Psychopath|| Surrealpower

By Amess_

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Francesca, una comune adolescente con una passione, i luoghi abbandonati. Un giorno visitandone uno con i suo... More

Prologo.
Capitolo uno.
Capitolo due.
Capitolo quattro.
Capitolo cinque.
Capitolo sei.
Capitolo sette.
Capitolo otto.
Capitolo nove.
Capitolo dieci.
Capitolo undici.
Capitolo dodici.
Capitolo tredici.
Capitolo quattordici.
Capitolo quindici.

Capitolo tre.

821 107 23
By Amess_


Durante il tragitto continuavo a chiedermi se stessi effettivamente facendo la cosa giusta, portare un completo sconosciuto a vivere con me?
Qualsiasi essere umano dotato di buon senso mi avrebbe dato della pazza.

Forse un po' pazza lo ero, come lui d'altronde.

Non sapevo se fosse davvero pazzo, a volte non lo sembrava, anzi mi ricordava più che altro un bambino troppo cresciuto, ma cresciuto da solo e senza nessun tipo di protezione materna.

Mi passai una mano fra i capelli sospirando nervosamente e picchiettando con le dita dell'altra mano sul volante.
Come l'avrei spiegato a Stefano? Sarebbe stato difficile farglielo accettare, forse avrei dovuto parlargliene prima.

Decisi quindi di fare una deviazione dirigendomi verso la scuola, tra un quarto d'ora le lezioni sarebbero finite, sarei passata a prendere Stefano e gli avrei spiegato tutta la situazione.

Dovevo trovare un discorso convincente.

Continuai a pensarci mentre lo aspettavo, ovviamente gli avevo mandato un messaggio per avvisarlo, appena lo vidi arrivare scesi, lasciando a lui la guida della sua adorata auto, e mi sedetti al lato passeggero.

"Come mai non sei più tornata a scuola?" domandò curioso, era arrivato il momento.

"Oh, beh ci ho messo più del previsto ad arrivare e poi una volta giunta la è successa una cosa incredibile" risposi attirando la sua attenzione.

"Ossia?" si girò a guardarmi mentre aspettavamo che il semaforo diventasse verde.

"Adesso ti dico, che ne dici se ci fermiamo al Mc Donald's? Offro io" proposi, la verità era che volevo prendere qualcosa da portare a Salvatore, era scheletrico.

"Va bene, ti muovi a raccontare? Lo sai che sono curioso, daiiii" mi incitava a parlare, ma io ancora non avevo formulato nessun discorso, forse avrei dovuto dirglielo e basta.

"Allora, quando sono entrata non trovavo la macchina fotografica, così ho dato un calcio ad un mobile, facendo un sacco di rumore! In quel momento è arrivato qualcuno, cioè li dentro c'era qualcun altro oltre a me" Stefano non sembrò per nulla sorpreso.

"Un altro curioso come noi?"

"Nono, un ragazzo, e mi ha detto che quel posto è casa sua, che vive li da solo da anni e...ecco, possiamo portarcelo a casa?" via il dente via il dolore no?

Il mio amico non rispose.

"Heeeey?" lo richiamai.

"Tu sei completamente pazza, non è un cagnolino sperduto, non ti puoi portare a casa le persone" mi rimproverò, sapevo che non avrebbe capito.

"Ma lui ne ha bisogno" sussurrai, forse più a me stessa che a lui.

Fermò l'auto, segno che eravamo arrivati.

"Dopo andiamo la e te lo faccio vedere" affermai convinta, lui roteò gli occhi, ma non disse che non sarebbe venuto il che era positivo.

Ordinammo, ed io presi più roba del solito.

"Non dirmi che vuoi portagli del cibo" mi fulminò con lo sguardo, cosa c'era di male?

"Perché no? Vive di frutta e verdura poverino..." sbuffò lasciandomi fare.

Dopotutto l'atteggiamento di Stefano non era così sbagliato, ma c'era qualcosa in Salvatore, qualcosa che mi spingeva a continuare.
Magari non ce l'avrei fatta, magari mi avrebbe minacciata spaventandomi e non facendomi più tornare in quel luogo, ma ci dovevo provare.

Non mi sarei arresa facilmente.

"Dobbiamo proprio andare?" mi chiese Stefano una volta finito il pranzo, annuii e, senza opporsi, iniziò a guidare nella direzione del manicomio.

Nessuno disse niente, l'aria fra di noi era tesa, probabilmente per via delle nostre opinioni diverse, succedeva spesso visto che i nostri caratteri erano l'uno opposto all'altro, ma sapevo che dopo poco avremmo sistemato tutto, come facevamo sempre.

"Il compito com'è andato?" chiesi rompendo il silenzio.

"Abbastanza bene, ha detto che te lo farà recuperare con un'interrogazione appena ti vede" oh, fantastico, meno male che il professore si sarebbe assentato per qualche giorno.

"Così impari a saltare le verifiche per salvare i pazzi che vivono nei manicomi"

"Non parlare così di lui, non lo conosci nemmeno"
Sentirlo dire certe cose mi dava fastidio, non bisogna giudicare senza conoscere, Stefano sapeva bene quanto odiassi certi atteggiamenti.

"Ah perché tu si?"

Okay, effettivamente nemmeno io lo conoscevo.
Rimasi zitta, che era sicuramente meglio.

Non appena arrivammo mi affrettai a scendere e corsi sul retro.
Stefano, con molta più calma mi seguii.

Entrai cercando di non fare troppo rumore, mi guardai attorno cercando di scorgere il ragazzo che cercavo.

"Salvatore..?" provai a chiamarlo, niente.

"Dai, sono tornata come mi avevi detto, ti ho anche portato una cosa, dove sei?" continuai a camminare seguita dal mio accompagnatore.

Provai a vedere in quella che pensavo fosse la sua stanza preferita, quella con gli oggetti tutti allineati, non era nemmeno li.

"Non è che te lo sei immaginata?" Stefano diede suono alla sua voce.

"Non l'ho immaginato! Lui era qui, solo che non so dove sia adesso.."
Abbassai lo sguardo appoggiando il sacchetto contenente il cibo su un tavolo, ero sicura che l'avrebbe mangiato.

"Non è che può nascondersi in tanti posti, è tutto crollato"

"Lo so Stefano, lo so" risposi nervosamente.

"Andiamocene, dai" lui iniziò a camminare verso la macchina, io rimasi indietro continuando a cercarlo.

"Salvatore, per favore, so che sei qui, è colpa di Anna? Lei non vuole?" provai ad attirare la sua attenzione, ma non ricevo risposta.

"Anna, per favore puoi dire a Salvatore di venire qui? Voglio solo chiedergli una cosa..." stavo parlando con una che non esisteva, fantastico.

"Francesca ti muovi?!" Stefano urlava dal giardino, evidentemente aveva perso la pazienza quindi mi arresi.

"Domani torno, e questa volta voglio vederti, non me ne andrò finchè non ti avrò trovato.
A domani" dissi, poi uscii dall'edificio.

Stefano mi guardava malissimo, mi sentivo tanto piccola sotto il suo sguardo, ma io volevo solo fare una cosa buona.
Io ero sicura che lui fosse li, ne ero certa.
Solo non capivo perché si era nascosto, perché non voleva uscire e mi preoccupava.

Temevo che gli fosse successo qualcosa, temevo il peggio.

***
Secondo voi che fine ha fatto Salvatore?

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