Lucy non sapeva cos'aveva provato esattamente quando aveva sentito quelle parole abbandonare le labbra del rosato. Dispiacere? Rammarico? Compassione? Non sapeva definirlo con precisione.
Aveva spalancato gli occhi e facendosi coraggio aveva portato lo sguardo su Natsu, scoprendolo intento a stringere i pugni fino a conficcarsi le unghie nelle carni e far sbiancare le nocche. La bionda pensò che quella ferita fosse ancora aperta e che lui ne soffrisse ancora.
Non sapeva se fargli domande, fargli capire che provava dispiacere o altro. Ma del resto che senso aveva dirgli un semplice "mi dispiace"? Non avrebbe potuto ricucire una ferita così profonda; non avrebbe avuto l'effetto di farlo tornare a sorridere, tanto meno riparare le cose. Avrebbe solo fatto intendere che non sapeva che dire e aveva sputato fuori le prime parole che le erano ronzate in testa.
Preferì star in silenzio, aspettando quasi con impazienza che Natsu iniziasse un racconto o le parlasse di Lisanna, qualcosa che le avrebbe fatto capire che voleva continuare, che voleva fidarsi di lei per quell'unica volta.
<< Lisanna aveva un anno in meno di te >> disse lui all'improvviso, facendola quasi sussultare.
Lucy si ritrovò a sgranare gli occhi castani. Indipendentemente da quando fosse deceduta, quella ragazza era troppo giovane.
<< A lei non piacevano le armi >> continuò poco dopo, accennando un lieve sorriso. << Si era unita a questa gang solo per starmi vicino. Ci conoscevamo dalla più tenera età e sapeva bene della mia tendenza a cacciarmi nei guai. Voleva solo starmi accanto per proteggermi... >> strinse i pugni più forte, incurante del dolore lancinante al palmo. <<... e l'ha fatto fino alla fine >> terminò, lasciando andare improvvisamente quella stretta che gli stava recando male fisico; quello sentimentale era già attivo da un pezzo.
Lucy non seppe mantenersi a freno. Le venne istintivo sollevarsi appena e poggiare una mano su quella in parte martoriata del ragazzo. Lui sussultò dalla sorpresa, ma si rilassò l'attimo dopo, lasciando che la bionda gli stringesse l'arto nel suo, facendosi cogliere da quel calore amichevole che non sentiva da parecchio tempo.
<< Ti va di raccontarmi cosa successe quel giorno? >> domandò con cautela, rilassandosi quando Natsu acconsentì quasi subito, lasciandola sorpresa.
<< Avevamo reclutato un nuovo membro nella gang. All'ora non c'era Laxus con noi ed eravamo dispari. Lisanna era così entusiasta di far nuove conoscenze. Adorava poter uscire per svolgere qualche incarico, o un nuovo reclutamento. >> Si fermò qualche istante, sospirando e lasciando che i polmoni riprendessero un po' di fiato.
<< Lei aveva un particolare importante però: sapeva riconoscere la verità dalla menzogna con una facilità tale che impressionava chiunque. Aveva fatto sì che scoprissimo vari poliziotti infiltrati, mentre durante le vendite, capiva alla svelta se il cliente voleva fregarci o tenderci una trappola. >>
<< Sembra una ragazza fantastica >> si lasciò sfuggire lei, tappandosi la bocca l'attimo dopo. Non voleva interromperlo, ma il sorriso leggero e rassicurante che le fece il rosato riuscì a tranquillizzarla.
<< Lo era davvero >> ammise lui. << Il tipo si chiamava Jackal. Ci fidavamo di lui, era stato così maledettamente convincente >> sibilò a denti stretti, stringendo nuovamente i pugni e conficcandosi le unghie nelle carni.
<< Jackal era un poliziotto sotto copertura. Si era infiltrato tra di noi e si era guadagnato la nostra fiducia. Eppure Lisanna aveva dei sospetti su di lui, non la convinceva e me lo ripeteva sempre. >> Sospirò nuovamente. Lucy pensò che stesse facendo il possibile per trattenere quelle lacrime che da molto tempo minacciavano di uscire.
