
Usciamo dalla stanza e ci avviamo nel corridoio che abbiamo percorso ieri, mentre la aggiorno in fretta su quello che mi ha detto mio fratello, suscitando in lei un fischio di stupore. -Scorta del generale? Dovremmo considerarla una promozione?-
-Non siamo diventati la sua scorta, la accompagnamo solo- la correggo io, ridendo.
Lei sospira. -Peccato-

-Lux! Giafa!- ci chiama una voce dal dietro, e mentre ci giriamo Leos ci raggiunge di corsa.
-Ciao- lo saluto io con un sorriso -Dormito bene questa notte?-
-Non posso credere che tu viva in questa villa e non ci abbia mai invitato!- lo interpella invece Giafa.
Lui ride timidamente. -Beh, neanche tu mi hai mai invitato a casa tua, ed è un posto piuttosto grazioso- risponde.
Giafa lo guarda con ironia -Si, se non fosse per il mio promesso sposo, o per il fatto che i miei ora sono convinti che noi due ci diamo dentro come conigli!-
Non posso non ridere all'idea; Leos e Giafa non potrebbero mai stare insieme. Si considerano l'un l'altra come fratelli.
La mia amica sorride nella mia direzione -Su, non essere gelosa. Te lo lascio- scherza.
Io alzo le mani come scudo sempre ridendo, ma non posso evitare di arrossire un poco. E con la coda dell'occhio noto che è arrossito anche Leos.
Gli scompiglio i capelli per smorzare la tensione, facendolo ridere.
-Dai, venite- dice poi lui -Stavate per sbagliare strada. Di qui andate alla sala delle riunioni dove siamo stati ieri, la sala da pranzo è dall'altra parte-
-Ma è una casa o un labirinto?- Geme Giafa.
Io rido. -Dai, facci strada, altrimenti non arriviamo più-

Seguiamo il nostro amico lungo i corridoi interminabili della sua casa, fino a quando giungiamo a un altro enorme portone, questa volta aperto. Lo oltrepassiamo.
La scena all'interno mi balza agli occhi in modo forse eccessivo. All'estremità di un tavolo assurdamente lungo siedono mio fratello, Otyx e Donovan; il generale è seduto a capotavola e conversa amabilmente con Dow, che è seduto alla sua sinistra con il sorriso tra le labbra, mentre il colonnello alla destra di Donovan è glaciale come sempre ma rilassato, e interviene nel discorso qualche volta con una parola o due.
Per riflesso mi arresto prima di avvicinarmi, e così fanno anche Giafa e Leos.
Per quanto possano essere persone conosciute in questo momento quello che appare davanti a noi è una riunione di ufficiali, un sodalizio che dà l'impressione di non dover essere interrotto o disturbato in nessun modo, soprattutto da tre cadetti come noi.
Poi il generale ci vede, sorride e l'incanto si rompe.
-Oh, ecco le nostre giovani reclute. Venite, accomodatevi!- dice. Ci avviciniamo non senza un po' di timore. Io mi siedo a sinistra di Dow, con Giafa accanto a me, mentre Leos va a sedersi vicino a suo padre.

Donovan continua a sorridere. -Shadow mi ha detto di aver già informato tutti voi del fatto che viaggeremo insieme per un po'. Spero di non causarvi alcun disturbo-
-Per noi sarà un onore- rispondo subito io, pacata. Intanto dei servitori, fra cui quello che mi ha portato la cena ieri sera, ci servono una colazione identica a quella che si stanno già gustando mio fratello e gli altri due.
Il generale china la testa un solo secondo per ringraziarmi delle mie parole, sebbene sicuramente sa che non avrei potuto rispondere in nessun altro modo anche se avessi voluto. -Spero anche di non intralciarvi nella vostra caccia al lupo nero; Shadow mi ha illustrato ieri sera la vostra teoria secondo la quale l'animale stia seguendo un percorso verso Jöstr. Non dubito che abbia ragione; probabilmente quella bestia cerca di rifugiarsi nel regno nero, dal momento che è stata scoperta; potrebbe avere molti alleati, là. Sono dispiaciuto di avervi fatto perdere tempo, forse adesso senza la mia interruzione lo avreste già catturato, e la giovane Lux si sarebbe riunita alla sua partner. Chissà quanto deve essere spaventata quella povera lupacchiotta in mani nemiche-
Mi rabbuio. No, Ashon e Alexander non hanno alleati nel regno nero. Non ne hanno da nessuna parte, e gli unici che stanno dalla loro parte sono incaricati di ucciderli.
-La mia partner è forte- dico comunque al Generale, celando i miei pensieri -Se la caverà-
Lui sorride, di nuovo. -Sicuramente-

