HARRY'S POV.
Le mani di Jamie finirono tra i miei capelli, mentre le mie labbra erano sulle sue. Mi erano così mancati quei baci, le sue labbra. Poggiai le mani sui suoi fianchi, mentre lei prese ad accarezzarmi con dolcezza la guancia.
"Mi è mancato così tanto tutto questo..."
Sussurrai sulle sue labbra, facendola sorridere.
"Be', ci credo... di sicuro non sarà stato facile per te stare due mesi senza sesso!"
Mi stuzzicò lei per poi scoppiare a ridere. In effetti non era stato facile, ma ci ero riuscito e dovevo ammettere che ero molto soddisfatto e orgoglioso di me stesso.
"No, però ce l'ho fatta... dovresti essere orgogliosa di me!"
Dissi mettendo su un ampio sorriso e lei mi sorrise con dolcezza, avvicinando le sue labbra alle mie per stamparmi un bacio.
"Lo sono, credimi! Però non dirmi che le tue belle mani non hanno fatto niente lì sotto!"
Disse ridendo e fece venire da ridere anche a me. Scossi la testa, senza smettere di ridere.
"Non ho mai detto questo! Però è una cosa diversa..."
Affermai sicuro, cercando di smettere di ridere. Lei annuì, ridendo ma subito dopo portò le sue labbra sulle mie, affondando le dita tra i miei ricci. Con la lingua, cercai l'accesso alla sua bocca e mi fu subito concesso. Le sue mani passarono dai miei capelli alla mia camicia, che iniziò a sbottonare, passando le dita sui miei addominali, che ora erano più accentuati. Mi sfilò la camicia e iniziò a baciare il mio collo con dolcezza, lasciando dei morsi. Ansimai leggermente, portando le mani sul bordo del suo maglioncino verde, che tirai su, fermandolo sul collo, per baciargli il seno da sopra il reggiseno dolcemente. Lei rise e a quel punto glielo sfilai definitivamente, lasciandolo cadere sul pavimento. Portai entrambe le mani sui suoi seni, iniziandoli a palpare con forza, lei a quel gesto ansimò e spinse il collo all'indietro. Le sbottonai i jeans, che le tirai giù, iniziando a lasciarle una scia di baci partendo dal seno fino allo stomaco. Lei mi accarezzò la nuca, e poi mi tirò su per farmi incontrare la sua bocca, che baciai dolcemente. Le sue mani scesero sui miei pantaloni, che sfilò subito. Misi il viso tra l'incavo del suo seno, lasciando dei piccoli baci, accarezzandola dolcemente.
"Harry, stiamo per scopare nel letto del tuo migliore amico..."
Disse poi Jamie, ricordandosi probabilmente solo in quel momento che non eravamo a casa mia o sua.
"Jamie, quando mi ha detto che potevamo stare qui, di certo non ha pensato che guardassimo il film!"
Scoppiò a ridere, stringendomi a sé e baciandomi dolcemente. Continuai da dove ci eravamo fermati e portai le mani sul suo reggiseno, sbottonandoglielo, per poi toglierlo. Lei mi lasciò fare, rilassandosi completamente, le baciai dolcemente il seno, passando la lingua sui capezzoli, per poi morderli. Jamie portò le mani all'elastico dei miei boxer, che tirò giù, liberando la mia erezione che stava spingendo contro il tessuto dei boxer. Stavo scoppiando, non ero mai stato per così tanto senza fare sesso e ora non mi sembrava vero. Lei prese a baciarmi il collo, mentre le tirai giù le mutandine, facendole scivolare sul pavimento. Strusciò la sua intimità contro la mia erezione, per stuzzicarmi un po' e immediatamente mi eccitai di più a quel contatto.
"Ti diverti a provocarmi in questo modo?"
Sussurrai piuttosto divertito. Lei annuì subito, sorridendomi.
"In effetti si... fammi vedere cosa sai fare dopo due mesi, Styles..."
Mi provocò ancora una volta, allungandosi verso il mio viso, mordendo il labbro inferiore, per poi tirarlo.
"Con piacere!"
Esclamai con malizia, prima di entrare in lei con una spinta decisa. Immediatamente m'iniziai a muovere con forza in lei, sentendola urlare sempre di più. Ogni spinta era sempre più profonda, lei affondò le unghie nel mio collo, aggrappandosi a me, mentre continuava ad urlare il mio nome a causa delle mie spinte. Le sue unghie scesero sulla mia schiena che iniziò a graffiare, mentre continuavo ad entrare e uscire da lei senza freno. Portai lo sguardo sul suo viso, mi piaceva guardarla mentre si avvicinava all'orgasmo, mi era mancata così tanto. Le sue labbra erano dischiuse, mentre continuava ad ansimare. Avvicinai il mio viso al suo, facendo sfiorare le punte dei nostri nasi, lei mi sorrise, stampandomi un bacio sulle labbra. Afferrai una ciocca bionda dei suoi bellissimi capelli, iniziandomela a far roteare tra le dita mentre continuavo con quelle spinte. Diedi un'ultima spinta veloce e venni in lei, mentre il mio respiro affannato iniziò a calmarsi. Continuai a spingere in lei per farla venire e non ci volle molto, dato che venne più o meno subito dopo, urlando il mio nome.
