- IN REVISIONE- Il bacio del...

By AliciaJk19

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Inghilterra, 1582 Per sfuggire a un matrimonio di convenienza con un uomo anziano impostole dal padre, la c... More

•Prologo•
1. Speranze negate
2. Parole materne
3. Non sfidarmi, figlia
4. Cosa nasconde la foresta
5. Respirare ancora
6. Incontri e scontri
7. Primi istinti
8. Ricordi spezzati
9. Danzate con me
10. Sentieri audaci
11. Incubo
12. Allontanarla per sopravvivere
13. Richiesta inaspattata
14. Distanze
15. Guarda, soldato, guarda
16. Pericoli notturni
17. Detestare un padre
Avviso
18. Togliti di mezzo, contessina
19. Tornare alla realtà
20. Lezioni pericolose
21. Kirkthon Castle
22. Conoscere il nemico
23. La rabbia che non ho mostrato mai
24. Corpo contro corpo
25. Il ricordo di una madre
26. Intesa inaspettata
27. Tradire il tuo cuore
28. Cosa nasconde una coincidenza
29. Perdere le staffe
30. La tempesta si avvicina
31. La cosa giusta da fare
•Nuova copertina•
33. A un passo dal baratro
34. Tirare fuori gli artigli
35. La vendetta migliore
36. La mia casa, la mia famiglia
37. Amare fino alla fine dei giorni
38. Una nuova alba
EPILOGO
•Titoli finali•
SEQUEL
AVVISO
•NUOVA STORIA•
ANTEPRIMA #2 LIBRO

32. Cogliere i dettagli negli occhi violetti

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By AliciaJk19

Lilian Elisabeth Ferguson si era innamorata, indissolubilmente e profondamente, di Jack Sanders nel giro di cinquantasei giorni. Li aveva tenuti a mente, ignara che lui avesse fatto la stessa cosa, custodendoli gelosamente all'interno del proprio cuore.
Lily Ferguson aveva trovato quell'amore che suo padre aveva sempre disdegnato, il tipo di amore che aveva negato a sua madre per tutta la vita, un sentimento in grado di inibire qualunque sofferenza esistesse al mondo. Si era innamorata, e non poteva più negarlo.
Mentre Jack si infilava gli stivali, lei lo osservò con amarezza. Il vuoto che si intensificava, inevitabilmente, ogni istante che passava era l'equivalente di una stilettata in pieno petto. Sposare Edward BlackWood sarebbe stata la sua rovina, date le circostanze in cui si trovava, ma era anche l'unica cosa che avrebbe impedito a Richard Ferguson di vendicarsi su lei e Jack. Eppure quel pensiero la addolorava al pari del ricordo degli ultimi attimi di vita di sua madre.

Come se avesse intuito i suoi pensieri, Jack si slacciò il panciotto e lo lasciò ricadere sul materasso.

—Sono stato un soldato, Lily. So combattere meglio di qualunque altro uomo da qui a miglia di distanza, eppure tu affermi di essere terrorizzata all'idea che tuo padre possa vendicarsi su di me. Perché?
Lei lo fissò, sospirando. —Sai bene quello che ha fatto subire a me e mia madre, Jack. Ha fatto uccidere Suzanne e chissà quali altre torture avrà inflitto a tutti coloro che mi sono lasciata alle spalle.
—Posso affrontarlo, Lily.
—È un uomo malvagio!— sbottò lei, disperata. —Jack, so che sei un abile combattente, ma mio padre gioca d'astuzia. Tende trappole, imboscate, e non gli importa di non uscirne pulito. Quando vuole arrivare a uno scopo, diventa...
—Lily.

Il tono di Jack era basso, profondo. La sua voce calda le procurò un brivido lungo la schiena, ma non aveva niente a che vedere con la freddezza.

—Non capisci, Jack?— sussurrò, presa dal panico. La voce le uscì in un rantolo.
—L'unica cosa che capisco è che ti amo e non voglio perderti.

Fece un respiro calmo, ma lei vide chiaramente i segni della stanchezza sul suo viso.

—Ma se questa dovesse essere l'ultima notte che passeremo insieme, — le prese il volto tra le mani, fissandola con occhi penetranti. —Voglio che sia perfetta. E indimenticabile, così che potrai ricordarmi anche quando sarai tra le sue braccia.