Mezz'oretta dopo siamo nelle stalle, controllando le bisacce dei lupi. Il generale non le porta nemmeno, e ci aspetta pazientemente già in sella. Iron si attarda a salutare i suoi genitori con leccate affettuose, poi si distacca da loro con un uggiolio.
Li guardo intenerita mentre mio fratello mi fa spazio per saltare in sella a Jeis.
Mentre Layla si sposta per salutare meglio Leos e Iron scorgo un bagliore vicino alla sua zampa. Aguzzo gli occhi per vedere meglio, e subito dopo gli spalanco dallo stupore. Attorno alla zampa posteriore di Layla c'è una grossa catena che la ancora al muro; è il riflesso del sole su questa che ha attirato la mia attenzione.
Inorridisco, ma prima che possa chiedere qualsiasi cosa Jeis è già uscito dalla stalla.
Al di fuori oltre al generale ci sono una quindicina di cavalieri, tutti già pronti a partire e in sella ai loro lupi. Mi domando perchè non ho visto nè gli uomini nè gli animali nella stalla, l'altro giorno.
Giafa ci affianca su Sef e porge ad alta voce la stessa domanda che mi sono posta io. -E loro dove hanno dormito?-
È Leos a risponderle. -I lupi nella stalla secondaria, mentre i cavalieri nell'aria di servizio; nessuno di loro è un ufficiale. Se non fossimo stati convocati personalmente dal generale anche io, te e Lux saremmo stati là; Shadow no, perché lui è un capitano-
Lo guardo, stupita. -Anche tu e Sef? Ma sei il figlio di Otyx!-
Leos sorride, mesto. -Sono un soldato. Se voglio dei privilegi devo meritarmeli-
Serro le labbra, contrariata. Qull'uomo mi piace sempre di meno.
Il generale ci raggiunge sorridendo, e subito tutti i soldati si mettono sull'attenti. -Vogliamo andare?- chiede a mio fratello -Sarei molto grato se mi affiancaste nel viaggio, capitano Shadow. Trovo la vostra presenza molto piacevole e rilassante, e vorrei goderne finchè posso-
-Come desiderate voi, mio signore- risponde Dow umilmente.
Cerco di non deglutire; dal momento che viaggio su Jeis dovrò stare anche io con loro, lontana da Giafa e Leos, cercando di non cadere preda della soggezione. Prendo un respiro profondo.
Perché agitarmi? Donovan non sa di Alexander e Ashton, e nonostante i suoi privilegi si comporta in modo molto piacevole e cordiale; inoltre, il mio obiettivo è diventare un ufficiale: devo abituarmi a questo ambiente.
Prendo un altro bel respiro e partiamo.

