Salii in moto con Christian e Alice. Mi avevano convinta ad andare a una festa "paurosa" dicevano loro.
Non mi ero mai accorta che Christian potesse piacermi! E in quel momento all'improvviso... Mi rendevo sempre più conto che era così. Avevo le mani sul suo corpo che guidava velocemente la moto. Arrivammo a un luogo isolato. C'era uno stereo che pompava forte la musica e tutti ballavano. Sembravano del tutto fatti.
"ma è un rave, ma dove cazzo ci porti?" dissi un po' agitata
"eh, vabbè ci si diverte un po', dai..." sospirai. Non era recuperabile. Mi venne quasi da ridere dentro di me. La serata filò liscia per un po' ma in mezzo ad alcol e droga. Questa volta stranamente, Christian aveva solo bevuto un po'. Spuntarono dei ragazzi che inveirono con battute erotiche su di me. Mi accorsi subito che avevano assunto droga. Avevo paura ma non sapevo che fare. Dove cazzo potevo andare? Arrivò Christian che li tolse da dosso a me e li minacciò, li insultò e li mandò via. Proprio quando giunse anche la polizia. Christian mi prese per mano e mi portò subito sulla moto. Disse qualcosa a un suo grande amico. Mi tenevo forte a lui e arrivammo metri più avanti dove c'era un tendone. Ci andammo dietro e ci nascondemmo... Dopo poco passò la polizia. Il cuore in gola batteva forte a tutti e due e l'automobile se ne andò dritta. Decisi che in quel momento potevo incazzarmi con lui. Lui mi fissò con i suoi occhi neri. Tatuaggi per tutto il corpo, un po' sul petto, fianchi e le braccia
"poteva finire male sei un coglione"
"che cazzo vuoi da me? Ti ho parato il culo"
"sì, peccato che sei amico di criminali"
"ma che cazzo dici?" eravamo in piedi e ci guardavamo
"i tuoi amici sono dei criminali"
"sì?" disse lui con tono ed espressione seria, così vicino a me da farmi sentire i brividi
"sì" riuscii a rispondere "sei uno di loro e quindi lo sei anche tu" lui rise lievemente. Mi fece sorridere.
"vuoi tornare con loro? Se ti faccio così schifo, torna da loro" rimasi zitta e lo fissai
"no, ma non cambia che siete criminali"
"non cambia?" era sempre molto vicino "beh e tu sei una bimbetta"
"vaffanculo, sei un pazzo"
"che trasgressiva, dice pure le parolacce"
"ma fottiti"
"meglio fottere te. Da solo no"
"deficiente" dissi scuotendo la testa. Lui si avvicinò a me ancor di più. Sentii battere il cuore. Meno male che lui era stato lì, perché avevo avuto davvero paura.
"ho avuto davvero paura" sussurrai e lui sorrise. Mi fece capire che lui ci sarebbe sempre stato lì, ma non mi confortò. Si avvicinò ancora col viso a me e io girai la faccia. Lui rise e mi fissò negli occhi quando recuperò la mia attenzione
"che fai scappi? Non hai ancora dato il primo bacio?"
"vaffanculo" me ne stavo andando via. Era davvero troppo. Lui mi fermò, tenendomi il bacino e mi posò attaccata a lui.
"scherzavo, scema" disse il ragazzo e subito dopo immerse gli occhi nei miei e mi ritrovai con le labbra fra le sue. Posai le mani sulla sua schiena e intanto lui muoveva la lingua e le labbra divinamente. Ricambiavo dolcemente il bacio e lo sentivo gemere sulle mie labbra. La lingua si muoveva nella mia bocca sensualmente. Era... Buono. Le sue mani toccavano il mio corpo. Giocava con le mie labbra, risucchiandole... Era successo davvero? Le mie mani erano poggiate su di lui, sulle spalle, o sul suo corpo, mentre giocava con le mie labbra e reggeva la mia schiena scendendo, poi, con le mani per stringere il mio sedere e rispondendo a questo con dei piccoli versi... Gemevamo sommessamente nella bocca dell'altro, tutte queste sensazioni nuove e dirompenti lasciavano di stucco entrambi. Respiravamo a fatica, appena alzammo lo sguardo avevamo il fiatone, mi spostò e mi posò su un muro. Sentivo il suo corpo attaccato... Aderiva al mio e premeva il suo membro addosso alla mia intimità. Gemette, insieme a me, standomi così vicino e respirò accanto alla mia bocca... Posò le labbra sulle mie, per poi passarci il pollice e incenerendo tutto il mio corpo.
"che stiamo facendo?" dissi sussurrando e gemendo
"non lo so, però mi piace..." sussurrò sulla mia bocca. Prese il mio labbro inferiore fra i denti, per poi tornare a baciarci. Lui si imprimeva sulla mia bocca, risucchiava un labbro, mi teneva per evitare che cadessi dato quel piacere nuovo. Era così bello sentire quei mugugni al mio contatto, alle mie strette sui suoi capelli, quel suo gemere durante questi contatti... O quando, spostandosi sul mio collo, sentiva che stavo ansimando... Quando gemevo senza ritegno nella sua bocca... Stava davvero succedendo che proprio noi due, con i nostri trascorsi, ci lasciavamo travolgere da questa passione? Ci staccammo, ancora senza fiato... Eravamo fissi a guardarci. Non ne parlammo più, non fiatammo. Fino a che mi riportò a casa. Fermò la macchina, mi guardò mischiando tutto un ardore indescrivibile.
