Sotto il cielo di Roma

By svetlavly

65.4K 4.3K 717

Roma è una bella città, Vittorio ne è convinto. Abita lì con i suoi cari, è lì che ha conosciuto tutti i suoi... More

Premesse+Info+Personaggi
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI
XXII
XXIII
XXIV
XXV
XXVI
XXVII
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI
XXXII
XXXIII
XXXIV
XXXV
XXXVI
XXXVII
XXXVIII
XXXIX
XL-EPILOGO
CAPITOLO EXTRA→Ma se succede...←
NON CI CREDO, HO VINTO!
SEQUEL IN ARRIVO!

XIV

1.5K 103 18
By svetlavly

Vittorio ripone l'ennesimo bavaglino nel borsone che sua sorella sta preparando in vista del parto. Ormai manca meno di un mese, deve essere sempre pronta a correre in ospedale.

"La tutina della Roma che gli ho preso ce l'hai messa, sì?", chiede. Silvia annuisce sorridendo appena. È preoccupata per il benessere del suo bambino, perché proprio adesso che deve venire al mondo, sente di non poterlo proteggere come meglio vorrebbe. Vittorio comprende la sua paura, proprio per questo non ha osato rivelarle che quella stessa mattina è andato dal Messicano, l'ha guardato negli occhi ed ha testato la sua effettiva follia. Perché amare qualcuno è anche questo: sopportare il dolore e la paura senza diffonderla agli altri, per farli stare meglio.
Vittorio ha l'aspetto e l'atteggiamento da duro, ma la verità è che il legame con la sua famiglia lo vincola in ogni situazione.

 Lui agisce, vive in funzione di sua madre e sua sorella, ha sempre cercato di fare le scelte migliori per renderle felici, anche se spesso ciò ha significato privarsi di qualcosa. Quando salderanno il debito col Messicano, lascerà la scuola e andrà alla ricerca di un lavoro che possa farlo contribuire al mantenimento della famiglia.

Per il momento, però, deve pensare a trovare i soldi. Non è un'impresa semplice, affatto.
Si abbandona esausto sul suo letto, sfilandosi la maglietta e subito dopo i pantaloni. Sblocca il cellulare e scorge tra le varie notifiche, una su Facebook. Non apre mai l'applicazione perché ormai la reputa inutile, piena di video idioti ed immagini che non fanno assolutamente ridere.

Quella sera, però, preso dalla curiosità, scopre che qualcuno gli ha inviato un messaggio. È già pronto a declinare le proposte indecenti di qualche ragazza, quando scopre che ad avergli inviato un messaggio sia stato Marco.
Marco.

Che figura di merda che ha fatto, quel pomeriggio. Si è comportato da ragazzino, ma non ha potuto farne a meno, non essendo mai stato abituato a stare con qualcuno all'infuori di un letto. Ha sempre suddiviso le persone presenti nella sua vita in tre categorie: parenti, amici e altro. Con altro intente solitamente persone come Giulia, o come i suoi passati compagni di una notte di sesso, con i quali ha condiviso principalmente qualche ora sotto le coperte, niente di più. A questo punto, è costretto ad aggiungere alla sua lista una quarta categoria, occupata interamente da un ragazzo con due occhi scuri e grandi, un orecchino ad anello sul lobo ed uno più piccolo sulla narice.

Domani vieni prima della partita, bella.

Recita il semplice ma efficace testo del messaggio.

Se magari mi dessi l'indirizzo ci verrei pure.

Poco dopo, Marco gli manda il nome della via in cui abita e il numero civico. Vittorio visualizza e non risponde, non è un ragazzo legato alla tecnologia, possiede quel cellulare scassato da almeno quattro anni e, anche se la fotocamera fa scatti sgranati e lo schermo è scheggiato, non gli interessa. Non scambia grandi chiacchierate via messaggio, preferisce guardare il proprio interlocutore negli occhi e parlare faccia a faccia; a maggior ragione se l'interlocutore in questione è Marco.

Il telefono vibra ancora, un altro messaggio su Facebook. Marco gli ha inviato un pollice insù.

Ma porca...m'è partito sto coso, ma che è? Vabbé, a domani...

Ha aggiunto velocemente. Vittorio sogghigna.

Impedito, a domani.