Le ore passano liete. Il generale parla con mio fratello, e spesso coinvolgono anche me nei discorsi; alcune volte si parla di tecniche militari, e uso queste occasioni per imparare; altre volte ci intrattiene con racconti sulle damine di corte, altre ancora chiedono a me di raccontare qualcosa sull'accademia.
Attorno a noi i soldati chiacchierano tra loro, ridacchiando; a quanto pare il generale è abbastanza permissivo e amato da far sì che la sua presenza non paralizzi i suoi sottoposti. È un bene; una guida simile fa solo bene al Regno.
Ogni tanto mi giro per vedere cosa stanno facendo Giafa e Leos, e vedo con piacere che non si sentono esclusi, ma stanno familiarizzando con le guardie.
Continuiamo in questo modo fino a mezzogiorno, poi ci accampiamo per pranzare. Appena scendo da Jeis mi congedo e mi appresto a raggiungere i miei amici.
-Hey!- saluto, passando fra Sef e Iron e lasciando una carezza a ciascuno di loro -Com'è andato il viaggio?-
-Francamente mi ero abituata a ritmi un po' più serrati- sbadiglia Giafa -Così mi sa che non arriveremo mai-
Leos le lancia un'occhiataccia come per dirle di non fare storie, ma so che sotto sotto pensa anche lui la stessa cosa; e la penso anche io.
Fino a ieri per spostarci abbiamo sempre spinto i nostri partner al massimo della loro velocità per arrivare il prima possibile ovunque fosse la meta; certo, io e Dow non avevamo davvero fretta di stanare Ashton, ma la necessità di risolvere il prima possibile questa situazione e l'apparenza da mantenere davanti a Leos e Giafa ci avevano spinto ad andare al massimo. Ora invece proseguiamo con calma, come in una piacevole passeggiata; a questo passo trovare ancora il lupo nero alla frontiera potrebbe sembrare sospetto, senza contare che ho paura di cosa potrebbe succedere ai miei amici se restano qui ancora a lungo. E poi, voglio assolutamente rivedere Nive.
-Ti capisco- dico quindi a Giafa con un sospiro, lasciandomi cadere sull'erba accanto a lei. -Non che stare vicino al generale non sia interessante, ma... Beh, mi sembra di non star facendo nulla di utile-
-Una damina di corte al tuo posto sarebbe entusiasta, ragazzina- mi prende gentilmente in giro Leos -Lunghe passeggiate su un maestoso destriero, accompagnate da un nobile e avvenente cavaliere...-
-Che guardacaso è mio fratello- rido.
Giafa fa un sorriso furbo. -Chissà, magari le damine di corte non si fermerebbero nemmeno davanti a questo-
Scuoto la testa, alquanto divertita. -Ragazzi, seriamente, dovremmo smetterla di parlare delle damine di corte...-

Succede tutto in un attimo. Un secondo prima stiamo ridendo e scherzando, un attimo dopo Jeis si rizza con un ringhio che mette in allarme tutti i lupi, ma è già tardi: un uomo è spuntato dal bosco con uno scatto fulmineo brandendo una lancia, conficcandola nel torace di una guardia che ha avuto la prontezza di pararsi sulla traiettoria per arrivare a mio fratello e al generale; il cavaliere si piega in due e sbarra gli occhi, sputando sangue, poi cade a terra. L'assalitore non aspetta neanche che finisca di cadere, ne tenta di recuperare la lancia, ma si limita a lasciarla conficcata nel petto del soldato caduto e prosegue sul suo percorso, estraendo la spada.
Il lupo del cavaliere ucciso ruggisce di rabbia e disperazione e fa per lanciarsi in avanti; viene fermato. Altri cinque uomini sono sbucati dal bosco, nello stesso punto del primo, e hanno immobilizzato l'animale: quattro hanno puntato ai legamenti delle sue gambe, tagliandoli per impedir lui di muoversi, mentre il quinto gli ha infilzato una lama nella gola. La precisione e la mancanza di incertezze nei movimenti lasciano capire che non è certo la prima volta fanno qualcosa del genere.
Il primo assalitore è già davanti a Dow e Donovan, ma mio fratello è già in piedi, la spada in mano, e ingaggia battaglia.

