Il rapporto con Rebecca è migliorato. Jacob ha chiarito con lei, e questo mi rende felice.
Adesso stiamo a inizio febbraio ed io sono in camera mia che somiglia di più a un campo di battaglia che alla stanza di una ragazza. Ho vestiti sparsi ovunque! Sul letto, sulla sedia, appesi alla finestra, per terra. Per non parlare delle buste con scritto "Tenere" e "Dare via". A scuola c'è una raccolta di vestiti da dare ai meno fortunati di noi.
< Uffa! Che faccio? > mi domando da sola mentre mi siedo di peso sul letto.
< Potresti mettere in ordine questo casino, per esempio > mi risponde mio padre sulla porta della mia stanza.
< Tu la fai facile! Che non cresci e hai solo pantaloni e camicie. > - gli dico - < Devo scegliere i vestiti per la raccolta che c'è domani a scuola e non so scegliere >
< Ah io non posso aiutarti, serve tua madre, ma lei adesso è da Charlie > - mi risponde alzando le braccia in segno di resa. È buffo vedere papà arrendersi in cose da donna - < Perché non chiami le tue zie per aiutarti? >
< Perché voglio fare da sola. E poi sai di cosa è capace la zia Alice > gli rispondo. La zia è capace di buttare via tutto per rifarmi il guardaroba muovo.
< No meglio di no > mi risponde papà e poi va di là.
Chi ben comincia è a metà dell'opera.
Prendo un bel respiro e comincio a fare questa dannatissima scelta e riportare così l'ordine in camera. Guardo la busta "dare via" e sono soddisfatta, non è piena piena ma può andare.
Con papà vado poi a casa dei nonni, dove a cena c'è anche Jacob.
Nell'attesa che il mio lupo arrivi, io ne approfitto per salire nell'ex stanza di mio padre e vedere altri vestiti da dar via. La scelta qui è più facile perché la maggior parte sono abito che non mi vanno più, vecchi di uno o due anni.
< Toc! toc! È permesso? > - domanda Jacob poggiato sullo stipite della porta aperta che mi guarda e sorride. Alzo la testa e ricambio il sorriso - < Devi cambiarti vestito? >
< No non devo cambiarmi, sto solo cercando dei vestiti da dar via per la raccolta a scuola > gli rispondo avvicinandomi a lui e lo faccio entrare.
"Papà, chiamaci quando è pronto."
Dico a mio padre con il pensiero mentre accosto la porta.
< Quella gonna... > - mi dice Jake indicando la gonna nera che ho in mano - < La dai via o la tieni? >
< La do via. Mi è piccola ormai... > gli rispondo. Poi ci penso un secondo e davanti a lui, senza però togliermi i pantaloni, la provo.
< Ti sta decisamente piccola > - mi dice - < Non mi piace l'idea che tutti guardano quello che è mio. Tu sei mia >
< E tu sei mio > gli dico mentre mi tolgo la gonna e la metto insieme ai vestiti da dare via. Ci sdraiamo sul letto stanchi della giornata che abbiamo avuto. Lui con i clienti pazzi ed esigenti che richiedono impossibile per le loro auto. Ed io con la scuola, tra verifiche ed interrogazioni.
< Domani, pensavo di prendermi un pomeriggio libero > - mi dice mentre si tira su con i gomiti - < Ti vengo a prendere a scuola e ce ne andiamo a pattinare sul ghiaccio >
< Penso che sia un'ottima idea > - gli rispondo sorridendo - < Sono secoli che dico di voler andare a pattinare, ma nessuno mi ci ha mai portata! >
< E domani ti ci porto io > mi dice Jacob abbracciandomi.
< È pronta la cena > - dice papà entrato in camera senza nemmeno bussare -<A lavarsi le mani >
< Agli ordini! > diciamo insieme Jake ed io e ridiamo. Mentre papà si limita solo a scrollare la testa divertito.