Gli invia lo stesso pollice ricevuto poco prima da lui, tanto per prenderlo in giro. Spegne il cellulare e si gira sul fianco, sistemando il cuscino sotto la sua nuca.

La notte non riposa in maniera ottimale, ha troppi pensieri che lo trattengono in uno stato di dormiveglia continuo e, quando si alza definitivamente alle otto e mezza, "ci ho 'n sonno che so' due", dice esprimendo al meglio la propria condizione fisica e psicologica. Menomale che ci pensa Sivia a versargli una dose abbondante di caffè nella tazza.
"Oggi non ci sto a pranzo", la informa mente inzuppa una fetta biscottata nel liquido bollente e scuro.

"Che novità, ormai all'ingresso de casa ce sta scritto bed and breakfast, perché so' gli unici momenti in cui stai qua", ribatte piccata, strofinando la spugnetta su un piatto sporco della sera prima.

La lavastoviglie si è rotta da almeno un mese e mezzo, ma non hanno mai avuto né l'occasione né tantomeno la disponibilità economica per ripararla.
Si fa una doccia fredda, perché a quanto pare anche la caldaia ha deciso di non collaborare, quel sabato mattina, poi esce di casa calandosi sulla nuca un cappello con la visiera a becco. Decide di prendere il tram solo perché lo vede fermarsi proprio davanti a lui mentre attraversa la strada.

Marco abita in un complesso di palazzi popolari imponenti (saranno almeno sette piani), con balconi dalle ringhiere pericolanti e pezzi di intonaco staccati dalle pareti. Si accede ai portoni tramite una stradina cementata, sulla quale un gruppetto di ragazzini corre senza un apparente motivo, urlando parolacce ed insulti tra di loro. Sull'erba incolta alla sua sinistra, due ragazzi cercano di rianimare un motorino che però non dà segni di vita. Una donna è affacciata alla finestra del primo piano e chiama a gran voce un certo Thomas, probabilmente uno dei bambini che sta correndo a perdifiato sulla stretta via.

C'è confusione, lì in mezzo. Il palazzo davanti al quale Vittorio si ferma mostra il numero civico 14 proprio vicino al portone. Sul citofono di sono ventotto pulsanti con nomi e cognomi diversi. Dopo qualche minuto di ricerca, trova quello corrispondente a Marco

"?", risponde dopo qualche istante la sua voce, gracchiante a causa della scarsa qualità del dispositivo.

"So' io", risponde il diciottenne, ed il portone viene aperto con uno scatto.
L'androne delle scale puzza di sigaretta e di umidità, sulle pareti ci sono pedante e la ringhiera vibra ad ogni gradino percorso. Ha evitato di prendere l'ascensore perché tanto deve salire solo quattro rampe di scale.

Marco lo aspetta appoggiato allo stipite della porta, e quando è abbastanza vicino si salutano stringendo i palmi delle loro mani e scontrando le spalle, mentre con l'altra mano si battono un paio di colpi sulla schiena.

"Dai, entra", lo esorta voltandogli le spalle. È ancora presto per la partita, sono appena le dieci e mezza, mancano due ore.
"Chi viene?", domanda guardandosi attorno. L'appartamento non è molto grande, la prima stanza è un salotto con un angolo cottura relegato in fondo, poi ci sono altre tre porte che conducono probabilmente a due camere da letto e ad un bagno. L'ambiente è scarno di mobilia, ma ci sono parecchi soprammobili dalla dubbia utilità. Non è una casa disordinata e neanche sporca, quei pochi oggetti presenti sono posizionati in ordine. 

Non risponde alla sua domanda.
"Stai bono, Nobì", ordina con voce ferma Marco, bloccando appena in tempo il suo cane, un Bull Terrier bianco, che sta correndo verso il nuovo ospite. Vittorio osserva impressionato come l'animale risponda fedelmente ai comandi del padrone.
"Com'è che si chiama?", chiede, osservando incuriosito prima il cane, poi il padrone. Gli piace quella razza, anche se da molti viene considerata pericolosa. Bisogna educarli bene, quei cani.
"Nobita", risponde Marco a bassa voce, quasi vergognandosene.

"Come il ragazzino sfigato di Doraemon?". Vittorio sta già ridendo.

