SOFIA
Siamo arrivati alla festa da un po' e Michele non si è staccato da me, neanche per un secondo. Pare agitato e non capisco come mai.
Ogni volta che intrattengo una conversazione con qualcuno, con una scusa ci interrompe e mi conduce altrove.
Sta iniziando a darmi sui nervi.
"Va tutto bene?" Domando scocciata.
"Fammi pensare... è sabato sera e sono ad una festa con la mia ragazza che, oltre ad essere bellissima, si preoccupa per me. Quindi, sì, è tutto perfetto" risponde lui prima di stamparmi un bacio sulla fronte.
Messa così può anche aver ragione, peccato non ne sia ancora convinta.
"Non sembri tranquillo. Ci tengo solo farti sapere che puoi parlarmi di tutto" confesso sinceramente, accarezzando la sua mano.
Non risponde, ma sospira e comincia a guardarsi intorno finché il suo sguardo non si fissa su un punto ben preciso: Giordano.
"Devo andare un secondo, non muoverti da qui" dice all'improvviso Michele.
Subito dopo si incammina per raggiungerlo.
Per quale motivo cambia atteggiamento quando lui è nei paraggi?
Poso il mio drink e mi siedo afflitta, senza perderli d'occhio. Preferisco non abbassare la guardia.
La prima nostra vera serata insieme la sto passando ad essere trattata come una bambola. Mi appoggio allo schienale, concedendomi il lusso di distendere le gambe.
"Una volta non era così" mi ricompongo non appena riconosco la voce di Valentina. "Non il tuo ragazzo, il suo amico!" continua lei.
"Cosa vorresti dire?"
"Ho visto che lo stavi fulminando con lo sguardo. Non posso rivelarti molto, in pratica qualche anno fa è capitato qualcosa di cui si ritiene responsabile. Ingiustamente, secondo il mio modesto parere.
Ascolta, ho fatto caso a come si rivolge a te e intendo farti sapere che non è lo stronzo che appare" commenta lei con espressione rassicurante.
"Non è questo a preoccuparmi, il vero problema è come Michele si comporta in sua presenza."
"Te ne sei resa conto, eh? Ti sto già dicendo troppo, però credo che meriti una spiegazione. Lui, all'epoca, era al fianco di Giordano per aiutarlo in prima linea con la sua battaglia. Te ne sarai già accorta, ma hai accanto una persona stupenda. Devi avere fiducia, quando sarà pronto si aprirà con te. È un po' arrugginito quando si parla di sentimenti."
Sentimenti?
"Credimi, non me ne sono solo accorta, mi sorprende ogni giorno che passa. È proprio la paura di perdere una fortuna così grande a terrorizzarmi" ammetto ad alta voce.
"Potete farvi solo del bene a vicenda, vedrete" detto questo, si avvicina e mi stringe in un abbraccio.
Proprio vero che le apparenze ingannano. Valentina sta dimostrando di essere tutto l'opposto di quello che credevo.
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"Piccola, cosa stavate confabulando prima?" Mi chiede Michele una volta aver finito di parlare con Giordano.
"Nulla di importante, chiacchiere tra donne" dichiaro cercando di chiudere il discorso, ma lui non sembra convinto e lo capisco da come mi guarda. "D'accordo... evidentemente ti fischiavano le orecchie, bel ragazzo dagli occhi nocciola" tento di distrarlo con un complimento.
Non funziona.
Questo è il primo sintomo dell'influenza del suo amico.
"Devo ricordarti che sono nato prima di te?" Ribatte pizzicandomi la punta del naso con le dita.
Detesto quando lo fa, neanche fossi una bambina.
"Ok, magari hai un'amica che ti vuole davvero bene e che allo stesso tempo è talmente buona da aiutare anche me. Non riuscirai a scucirmi altro però, sono desolata!"
Dopodiché prendo Michele per un braccio e lo spingo nella sala dove si sta svolgendo la festa.
Dopo qualche ballo comunque iniziamo entrambi a sentire il bisogno di allontanarci mio ragazzo ricomincia con le lamentele.
"Balliamo ancora per poco, vero? Ho bisogno di stare da solo con te" sussurra lui, tenendomi abbracciata da dietro.