A tavola come sempre Jacob si concede il bis su tutto quello che la nonna cucina. Insieme a tutta la famiglia si parla di cosa ognuno di noi ha fatto durante il giorno, o se ci sono notizia da parte di altri vampiri. La zia Alice, continua a tener d'occhio i Volturi, ma nulla.
< Nessie, è ora della visita > mi dice nonno piegando il giornale e alzandosi dalla poltrona.
< Devo?! Cioè non è meglio farla un altro giorno... > dico.
< Vuoi andare a pattinare, domani? > - mi domanda Jacob senza aspettare una mia risposta continua a parlare - < Visita adesso. Se no, domani niente pattinare >
Ricattatore!!
A malincuore seguo il nonno nel suo studio per la solita visita di controllo. Peso, altezza, prontezza dei riflessi,con lo stetofonendoscopio, mi ascolta i battiti del cuore.
< Stai bene. Sei solo cresciuta ancora di quindici centimetri. Dall'ultima visita... la tua crescita è rallentata > mi dice sorridendo.
< Se si arresta del tutto è ancora meglio > dico sorridendo anche io.
< Sei l'unica persona che sento che non vuole crescere fisicamente > mi dice il nonno.
< Nonno se io cresco ancora di più, va a finire che tra un anno, sarò più alta di Jacob. E non è una cosa bella > - gli dico. Nonno ridacchia.
Torniamo in salotto, dove ci sono tutti che parlano tra di loro e in silenzio, ma non senza farmi sentire. Anche il camminare a piedi nudi, alla presenza di un solo vampiro, crea rumore. E io ne ho otto di vampiri intorno! Mi siedo al pianoforte cominciando a suonare qualcosa. Il primo a venire verso di me è Jacob che si appoggia con le braccia alla coda lucida del pianoforte e mi guarda sorridendo. Mamma si avvicina anche lei, mettendosi accanto a Jacob. Poi arriva papà che si siede accanto a me per suonare insieme. Gli zii giocano a scacchi e i nonni leggono il giornale. La serata si conclude quando papà suona la ninna nanna che ha composto quando sono nata.
La mia mattinata a scuola procede come sempre. Lezioni, verifiche e interrogazioni. Qualche chiacchiera, pettegolezzo scolastico, arriva il momento di andare a casa. Vado al mio armadietto, poso quello che non mi serve per il lunedì successivo, e prendo quello che invece può servirmi. Dopodiché chiudo a chiave l'armadietto ed esco fuori insieme al resto della scuola. Con lo sguardo cerco Jacob e lo vedo li, in piedi accanto alla sua auto che mi aspetta. Ha indosso un jeans scuro, maglione bianco a collo alto e giubbotto di pelle marrone. Appena mi vede sorride. Gli corro incontro e lo abbraccio felice di vederlo.
< Mi sei mancato tanto > gli dico e lo bacio.
< Anche tu, mi sei manicata > mi risponde ricambiando il bacio - < Ho qualcosa per te > mi apre lo sportello della macchina ed io entro dentro. Poi senza aspettare che sale anche lui, apro la busta bianca dai manici rosa e tirò fuori una sciarpa con cappuccio a forma di panda.
< È bellissima! > - esclamo contentissima - < Grazie!! > mi sporgo verso di lui e lo bacio. Provo la sciarpa.
< Ti sta benissimo. Sei bellissima > - mi dice sorridendo - < Ma a te, tutto sta bene >
< Il mio bambù > gli dico mentre lo abbraccio insieme alla sciarpa.
< Da lupo morbidoso... sono diventato una pianta di bambù... wow! > dice ridendo.
Arriviamo allo stadio del ghiaccio e dopo aver pagato l'ingresso e fatto un pochino di fila per avere i nostri pattini saliamo sulla pista.
< Jake c'è un problema, non so pattinare sul ghiaccio > gli dico mentre lui si toglie le scarpe per mettersi i pattini.
< È come andare su roller, solo che al posto di quattro rotelle c'è una lama > mi risponde e fa spallucce.
