#Fame
«Quanto sono buone le tortillas.»biascico leccandomi le dita ricoperte di briciole. «Morirei per loro.»
«La smetti di ingozzarti come un Buddha famelico?»sbuffa mamma seduta sul divano accanto a me. «Sembri un vichingo bavoso.»
Sospiro e la guardo confusa. «Penso che tu abbia esagerato con la droga, stasera.»
«Basta.»sbotta alzandosi. «Me ne vado. Tu piuttosto.»mi indica strabuzzando gli occhi. «Preparati perché devi andare alla festa di autunno.»
«Merda.»sussurro impietrita. «Speravo che te ne dimenticassi.»
«E invece no!»urla ridendo dalla cucina.
Mi alzo e strascico i piedi per le scale arreggendomi allo scorrimano. Fingo un urlo disperato. «Aiuto, mi sono slogata una caviglia!»esordisco dispiaciuta. «Che peccato, credo che non potrò ballare così.»
Mamma sbuca dalla cucina alzando un sopracciglio. «Non me ne frega, ci vai lo stesso. A costo di prenderti a calci nel culo.»
Alzo le braccia al cielo disperata. «Certo madre, come desidera.»fingo una riverenza, e a passo di danza mi richiudo in camera mia. Lancio il pacco di patatine sul letto e con uno sbuffo annoiato apro l'armadio.
Comincio a rufolare a caso tra i vestiti e li lancio in terra come una furia fino a quando il mobile non è vuoto. Fisso il legno imbestialita. «Non è possibile.»sibilo contrita. «Ho solo pantaloni e magliette.»
Do uno sguardo al tappeto di capi sparsi sul pavimento, e li osservo meditabonda.
«Okay.»sospiro annoiata. «Passiamo al piano B.»
Indosso le prime cose che mi capitano in mano, e mi guardo allo specchio.
Vanno bene un paio di jeans e una maglietta con i popcorn, vero?
All'improvviso sento bussare alla porta, e la chioma rossa di mamma entra dentro la camera. «Che casino.»esclama saltellando tra i vestiti. «Sembra che sia passato Mister Becco.»ridacchia.
La guardo allarmata. «Ti prego non mi ricordare quel pappagallo da quattro soldi ora che finalmente si è levato di torno.»
Aggrotta le sopracciglia e mi fissa senza rispondere alla mia affermazione. Indica lo specchio con astio. «Tu pensi veramente di andare ad una festa vestita così?»
Mi osservo i jeans stranita e le lancio un'occhiata insicura. «Dici che erano meglio i pantaloni della tuta?»
Si spalma una mano sul viso. «No.»ribatte sull'orlo di una crisi isterica. «Dico che dovresti indossare un vestito. Un vestito vero.»
«Un vestito?»spalanco gli occhi terrorizzata. «V-vero?»
«Sì.»finge un sorriso. «Hai presente, quelli fatti di cotone che indossi in occasione delle feste? Proprio quelli.»
Metto il broncio quando la vedo sparire dietro la porta e farmi cenno di aspettare. Apro le braccia e con un balzo mi butto a peso morto sul letto, ma mi accorgo troppo tardi che sopra il materasso si trovava il pacco aperto di tortillas. Apro un occhio impaurita, e vedo la busta in terra con le patatine sparse sui vestiti.
Mugugno qualcosa di incomprensibile e mi tappo gli occhi. «'Fanculo la vita.»borbotto sbattendo i piedi che rimbalzano sul letto morbido.
«Trovato!»esordisce allegra mamma entrando in camera. «Sembra fatto apposta per te.»
Allargo le dita un po' scettica per vedere l'oscenità che mi tocca indossare, ma quando metto a fuoco rimango a bocca aperta.
È un semplice vestito leggero con la vita stretta e la gonna ampia, le maniche a tre quarti finiscono con un ricamo particolare che si accoppia bene con il motivo floreale dell'intero capo. Mi ricorda un po' gli hippie, ma in fondo ha ragione: rispecchia molto la mia personalità stramba.
Mi alzo con uno scatto e lo afferro. «Mio.»dico stringendomelo al petto.
«Come vuoi.»alza le mani divertita. «Tanto io non me lo metto più.»
Sospiro vittoriosa e mi tolgo gli straccetti che ho addosso per provarmelo. Appena scivola perfettamente sul mio corpo sorrido davanti allo specchio, e improvviso la danza della vittoria ancheggiando come un'idiota.
«Come osi?»mi rimprovera mamma indicandomi.
La guardo preoccupata.«Eh?»
«Come osi farla senza di me?»sorride dandomi una spinta con il sedere e cominciando ad ancheggiare come stavo facendo prima. Scoppio a ridere e la seguo sculettando pensando al fatto che per fortuna siamo dentro casa e non ci può vedere nessuno.
Il suono del campanello frena la nostra spettacolare danza, e mi sistemo meglio i capelli per potermi fare due trecce. Lancio un'occhiata di sbieco alla donna col fiatone accanto a me. «Qualcosa non va, cara mammina?»sghignazzo derisoria.