<< Non so perché quella volta non le diedi ascolto. Mi piaceva passare il tempo con Jackal, lo consideravo un buon amico. Eppure... quando Lisanna lo accusò di essere un poliziotto, lui diede di matto. Ero lì anche io, mi stavo allenando con lui, quando lei è entrata e... >>.
Un singhiozzo spezzato, mal trattenuto e voglioso di uscire si fece largo in quella stanza, facendo sì che Lucy stringesse la presa sulla mano del ragazzo, tentando il più possibile di infondergli coraggio e fiducia, fargli capire che lei c'era.
<< Jackal diede di matto e prese la pistola. La puntò verso Lisanna e fece fuoco. Ma... c'era qualcosa di strano in lei, l'avevo capito quando era entrata: era armata. Jackal stava per uccidere anche me. Ero bloccato e non riuscivo a muovermi, ero sconvolto da ciò che le aveva fatto. Stava per spararmi quando sentii un colpo di pistola e l'attimo dopo lo vidi accasciarsi a terra: Lisanna l'aveva ucciso per proteggermi. Tutto per assicurare un futuro ad un'idiota che non le aveva dato ascolto, che non meritava la salvezza. >>
<< Non dire sciocchezze! >> esclamò lei tutto un tratto, stringendo più forte la presa in modo da fargli capire che adesso faceva sul serio.
<< Non l'ho conosciuta, ma so per certo che l'ha fatto per te, perché voleva che tu continuassi a vivere. Non ha senso pentirsi o vivere nel passato, lei non lo vorrebbe. Non vorrebbe vederti mentre ti riduci così, mentre ti insulti e ti dai colpe che non hai! >>
Lucy sentì la propria voce risuonare in quelle fredde mura. Probabilmente si erano abbattute su Natsu con troppa violenza, ma trovava che quello fosse l'unico modo per fargli comprendere appieno qualcosa. Il ragazzo la osservava con sgomento, lasciando affiorare poi un lieve sorriso.
<< Sei esattamente con lei >> ridacchiò frustrato. Una risata amara e lontana, distante miglia.
<< E' per questo che non volevi parlarmi molto? Ti ricordo Lisanna? >>
<< Un po' >> ammise lui.
Il silenzio calò dopo pochi attimi. Attimi che parvero irreali e del tutto fuori luogo, non programmati e pesanti. Era quel tipo di silenzio imbarazzante, quello che nessuno vorrebbe mai sperimentare.
<< Natsu, Erza vuole veder- >>.
Gray era entrato all'improvviso, sbattendo con forza la porta contro il muro e facendo un gran baccano. Voleva annunciare qualcosa, ma si bloccò quando notò che l'amico non era solo nella sua stanza.
<< Ah... posso tornare dopo >> disse, guardando un punto imprecisato. Non si aspettava di trovare Lucy lì, dove Natsu gli aveva riferito che non l'avrebbe mai lasciata entrare.
<< No. Cosa volevi dirci? >> chiese il rosato, porgendo una mano alla ragazza per aiutarla a sollevarsi. Lei l'afferrò subito, facendosi leva sulle ginocchia per mettersi in posizione eretta.
<< Erza ha indetto una riunione nella sala grande. Vuole parlarci urgentemente, quindi vedete di scendere. >> Il tono di Gray era improvvisamente cambiato, adesso sembrava che temesse qualcosa. Parlando di Erza poi, forse Lucy non si stupì più di tanto se le sembrava agitato.
Poco dopo stavano seguendo Gray lungo le scale e fino la sala. La ragazza riuscì quasi a percepire quell'aria agitata e di tensione che si faceva largo attorno a loro. Arrivati al punto di incontro poi, Lucy ebbe la sensazione che stesse per scoppiare una guerra. La stanza era immersa nel buio, fatta eccezione per una lampada accesa al centro di un tavolo, dov'era riversa una cartina. Gli altri vi erano riuniti attorno e bisbigliavano qualcosa in toni minacciosi, e per un'istante l'agente temette di essere stata scoperta, che il suo lavoro fosse andato perduto.