Tutto ciò è successo nell'arco di uno, forse due secondi, e io ho ancora la mano sull'elsa, la spada non del tutto fuori dal fodero.
Crag ce lo ha ripetuto quasi in ogni lezione: in una battaglia ogni secondo può fare la differenza; se sei in ritardo di un secondo, sei morto.
E io so che se fossi stata al posto di mio fratello, in questo momento sarei morta. Finisco di estrarre la spada e mi lancio in avanti, ad ingaggiare battaglia con l'uomo che ha affondato la spada nella gola del lupo; appena le nostre lame vengono a cozzare alcune gocce del sangue dell'animale, ancora caldo, mi schizzano in faccia. Urlo di rabbia e disimpegno la mia spada dalla sua con una mezza piroetta, poi mi rigiro e gliela affondo nella gola. Questo volta quello in ritardo è stato lui.
Approfitto dell'attimo di tregua per guardarmi attorno, notando che il numero degli assalitori è aumentato esponenzialmente: sono una trentina, ora, e stanno approfittando del fatto che eravamo rilassati, e quindi più impreparati che mai a un attacco.
-Serrate i ranghi! Create una linea!- urla mio fratello con voce possente -Puntano al generale!-
Lo ascoltiamo tutti, raccogliendoci attorno a Donovan, che pure ha estratto la spada e l'ha già sporcata di sangue. D'altronde, la sua carica non è solo nominale: è un guerriero.
Formiamo un piccolo fronte, di una dozzina di persone e altrettanti lupi; tre cavalieri giacciono già a terra con due dei loro partner, mentre il terzo lupo viene ucciso ora sotto i nostri occhi, con la stessa procedura usata prima. Mi sembra che la mia gamba vada a fuoco.
A terra sono rimasti anche sei dei loro, ma uno dev'essere solo ferito, perchè si sta rialzando.
Dow mi tocca appena la schiena. -Respira- sussurra. E poi, ad alta voce rivolto a tutti -Formate un rombo attorno al generale! La nostra priorità è difenderlo!-
Facciamo appena in tempo ad eseguire che quegli uomini attaccano di nuovo. Reggiamo l'assalto; non sono dilettanti, questo è chiaro, e in qualche modo mi fanno tornare in mente gli uomini di Zyola.
Tuttavia sono fiduciosa; saranno anche in superiorità numerica, ma il nostro stupore iniziale è sfumato, e abbiamo i lupi dalla nostra; inoltre, in una formazione a rombo è per loro impossibile eseguire la manovra che consentiva di abbatterli facilmente.
Si, non avremo eccessivi problemi a batterli, e con questa consapevolezza continuo ad affondare la spada nella loro carne.
Due dei nostri cadono; tre dei loro. Cade un lupo, e di nuovo tre dei loro.
Oltre alla spada ho estratto la frusta, e la uso per creare spazio davanti a me, sapendo di non essere in grado di ricevere assalti troppo pesanti per via della gamba.

il tempo passa, e sono rimasti meno di una decina dei loro, mentre dei nostri ci sono ancora nove cavalieri, compresi me, Dow, Giafa e Leos. Il generale è ancora sicuro al centro della formazione, e noi abbiamo anche i lupi.
Sono fiduciosa di essere sul punto di vincere; di nuovo, mi viene in mente una delle frasi che Crad è solito ripeterci: non esiste in una lotta il "stare per vincere" o il "stare per perdere".
Ed il sibilio possente che proviene dalla nostra destra ne è una chiara prova. Impallidisco dal terrore nel vedere un'altra ventina di soldati, uomini non affaticati dalla lotta, con scopi tutt'altro che amichevoli; accanto a loro, la Lizza più grande che abbia mai visto. La sua testa sfiora le chiome degli alberi, e dal sibilo che ha appena lanciato non faccio fatica a capire quale sono le sue intenzioni: morte.
Deglutisco una volta sola, aggiustando la presa sulla spada, il palmo della mano improvvisamente sudato. Non sono sicura che abbiamo ancora molte possibilità.
Mio fratello impreca. -Voi occupatevi dei soldati!- urla, poi fa un mezzo fischio. Jeis gli si accosta in mezzo secondo, e mio fratello monta in sella, ignorando il sangue che gli cola dalla spalla.
In un attimo dimentico di essere un soldato e che lui è il mio capitano.
-Dow, no!- esclamo, provando a trattenerlo -Non puoi farcela da solo! ti farai ammazzare!-
Lui si libera con dolcezza dalla mia presa. -Torno subito, sorellina. Aspetta qui-
E Jeis si lancia contro la Lizza, che lo accoglie mostrando i denti. Sembra volerla caricare frontalmente, ma all'ultimo momento scarta di lato, schivandola, e mio fratello tira un fendente laterale per colpirla alla gola. Malgrado la mole, però, la bestia è agile; schiva la maggior parte dell'attacco, e torna a fronteggiare Jeis. È la prima volta nella vita che il partner di mio fratello mi sembra piccolo.
-Non morite- mormoro solo, ma non ho la possibilità di preoccuparmi oltre per loro: i soldati ci stanno già attaccando.