"Oh mio dio..."
Disse ansimando, quando uscii da lei e mi stesi al suo fianco. La tirai a me e feci attaccare le nostre labbra, baciandola dolcemente. Infilai le mani tra i suoi capelli, facendo intrecciare le nostre lingue. Dopo quel bacio, posò la testa sul mio petto, piuttosto stanca, io continuai ad accarezzarle la testa, lasciandole un bacio sulla fronte. Poggiò le mani sul mio petto, formando dei cerchi immaginari. Portai il viso tra i suoi capelli, aspirando il buonissimo profumo dei suoi capelli.
"Ti amo tanto!"
Mi sussurrò dolcemente, passando la punta dell'indice su uno dei miei capezzoli. Un sorriso mi comparve sul volto istintivamente e le accarezzai dolcemente una guancia.
"Ti amo anch'io, tantissimo..."
JAMIE'S POV.
Il rumore della porta che sbatté, mi fece sobbalzare, aprii gli occhi lentamente per vedere Noah sulla porta che ci fissava ridendo.
"Sparisci, Noah..."
Sbuffai, lanciandogli un cuscino. Harry stava ancora dormendo profondamente, infatti non aveva sentito niente.
"Oh, tranquilli... io non vi avrei mai svegliato, però i miei genitori torneranno più o meno... ora!"
Feci per alzarmi velocemente dal letto, ma poi mi ricordai che Noah era lì e che io ero nuda, mi avvolsi la coperta intorno al seno e mi alzai dal letto, raccogliendo per terra i miei vestiti. Avevo lasciato Harry completamente nudo, ma non c'era tempo, corsi in bagno e mi chiusi dentro.
"Avvisa Harry!"
Urlai dal bagno, iniziando a fare una doccia. Mi vestii in fretta e quando uscii vidi Harry davanti allo specchio con addosso solo i pantaloni, si girò verso di me e mi sorrise venendomi incontro e lasciandomi un bacio sulle labbra.
"Buongiorno, bionda!"
"'Giorno, riccio..."
Notai sul suo petto e sul suo collo molteplici graffi e segni rossi, forse ero stata io, o meglio, ieri notte era lì che l'avevo toccato, passai le dita su quei segni rossi.
"Oh dio... sono stata io?"
Chiesi scioccata e lui si mise a ridere annuendo, allontanandosi per poi raccogliere la sua camicia sul pavimento, se la infilò e l'abbottonò.
"Tranquilla, è stato sexy!"
Specificò lui, avvolgendo le braccia intorno alla mia vita, avvicinandomi a lui per baciarmi. Poggiai le mani sul suo viso e ricambiai il bacio. Stanotte era stato fantastico, mi era mancato fare l'amore con lui, e in più, era stato fenomenale. Però non aveva usato precauzioni, proprio come l'ultima volta, ero stata fortunata, ma non sapevo se questa volta lo sarei stata altrettanto.
"Andiamo a fare colazione?"
Chiesi dolcemente, quando le nostre labbra si separarono. Lui annuì, prese il giubbotto e poi la mia mano. Scendemmo di sotto, dove Noah stava facendo colazione, lo salutammo e poi uscimmo per andare in centro allo starbucks. Ci prendemmo due caffè, con due muffin e ci sedemmo ad un tavolino, consumando lì la nostra colazione.
"Harry, dopo devo passare in farmacia!"
Lui mi guardò confuso, passandosi una mano tra i capelli.
"Per cosa?"
"La pillola del giorno dopo, Harry! Non hai usato il preservativo..."
Si mise una mano in fronte rendendosi conto solo allora del suo errore, fu una cosa piuttosto divertente, a dirla tutta.
"Mi dispiace, l'ho completamente dimenticato... scusa!"
"E' okay. Andiamo?"
Chiesi, alzandomi, quando mi accorsi che avevamo finito entrambi. Pagammo e poi camminammo fino alla farmacia più vicina, quando chiesi la pillola, la farmacista mi guardò storta, ma per la legge era costretta a darmela. In effetti avevo sentito molto spesso di farmaciste contrarie alla distribuzione di quelle pillole, ma non potevano farci niente. Comprai la pillola e uscii insieme ad Harry.
"Cosa vuoi fare?"
Gli chiesi, riprendendo la sua mano e iniziando a camminare a passo lento senza una precisa meta.
"Andiamo a casa tua, così prenderai anche la pillola!"
Io annuì, sorridendo. Arrivammo a casa mia dopo poco, i miei genitori erano a lavoro, dato che era mattina. Quando fummo a casa Harry iniziò a guardare la tv, mentre io andai a prendere la pillola. Mi andai a sedere affianco a lui, poggiando la testa sul suo petto.
"Tra quanto hai l'aereo?"
Chiesi io, cercando di nascondere la mia tristezza.