<< Natsu, Lucy, venite qui. >> Erza aveva sollevato lo sguardo verso di loro e ora stava gesticolando per esser raggiunta, indicando con un cenno la cartina.
Lucy ci si avvicinò titubante, osservando con la coda dell'occhio l'espressione degli altri. << E' una mappa della città? >> domandò.
<< Più che altro la mappa del territorio con le zone suddivise tra le gang >> la informò Gray, sbucando dietro di lei con una sedia.
La ragazza si sedette, continuando a fissare imperterrita la mappa. Vi notò dei simboli, ognuno diversi dagli altri e dai colori sgargianti. Riconobbe il simbolo della gang dove si trovava e vide che, esattamente come riferito dalle loro fonti alla centrale di polizia, avevano il controllo sulla maggior parte del territorio. Poco più in là, vicino a un lembo di terra appartenente a quei ragazzi, c'era contrassegnato il marchio di Raven e poi altri simboli, sparsi attorno, che Lucy non riconobbe.
<< Quello è il simbolo... >>
<< Di Raven, sì >> le disse Natsu, terminando per lei la frase.
<< Siamo stati attaccati >> disse Erza, lo sguardo impassibile che percorreva la stanza e si fermava su ogni membro della sua squadra. << Raven adesso sa la nostra posizione, non possiamo permettercelo. >>
<< Preparo le armi? >> ghignò Gajeel.
Lucy sobbalzò. Gli occhi rossi del ragazzo erano inquietanti con il buio della stanza, resi ancora più luminosi grazie alla lampada.
<< Ho detto che avremo fatto una guerra, sì, ma non uccidiamo, Gajeel >> lo avvertì Erza, la voce che si alzava e abbassava a secondo dell'intonazione della parola pronunciata.
<< Valle a prendere nel garage, ma non fare casino >> borbottò Laxus, facendogli un gesto con le mani.
Gajeel si sollevò dalla sua posizione, spostando la sedia con gran fragore. Lucy si spostò di lato per lasciar passare il ragazzo, che in un attimo sparì oltre la porta e i corridoi bui. Il fatto che fosse tutto immerso nell'ombra e che stessero preparando un piano di massacro, non faceva sentire meglio Lucy. La ragazza spostava lo sguardo da un lato all'altro, completamente destabilizzata dalla notizia. In centrale le avevano detto che probabilmente avrebbe dovuto sparare, ma non pensava che sarebbe accaduto così presto.
<< Il nostro piano è introdurci nel territorio di Raven, no? >> commentò Natsu. Lucy si voltò verso di lui, studiandone i lineamenti. Gli occhi erano scuri, color ossidiana e le sopracciglia ricurve, come se volesse esprimere con quell'unico gesto tutta la concentrazione che ci stava mettendo nel studiare la cartina. La luce creava un gioco ineguagliabile di luci e ombre sul viso del ragazzo, esprimendone al meglio la durezza dei tratti. Lucy era sorpresa di come Natsu potesse cambiare atteggiamento in un battito di ciglia. Bipolare: questa era la parola con cui lo avrebbe definito Levy se l'avesse conosciuto.
<< In modo silenzioso >> puntualizzò Erza, calcando di proposito l'ultima parola e osservando i ragazzi nella stanza. Evidentemente, pensò Lucy, non erano esattamente bravi a fare le cose di soppiatto, il che era un controsenso bello e buono.
Lucy ricordava quando qualcuno le era piombato addosso alla centrale di polizia, cercando in tutti i modi di non farsi vedere, agendo con l'agilità di un gatto e scivolando da un lato all'altro. Eppure ricordava anche quando si erano introdotti in casa sua, borbottando tutto il tempo finché non l'avevano trovata rannicchiata in cucina con un coltello come unica arma di difesa. Era una dualità particolare, Lucy lo ammetteva, ma era strana.
<< Puoi puntualizzarlo quanto ti pare, Erza, ma sai già che questi due idioti faranno a modo loro >> borbottò Laxus, le braccia muscolose incrociate sul petto e l'aria di uno che voleva essere altrove. Gajeel non era ancora tornato e Lucy iniziava a chiedersi quante armi stesse raccogliendo.