Sento una spinta leggera ma decisa sulla spalla. -Spostatevi, per favore. Non posso lasciarvi morire mentre mi nascondo- dice Donovan, facendo un passo avanti.
Faccio per protestare, ma una sua occhiata mi chiude la bocca. Con che potere potrei dirgli qualsiasi cosa, d'altronde? Io sono un cadetto, e lui il sommo generale. Mi sposto.
Reggiamo l'assalto con coraggio.
I lupi saltono in avanti e si ritirano, creando scompiglio, ma la loro superiorità numerica si sente. Giafa è accanto a me e combatte a due mani con la spada e il pugnale; io tengo lontano il più possibile i nemici con colpi di frusta; Leos ha rinunciato allo stile a una mano per passare a quello a due, in modo da mettere maggior potenza a ogni colpo.
Eppure, niente di quello che facciamo smuove più di tanto la situazione.
Prendo un bel respiro. Sono un soldato; sono preparata a morire per il regno; la situazione è abbastanza chiara, anche se in nostro fronte è compatto il loro lo è molto di più. Quando i lupi balzano in avanti creano scompiglio per qualche secondo, ma non basta. Serve di più.

-Gia- dico, in un attimo di tregua -Sto per fare una cosa molto, molto incosciente. Probabilmente morirò-
-Grande- ribatte lei. -Quando iniziamo?-
Nonostante la situazione disperata, sorrido. -Ora. Carichiamo!-
E immediatamente, sempre facendomi spazio con la spada e la frusta, faccio un passo in avanti. Poi due.
Giafa, accanto a me, mi copre le spalle; Sef, balzando avanti e indietro, fa strada a tutte e due.
Lancio una frustata dritta in faccia a un nemico, aprendogli gli occhi a metà per poi finirlo con una stoccata. Mi abbasso di scatto per portarmi sotto la guardia di un altro e porto un fendente dal basso verso l'alto. A un terzo avvolgo il collo nella frusta, soffocandolo. Giafa, dietro di me, uccide gli avversari alle mie spalle. Sef continua a fare gli straordinari per coprirci entrambe. Piano piano, i nemici si accorgono di noi e in molti al posto di attaccare il Generale, Leos e gli altri concentrano le forze sul toglierci di mezzo; il loro fronte non è più compatto.
E all'improvviso mi trovo catapultata indietro nel tempo, in mezzo alla fortezza di Ureth, nemici da tutte le parti e io quasi da sola. Come allora, non posso cedere. Ne va della vita di persone a cui tengo.
Bado a tenere la mia schiena contro quella di Giafa, e se ci stacchiamo per qualche attimo torniamo subito in posizione. Se ci separiamo è la fine.
I nemici si susseguono con sempre maggior frequenza; io vedo tutto. I miei occhi si sono adattati alla battaglia e colgono ogni particolare; non credo di essermi mai concentrata tanto su una battaglia, prima d'ora. Nè ci sarei mai riuscita, se la situazione non fosse così disperata.
Eppure, man mano che la battaglia continua, anche se la mia concentrazione non cala il mio corpo non riesce più a starmi dietro. La gamba mi duole, e anche se oggi non ho subito nesuna ferita grave, la moltitudine di tagli piccoli e la stanchezza dei giorni scorsi mi appesantiscono.
La gamba smette per un istante di reggermi; inciampo. Riesco a mantenermi in piedi, ma l'assalto dell'avversario successivo mi sbilancia di nuovo. Lo paro a malapena con la spada, ma il contraccolpo mi sbalza il braccio lontano dal corpo, lasciandomi del tutto scoperta.
Non faccio in tempo a tornare in posizione che l'avversario sta caricando di nuovo il colpo; so che è finita.
Eppure all'improvviso questi si accascia su se stesso, con una freccia conficcata nella schiena. Riprendo posizione e alzo lo sguardo, scrutandomi intorno sorpresa; Non c'è traccia di nessun arciere.
Eppure, al massimo un paio di secondi dopo, una nuova freccia si conficca esattamente nell'occhio del soldato che sta fronteggiando Leos.