"senti Christian, riguardo a prima..." dissi schiarendo la voce e lui mi fissò subito temerario negli occhi
"era un gioco e basta, Sara" disse nervoso e mostrando un tale disprezzo che mi lasciò senza parole. Mi ferì davvero nel profondo, sentii lo stomaco contorcersi dalla nausea e stavo per sentire le lacrime uscire dagli occhi per tanto odio. Mi trattenni, con lo stomaco in subbuglio
"io non voglio farti credere nulla di sbagliato" aggiunse dopo questi secondi di totale agonia e stupore da parte mia. Il suo viso era di profilo ma continuava a guardarmi. Ero basita, le sue parole erano entrate sotto la mia pelle. Certo, ero abituata... Era successo più volte, ma un altro "amico" che si comportava così mi deludeva un po'.
Si immerse nel mio viso, io cercavo di tenere lo sguardo su lui mentre sentivo battere il cuore
"non credo assolutamente niente Christian" restò a studiare il mio viso, un po' teso, leggermente chinato. C'erano ombre di delusione e amarezza
"Sara" disse lui facendo una specie di risatina isterica "cazzo..." disse facendo un sospiro "non sono il tuo tipo, okay? E manco tu il mio" disse usando un tono più duro, serrava la mascella mentre non era più fisso su me, ma mi osservava.
"ma che cazzo ne sai chi è il mio tipo? E poi non sei proprio gentile, perché mi hai limonato se ti faccio schifo?" mi guardò con stupore e con un mezzo ghigno
"non... Non ho mai detto che mi fai schifo, Sara" disse e poi strinse le sue labbra. Io lo osservavo e lui si accaldava nel vedermi così attenta
"io... Non voglio una relazione, non l'ho mai avuta e non mi interessa" rimasi zitta, il suo sguardo era pieno di emozioni... Occhi pieni, vivi, immensi
"okay..." dissi schiarendomi la voce
"è solo che è strano perché... Io... Non sono una che... va così a caso..."
"oddio, Sara" disse osservandomi con un sopracciglio alzato, ma guardando la mia bocca con attenzione "Cristo Santo, non è successo nulla di che, è stato solo un bacio" mi guardava, con un'espressione beffarda. Mi aveva ferito ancora. Mi stava annientando... "non era niente di che" ero scossa da sensazioni che in realtà avevo già provato più volte. Era vicino al mio viso, mi guardava e io osservavo le sue labbra che mi avevano baciato. Quegli occhi. Che cosa stava succedendo in me? I suoi occhi erano profondi, lo furono ancora di più quando presi il mio labbro inferiore tra i denti. Lo vidi spalancare un poco la bocca e gli occhi. Mi osservava desideroso delle mie labbra come io lo ero delle sue, a quella critica distanza poi!
"okay..." disse cercando di scostarsi e rompere l'incantesimo
"vado, ci vediamo" dissi imbarazzata
"sì, ehm, a presto" disse osservandomi. Io feci un sorriso imbarazzato mentre la sua mano si poggiò sulla mia... Sentii quel poco dilagare i migliori brividi in me, prima di spostarmi per scendere
"Sara..." mi chiamò e io mi voltai, incontrando ancora le sue pozze scure attente
"scusa... Per..." era imbarazzato, con un sopracciglio alzato
"non è colpa tua" dissi guardandolo e scuotendo la testa. Mi scrutava con un'aria strana
"è stato... Mi è piaciuto" mi disse prima che guardai velocemente il suo corpo e il suo viso, mentre lui muoveva le labbra tra loro e poi si toccò il naso con un dito e, sentendo un forte calore, volli scendere subito. Sorrisi imbarazzata senza guardarlo troppo. E annuii.
Christian... Lo si conoscerà meglio ma ciò che faceva nella sua vita era come minino curioso. Era il tipico gangster. Dalle popolari dove viveva e da sue brutte esperienze di vita imparò a imporsi e a essere cattivo. Quando i suoi amici lo venivano a prendere erano in un'auto di uno di loro. Erano randagi, uno peggio dell'altro. Lo salutavano con modi gergali e lui stava in mezzo a quelli che sentiva come una famiglia. La musica nell'auto quel giorno era forte. Come la velocità del mezzo. Nell'automobile risuonava Hip Hop americano. La gente stava lontano o prendeva accortezze da quel gruppo di ragazzi di strada. Andavano in giro e passavano vicino ai graffiti che avevano fatto fino a tarda notte. Uno di loro chiese un altro cannone. Strano per una macchina già piena di fumo. Christian rise alla richiesta del suo amico e approvò la domanda. Uno di loro scese dalla macchina. Si guardò intorno per vedere se fosse osservato. Coperto in viso. Percorse la strada per un tratto ed entrò cauto nella banca per rapinarla. Puntualmente qualche conto in sospeso faceva fare a botte uno della compagnia. Qualcuno di loro era morto sotto colpi di arma da fuoco. Molti compagni erano morti così. O erano rimasti sotto con la droga. Proprio assumendola, non solo spacciando come la maggior parte di loro. Qualcuno era finito dentro, anche per cose gravi come omicidi. Giravano per un po' e trovavano il vicolo per comprare... Per fare affari loschi di droghe. Era un gruppo di varie nazionalità, ragazzi del sud, rumeni, marocchini, moldavi, ucraini... Molte razze c'erano pure nelle compagnie che aveva avuto Sara... A Bernareggio e nel suo paese.