"Si, c'ho sempre avuto 'na passione per tutti i cartoni che stavano su Super 3*", spiega un po' scocciato Marco, forse infastidito dalle risate dell'altro ragazzo."Se continui a prendermi per il culo te lo aizzo contro e te faccio sbranà, eh".
Vittorio solleva le mani in segno di resa.

"Pure io, volevo andà alla posta di Sonia", ricorda con un po' di nostalgia, senza schiodare gli occhi dal cane che è tornato a riposare sul divano.

"Ma te ricordi la canzoncina della buonanotte, che dopo di quella tutti a dormì?".
Vittorio annuisce, accennando un sorriso.
"Notte, è notte oramai, tardi, è tardi lo saaaaai", canticchiano assieme, quasi senza volerlo. Marco abbassa lo sguardo, un po' in imbarazzo, e si schiarisce la gola.

"Ehm...è la cosa più ricchiona che io abbia mai fatto in vita mia, giuro", dice a mezza voce. Drizza le spalle e torna a guardarlo negli occhi.

"Seh, come no", gli fa eco Vittorio, squadrandolo dalla testa ai piedi. Indossa un paio di pantaloni della tuta neri ed una felpa firmata AsRoma di qualche anno fa. 

È bello, non può fare a meno di pensarlo. Vorrebbe dargli un bacio lì, su quelle labbra non troppo carnose come le sue, ma ugualmente invitanti. Vorrebbe, ma non lo fa, perché in quel momento spunta fuori da una delle tre porte un uomo sulla cinquantina, magro e poco più basso di Marco.

"Pa', lui è 'n'amico mio, Vittorio", lo presenta al padre, che gli stringe brevemente la mano ed accenna un sorriso.
"Sei solo tu oggi?", gli chiede.
"No, tra poco arrivano altri tre pischelli", s'intromette Marco.
"Ce sta pure 'r laziale? Dimme de no, te prego", domanda quasi esasperato. Hanno lo stesso modo di parlare, tipico di chi abita a Roma. Accento marcato, parole masticate tra i denti e tono strascicato.
Marco scuote la testa, non apre bocca e si dirige verso l'angolo cottura.
"Vittò, aiutami a fare un piatto di pasta per noi tre, gli altri vengono già mangiati", lo richiama e Vittorio scatta agli ordini, fermandosi alle sue spalle.
"Io esco un attimo, tu' madre mi ha lasciato la lista della spesa", dice il padre, esibendo un fogliettino. 

Marco annuisce e lo saluta con un cenno e lo stesso fa Vittorio, tornando poi a guardare il bancone da cucina davanti a sé. Marco svuota velocemente una bottiglia di passata di pomodoro nel pentolino, aggiungendoci un filo d'olio, un pizzico di sale ed uno spicchio di aglio. Appoggia sull'altro fornello, che però non accende, una pentola colma d'acqua. È ancora troppo presto, ma il sugo ha bisogno di cuocersi di più.

Si volta di nuovo doveroso Vittorio, che l'ha osservato attentamente per quei pochi minuti di preparazione. Si stringe nelle spalle.

"Fatto", decreta.
"Wow, il mio aiuto è stato fondamentale", commenta Vittorio. Solleva le sopracciglia curate. Silvia gliele rifinisce almeno una volta a settimana: ecco i privilegi di avere una sorella estetista.

"Sei più inutile della trama de 'n porno", rincara la dose Marco. Sta sorridendo in modo beffardo, come al suo solito.

"Sei tu che mi hai chiesto de venì prima", si difende Vittorio.
"Infatti", dice solo Marco, ed annuisce impercettibilmente. Avanza di qualche passo, ritrovandosi a poca distanza dall'altro ragazzo. Vittorio è un po' più alto di Marco.
Poco importa, in quel momento.
"Infatti che?", indaga Vittorio, incrociando le braccia al petto.
"Ma statte zitto". E lo bacia, prendendogli il viso tra le mani come aveva fatto la prima volta, al Giardino degli Aranci. Non ci tornano da un po', lì.