Lily si sentì piangere il cuore. Lentamente, e con convinzione, si sporse verso il suo viso e premette di nuovo le labbra sulle sue. Quella sera, lei sapeva di sale, di tutti i sapori e gli odori del mondo, di tutto quello che Jack aveva sempre sognato ma non aveva mai ottenuto. Il fuoco divampò come la prima volta che si erano scambiati un bacio, bruciando e devastando qualunque cosa, all'infuori della passione che provava verso di lei. Lily gli restituiva ognuno dei suoi baci con le dita intrecciate ai suoi riccioli dorati, sussurrando piano il suo nome. Per Jack, la sua voce era musica nelle orecchie. Lily lo accarezzò, tracciando il percorso dei muscoli delle braccia, del collo, del petto, imprimendosi nella memoria il ricordo della sua pelle, della barba ruvida che gli era cresciuta negli ultimi giorni e che lui non aveva rasato. Sarebbe stata l'ultima notte per entrambi, e lei voleva che il ricordo di Jack Sanders la accompagnasse per il resto della sua vita. Negli anni a venire, quando si fosse trovata in compagnia di Edward BlackWood, avrebbe cancellato il suo viso e al suo posto ci sarebbe stato quello di Jack. Un ricordo che avrebbe allietato le sue giornate, che si prospettavano colme di rimpianto e infelicità.

Jack non connetteva più. Sapeva che stavano per lasciarsi, ma allora perché continuava a baciarla senza freno, a toccarla, a godere dell'espressione languida del suo viso?
Incapace di fermarsi, lui le fece scivolare le mani lungo il torace e le sollevò la camiciola sopra la testa. Lily rimase immobile sotto il suo tocco, temendo di interrompere l'incantesimo tra i loro corpi se si fosse allontanata. Quando Jack si chinò su di lei e prese delicatamente tra le labbra un capezzolo, lei sussultò di piacere. Jack giocò con lei, accarezzandole i capezzoli con la lingua. Lily provò di nuovo quella sensazione, quel desiderio crescere a dismisura all'interno del suo giovane corpo. Stava per esplodere, si rese conto, e allora affondò le dita nei capelli di lui, chiedendogli tacitamente di porre fine a quella dolce tortura. Gli chiese di tornare a baciarla, perché era di quello che aveva bisogno più di ogni altra cosa.

—Voglio toccarti, Jack— gli sussurrò piano sulle labbra. Niente aveva mai contato tanto, per Lily Ferguson, quanto rendere felice l'uomo che amava.
Scorse la luce del sorriso di lui nella penombra dei raggi originati dalla candela.

La fece stendere lentamente sulle coltri, mentre lui rimase seduto. Prese la mano di Lily e la guidò verso la sua camicia già in parte sbottonata, invitandola a continuare il lavoro. Con dita tremanti, lei compì il lavoro, sollevandogliela poi sopra la testa. Il torace di Jack era cosparso di un accenno leggero di peluria dorata. Lily desiderò ardentemente far scorrere le mani sul suo petto, sentire la solidità dei muscoli, il ricordo delle antiche cicatrici di guerra. Distesa sul letto, la parte superiore del corpo nuda, Lily indossava ancora le calze di cotone scuro e le giarrettiere. A Jack sembrò che trascorressero ore prima di sfilarsi gli stivali e il resto degli indumenti, poi si sdraiò accanto a lei e la abbracciò.

—Hai paura?— le chiese con voce roca.
—Non ho mai paura quando sono con te.

Jack le sorrise dolcemente, poi le prese una mano e la guidò sul suo torace. E poi giù, fino al ventre piatto.
—Toccami— la incoraggiò piano. La vide esitare, ma poi Lily cedette alla curiosità e, lentamente, sfiorò la sua virilità con dita morbide e inesperte.

Jack trattenne il respiro, tentando di soffocare i gemiti che gli salirono alla gola. Lasciò che continuasse ad accarezzarlo, conscio del fatto che lei non conosceva minimamente la reazione che gli stava suscitando.

—Va bene... così?— gli chiese Lily timidamente.
—Benissimo— sussurrò lui, baciandola sulle labbra per evitare che i gemiti gli uscissero dalla gola. La sua mano scese lentamente e le accarezzò la curva morbida del ventre, poi più giù, tra le gambe. Continuando a baciarla, raggiunse la parte più intima di lei e la sfiorò con sapienza. Lily gli si aggrappò alle spalle con il respiro sempre più affannoso. Con dolce sapienza, Jack si posizionò sopra di lei e la prese dolcemente, con pazienza, dedizione, tenerezza.