< Ok. Allora non sarà difficile > dico più a me stessa che a lui. Mi cambio le scarpe e insieme a quelle di Jacob le metto in un angolo.
Un enorme spazio ghiacciato, dove molte persone perlopiù adolescenti si divertono tra loro, ridono e giocano prendendosi a spinte per poi rincorrersi. C'è anche, chi come me, è la prima volta che mette piede sul ghiaccio. Ma l'unica differenza è che sono bambini di 5/6anni mentre io... non somiglio a una bambina!
È mezz'ora che sono sulla pista, e non riesco a tenere l'equilibrio!
La prossima volta cara la mia me, stai zitta! Non era difficile vero?!
< Nessie rilassati... > - mi dice Jacob accanto a me sul bordo della pista - < Dammi la mano e riproviamo >
< Se mi lasci le mani e cado.... ti uccido > gli rispondo mentre mi stacco dalla ringhiera e mi aggrappo a lui.
< Non succederà, non lascerò le tue mani anche se... > - mi dice mentre mi prende le mani - < Stai tranquilla, io sono qui al tuo fianco. Rilassati e fidati di me > sorride. Con la mano sinistra prende la mia mano destra e la sua mano destra mi abbraccia tenendomi stretta a lui. Faccio come dice lui, mi rilasso e muovo un piede alla volta. Pian piano mi accorgo che sto pattinando da sola, lui è al mio fianco che sorride e tiene le mani lungo i suoi fianchi.
< Sto pattinando da sola! > dico a voce alta, da far girare il resto dei pattinatori.
< Sì, stai pattinando da sola > - mi risponde Jake alzando le mani e sorride - < Te l'avevo detto che ci saresti riuscita >
< Sto pattinando da sola la la > - canticchio muovendo il sedere - < Pattino da sola la la > Jake ride divertito e la gente intorno mi guarda come a dire "questa ragazza è pazza".
< Te lo avevo che ci saresti riuscita > - mi dice canticchiando Jake - < Fidati di me che sono il tuo re > è davanti a me ed io gli salto addosso forse con troppa foga, al punto che cadiamo a terra. Lui cade, io gli vado dietro. Continuiamo a ridere divertiti sotto gli sguardi dei pattinatori.
Dopo il tanto pattinare ci sediamo al bar dello stadio. Lo sport ci ha messo fame, due cioccolate calde e qualche biscotto che finisco anche rapidamente e Jacob va al bancone per ordinare dei muffin. Mentre lo aspetto che ritorna al tavolo, una ragazza lascia un foglio per pubblicizzare la festa degli innamorati, in un locale.
The earthly paradise
14 febbraio 2012
Cena a menù libero, accompagnata dalla splendida voce di Mariah e dal piano di Johnathan.
Cosa aspetti? Prenota subito.
< San Valentino, altra festa dove sprecare denaro > dico sbuffando. Jake arriva, posa il vassoio con i muffun, e mi toglie il foglio dalle mani per leggerlo.
< C'è scritto prenota subito, ma mancano si e no quattro giorni > - dice posando il foglio sul tavolo - < Come vuoi passarlo? >
< Questo sarà il nostro primo San Valentino, e non mi va di festeggiarlo con stupidi regalini o cena fuori > gli rispondo perdendo un muffin dal vassoio. Prende un muffin anche lui.
< Allora penserò a qualcosa di speciale > mi dice sorridendo.
< Basta che stiamo insieme noi due... e mi va bene tutto > gli rispondo dando un altro morso al mio dolce.
I giorni passano e la festa degli innamorati si avvicina. Le strade di Forks sono piene di cuori e cuoricini vari. A scuola è un continuo parlare di come festeggiare il San Valentino che praticamente, so cosa fanno gli altri ma non io. Io non so nulla. Jacob non mi ha fatto sapere più niente e va benissimo così anche perché viene di martedì e il giorno dopo ho scuola.
San Valentino.
Mi sveglio con la sensazione che accanto a me ci sia stato qualcuno, ma a parte Jaco, una rosa rossa sul cuscino e l'odore di Jacob non c'è nessuno.