Due secondi. Una freccia colpisce al fianco un nemico che stava per recidere un tendine della zampa di un lupo. Due secondi.
Le frecce si susseguono a intervalli di tempo brevissimi, una alla volta. L'arciere è nascosto da qualche parte nel bosco, ed è dalla nostra parte.
Ha una mira impressionante, e sembra che non abbia nemmeno bisogno di prendersi tempo fra un tiro e l'altro per mirare un nemico mobile. Che io sappia, c'è solo una persona capace di una simile precisione con l'arco. E non posso credere che quella persona sia così incosciente. Eppure, mentre io decapito un nemico e un'ennesima freccia colpisce al cuore un uomo che stava cercando di trafiggere Sef, non posso che convincermene.
I nemici diminuiscono in fretta. Questa copertura invisibile ci permette di riorganizzarci, fino a schiacciarli completamente. Una freccia raggiunge la fronte dell'ultimo avversario poco prima che lo colpisca la mia spada.

Mi guardo intorno; il generale sembra quasi illeso. Leos ha un grosso squarcio sul fianco e i affretta verso me e Giafa con aria preoccupata. Iron zoppica un po'.
Sef ha un taglio sul muso, Giafa è quasi illesa salvo una ferita al braccio. ci sono altri quattro cavalieri vivi, e tre lupi. Un cavaliere sta piangendo sul petto del compagno ucciso. Mi si stringe il cuore.
La tensione della battaglia che mi ha tenuto in piedi finora svanisce, e cado in avanti; Leos mi prende al volo.
-Come diavolo ti è saltato in mente di fare qualcosa di così imprudente?- mi domanda, arrabbiato e preoccupato. Rispondo con un sorriso stanco. -Beh, in qualche modo sono rimasta viva-
Il tempo di finire la frase che un sibilo risuona nuovemente, agguerrito e furente. L'adrenalina torna immediatamente a scorrermi in circolo e mi stacco dalla stretta di Leos.
-Dow!-
Mio fratello è ancora in groppa a Jeis e sfida la Lizza; la scena non sembra essere molto diversa da prima, eppure se guardo meglio posso notare che alla lizza manca un occhio e che il pelo di Jeis è macchiato di rosso in più punti; mio fratello ha problemi a muovere la spalla. Eppure, si fronteggiano ancora, fieri.
-Prento, in sella!- ordina il generale ai cavalieri rimasti, dando per primo l'esempio -Aiutiamolo!-
Dow lancia uno sguardo verso di noi, e il sollievo nel vederci arrivare lo distrae un attimo; la Lizza ne approfitta. Un colpo di coda, e Jeis vola via come un fuscello. Impallidisco, lanciando un grido. -No!-
Mio fratello è sbalzato di sella.
Vedo la Lizza sollevare di nuovo la coda per schiacciarlo al suolo, e che Dow non ha tempo di spostarsi. Eppure ha ancora la spada in mano e la tiene puntata verso l'animale. Poi, improvvisamente, Derek è davanti a lui; non ho visto da dove è arrivato, eppure è lì, togliendomi ogni possibile dubbio rimasto sul fatto che. Alexander sia l'arciere che ci ha coperto le spalle, salvandomi di nuovo la vita.
Incredula vedo che il rosso, pur avendo la spada in pugno nella mano sinistra, contro ogni logica non sembra avere nemmeno l'intenzione di sollevarla per difendersi; l'unico gesto che compie è dire qualcosa alla Lizza, parole che si perdono in mezzo al caos. Dow con uno sforzo estremo prova a rialzarsi per coprire con la propria spada anche Derek, ma non servirà.

