THOR'S POV
Il giorno seguente venni a sapere che mio padre aveva rinchiuso Jane in una delle stanze del palazzo, così andai a parlare con lui. Se riteneva Jane responsabile della morte di sua moglie si sbagliava, erano stati Malekith e i suoi Elfi Oscuri e dovevo farglielo capire. Tutti eravamo addolorati per mia madre, ma non dovevamo farci accecare dal dolore e dalla rabbia. Lo trovai nella Sala del Trono insime a Fandral, Volstagg e qualche guardia che parlavano di come ripristinare le difese di Asgard, dopo che gli Elfi Oscuri le avevano distrutte.
<<Ora è tua prigioniera?>> gli domandai interrompendolo.
Lui mi guardò e poi ordinò a tutti di lasciarci soli. Aspettammo che fossimo da soli prima di parlare.
<<Non voglio discutere con te>> mi disse lui.
<<Nemmeno io con te, ma intendo dare la caccia a Malekith>> lo informai.
<<Noi abbiamo l'Aether. Malekith verrà da noi>> mi rispose.
<<Sì, e ci distruggerà tutti per trovarlo>> esclamai io. <<Come puoi permettere una cosa del genere? Se porterò Jane nel Mondo Oscuro, attirerò Malekith lontano da qui. Poi quando riprenderà l'Aethersarà vulnerabile e io potrò distrugerli entrambi, salvando la vita di Jane>> gli spiegai cercando di farlo ragionare.
<<E se fallirai ... l'arma finirà nelle mani nemiche>> rebatté lui.
<<Se non lo facessi il rischio sarebbe ancora più grande>> gli feci notare.
<<Se verrà i suoi uomini cadrebbero su 10.000 lame asgardiane>> mi assicurò mio padre molto sicuro di sé.
<<E quanti dei nostri sulle loro?>> ribattei tentando di restare calmo.
<<Tutte quelle che saranno necessari!>> disse gridando.
Come poteva dire una cosa del genere? La rabbia lo aveva accecato.
<<Combatteremo! Sino all'ultimo respiro asgardiano. Sino all'ultima goccia di sangue asgardiana>> continuò e poi andò a prepararsi con i suoi soldati.
Non avrei permesso una cosa del genere, sacrificare un intero popolo senza motivo. Dovevo impedirglielo. Mia madre non avrebbe approvato un piano del genere. Dovevo agire senza l'aiuto di mio padre, per fortuna i miei amici sarebbero stati al mio fianco e anche Heimdall se lo avessi convinto. Mi incontrai con lui in un bar in città, lontano da mio padre e dalle sue guardie. Heimdall accettò di vedermi e, quando arrivò, si sedette di fronte a me al tavolo in cui ero seduto.
<<Pensavo fossi al consiglio di guerra>> dissi quando si sedette.
<<Il Bifrǫst è stato chiuso per ordine di tuo padre. Fronteggiamo un nemico invisibile perfino ai miei occhi. Mi sto chiedendo a cosa serva un guardiano come me>> mi disse lui.
<<Malekith ritornerà, lo sai. Mi occorre il tuo aiuto>>
<<Non posso contravvenire al volere del mio sovrano, nemmeno per te>>
<<Non ti sto chiedendo di farlo. Ma mio padre è accecato dal dolore e dall'odio, Heimdall>> gli dissi.
<<Come tutti noi>> rispose Heimdall con tristezza.
<<Io vedo abbastanza bene. Ogni cosa che faremo d'ora in poi sarà un rischio, ma non c'è altro modo>>
Heimdall rifletté un attimo sulle mie parole.
<<Che cosa vuoi che faccia?>> mi domandò.
<<Ti chiedo di commettere un atto di tradimento, insime a me e i miei amici>> risposi determinato.
Lui sospirò e poi accettò. Ci riunimmo in un posto sicuro, insime a Fandra, Volstagg e Sif, per parlare del mio piano di fuga. Se fossimo riusciti a salvare Jane, avremmo anche salvato Asgard e il suo popolo, inoltre saremmo anche riusciti a fermare Malekith.
<<Per prima cosa dobbiamo portare via Jane dal nostro regno>> dissi.
<<Il Bifrǫst è chiuso e il Tesseract è nei sotterranei, come pensi di fare?>> mi chiese Sif.
<<Esistono vie nascoste per uscire da Asgard. Vie conosciute solo da pochi>> le rispose Heimdall.
<<Solo a uno in verità>> lo corressi io.
<<Non dirmelo>> esclamò Volstagg che aveva già capito a chi ci stessimo riferendo.
Nessuno era entusiasta della cosa, ma non avevamo scelta. Nella stanza udii i sospiri e le facce seccate dei miei amici, nessuno voleva che chiedessi aiuto a quella persona.
<<Mi dispiace, amici. Ma solo lui conosce quelle vie e so che ci aiuterà>> dissi fiducioso interrompendo il silenzio che si era creato.
<<Come fai ad esserne così sicuro?>> mi domandò Fandral scettico dell'idea.
<<Perchè non potrà rifiutare la mia offerta. Anche lui è in cerca di vendetta e, se potrò dargliela, lui accetterà senza tirarsi indietro. Fidatevi di me>> li rassicurai.
<<Noi ci fidiamo di te, Thor. E' di lui che non ci fidiamo! Pensi che non proverà a tradirti?>> mi disse Sif per niente convinta.
<<No, è ovvio che ci proverà. Non sono uno stupido. Ma se lo farà, io non avrò dubbi ad ucciderlo. Tutto quello che c'è stato fra noi in passato non esiste più e la speranza che nutrivo verso di lui è scomparsa. Vi prometto che starò attento, ma lui ci serve>> insistei.
Tutti sbuffarono e, contro la loro volontà, accettarono di fidarsi delle mia parole. Proseguii per illustrargli il resto del mio piano e tutti furono d'accordo sulle strategie da adottare. Appena concludemmo ci andammo subito a preparare, ognuno alla sua postazione, ormai non avevamo tempo da sprecare. Malekith poteva essere sopra alla nostre teste, senza che ce ne accorgessimo. Heimdall tornò alBifrǫst per distrarre mio padre, Fandral andò fuori dalla città ad attendermi, Volstagg andò nella Sala del Trono a sorvegliare la navicella degli Elfi Oscuri e Sif andò a prendere Jane. Io mi diressi alle prigioni a prendere l'uomo che ci avrebbe portato via da Asgard: Loki.