<< Come se tu fossi Lupin in persona >> bisbigliò Natsu risentito << Vorrei ricordarti tutte le volte che ci hai messo nei casini con quei dannati aggeggi. >>
Laxus inarcò un sopracciglio, quasi come se fosse annoiato per una conversazione che probabilmente avevano sempre avuto. << Un conto, caro Natsu, è lavorare in secondo piano. Un altro è andare sul campo, avere il compito di ripulire il nostro passaggio, ma invece creare ancora più casini del previsto, dando alla polizia altre dannate informazioni. >>
<< Un altro conto è quello in cui mi interrompete con le vostre stramaledette chiacchiere. >> Erza interruppe la discussione sbattendo fragorosamente la mano sul tavolo e alzando la voce, caricandola di rimprovero e una furia ceca che, Lucy ne era sicura, avrebbe mandato all'altro mondo i litiganti senza troppe cerimonie.
I due si guardarono in cagnesco per qualche istante, prima di schioccare la lingua risentiti, volgendo lo sguardo altrove. Erza sospirò afflitta e Lucy si chiese con quanta energia stesse cercando di trattenere la rabbia. Si sporse in avanti per sbirciare sulla mappa, delineando con un polpastrello i contorni dei vari territori. Ecco in cosa aveva sempre sbagliato la polizia: non si erano mai preoccupati di definire i territori dei vari clan, classificando i crimini di Fairy Tail solo per il metodo che usavano, sempre lo stesso, certo, ma mai troppo sicuri che fossero veramente loro.
Nei file della polizia erano segnati così tanti omicidi da parte loro, che Lucy non riusciva a credere fosse tutto vero. Sentirli nominare era un conto, dava sensazioni di paura e terrore, ma stare con loro era tutto un altro affare. Le persone con cui stava condividendo il tetto e il cibo, erano davvero le stesse persone descritte nei file? Lucy stava iniziando ad avere qualche dubbio.
Osservando la cartina e notando la strada che separava il territorio di Raven da quello di Fairy Tail, Lucy ebbe la sensazione che, in qualche modo, quella fosse una specie di retta via, come una strada principale. << Credo che Raven si aspetti che veniamo da qui >> disse, la sua concentrazione tutta rivolta alla cartina. Non sapeva neanche se qualcuno le stesse prestando attenzione.
<< Veniamo? Oh no, non esiste. Tu non verrai con noi >> borbottò Gray. Lucy sollevò lo sguardo un istante per incatenarlo a quello blu del ragazzo. Vi lesse una tale indifferenza che cominciava a farle ricredere tutto ciò a cui aveva pensato l'attimo prima.
<< Dobbiamo metterla alla prova, Gray, e credo che il momento esatto sia questo. Ci tradirà con Raven, o all'improvviso sbucherà la polizia da qualche angolo per arrestarci? >> domandò invece Laxus. La sua voce trasmetteva una tale sicurezza misto a sarcasmo, che a Lucy venne voglia di urlargli contro. Ma non poteva farlo. Preferì riportare lo sguardo sulla cartina, osservando la stradina con cura e cercando di metterla a fuoco nella sua mente come posto reale.
<< Finitela >> sentenziò autoritaria Erza. Lucy sentì la donna che le si avvicinava e le metteva una mano sulla spalla, il tocco stranamente caldo rispetto al freddo che si aggirava per la stanza. << Cosa volevi dirci, Lucy? >>
<< Sapete quanti uomini hanno quelli di Raven? >> chiese, fissando Erza direttamente negli occhi. Riuscì a leggere la determinazione in quegli occhi castani così scuri e quasi le dispiacque per lei, per gli altri, per il guaio in cui tutti loro si stavano cacciando.
<< All'incirca una ventina >> le rispose Natsu. Il ragazzo si alzò dalla sedia, mettendo le mani in avanti sul tavolo per farsi da leva e osservare attentamente la cartina.
Lucy storse il naso. Quello era un bel problema.