< Jacob! > grido chiamandolo per poi rendermi conto che lui non c'è. Annuso il fiore con gli occhi chiusi e continuo a sorridere.
Bip! Bip!
Mi è arrivato un messaggio e senza vedere il mittente lo apro.
Buon San Valentino principessa! Sono passato per darti la rosa, ti piace? Che idiota! Certo che ti piace e scommetto che stai ridendo :) Il tuo Jake
Sorrido scrollando la testa. Per risposta al suo messaggio decido di mandargli un selfie di me in pigiama con la rosa in mano.
Buon San Valentino morbidoso! E sì stavo ridendo :) che poi ogni volta che ti penso sorrido, praticamente sempre! <3
La tua Nessie
Mi alzo con il sorriso sulle labbra e vado in bagno a lavarmi, poi mi vesto e vado in cucina per far colazione.
< Giorno genitori > saluto i miei che mi guardano sorpresi.
< Buongiorno figlia > mi saluta papà.
< Nessie che programmi hai per oggi? > mi domanda mamma mentre mi serve la colazione.
< Niente perché? C'è qualcosa che non so e che dovrei sapere? > domando un po' sospettosa. Visto che giorno è oggi e mi sveglio con l'odore di Jacob in camera, una rosa sul letto e mia madre che fa domande che non ha mai fatto. E visti i precedenti che succede qualcosa ed io non devo sapere. Il sospetto viene e ci sta tutto.
< No, così domandavo perché è passato Jacob. Il tempo di lasciarti la rosa e andare via perché doveva aprire lui l'officina e non voleva far tardi > - mi risponde mamma - < Ho pensato... che se vuoi organizzare un qualcosa hai casa libera. Tuo padre ed io andiamo a caccia >
< Grazie mamma e papà. Più tardi sento Jacob e... > - dico mentre finisco i miei cerali - < Niente. Più tardi ti mando la lista di cosa voglio cucinare. Casa libera. Cucino io >
< Cucini tu?! Povera cucina allora > mi dice papà scherzando. Ed io gli faccio una linguaccia.
< Pensa a far passare una bella serata a mamma piuttosto > gli rispondo. Poi mi alzo prendo cappotto e zaino e vado a scuola.
Dopo a scuola lo chiamo e gli dico la mia idea.
È dall'inizio delle lezioni che non ho un secondo libero per telefonargli. Sembra che i professori oggi, si sono messi d'accordo per essere puntuali!
< Buongiorno ragazzi > - dice la professoressa di matematica appena noi alunni entriamo in aula - < Prima di iniziare la lezione, vi comunico che il professor Barlow è assente e chi ha lezione con lui, può uscire prima >
Bene allora esco prima e passo direttamente alla riserva.
< Evvai siamo salvi dall'interrogazione! > esclama Matt.
< Tu sei salvo. Sei l'unico che doveva interrogare > gli dice Suzie.
< Ragazzi, aprite il libro a pagina 157... > dice la professoressa sistemandosi gli occhiali sul naso e dando vita alla sua lezione.
Sono davanti agli armadietti con le mie amiche a cambiare il libro per l'ora successiva. Mando il messaggio a mamma.
Mamma, potresti telefonare a scuola e dire che esco prima? Manca il professor Barlow. Grazie.
E nel frattempo parlo con le mie amiche, dove si sono aggiunti anche Matt e Vin.
< Voi che fate dopo. Pranzate qui o andate via? > - domanda Vin - < Jenna e io andiamo a pranzo fuori. Volete venire con noi? >
< Suzie ti va? > - domanda Matt alla sua fidanzata che annuisce - < Sì, ci uniamo a voi >
< Io vado a La Push > - dico poi guardo Lilly e le domando - < Perché non mi accompagni? >
< Non vorrei disturbare... > mi risponde.
