Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa. -Emily Brontë
BEKKA'S POV:
"Si ammi, sono rimasta a dormire da Melisa che si sentiva poco bene" dico al telefono mentre mi faccio le sopracciglia.
"Mi potevi avvertire! Ieri notte mi sono preoccupata parecchio" mi rimprovera lei adirata.
"Avevo il cellulare scarico, scusami non ricapiterà più"
"Ovvio che non ricapiterà più, questo è più che sicuro" mi minaccia lei mentre tolgo gli ultimi peletti con la bocca spalancata.
"Ok ammi' mi limito a dire.
Se la contraddicessi, mi prenderebbe a sberle virtualmente.
"Non capisco cosa ti passi per la testa in questi giorni, vedi di rimettere i piedi per terra"
"Ammi, ti ho già chiesto scusa e ti ho pure detto che non ricapiterà più. Piuttosto quando ritorni da Alia?"
"Ho un servizio sulle nuove candidature della presidenza dell'assemblea consiliare. Domani eleggeranno il presidente e la vice quindi tra due giorni o tre dovrei far ritorno"
"Pensavo ci stessi una settimana"
"Dovrei rimanere per una settimana, ma ho chiesto di poter rincasare prima. Devo tenere sotto controllo mia figlia di cui ho il presentimento che si sia messa nei guai"
"Ma quali guai? Sono un angelo" dico finendo di farmi le sopracciglia.
"Sì, un angelo solo quando dormi" sbuffa mia madre.
"Che simpatica. Rattacco che...devo farmi la doccia" mi applico un po' di crema idratante nella parte senza peli.
"Che fai stasera?" chiede indagando.
"Forse guarderò qualcosa in tv, mangerò qualcosa di surgelato e andrò a dormire presto perché domani ho lezione" me la cavo egregiamente.
"Va bene, stai attenta Bekka"
"Lo sarò. Buona notte ammi"
"Buona notte tesoro mio" riattacca finalmente e io afferro la trousse per cominciare a truccarmi con del reggaeton di sottofondo.
Dopo il trucco passo della piastra sui capelli un po' crespi e lancio un'occhiata all'orologio.
Quel mascalzone non mi ha dato nessun orario, mi ha solo detto di mettere il vestito di pizzo che però non indosserò.
Che sorpresa ci sarebbe altrimenti?
Spalanco le ante dell'armadio e mi mordo l'interno guancia osservando tutti i miei vestiti.
Non ho nulla di sexy!
Sbuffo e afferrando una camicetta rosa e una gonna svolazzante nera corta, indosso il tutto per provare.
Inserisco la camicetta sotto la gonna e slacciando i primi due bottoncini della camicetta ,mi metto le mie décolleté con plateau scure.
Mi guardo allo specchio e devo dire che non sono niente male.
La gonna con i tacchi arriva a metà coscia e lascia il resto delle gambe completamente nude. Per non parlare della camicetta che rende le mia terza coppa c, una quarta coppa c..
Scendo dai tacchi e corro per prendere delle calze trasparenti con dei pallini neri sparsi prese mesi fa al mercatino.
Sembrano calze di Calzedonia anche se la qualità non è come quella loro, ma l'effetto che fa è uguale alle loro vetrine.
Mi rimetto i tacchi e ora sembro più pudica. Mi giro per dare un'occhiata la loro b e faccio un sorriso malvagio, mi hanno sempre detto che ho un sedere enorme, ma a volte questo sedere enorme porta vantaggi.
Passo a indossare gli accessori e quando raggiungo il comodino, solo adesso noto un bigliettino.
"Ore 21 al doposcuola, l'aspetto per il nostro primo appuntamento. Tuo, ladro"
Sorrido come una stupida e riposando il bigliettino nel cassetto, indosso il mio anello preferito regalato dalle ragazze al mio compleanno e un bracciale dorato.
Alzo lo sguardo all'orologio che segna le 20:50 e mi affretto a mettermi del profumo e farmi qualche fotina. Oggi mi sono superata col trucco.
Mi faccio una ventina di autoscatti e mentre scelgo quale scartare o meno, mi accorgo che si sono fatte le 21:06. Dannazione, come passa il tempo.
Esco dalla galleria e buttando il cellulare sul letto, mi riguardo allo specchio.
