Give me love.

Chapter 5

Vedo Manuela venirmi incontro e sento i passi veloci di Diana che mi raggiungono.
Merda, e ora?
Cerco di coprirmi il succhiotto con i capelli, Manuela però non si lascia sfuggire questa mia mossa e avanza il passo verso di me.
'Bea, perché eri nei bagni? Ti sei sentita male? Eri con lei?'
'Calma, calma. Ero in infermeria con Diana e mi stava girando la testa, avevo bisogno di una rinfrescata e lei mi ha accompagnata in bagno, mi ha semplicemente aiutata' mento.
'Bel modo di aiutare' dice indicando il succhiotto.
'Non sono affari tuoi' sento la voce di Diana dietro di me.
Spero che Manuela non si arrabbi di nuovo con lei.
'Come scusa?' urla la mia migliore amica.
Ecco, come non detto.
'Certo che sono affari miei, conosco Bea da tantissimo tempo e mi interessa cosa le succede, credo che interesserebbe anche a te se una stronza facesse un succhiotto alla tua migliore amica dopo averla picchiata!' continua ad urlare.
'Stai attenta a come mi parli' ringhia Diana.
'Basta!'
Entrambe si voltano verso di me.
'Manuela, mi dispiace, non volevo che mi facesse questo succhiotto, ma mi teneva ferma contro la porta e non sapevo come spingerla via, sai che non mi lascio trasportare subito, io non voglio lei, non dopo quello che mi ha fatto' continuo.
Manuela mi abbraccia forte.
'Scusa, lo sai che mi preoccupo per te'
Le do un bacio sulla fronte.
'Lo so, ma so badare a me stessa'
'Si è visto' scherza lei.
Mi volto per parlare anche con Diana, ma lei non c'è più.
Non so perché ma ci rimango un po' male.
All'improvviso suona la campanella.
'Finalmente!' esclama Manu.
Mi prende per un braccio e mi trascina nel giardino della scuola.
Ci sediamo su un muretto e lei si accende una sigaretta.
'Come va con Finn?'
Finn è il suo ragazzo, stanno insieme da quasi un anno.
'Molto bene, di regola oggi dovremmo uscire, ci sarà anche Lauren, esci con noi?' dice facendomi l'occhiolino.
Lauren è la sorellastra di Finn, è anche lei lesbica dichiarata ed è sempre stata una mia grandissima crush.
'Molto volentieri' dico sorridendole.
'Perfetto, alle 18:30 vieni a casa mia che ci prepariamo'
'Ci vediamo'
La saluto con un bacio sulla guancia e mi incammino per andare a prendere l'autobus.
Fortunatamente appena arrivo davanti alla fermata l'autobus non è ancora arrivato.
Prendo il cellulare e vedo un po' le notifiche, una in particolare coglie la mia attenzione, un messaggio da un numero sconosciuto: 'non mi arrendo così facilmente, Jones'
Chi è? Come fa a sapere il mio cognome?
'Chi sei?' scrivo allo/a sconosciuto/a.
'lo scoprirai presto, dolcezza'
Noto che l'autobus è arrivato, quindi mi affretto a salire per trovare un posto a sedere.
Troppo tardi però, sono tutti occupati.
Sbuffo e rimango in piedi.
'Vuoi sederti qui?' sento una voce familiare.
Mi giro verso Diana.
'Puoi sederti sulle mie gambe se vuoi' continua lei.
'No, grazie'a
L'autobus fa una curva e io indietreggio rischiando di cadere.
Sento Diana ridacchiare.
'Cambiato idea, Jones?'
Sospiro e mi siedo sulle sue gambe.
'Come fai a sapere il mio cognome?'
'Ho le mie fonti'
Mette le mani sui miei fianchi e fa aderire il suo petto alla mia schiena.
'Non toccarmi' dico freddamente.
'Perché non dovrei? Faccio quello che voglio'
Sbuffo e lei avvolge le braccia attorno a me e mi bacia il collo lentamente da dietro.
'Lasciami, ti prego'
'No, dolcezza, mi piace giocare con te'
Mi alzo e le do le spalle.
'Bel culo' dice lei.
Noto che l'autobus si è fermato.
'Scendi qua?' mi chiede.
'Si, tu?'
'Si'
Scendiamo dall'autobus e camminiamo una di fianco all'altra.
Sento il suo sguardo su di me.
'Che c'è?' le dico.
'Niente, sei bella'
Alzo gli occhi al cielo.
'Comunque voglio farmi perdonare'
'Vedremo'
'Sono arrivata, questa è la mia dimora' dice indicando una casa con pareti azzurre e con un bel giardino.
'Vuoi entrare? Vivo da sola, non c'è nessuno' mi chiede.
'Devo tornare a casa, i miei mi aspettano'
'Puoi dire che sei da un'amica'
'E va bene'
Mando un messaggio ai miei avvisandoli che non tornerò a casa per pranzo e che sono a casa di un'amica.
'Entro le 18:00 devo essere a casa'
Annuisce, mi prende per un braccio e mi trascina verso casa sua.