Mi guarda furente e si raddrizza avviandosi verso la porta. «No, va tutto a gonfie vele.»
«Tranquilla mamma, non sei ancora vecchia!»urlo per farmi sentire al piano di sotto. «Per ora.»aggiungo a bassa voce.
Finisco di intrecciarmi i ciuffi castani e soffio infastidita su una ciocca ribelle scappata dal gommino. «Vuoi fare la stronzetta.»borbotto osservandola, ma alla fine mi ritrovo con gli occhi storti e devo sbattere le palpebre un paio di volte per farli tornare normali.
Sorrido al mio riflesso un'ultima volta e mi chiudo la camera alle spalle. Credo che domani sarà un bel problema doverla mettere a posto. Corro a mettermi le solite scarpe consumate e scendo le scale saltandone tre alla volta, constatando che stasera non ho poi così tanta sfiga attaccata addosso. Scorgo mia madre alla fine delle scale che mi guarda orgogliosa con le lacrime agli occhi, mentre accanto a lei si trovano Andy e Gab.
Il biondo mi fissa a bocca aperta come se gli avessi appena detto di essere lesbica, e il riccio mi osserva senza un'espressione ben precisa. Noto però, con un piacere mai provato prima, che ha quella strana luce negli occhi. Deglutisce vistosamente. «Sei bella.»esordisce perplesso, come se mi vedesse per la prima volta. Abbasso lo sguardo, in imbarazzo.
Andy annuisce. «Baby, ringrazia Dio che non sono etero.»sospira affascinato. «Perchè ti avrei fatto cose che nemmeno Christian Gray avrebbe pensato di fare.»
Strabuzzo gli occhi sotto le grasse risate di mia madre. «Grazie Andy, ma non era estremamente necessario quel commento.»
Fa spallucce e mi porge la mano per scendere l'ultimo scalino. «Ho detto la semplice pura e casta verità.»
Gab si passa una mano tra i ricci corvini.«Strano, perché gli aggettivi “puro” e “casto” non vanno d'accordo col tuo nome.»
Mia madre tira fuori il telefono divertita e ci guarda. «E adesso è il momento di fare le foto!»dice eccitata.
«Oh signore.»sussurro disperata. «Tutto ma non questo.»
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La scuola è addobbata con striscioni e stemmi colorati della squadra di football, sembra quasi un altro posto.
«Vista da così sembra accettabile.»commenta Gab al mio fianco.
«Hey ragazzi!»urla una voce dietro di noi. Ci giriamo tutti e tre, trovandoci davanti Marta. È molto carina stasera, indossa una salopette di jeans con toppe colorate e un paio di tacchi che la rendono troppo alta.
«Marta, come va?»domanda il biondo abbracciandola sotto il suo sguardo sorpreso. «Sei fantastica stasera.»
«Oh.»arrossisce visibilmente. «G-grazie.»
Ci avviamo insieme dentro la palestra, il luogo in cui hanno deciso di fare questa benedetta festa, e appena entriamo la musica techno ci uccide i timpani.
«Ma questa è musica da drogati!»bercio indignata. «Sono suoni deplorevoli!»
Andy sghignazza accanto a me. «Certo, infatti adesso il dj ti ascolterà e metterà una di quelle canzoni orribili che piacciono a te.»
Incrocio le braccia. «Gne gne gne.»lo scimmiotto offesa. «Adesso il dj ti ascolterà.»
Gab alza gli occhi al cielo, divertito. «Sei impossibile.»
«Ragazzi su con la vita!»alza le braccia in aria il biondo. «Stanotte potremo imbatterci in un incontro passionale con un bel manzo!»
Lo guardo indispettita. «Se lo dici tu.»
Sparisce tra la folla insieme al riccio prima che possa aggiungere qualcos'altro e osservo Marta che si stringe nelle spalle a disagio.
Le poggio una mano sull'avambraccio dato che stavolta alla spalla non ci arrivo. «Tutto bene?»
Sbatte le palpebre, ritornando in sé. «Sì sì.»ribatte lanciando occhiate verso una parte del salone. «Mi era sembrato di vedere...»scuote la testa, insicura. «No, niente.»
Aggrotto le sopracciglia. «Chi hai visto?»chiedo apprensiva. «È quello stronzo con la mania di spiaccicare gente agli armadietti?»guardo seguendo i suoi occhi. «Vuole un altro assaggio dei miei pugni mistici?»
Continua ad osservare qualcuno tra la folla che non riesco a vedere data la mia scarsa altezza, e stringe le labbra. «No, non è lui.»sibila infuriata. «È il coglione di mio fratello.»
Strabuzzo gli occhi. «Tuo fratello è qui?»
«Sì.»e indica un punto davanti a sé. «Proprio qui.»
Intercetto la traiettoria del suo indice, e sprofondo.
SONO TORNATA MUAHAHAHA!
Secondo voi chi è il fratello di Marta eh😏 Dai è facile!
Guardiamo adesso che cosa combineranno😂