< Non disturbi, fidati. Conoscendolo sarà impegnato con le auto che nemmeno si accorgerà di me. E poi scusa, non hai detto che avevi un problemino con la macchina? > le dico. E così riesco a convincerla a venire in officina con me. Mi arriva un messaggio da parte di mamma, dove mi avvisa che la nonna ha chiamato a scuola e mi ha autorizzata ad uscire prima. Dopo che Lilly ha ottenuto anche lei il permesso di uscita, salutiamo tutti e andiamo a La Push.
Arriviamo in officina e come sempre è piena di auto e moto da riparare o pronte per essere ridate al proprietario.
< Ciao Embry. Il capo dove sta? > saluto Embry intento ad aggiustare il motore di una macchina.
< Oh Nessie! Il capo è nel suo ufficio > mi saluta lui alzando la testa dal cofano e sorride.
< Lei è Lilian una mia compagna di scuola e ha un problemino con la macchina. Ci pensi tu? > gli domando.
< Certamente. Che problema ha? > domanda lui a Lilian mentre si pulisce le mani su uno straccio già sporco di grasso e olio, vicino a lui. Lascio i due parlare e vado nell'ufficio di Jacob. Una stanza non molto grande con una scrivania, un divano a tre posti, un mobile dove tiene i documenti dell'officina, un mini frigo e una porta che da su un piccolo bagno.
Appena mi vede, sorride e apre le braccia per chiuderle qualche secondo dopo con me in mezzo. Ci baciamo.
< È successo qualcosa? > mi domanda preoccupato.
< No è tutto apposto. Sono solo uscita prima da scuola e avevo bisogno di vederti e dirti una cosa > gli rispondo.
< Dimmi... > mi dice mentre ci sediamo sul divano.
< Riguarda stasera. I miei non ci sono e ho pensato che avendo casa libera...tu vieni a cena da me, e cucino io > gli dico.
< Cu... cucini tu?! > mi domanda sorpreso.
< É San Valentino e ho voglia di cucinare per il mio amore > - gli rispondo - < Ma se hai altri programmi, dimmeli >
< Avevo pensato di venire a cena da te e portare la cena, un take away. Ma se hai voglia di cucinare tu, va benissimo > mi risponde.
< Aspetta... quindi sapevi che stasera casa è libera... > gli dico.
< Sono due giorni che lo so > - mi risponde lui ridendo - < Come sei venuta qui? Sai che se c'è un'emergenza... >
< Nessuna emergenza, manca un professore e ci hanno fatto uscire prima. Ho chiamato a casa e nonna ha firmato la mia uscita. E qui con me c'è anche Lilly per quel problema alla macchina > gli spiego.
< E tu, l'hai lasciata lì da sola? > mi domanda alzandosi dal divano.
< C'è Embry, scemo! > gli rispondo alzandomi anche io dal divano.
Embry e Lilly sono davanti alla macchina di lei che si guardano, sorridono e arrossiscono timidi. Embry sembra addirittura impacciato nei movimenti e nel parlare. Lilly uguale.
Da quando in qua quei due sono timidi?!
< Imprinting > - mi sussurra Jacob - < Embry ha avuto l'imprinting con Lilly. Non si è nemmeno accorto di noi >
Se è così... ne sono felice per loro..
< Come fai a sapere che è imprinting? > gli domando.
< Sono un lupo. E quasi sette anni fa, è successo anche a me > - mi dice sorridendo - < E la ragazza del mio imprinting, è qui accanto a me >
< Hai ragione. La sua espressione è identica alla tua > gli dico e con la mia mano tocco il suo viso dando il via al mio secondo ricordo di lui. Il primo è quando sono nata e tutta sporca di sangue, papà voleva darmi in braccio a lui, ma era talmente disgustato che non mi ha voluta ed è arrivata la zia Rose.
"Io in braccio a zia Rose. Jacob cammina verso di me e mi vedo crescere attraverso i suoi occhi.
Jacob si inginocchia a terra continuando a fissarmi sorpreso. Poi papà chiama gli zii e corre anche Jacob fuori.