<< Mettendo uomini in ogni angolo, potrebbero coprire l'intero perimetro >> sentenziò. Si portò una mano alle labbra, cominciando a masticarsi un'unghia. Era così che faceva quando era nervosa e doveva pensare. Levy aveva cercato di farle togliere quel vizio, ma lei non ne aveva voluto sapere. Semplicemente, non riusciva a pensare se non si teneva impegnata in altra maniera.
<< Quelli non sono così intelligenti >> borbottò Gajeel, apparentemente tornato dalla sua visitina alle armi. Lucy non lo aveva neanche sentito entrare.
<< Hanno preso con loro un nuovo stratega, recentemente. Chi ti dice che non siano in grado di pensare così in grande? >> lo informò Laxus.
Lucy notò come ora quell'uomo tutto muscoli sembrasse improvvisamente interessato al suo piano. O meglio, al piano che aveva intenzione di esporre. Sapeva che il biondo aveva capito che ne aveva uno, così come Erza, che le prestava attenzione pur mantenendo la mano ferma e immobile sulla sua spalla come per darle conforto. Ma non era quello ciò che le stava trasmettendo. Non era lo stesso effetto che le faceva quando era Levy a confortarla. Tra le braccia della sua migliore amica, Lucy si sentiva al sicuro, capita e felice; sotto il tocco di Erza, sentiva solo pericolo, pressione e una vaga sensazione, come di affetto materno, del tutto fuori luogo al contesto. Erza aveva solo qualche anno più di lei, come poteva emanare certe vibrazioni?
Lucy prese un respiro profondo prima di continuare. << Qualcosa mi fa credere che concentreranno la maggior parte dei loro uomini su questa stradina >> e nel nominarla, ci puntellò sopra con il dito << rischiando di lasciare scoperte alcune zone. Certo, sanno che ora sono con voi, ma non credo abbiano capito qual è il mio ruolo all'interno. >>
<< Neanche io so che ci fai qua dentro >> borbottò Gajeel.
Gray sghignazzò, quasi come se avesse intuito qualcosa. << Credo che sul tuo profilo, mia cara Lucy, tu ti sia dimenticata di informarci sul fatto di essere una stratega niente male. >>
<< Neanche io sarei riuscita ad immaginare questa possibilità >> si complimentò Erza. Strinse un po' la presa sulla sua spalla per incitarla a continuare e Lucy lo fece.
<< Visto che sappiamo dove si trova il loro nascondiglio e che sicuramente avranno piazzato telecamere per controllare il perimetro, l'unica soluzione che mi viene in mente, è arrivare dal cielo, disattivare le telecamere prima di arrivare sul tetto e passare da lì per introdurci definitivamente nella loro zona. >>
<< Io credo che tu abbia visto fin troppi film d'azione >> commentò Gray.
<< Come facciamo ad arrivare dal tetto? >> chiese Natsu, guardando la cartina confuso.
Laxus, invece, si scambiò un'occhiata con Erza, come se stessero valutando bene il piano appena esposto.
<< Manie suicide >> ghignò Gajeel << la ragazzina comincia a piacermi. >>
Lucy li osservò attentamente, definendo che i membri più giovani – ovvero Gray e Natsu – stessero ancora cercando di capire in che strano modo mettere in pratica il piano, mentre i più grandi, avessero già in mente qualcosa. Il fatto che Gajeel avesse appena definito la sua strategia 'suicida' non le faceva ben sperare. In quel momento, Lucy realizzò qualcosa. Era impazzita, forse? Come aveva potuto esporre un piano simile a una gang? Con la polizia era un conto, ma con quei tipi si sarebbe trasformato tutto in una grossa carneficina.
In quel momento, Lucy sentì qualcuno che le picchiettava una mano sulla spalla. Si voltò, rimettendosi diritta e si ritrovò Erza con un sorriso soddisfatto che le andava da un orecchio all'altro. << Complimenti Lucy, ti sei appena guadagnata la possibilità di venire con noi e testarti sul campo. >>
Seppur sembrasse una frase innocente, Lucy non poté fare a meno di pensare di essersi condannata al patibolo da sola.