Non sa che stiamo pensando la stessa cosa. Mi lascio andare contro di lui, muovendoci a tempo di musica.
"Giusto un altro po', altrimenti Christian potrebbe rimanerci male" lo provoco.
"Fidati, è abbastanza impegnato da non accorgersi di noi."
Dopo questa termino ufficialmente le scuse.
Lui se ne accorge e prende in mano la situazione.
"Vado a recuperare l'auto, torno subito." esce di tutta fretta, mollandomi di colpo.
Quanta gentilezza.
Nel frattempo vado a salutare gli altri, in modo da raggiungerlo fuori. Il grande capo si arrabbierà perché sto disobbedendo? Chi se ne importa, mi ha comandato a bacchetta per una vita intera.
È una serata nuvolosa e piuttosto ventilata, tanto che inizio a sfregarmi le braccia nude con le mani. Rientrare non mi sembra più una pessima scelta.
"Stasera sei tu la fortunata?"
Una ragazza dai capelli corti color rosso fuoco pone proprio questa domanda alla sottoscritta.
La osservo meglio e sono sicura di non conoscerla.
"Come, scusa?" chiedo perplessa.
"Stai aspettando che-"
"Cristina," la interrompe Giordano arrivato di corsa "che piacere trovarti qui... stai già facendo amicizia? Ti presento Sofia, la ragazza di Michele."
Lei strabuzza gli occhi.
"Oddio! Allora è vero che le persone non smettono mai di sorprenderti. Ti invidio dal più profondo del mio cuore" esclama con una risatina da oca giuliva.
"Va bene, tesoro. Dopo quest'amorevole confessione, che ne diresti di portare la tua gelosia da un'altra parte? Andiamo."
Rientrano subito, senza filarmi di striscio.
Sono sempre più irrequieta. Cosa cavolo sta succedendo?
Inizio a tormentarmi i capelli per placare l'ansia, voglio andarmene ora.
Riconosco i fari della sua MiTo e mi incammino. Se non avessi questi maledetti tacchi inizierei a correre.
Appena salgo a bordo, non mi trattengo.
"Ho conosciuto la tua amica Cristina."
Michele si volta di scatto verso di me.
Mentre penso stia per rispondere gli arriva un messaggio e si rilassa visibilmente. Anzi, sorride pure.
"Gelosa?"
Ora lo mando a quel paese.
"No! Sto solo cercando di capire se è di amicizia che stiamo parlando."
"Sei più intelligente di così, scommetto che ti sei data una risposta."
"Eravate fidanzati?"
"Neanche lontanamente" risponde non riuscendo a trattenere una risata. "Il resto però puoi immaginarlo."
Meglio non approfondire la questione. Tutti noi abbiamo un passato e bisogna essere in due a decidere se condividerlo o meno.
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"Sei sicura che tuo zio non salterà fuori dall'armadio per strangolarmi?" chiede Michele, mentre comincia a tirare giù la zip del mio vestito.
Accompagna il movimento con dei dolci baci sparsi lungo tutta la schiena... sto per sciogliermi dal calore che mi sta attraversando.
Intanto ho deciso: voglio farlo. Voglio farlo con lui, voglio che lui sia il mio primo e ultimo.
"Puoi stare tranquillo. Nessuno, a parte me, ti salterà al collo stasera."
Finisce di svestirmi e iniziamo a indietreggiare.
Quando le mie gambe toccano il bordo del letto, Michele spinge delicatamente per farmi sdraiare. Nel frattempo lui rimane in piedi di fronte a me e lo vedo percorrere il mio corpo con lo sguardo.
"Perfetta. Semplicemente perfetta" mormora senza fiato.
È costretto a prendere un respiro a pieni polmoni per riprendersi.
Cavolo, adesso si rivela essere lui quello a doversi fare coraggio.
"Grazie, ma per i miei gusti sei ancora troppo vestito" confesso in imbarazzo.
È il momento. Sto per vedere un ragazzo nudo e andando incontro alla notte più bella della mia vita. Un defibrillatore, subito.
"Michele, non sai cosa voglia dire per me. Non mi sono mai fidata di qualcuno fino a questo punto."
Per un attimo Michele smette di accarezzarmi. Non vorrei aver detto qualcosa di troppo. Lo temo perché in questo istante è rimasto a fissarmi con improvvisa freddezza. Pensa che io gli stia mentendo?