Stavolta il bacio è più naturale di quel giorno, forse perché entrambi hanno acquisito più confidenza con l'altro. Adesso Vittorio ricorda perfettamente la consistenza delle labbra di Marco e quest'ultimo sa che a Vittorio piace essere morso delicatamente. Le loro lingue umide trovano ristoro nella bocca calda prima di uno, poi dell'altro, mentre Nobita scende dal divano e gironzola attorno alle gambe del padrone e quest'ultimo ha spinto Vittorio contro il tavolo, insinuandosi tra le sue gambe per baciarlo con più agevolezza. Se fosse per entrambi, si spoglierebbero e lo farebbero lì, seduta stante, tanta è la tensione sessuale che aleggia già da un po' di tempo tra di loro. 

Marco interrompe il bacio solo per sfiorare con le labbra il collo di Vittorio, che non smette di fremere sotto il suo tocco: vuole di più, ma sa di non poterlo avere per diverse circostanze. Il padre di Marco sta per tornare a casa e sicuramente non gli farà piacere vederli baciarsi sul tavolo di casa sua. Proprio per questo motivo, Vittorio allontana le sue labbra da quelle dell'altro ragazzo.

"Che ce l'hai 'na camera? ", chiede dunque, guardandosi attorno. Marco scaccia Nobita con un gesto seccato, poi fa cenno al diciottenne di seguirlo, ed entrano assieme in una delle tre porte che affacciano sulla sala da pranzo.

La stanza del ragazzo è poco più grande di quella di Vittorio e sicuramente meno caotica. C'è un letto a due piazze accostato al muro opposto all'entrata, un armadio ad angolo ed una scrivania con alcuni fogli, un solo libro ed un posacenere vuoto. Sulla parete sopra di essa c'è, con sommo stupore di Vittorio, la maglia di Francesco Totti autografata ed incorniciata.

"Malimortacci tua! E questa?", esclama sorpreso l'ospite, avvicinandosi alla sacra reliquia. Lo sponsor è la Wind, il partner la Kappa...è della stagione 2010/2011, quando l'allenatore era Claudio Ranieri. Sul numero dieci c'è l'inconfondibile firma del capitano. Vittorio inclina la testa per leggere la dedica.
A Marco, daje tutta, con tanto affetto.

"Io e Alessandro andavamo spesso a Trigoria, era il giorno del mio compleanno ed Ale ha convinto Francesco a scendere dalla macchina e ad autografarmi la maglia, è stata l'emozione più bella de tutta la mia vita, quando se n'è andato so' scoppiato a piagne", racconta. Si siede sul bordo del materasso ed osserva Vittorio guardare a sua volta affascinato la maglietta.
Passano il tempo così, a parlare della Roma, delle avventure allo stadio, del gol segnato da Dzeko la scorsa partita e di tutti quelli che avrebbe potuto segnare, ma ha sbagliato miseramente.

 Ancora una volta, il resto può aspettare, se ci sono loro due.

*Super 3 è un canale tv che sicuramente gli abitanti del Lazio conoscono. Trasmetteva cartoni animati e programmi d'intrattenimento per bambini e ragazzi. É stato eliminato nel 2014 (con mio sommo dispiacere).

  Eccoci qui con un altro capitolo molto "shallo", come diciamo a Roma, tranquillo, senza troppe pretese, ma volto ad approfondire il rapporto tra Marco e Vittorio che comunque stanno acquisendo parecchia confidenza tra loro. 

Non sapevo se oggi sarei riuscita ad aggiornare, dato che ieri pomeriggio ho notato che il sito di Wattpad era in aggiornamento, spero vi sia arrivata la notifica.

Ci vediamo domani,

Lavinia

Continue Reading

You'll Also Like

361K 16.8K 40
{bakudeku completa} L'ho scritta a quindici anni, se fa schifo, non è colpa mia. izuku midoriya, 16enne timido e disordinato, si trasferisce nell'a...
97K 4.6K 6
❃❃❃ Taehyung è una delle cheerleader della scuola, e vorrebbe tanto che il capitano della squadra di football, Jungkook, lo sbattesse sul materasso. ...
152K 9.7K 12
The More I See You è una storia Larry AU, ambientata al "Centro di Riabilitazione per Giovani in Difficoltà di Westminster" dove Harry, cieco dalla n...
943K 48.9K 64
Louis è una schiappa a calcio. È innamorato da due anni di Liam, la star della squadra, che per lui prova solo pietà. E a complicargli le cose c'è H...