Sono morti, penso terrorizzata. Invece Derek si apre nel solito ghigno, e il colpo della bestia che di sicuro li avrebbe schiacciati al suolo inspiegabilmente li manca, schiantandosi a pochi centimetri da loro e alzando una enorme quantità di polvere. Quando la visuale torna libera la Lizza si sta allontanando a tutta velocità, senza provare ad attaccare di nuovo.
Derek si è girato verso Dow con aria molto soddisfatta, e lo vedo aiutarlo a mettersi in piedi del tutto, per poi afferrargli il mento con una mano e strizzarglielo un paio di volte, solo per il gusto di stuzzicarlo un po'. Mio fratello per una volta non reagisce; sembra scioccato, così come tutti noi. Un comportamento simile da parte di una Lizza è inspiegabile.
Il rosso si guarda un attimo intorno, godendosi lo scalpore che non so come ha provocato, poi il suo sguardo si posa sul generale.
Un miscuglio di emozioni si fa strada sul suo viso per non più di un secondo. Riconoscimento, stupore. Furia? Poi torna il sarcasmo.
-Beh, è stato un piacere- dice solo. E sparisce nel bosco.
Il generale dal canto suo si è irrigidito, ma è rapido quanto Derek a riprendersi, e subito si accosta a mio fratello, preceduto solo da Jeis.
-Capitano. State bene?-
Mio fratello annuisce -Mi scuso. Avremmo dovuto prestare più attenzione nel proteggervi; l'assalto di quegli uomini ci ha colto di sorpresa- risponde; il soldato perfetto.
Lacero, sanguinante, ma la sua prima preoccupazione va alla salute del suo generale.
Donovan si guarda attorno e i suoi occhi diventano lucidi nel vedere i soldati uccisi. -Poveri giovani; li ho scelti di persona. Conosco personalmente tutte le loro famiglie- dice, abbassando la testa. Poi guarda mio fratello. -Capitano, non odiatemi. Devo chiedere un altro favore a voi e alla vostra squadra, anche se siete feriti a causa della mia persona-
-Comandate- risponde il soldato.

-Io e quello che resta della mia scorta torneremo indietro dal colonnello Otyx; non è sicuro per me rimanere allo scoperto così. Ma voi dovete proseguire: so di avervi rallentato oggi, e credo che finché il lupo nero sarà nei paraggi simili attacchi continueranno.
Continuate la vostra corsa.
-Ma il ragazzo che è scappato... Inseguitelo. Eliminatelo.-
Dow si irrigidisce appena. -Signore...- prova a ribattere -Non so come ne perché lo abbia fatto, ma mi ha appena salvato la vita-
-Mi dispiace. Ma conosco quel ragazzo di vista; non posso sbagliarmi. Quando sono andato a contrattare con il Sommo Generale dei nemici, esso lo accompagnava. È un ufficiale nemico, il figlio del braccio destro Nero. Se si è infiltrato nel nostro territorio, certamente non è solo. Forse era proprio lui a guidare l'attacco.
Bisogna fermarlo prima che contatti i suoi alleati, e so che se vi affido questo compito voi non mi deluderete, capitano. Anche se mi duole costringervi a un nuovo sforzo dopo questa battaglia-
Impallidisco. No; non può chiederci questo. Non a me, non a Dow.
Eppure, davanti al suo sguardo severo, non possiamo nulla; il suo punto di vista come guida dello stato è giusto. Così Dow non può altro che annuire.
-Come desiderate. Lo seguiremo-
Lo sguardo di Donovan torna dolce. -Buona fortuna, capitano. Vi prego, fatemi avere vostre notizie-
Dow si inchina. Il generale monta sul suo partner, così come i membri rimasti della sua scorta; il cavaliere rimasto senza compagno viene accolto direttamente sul lupo di Donovan. Un grande onore, che però non è nelle condizioni di apprezzare.
Poi partono di corsa.