—Ti amo, Lily— le disse, sopreso che quelle parole suonassero così sicure e ancora di più del fatto che sapeva di non mentire. —Ti amo davvero.
Lei gli prese il volto tra le mani, mentre si muoveva piano al ritmo delle spinte gentili di Jack.
—Anch'io, Jack, con tutta l'anima.
Lui non seppe cos'altro dire. Forse, pensò mentre si innamorava ancora di più dello sguardo e il sorriso di Lily, non era più tempo delle parole. In quegli ultimi giorni lei era diventata tutta la sua vita.

Con pazienza e tenerezza si dedicò al suo corpo, conducendola a un'estasi antica quanto il mondo. E la rese sua, inequivocabilmente, ancora una volta.

***

La locanda apparve in lontanaza alle ultime luci del giorno. Richard Ferguson bussò contro il tetto della carrozza, ordinando al vetturino di arrestarsi. Il tipo, astuto, pretese di esser pagato in monete, invece che con le banconote che il conte gli offrì una volta che lui ed Edward furono scesi.

— Non necessitate di un altro passaggio, milord?
— No — fu la risposta secca di Richard.
Edward lo affiancò, i segni della stanchezza sul volto affascinante. — Come pensate di arrivare a Kirkthon Castle senza una carrozza?
— A piedi — tagliò corto il conte, oltrepassandolo. —Mia figlia non deve vederci arrivare, signor Blackwood, o potrebbe avere il tempo di fuggire un'altra volta — gli spiegò, mentre si dirigevano verso l'ingresso della locanda. — No, ci intrufoleremo nel castello senza che nessuno si accorga della nostra presenza. Ci sarà di sicuro qualche servo che si lascerà comprare con pochi spiccioli.

Edward scrutò l'insegna della locanda con occhi cinici.
— È una bettola, questo posto.
— Andiamo, signor Blackwood, potete resistere per una notte.
L'altro sogghignò. — Spero che vostra figlia valga davvero tutti questi sacrifici, signor Ferguson.
Richard sollevò lo sguardo, rifilandogli un'occhiata superba. — Entrate, signor BlackWood. Stanotte potrete divertirvi con chi volete, senza che il pensiero di mia figlia vi tormenti la mente.
Edward BlackWood scosse la testa, un sorriso esibizionista gli incurvò le labbra mentre entravano e si dirigevano al bancone.
— Due stanze, e la vostra migliore ragazza.

Il locandiere inarcò un sopracciglio. Poi notò il taglio costoso dei loro abiti e il suo volto si distese. Le labbra esibirono un sorriso cordiale.
— Certamente, signori. Intanto potete sistemarvi nelle vostre stanze.
Gli porse due mazzi di chiavi, e, finendo di pulire il bicchiere che teneva tra le mani, urlò il nome di una donna a gran voce.

— Grace! Muovi quelle tue gambine preziose e vieni qui!

Richard Ferguson acuì lo sguardo, così come Edward Blackwood, quando una seducente donna sui venticinque anni attraversò il corridoio in legno e si inchinò gentilmente davanti a loro. Richard, che era dedito a ricordare ogni dettaglio, dovette ammettere che era una donna di troppa eleganza per esser finita a fare una comune sgualdrina. I capelli biondi e lunghi, raccolti da una parte, erano troppo curati, troppo setosi e lucenti, le mani sottili e dalle dita affusolate, troppo eleganti, così come la linea del collo e gli occhi violetti in cui serpeggiava un alone di superiorità.

— Edward Blackwood e Richard Ferguson. Al tuo servizio, tesoro.
Si accorse che Edward stava diventando agitato, fremente al pensiero di mettere le mani su un bottino tanto delizioso, e schiuse le labbra sui denti in un sorriso conciliatore.
— Ci divertiremo, lo sai? — sussurrò il marchese Blackwood all'orecchio di Grace e, solo allora, Richard Ferguson notò che la ragazza stava sogghignando.
— Vai, Grace — disse il locandiere con un gesto sollecito della mano grassoccia.

Grace annuì, e Richard la osservò compiacersi della reazione che il movimento sinuoso dei suoi fianchi suscitò in Edward Blackwood.
Seguendoli, il conte sorrise ancora. Stavolta, l'espressione che accompagnò quel sorriso fu spietata e nefanda.
Degna di un uomo come Richard Ferguson.

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