Quando torna dentro Jacob mi sorride e il suo sguardo non è più sorpreso, ma innamorato. Io allungo le braccia verso di lui e la zia Rose a malincuore, mi lascia prendere in braccio da Jacob che gli sorrido. Il mio primo sorriso. Mi sorride anche lui. Il nostro primo sorriso.
Tolgo la mano.
< Ricordo benissimo quel giorno... La mia principessa tra le mie braccia che sorride > mi dice sorridendomi e prendendo la mia mano per darle piccoli baci.
Dopo un po' i due nuovi innamorati, si accorgono di noi.
< La macchiano non ha nulla di grave. Ci metto un attimo ad aggiustarla > dice Embry alla mia amica appena ci vede.
Fa anche il vago!
Lilly annuisce a quello che ha detto Embry.
< Ok allora... Nessie ed io andiamo a comprare da mangiare, mentre tu ripari l'auto > - dice Jacob all'amico e poi guarda la mia amica - < Tranquilla Lilly sei i buone mani > sorride.
Ci fermiamo a un fast food li vicino all'officina a prendere dei panini più bibite e torniamo dai nostri amici. Una volta arrivati Jacob tira giù, fino a metà la saracinesca del locale, segno che si è in pausa pranzo e l'officina è chiusa.
< Ehi Jake, stasera posso non fare la ronda? > domanda Embry all'amico.
Anche stasera qualcuno é di ronda.
< Chiedi a Leah. È lei che fa i turni > gli risponde Jacob.
< Scusate, ma Leah è tornata? > - chiedo a Jacob - < So che aveva da studiare per la tesi e... >
< Sì, è ancora impegnata con gli studi, ma non è più come prima e mi ha chiesto di tornare a far parte del branco > - mi risponde Jacob mentre mangia il suo panino - < E i turni vuole farli lei perché dice che io faccio casino >
< E in effetti non ha poi torto > dice Embry scherzando.
Lilian ci guarda senza capire nulla di quello che stiamo dicendo.
< Chi è Leah? > domanda Lilly.
Lupus in fabula...
Dalla saracinesca semi abbassata si sente entrare qualcuno. Jacob ed Embry si alzano per vedere chi è, ma è solo Leah.
< Ciao > - saluta a tutti in modo generale, mi guarda male come il suo solito e poi si rivolge ai due meccanici - < La mia macchina è pronta? >
< Sì è pronta > - risponde Embry mentre va a prendere le chiavi - < Senti Leah, stasera mi chiedevo se è possibile fare a cambio con qualcuno per la ronda. Sai vorrei festeggiare San Valentino con... > e guarda Lilly che arrossisce e per nascondere il suo rossore finge di bere. Peccato che il bicchiere sia vuoto.
< Non devi dirlo a me, il capo è Jake. Comunque io stasera non posso > - risponde sarcastica la lupa prendendo le chiavi.
< Stasera, prenditela libera > - dice Jacob a Embry sorridendo - < Non credo che stasera devono rompere le scatole > fa spallucce.
Jake, cosa hai in mente?
< Un altro lupo con l'imprinting... > dice Leah con una punta di sarcasmo poi guarda me, Jacob, Embry e infine Lilly, e prima che qualcuno le dica qualcosa, se ne va.
< Che voleva dire... branco... lupi... imprinting... ? > domanda Lilly a tutti non appena Leah va via.
< Ecco... vedi... non... > - inizia a dire Embry senza saper bene da dove cominciare e guarda Jacob - < Jacob? >
< Embry sei tu che devi, non io > gli risponde lui.
< Allora... Credi nelle leggende? > - domanda Embry a Lilly. Poi senza aspettare risposta continua a parlare - < La Tribù dei Quileute, quella di cui io, Jacob, Leah... facciamo parte, discende dai lupi > Lilly guarda me e poi Jacob che annuiamo muovendo la testa su e giù per dire "si è così".
< Non ci credo... mi state prendendo in giro > dice Lilly.
< È tutto vero. Non ci credevo nemmeno io, ma è tutto vero > le rispondo.