Santo cielo, se ero agitata per andare da David, stasera mi sento letteralmente morire.
Vorrei che Farid mi confortasse come ha fatto le volte precedenti.
"Ok Bekka, stai benissimo e andrà tutto bene" mi rimprovero allo specchio perdendo altro tempo.
Non riesco a non pensare a tutte le modelle e attrici con cui Farid è stato, mi sento proprio un pesce fuor d'acqua.
Osservo l'orologio che segna le 21: 08 e finalmente mi decido a scendere.
È solo Farid.
È il solito Farid di cui non ho nessun timore a mostrarmi senza trucco e in pigiama.
Diamine, allora perché stai tremando!
Esco di casa e salendo le scale, suono al doposcuola senza perdere altro tempo. E' così strano suonare al doposcuola, di solito sono io che apro.
Sento dei passi e presto la porta aprirsi rivelando un Farid più bello che mai. Ha una camicia bianca sbottonata dei primi bottoni sotto dei pantaloni blu scuro e delle scarpe lucide nere.
"Credevo che mi avessi dato buca" dice portandosi una mano sui capelli facendo ricadere alcune ciocche sulla fronte.
Oh signore, è così bello che per poco non sbavo.
"Devo ammettere che ci ho fatto un pensierino" lo provoco mentre lui mi afferra la mano e mi attira a sè dandomi un pizzico sul fianco.
"Ehi!" rido cercando di sfuggire dalla sua presa, quando mi paralizzo a vedere il doposcuola illuminato dalle luci gialle, celesti e rosse che di solito accendo le feste dei bimbi, un tavolo al centro con una tovaglia rossa, dei piatti coperti, dei bicchieri di cristallo, le posate, lo champagne dentro un vaso d'acciaio pieno di ghiaccio e al centro un candelabro dorato.
Attorno al tavolo sono sparpagliati un sacco di petali rossi e noto altre rose rosse sui banchi come decorazione.
È tutto così romantico che mi porto l'unghia dell'indice in bocca e sorrido come una bambina.
"Ti piace?" chiede Farid al mio orecchio avvolgendomi la vita da dietro.
Annuisco con la testa ancora incantata, mentre lui mi bacia una guancia sporgendosi e mormora "Non è il massimo. Ho cercato di fare tutto all'ultimo anche perché quel coglione del fioraio ha ritardato"
Alzo la mano all'indietro per accarezzarlo in viso "È bellissimo."
Mi giro fra le sue braccia e buttandogli le braccia dietro il collo, mormoro sul suo viso commossa "È tutto perfetto"
Lui sorride come un bimbo felice e mordendosi il labbro, mi lascia un bacio sulla fronte e un altro sul mento. Si sta trattenendo un sacco per non baciarmi le labbra.
Sorrido per la sua premura, mentre mi afferra la mano e mi porta al nostro tavolo per poi indietreggiare la mia sedia e far segno di sedermi.
"Wow, che galantuomo" dico impressionata accomodandomi.
"L'ho visto fare nei film" scoppio a ridere mentre si accomoda anche lui.
"È sempre qualcosa, hai cucinato tu?" mi porto le mani sotto il mento curiosa.
"Io? Ma anche no. Io ho solo fatto gli antipasti poi per il primo e il dessert ho ordinato da un ristorante" dice Farid scoprendo un piatto con un wrüstel e del ketchup messo a forma di faccina sorridente accanto.
Mi trattengo le risate e prendendo una forchetta e un coltello taglio a fette il wrüstel seria.
Scommetto che sia fiero del suo piatto.
"Mangi wrüstel a chilate quindi sono andato sul sicuro" mi spiega facendomi mordere il labbro per non ridere.
"Hai fatto benissimo. Li hai anche fritti molto bene, i miei complimenti" lo elogio prendendo un primo boccone.
"L'olio schizzava ovunque. Ho temuto per la mia incolumità "dice lui finendo in due bocconi il wrüstel.
"Come primo abbiamo un altro tipo di wrustel?" lo provoco, ma solo adesso mi rendo conto che mi è uscita come una battuta sporca "Oh io non intendevo.. "
Farid si allunga sul tavolo e afferrandomi il mento mormora sorridendo "Ti è uscita brutta lo stesso e sai benissimo che mi sto trattenendo, quindi stai attenta a quel che dici peste"
Si avvicina pericolosamente alle mie labbra e sussurra con un filo di voce "Per favore"
"Ai suoi ordini capo" gli allungo il mio piatto vuoto.