-Dobbiamo raggiungere il fuggitivo- dice Giafa dopo qualche istante di silenzio.
So di essere pallida, ma mi costringo ad annuire. Spero solo che quei maledetti incoscienti siano riusciti a distanziarsi da noi. Jeis si china, per farmi salire. Provo a non toccare le sue ferite mentre gli monto in groppa a fatica. Dow sale dietro di me con altrettanta difficoltà. La sua ferita non dev'essere da poco.
Sef è già partito di corsa, e Iron lo ha seguito anche se con un po' di esitazione. Non possiamo far altro che seguirli, mentre proseguono con sicurezza; la traccia di odore di Derek deve essere forte.
Spero davvero che si sia dileguato, invece dopo pochi minuti lo raggiungiamo. È seduto con la schiena appoggiata un albero con il fiatone, incredibilmente pallido, la spada rinfoderata. Eppure appena ci vede si esprime in un ghigno, e ci fermiamo davanti a lui; Giafa e Leos si scambiano un'occhiata. Sanno di doverlo uccidere, ma sembra particolarmente inoffensivo in queste condizioni.
Nonostante questo, non perde il sarcasmo.
-Oh. Ehilà, quanto tempo. È un piacere rivedervi. Mi sarei allontanato di più, ma secondo il mio medico di fiducia ieri mi sono quasi dissanguato, quindi scusate anche se non mi alzo per accogliervi. Mi dispiace che il vostro acchiapparello sia stato così breve. Vi ho tolto tutto il divertimento, vero?-
Alzo gli occhi al cielo, mentre Giafa soffoca una risatina incredula e abbastanza inopportuna. Capirà mai quando stare zitto?
-Lasciate che vi risparmi la fatica- prosegue il rosso -Il vecchio mi ha visto, ha ordinato di uccidermi, probabilmente addossandomi tutta la colpa, ed essendo voi soldati non potete che obbedire.
Quindi anche se vi dico che non centro nulla e che sono solo un ragazzino ribelle scappato di casa non mi credereste e mi ammazzereste lo stesso. Giusto?-
Leos annuisce appena, molto disorientato dai modi di Derek.

Il rosso sospira. -Lo immaginavo. Però mi dispiace, non posso morire. Quindi, potreste darmi un attimo?- Si alza ed estrae la spada, sempre con la mano sinistra. -Bene. Venite tutti insieme o uno alla volta?-
Impallidisco. Pazzo incosciente.
Leos e Giafa si guardano l'un l'altro, poi guardano Dow, che è rigido contro la mia schiena, in attesa di un suo ordine. Lui però non dice nulla, ne tantomeno io.
Alla fine Leos sospira e smonta di sella. Iron geme, contrariato, e lui tentenna un attimo; poi stringe le labbra e si rivolge a Derek.
-Ti stai comportando con onore, e mi viene difficile credere che sia stato tu ad organizzare quell'agguato. Neanche il mio partner lo crede; non vorrei combattere con te- dice -Se ti arrendi potremmo raggiungere un accordo. Saresti portato in cella e trattato come prigioniero di guerra-
Derek ghigna. -Peccato. Un po' di tempo fa avrei accettato la proposta, ma nelle circostanze attuali non credo sarebbe vantaggioso per me.
Leos annuisce, e mi sembra seriamente dispiaciuto. Estrae la spada. -Vedo che sei debilitato, ma anche io sono ferito- dice gentilmente, mostrando il fianco, dove sta ancora sanguinando -Spero potremo considerarlo uno scontro alla pari, e mi scuso se ti ucciderò-
Il rosso fa si fa più serio -Non colpirò la tua ferita, e prometto che io non ti ucciderò, invece- ribatte -O la principessa potrebbe arrabbiarsi con me-
Lo guardo, incredula per la sua idiozia.
Anche Leos sembra stupito, ma decide di ignorare l'ultima affermazione. Paradossalmente, ha già capito come comportarsi con Derek. Entrambi si mettono in guardia e io faccio scorrere lo sguardo dall'uno all'altro, non sapendo cosa fare.

È mio fratello a fermare tutto. Con una sola parola.
-No-

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