"Sono io a doverti ringraziare, credimi. In questi giorni ho conosciuto emozioni che credevo di non poter provare" ammette lui titubante.
Allarme rientrato.
Riprendiamo a baciarci e questa volta la sua mano non si ferma sul bordo delle mie mutandine, ma arriva al centro della mia femminilità.
"Non riesco più a resistere, te lo giuro" mi sussurra all'orecchio.
Dovrei fargli sapere che sono completamente inesperta? Intanto che sto per decidere, con un dito entra dentro di me.
"Ahi. Piano, ti prego."
"Tutto quello che vuoi, Sofia" mi sussurra all'orecchio.
Ho deciso, mi butto.
"Solo che, sai... non l'ho mai fatto. Per me è la prima volta."
Il tempo si ferma. Non ero decisamente preparata alla sua espressione e mi spavento. Stavolta pare aver smesso di respirare sul serio.
"Dovrai essere più precisa, Sofia, perché la mia mente sta viaggiando e devi fermarla."
"Sono vergine" serro gli occhi mentre lo confesso.
MICHELE
Mi sta prendendo per il culo? Com'è possibile?
Distesa sul letto, con le labbra ancora gonfie dei miei baci, mi osserva senza spiegarsi la mia reazione.
Non ci vedo più dalla rabbia, mi stacco subito da lei e sono a tanto così dal mettermi ad urlare.
"Che... che ti succede?" Domanda lei con la voce che le trema.
Vuoi davvero essere accontentata? Come desideri, cara.
Recupero il telefonino, digito quella che è appena stata la mia scoperta e glielo mostro.
SOFIA
Lo vedo digitare qualcosa al cellulare, per poi mostrarmi una chat di whatsapp.
Giordano: "Interrompo qualcosa? ;) Ho appena saputo che domani lui sarà al pub, potremmo ottenere giustizia tra pochissimo. Te ne rendi conto? Finalmente, cazzo."
e Michele gli ha appena risposto.
"Stai zitto, salta tutto. Sei un idiota! Voglio sapere come hai fatto a sbagliarti così. Porca puttana, è vergine!"
In quell'istante Giordano scrive ancora.
"Se è uno scherzo dimmelo subito. Mi sto già incazzando."
Il telefono mi viene tolto dalle mani.
"Che significa?" Riesco a domandargli.
"Non sai nemmeno leggere ora?"
Ma chi ho davanti in questo momento?
"Ho bisogno di una spiegazione, non puoi-"
"Eri un cazzo di piano, ok? Abbiamo evidentemente sbagliato persona" dichiara fissandomi negli occhi.
Dopo questa rivelazione non reggo più. Ho voglia di strapparmi i capelli, piangere e picchiarlo. Di cosa sta parlando?
Forse mi sono addormentata durante il tragitto e tutto questo non sta succedendo. Deve trattarsi di un incubo.
"Perché? Spiegami almeno il motivo!" Inizio ad urlare.
"Non ti interessa."
"Come puoi dirlo? Ma ti stai ascoltando? Era tutta una farsa? Hai davvero finto per tutto il tempo?"
"Sì, porca troia!" Grida a sua volta.
Mi porto una mano tremante al collo, avvertendo il sangue caldo scorrermi sulla pelle diventata, adesso, gelida.
Non sapevo si potesse uccidere qualcuno soltanto con le parole.
Intanto Michele si riveste di tutta fretta e fa per andarsene ma, ormai, sono disperata e le provo tutte. Quindi mi piazzo davanti alla porta di casa in un disperato tentativo di non farlo passare.
"Togliti, per favore" dice senza degnarmi di uno sguardo.
"Michele, ti scongiuro, possiamo parlarne?"
"Parlare? è quello che abbiamo fatto per due fottute settimane! Non ne posso più. Non vedevo l'ora che arrivasse questa sera per mettere fine a tutto. Sarai anche innocente in quel senso, eppure non dimentico da quali persone sei circondata. Da questa sera scordati anche il mio nome" dichiara sprezzante.
Con estrema facilità, mi sposta di lato ed esce di casa.
Mentre io sono letteralmente a pezzi.