Lui lo prende e recuperando anche il suo piatto, si allontana per prendere il primo.
Nel mentre ridacchio accavallando le gambe, quanto mi diverte provocarlo in realtà.
"Ecco il primo!" tuona Farid rientrando nel doposcuola con due piatti sulle mani.
"Nome del piatto?" chiedo fingendo di essere a Masterchef.
Farid mi posa sotto gli occhi il piatto e scoprendolo dice "Spaghetti con sugo e polpette"
"Che profumino" dico sincera mangiando con gli occhi il piatto.
Afferro la forchetta per darci dentro, ma Farid mi ferma uscendo lo champagne.
"Aspetta! Ci siamo dimenticati di brindare"
"Ah giusto..."ricaccio l'acquolina in bocca e prendo il calice che mi riempie subito.
"A cosa brindiamo?" chiede lui una volta che si è accomodato.
"Che ne dici al foglio delle regole che abbia infranto tutte?" propongo facendolo imprecare "A quel foglietto del cazzo che avevo sempre sopra la testa e sapevo fin dall'inizio che non avrei rispettato neanche una regola"
Rido scuotendo la testa e beviamo lo champagne divorandoci con gli occhi.
"Posso?" chiedo il suo permesso prima di mangiare.
"Dacci dentro" mi ordina facendomi sorridere.
E' proprio questo il bello di noi, non siamo mai a disagio quando stiamo insieme...a parte i primi baci, ma tra noi è sempre stato tutto molto naturale.
"Stasera tua madre non ci sarà?" chiede Farid attaccando una polpetta, lo stesso faccio gemendo di piacere.
Queste polpette sono pazzesche, non avrei scommesso neanche una lira.
"Non ci sarà per tre giorni, ha un sevizio ad Alia" prendo una prima forchetta di pasta.
"Capisco, e domani vai in università?"
Annuisco finendo di masticare "Tornerò per ora di pranzo"
"Ci devi andare per forza?"
"Sono gli ultimi giorni prima della fine del semestre" spiego sperando che possa capirmi, anche se da una parte dispiace anche a me lasciarlo solo a casa, ma non posso saltare lezioni per questo.
"Tranquilla, gli spaghetti ti piacciono?" cambia argomento indicando il mio piatto.
"Strepitosi" bevo un goccio di champagne o mi affogo.
"Sono contento "dice lui sorridendomi.
"Comunque Fiodor mi ha chiamata e mi ha chiesto di ringraziarti mille volte. Dice che gli hai fatto un favore rompendogli la macchina" ridacchio riprendendo a mangiare la pasta.
"Ci credo...ho detto a Jamal di mandargli una Porsche nuova di zecca"
"Sai, mi ha chiesto che cavolo facevi per permetterti di regalare una macchina del genere"
"E tu che gli hai detto?"
"Che vieni da una famiglia di nobili"
"Certo che ne hai di fantasia"
Non vorrei rovinare l'atmosfera magica, ma la mia curiosità mi porta a chiedere "Posso farti una domanda?"
"Spara" annuisce con la testa bevendo dal calice.
"Hai detto che i tuoi sono entrambi morti, mi chiedevo se avessi altri parenti in vita o sei proprio solo"
"Ho un fratello maggiore, ma non scorre buon sangue tra noi" confessa cogliendomi di sorpresa.
"Non vi parlate più?"
"Diciamo che sono stato costretto ad allontanarmi e lui non ha mai mosso un dito per cercarmi. Ora che sono diventato famoso, magicamente è riapparso"
"Che vuol dire che sei stato costretto ad allontanarti da lui?" chiedo non capendo.
"Mi hanno rapito da piccolo" rivela lui facendomi spalancare gli occhi.
"Cosa?" replico sperando di aver capito male.
"Mi hanno rapito insieme a Jamal. Un uomo ci aveva fatto credere di avere dei talenti unici e di poterli sfruttare al meglio rendendoci famosi e ricchi. Ci siamo lasciati abbindolare" racconta con una smorfia.
"Santo cielo, poi cos'è successo?" chiedo col magone.