"Oggi pomeriggio alle tre!"
Disse lui, facendo scomparire dal suo viso, il sorriso che c'era fino a poco fa. Guardai l'ora sul cellulare e vidi che mancava pochissimo, era già l'una, se ne sarebbe andato di nuovo tra tre ore. Come avrei fatto a non piangere?
"Vuoi mangiare?"
Mi alzai dal divano, cambiando discorso, cercando di non far vedere la mia tristezza, dopo che era venuto fin qui per il mio compleanno non potevo farlo sentire in colpa. Dopo quel regalo, non potevo lamentarmi. L'avrei rivisto prima.
"No... voglio solo passare altro tempo con te!"
Si alzò dal divano e mi raggiunse avvolgendomi tra le sue braccia muscolose, baciandomi dolcemente. Ricambiai quel bacio, infilando le dita tra i suoi ricci.
"Ti accompagno all'aeroporto... così non farai tardi!"
Lui si staccò da me e annuì, debolmente. Arrivammo in aeroporto verso le due e mangiammo un panino lì, alle due e mezza si sarebbe dovuto imbarcare per il check-in. Non dovevo piangere, non dovevo. Mi sedetti sulle sue gambe e gli accarezzai la guancia.
"Non voglio che finisca come l'ultima volta... quindi se piangerò, solo non sentirti in colpa, perché è normale che io pianga, ma sono sul serio felice per te!"
Lui sorrise debolmente e prima d'iniziare a parlare mi stampò un bacio sulle labbra.
"Vuoi sapere una cosa? Quando mi sono imbarcato, sono scoppiato a piangere come un bambino... mi sono semplicemente trattenuto fino a quando non sono stato lontano da te, perché lo trovavo imbarazzante..."
Sorrisi dolcemente e lo strinsi a me. Spostai lo sguardo sull'orologio presente in aeroporto e vidi che mancavano circa cinque minuti.
"Devi andare, amore!"
Mi asciugai una lacrima che mi scese lungo la guancia e gli sorrisi debolmente. Lui fece lo stesso e mi strinse di nuovo a sé, stavolta attaccando le sue labbra alle mie.
"Ci sentiamo per telefono, ti chiamo appena arrivo! Ti amo!"
Mi disse lui, staccandosi da quella stretta, rivolgendomi un ultimo sorriso, prima d'iniziare a camminare verso il check-in.
"Ti amo anch'io!"
Agitai la mano in segno di saluto e poi lo vidi di nuovo scomparire verso il check-in. Mi allontanai, iniziando a camminare verso il parcheggio, uscendo dall'aeroporto vidi Cece seduta su una panchina difronte, non le avevo parlato da quando avevamo discusso, mi feci coraggio e camminai verso di lei.
"Hey..."
Dissi quasi in un sussurro, dato che non sapevo se era arrabbiata con me.
"Jamie!"
Sorrisi, senza sapere cosa dire. In effetti non sapevo come iniziare, ma per fortuna, non ce ne fu bisogno, perché lo fece lei.
"Mi dispiace tanto per ieri, io non volevo! E' solo che ti sento così distante da quando se n'è andato, preferisci restare a casa buttata a letto, piuttosto che stare con i tuoi amici!"
Si giustificò lei, camminando verso di me e abbracciandomi, ricambiai quell'abbraccio.
"Lo so, hai ragione... ho sbagliato! Non lo farò più, se voglio resistere dovrei passare più tempo con i miei amici, no? Oh, indovina! Harry è venuto qui per il mio compleanno, se n'è appena andato, è stato dolce..."
Lei sorrise annuendo.
"Mi fa piacere che si sia sistemato tutto! Ho una cosa per te..."
Iniziò a frugare nella borsa e poi cacciò fuori un pacchetto nero con un fiocco d'oro. Me lo diede, io le sorrisi e lo iniziai ad aprire. Era una catenina con un cuore in argento, era bellissima, mi piaceva tanto.
"E' bellissima, grazie mille, Cece!"
Me la misi subito al collo e la vidi sorridere. Ci sedemmo insieme sulla panchina e iniziammo a chiacchierare.
"Allora, cosa ti ha regalato Harry?"
Chiese curiosa.
"Mi ha regalato un biglietto andata e ritorno a Giugno per Parigi... lo andrò a trovare!"
Dissi entusiasta, aspettando che lo sarebbe stata anche lei per me, ma invece sembrò piuttosto confusa.
"Ha vinto alla lotteria, per caso?"
Chiese con ironia, senza perdere quell'espressione confusa dalla faccia.
"Che vuoi dire?"
"Sai, Jamie... un ragazzo normale di diciotto anni non ha così tanti soldi da comprare un biglietto andata e ritorno Boston-Parigi per lui e un altro per la sua ragazza... "
Disse piuttosto scettica, confondendo anche me.
"Quanto potrà mai costare?"
"Be', mia sorella è partita poco fa per il Brasile, voleva andare a Parigi ma non ha trovato biglietti dal prezzo inferiore a 700 euro..."