< I Quileute, nascono come un popolo di pescatori e che un giorno per difendersi dagli attacchi dai vampiri, scoprirono di trasformarsi in lupo > le racconta Jacob.
Non immaginavo foste capace di raccontare le leggende...
< Vampiri?! > - domanda incredula Lilly poi mi guarda e domanda a me - < Tu, li hai mai visti? >
Tutti i giorni da quando sono nata...
< No, anche perché ci sono loro > le rispondo indicando i due amici.
< E di quell'altra cosa? Imprinting. Che mi dite? > domanda Lilly.
< Quando ci siamo guardati negli occhi mi sono visto accanto a te. Ti ho visto camminare accanto a me, mano nella mano. Ti ho visto ridere con me. Ti ho visto con gli occhi di lupo. E le stesse mie cose, le hai viste anche tu. Questo è imprinting > le dice Embry.
< Sono le stesse cose che ho visto io... > - dice Lilly e vedo gli angoli della sua bocca sollevarsi appena - < Quindi tu saresti l'uomo della mia vita? >
< Se vuoi si > gli risponde lui. E lei come per risposta lo bacia a fior di labbra e poi ride. Nel vedere la scena anche Jake ed io sorridiamo. E li lasciamo un po' da soli.
In macchina nel tornare a casa Lilly è tutta felice e sorridente. E anche un po' incredula su quello che le è appena successo.
< Embry è un bel ragazzo, simpatico, ha un bel fisico e un bel sorriso. Poi è amico di Jacob e questo conta molto. Certo sta cosa dell'imprinting... è strana... > mi dice mentre guida verso casa Cullen.
< All'inizio si, fa un po' strano... ma alla fine ci farai l'abitudine > - le dico mentre accarezzo il bracciale che Jake mi ha regalato per Natale - < Ogni imprinting, è diverso. Quello mio e di Jacob è successo il giorno del mio compleanno... ero da poco entrata a far parte della famiglia. Non ho mai avuto una festa vera e propria e così me ne hanno organizzata una... tra i pochi invitati c'era anche lui.... ci siamo guardati per un secondo negli occhi e... mi sono innamorata!! >
Arrivate davanti casa dei miei nonni, la saluto e appena vedo che con la macchina va via, io mi inoltro nel bosco per andare a casa mia. Saluto mamma, vado nella mia stanza a posare lo zaino, poi in bagno a lavarmi le mani e poi in cucina a preparare la cena con l'aiuto
di mamma. Mentre preparo la pasta da mettere al forno, la preferita di Jacob, insaporisco la carne e pelo le patate, parlo con mamma. Ci raccontiamo come sono andate le nostre giornate.
< Non credevo di poter fare questo con te... > mi dice mamma mentre sistema l'impasto per un dolce nella teglia. La guardo - < Quando ho sposato tuo padre, non pensavo di diventare mamma e per tanto non credevo che un giorno ti avrei aiutata a cucinare per il tuo fidanzato >
< Mamma! > esclamo arrossendo un pochino.
< Che ho detto mai! > mi dice ridacchiando - < Sai quante altre cene o pranzo farai per lui? Tanti > sospiro.
Poi arriva papà scherzo e gioco un po' con lui.
< Stasera mi sa che restiamo a casa, Bella > dice papà scherzando.
< Non se ne parla per niente. Mi hai promesso una caccia romantica... e la pretendo > gli risponde mamma. Papà sbuffa sorridendo e poi va a prepararsi insieme a mamma. Poi una volta pronti mi salutano e vanno via.
***
Ecco un nuovo capitolo che all'inizio aveva un altro titolo (che sarà quello del prossimo capitolo). Come il capitolo "Buon compleanno", anche questo è stato diviso in due parti che purtroppo visto il racconto iniziale (del capitolo originale), ho dovuto cambiare nome e foto.
Va beh... mi sto dilungando troppo vi saluto. Ciao ciao e buon San Valentino ehm... volevo dire 25 aprile 😄