"Aspettavo." si limita a dire riposando la forchetta.
Gli ho fatto passare la fame, mi sto odiando in questo momento.
"Scusami, non...doveva andare così il nostro appuntamento. Me ne parlerai quando vorrai farlo" cerco di rimediare.
Lui scuote la testa e dice deciso "No, va bene...è giusto che tu sappia qualcosa di me. Ti sto già nascondendo troppe cose"
"Non sei costretto a farlo, sai? Capisco che si tratti di una cosa molto intima"
"Voglio farlo per te" dice con coraggio facendomi commuovere, infatti mi alzo dal mio posto e raggiungendolo mi siedo sulle sue ginocchia lasciandogli un bacio sulla guancia.
"Sono qui per te allora" dico stringendogli la mano.
"Però promettimi che non sarai triste per me"
"Impossibile, chiedi proprio alla persona sbagliata"
Farid scuote la testa sorridendo e appoggiando la schiena alla sedia inizia a raccontare "Sarò breve, non voglio dilungarmi più di tanto. Dopo la morte di nostra madre, mio fratello e io arrivammo a Palermo nei barconi, ma io stavo in condizioni di salute critiche e appena mettemmo piede qui, mi trasportarono in ospedale. Ci è mancato davvero poco, qualche ora in più e ci avrei rimesso, ma per fortuna le cose andavano nel verso giusto e grazie a dei contatti dei medici, mio fratello è riuscito a fare i nostri documenti incominciando a lavorare fin da subito. Grazie al suo lavoro, riuscimmo a tirare avanti in qualche modo e a prendere una casa in un quartiere di alto tasso di criminalità, però non ci importava. Ci serviva un tetto.
Mio fratello si è fatto in quattro per mantenerci e condurre i suoi studi di legge, ringraziavo sempre il cielo per avere un fratello tanto speciale al mio fianco. Un pomeriggio mentre mio lui studiava, scesi a giocare a pallone, come al solito, in piazza con i miei amici del quartiere e si accostò a me e Jamal questo suv enorme con un uomo inquietante dentro che scese e ci squadrò con attenzione.
Non mi dava una buona impressione, ma è riuscito a ingannarci e a portarci con lui con la promessa che un giorno avremmo arricchito le nostre famiglie. Volevo un futuro migliore per me e mio fratello, ero disposto a qualsiasi cosa. Ci ha portati in un posto letteralmente sperduto nel nulla e capì subito di essermi messo nei guai.
Ho pregato loro di lasciarmi andare, ma avevano già visto il mio talento col pallone e non volevano lasciarselo scappare.
Pregavo ogni notte mio fratello affinché venisse a salvarmi, ma ad un certo punto l'uomo che mi ha rapito, mi ha detto che era passato nei dintorni di casa mia e mio fratello non si era neanche rivolto alle autorità per cercarmi.
Si era completamente dimenticato di me e sembrava che non gliene importasse nulla di ritrovarmi.
Ho digerito il rospo e sono cresciuto solo."
"E se ti avessero mentito?" chiedo, mentre anche lui gioca con i miei capelli e guarda attento le dita attorcigliate attorno alle mie ciocche.
"Mi hanno fatto vedere un video...non posso scordarmelo, c'era mio fratello che era a mare con i suoi amici che giocavano a pallanuoto. Si era scordato di me, mi si spezzò letteralmente il cuore"
"Dopo quanto tempo ti ha fatto vedere il video?"
"Dopo due anni"
"Be', anche lui avrà avuto la sua vita. Il fatto che ridesse coi suoi amici, non dimostra che non ci tenesse a te"
"Lo stai difendendo Bekka?" chiede lui brusco guardandomi storto.
Merda, mi sono espressa male.
"No, è che secondo me dovresti parlarci. Non sai cosa sia realmente successo"
"Non voglio più saperne nulla di lui" quasi ringhia.
"Perché no?"
"Perchè no!" sbotta lui alzandosi nervoso e facendo alzare anche me.
Si dirige verso il salottino lasciandomi sola, mentre io sospiro e bevo un po' di champagne.
Ecco perché non si fida mai di nessuno.
Riposo il calice e faccio per entrare nel salottino per capire cosa gli sia successo, ma lo vedo che mi raggiunge in due falcate e mi abbraccia forte.
Rimango sorpresa da questo assalto e lo sento dire disperato "Scusami, scusami tanto...è che mio fratello è un argomento delicato e...scusami ancora. Non avrei dovuto reagire così, tu non c'entri nulla e io sono uno stronzo. Sto rovinando tutto e..."
Non lo lascio parlare e prendendogli il viso, gli lascio un bacio casto, dolce, nostro.
Mi stacco imbarazzata e mormoro guardandolo negli occhi "Non devi scusarti di nulla, anzi scusami tu se ho voluto ficcanasare su questioni che non mi competono"
"No no, ehi..." mi accarezza le guance con i pollici e mormora "Ti dirò tutto e ne parleremo meglio ma...ho bisogno di un po' di tempo, ok?"
Annuisco con la testa mentre lui mi bacia la fronte e mormora "Il mio tulipano.."
Sorrido per la sua premura e chiedo piano "Ritorniamo a tavola?"
"Ti va di ballare un po'?" chiede invece lui allungandosi a recuperare la mia cassa bluetooth.
"Hai pensato proprio a tutto" mormoro intenerita.
Lui seleziona una canzone e circondandomi la vita con le braccia dice "Ho trovato questa canzone che mi ha fatto pensare a te"
Passo le braccia attorno al suo collo e posando il mento sulla sua spalla chiudo gli occhi per godermi questo momento al massimo.
Anche lui mi abbraccia e posandomi dei baci sulla testa, incominciamo a dondolarci sul posto al ritmo della canzone di Nek "La vita è "
"La vita è avere te
pensarti e saperti mia
temevo di sbagliare io
e invece sei il mondo mio
e capisco perché se ti vedo esisto
non c'è gusto senza te
la vita è sapere che
dovunque sei
dovunque vai
se hai dei perché
o sei nei guai
mi chiedi aiuto se non ce la fai
e capisco di amarti non me l'hai chiesto
ma il mio posto è con te
è chiaro adesso
ora riesco ad essere me stesso
nella vita tu sei il mio successo
io che con l'amore non ci avevo preso mai
davvero mai...
la vita è avere te
vederti assorta e scordarmi di me
guardarti sai mi calma già
quando alla fine qualche cosa non va
e capisco perché se ti vedo esisto
non c'è gusto senza di te
è chiaro adesso
ora riesco ad essere me stesso
nella vita tu sei il mio successo
io che con l'amore non ci avevo preso mai
è chiaro adesso
quando litighiamo e sto nel giusto
quando dico vado e invece resto
è perché son certo che con te la vita è
hei dal tuo sguardo non allontanarmi mai
perché voglio stare lì , voglio essere dentro te
e capisco che mi dà di più un tuo gesto
ma non solo per questo io sono qui
è chiaro adesso
ora riesco ad essere me stesso
nella vita tu sei il mio successo
io che con l'amore non ci avevo preso mai
è chiaro adesso
quando litighiamo e sto nel giusto
quando dico vado e invece resto
e perché son certo che con te la vita è
la vita è."
"Tulipano?" chiede lui al mio orecchio.
"Mmm" mugolo accarezzandogli i capelli.
"Ti sta piacendo l'appuntamento?"
Mi scosto per vederlo in faccia e annuisco con la testa per poi lasciargli un bacio "Hai superato ogni mia aspettativa"
"Sì? Sono il migliore" gongola lui sulle mie labbra facendomi scoppiare a ridere.
"Come farò quando te ne andrai e mi lascerai sola?" chiedo mordicchiandomi il labbro.
"Impossibile, non rinuncerò mai a te, a noi." dice serio sfiorando i nostri nasi.
Vorrei tanto credergli.
"Posso confessarti una cosa?" sussurro pianissimo.
"Cosa c'è?" corruga la fronte Farid stranito.
"Mi fanno malissimo i piedi con questi tacchi, possiamo smettere di ballare?" domando con una smorfia.
Lui in tutta risposta mi prende tra le sue braccia e io agitando i piedini per far cadere i tacchi, mi aggrappo alle sue spalle felice.
"Meglio?" chiede iniziando a dondolare a ritmo di musica con me in braccio.
"Grazie mio eroe" ci scherzo su prendendogli il mento e lasciandogli un bacio dolcissimo e pieno di gratitudine per questo appuntamento stupendo.