Eilà!
Finalmente sono tornata.
Sono da poco rientrata da una delle vacanze più belle di sempre.
Ho trascorso dei giorni indimenticabili insieme alla mia famiglia staccando per un po' da tutto e da tutti per poter ammirare ciò che la vita ci offre.
Molto spesso, distratti dalla società che ci circonda, non ci accorgiamo neanche delle meraviglie che ci circondano e di quanto sia bello soffermarsi su ogni piccolezza.
Ho imparato che viaggiare è un qualcosa di stupendo e affascinante.
Anche se normalmente possa sembrare un'esperienza pubblica, io penso che il termine in sè "viaggiare" sia qualcosa di molto personale.
Girare, visitare luoghi nuovi, bellissimi, senza essere giudicato da nessuno, permette di riflettere.
Ci si guarda dentro e si scoprono nuovi lati del proprio carattere...da soli.
Non starò qui a raccontare cosa ho vissuto, anche perché sarebbe difficile spiegarlo a parole...però ci tenevo semplicemente a dire che questi giorni stupendi li porterò dentro per sempre.
Li chiuderò dentro ad un cassetto nascosto, dove nessuno potrà arrivare, e custodirò con gelosia la chiave.
Volevo anche dirvi grazie per avere avuto la pazienza in questi giorni di restare senza capitoli, però sentivo la necessità di allontanarmi per un breve arco di tempo.
Adesso sono tornata e vi annuncio che ho scritto un capitolo chilometrico tra un posto e l'altro per farmi perdonare dell'assenza.
Ho cercato di trasmettere tutta la mia felicità e positività anche all'interno di questa storia, scrivendo un capitolo del quale sono molto soddisfatta.
(È diviso in varie parti visto che è stato scritto in più giorni e in luoghi diversi.)
Non so chi abbia letto fino qui...
Ma ora rilassatevi e godetevi il lungo capitolo, ne vale la pena. Spero tanto di essermi fatta perdonare😂💖
Buona lettura.
Il sole fece presto a sorgere all'orizzonte di quella splendida spiaggia. Nessuno camminava sulla riva del mare. Tutti erano ancora immersi nel mondo dei sogni a godersi le ultime ore di riposo, prima di iniziare una nuova giornata.
C'è chi è felice di alzarsi, e invece chi preferirebbe restare steso sul comodo letto.
Chi è già immerso nel traffico.
Ci sono tanti "tipi" di persone, anche se alla fine siamo tutti uguali.
Alcuni direbbero: nessuno va sulla spiaggia così presto.
Eppure c'erano due ragazzi che proprio su quella spiaggia, su quella sabbia, sotto quel cielo, la sera prima si erano amati, si erano donati l'uno all'altro.
Ormai l'estate stava giungendo al termine e il leggero fresco autunnale iniziava a farsi sentire.
Una fresca brezza sfiorò la pelle di Benjamin e Federico.
Quest'ultimo era ancora stretto tra le braccia del maggiore, coperto solo da un sottile asciugamano portato nello zaino di pelle del moro. Ma a lui bastava. Non poteva chiedere altro.
Aveva la testa poggiata sul petto dell'altro e, dopo aver aperto gli occhi, subito sorrise al ricordo della sera precedente.
Era la prima volta che si svegliava prima Federico.
Ogni volta che il biondino dormiva con il moro, fino a quella mattina, si era sempre svegliato il più grande per primo.
Quel giorno invece ebbe la possibilità di vederlo dormire.
Guardò la sua espressione felice.
Era calmo e rilassato.
Appoggiò la testa sul suo petto e sentì il suo respiro regolare.
Poi osservò la mano unita con la sua sopra il suo ventre.
Può sembrare banale, ma per il minore considerò quella scena stupenda.
Amava le mani di Benjamin.
O meglio, amava la protezione che gli davano le mani di Benjamin.
Il più piccolo tra le sue braccia si sentiva protetto...si sentiva al sicuro.
Subito dopo la sua attenzione venne rapita dal mare.
Incredibile come fin da bambino, amava quel luogo ed ora, nonostante fosse cresciuto, continuava ad amarlo.
"Voglio risolvere il mistero del mare.
Il segreto delle onde"
Pensava da piccolo.
Ma forse in quel momento stava iniziando a comprendere il loro segreto.
Forse non esisteva nessun segreto.
Ma Federico non perdeva le speranze.
Avrebbe continuato a cercare.
Forse stava iniziando a capire che le onde del mare provocano stati d'animo, in base al proprio umore temporaneo.
Forse proprio in quel momento, stavano provando a svelargli qualcosa di ancora sconosciuta.
《Mhh》 Mugulò il moro iniziando a stiracchiarsi sull'asciugamano continuando a stringere il minore, riportandolo alla realtà.
Federico a quella visione iniziò a dargli tanti bacini sul viso, per poi baciare le sue labbra.
《Buongiorno Tato》
Benji sorrise.
《Mhhhh》
《Tato, dobbiamo alzarci. Le mie ossa non reggono più》 Gli disse tra un bacio e l'altro.
Ed effettivamente era vero. Avevano dormito per tutta la notte in una posizione molto scomoda e di conseguenza il loro corpo ne stava risentendo le conseguenze.
《Se dormire sulla sabbia significa avere un risveglio così, allora ci dormirò più spesso.》
Gli confessò Benji aprendo i suoi grandi occhioni.
《Ti è piaciuto il risveglio?》
《Da morire》
Sussurrò il moro catturando le sue labbra.
《Guarda, è l'alba. Il sole è appena sorto.》
《Già》Disse Benji interrompendo il loro bacio.
《Noo》 Si lamentò il biondo.
A quel gesto di disapprovazione il moretto rise e gli cinse i fianchi attirandolo a sè.
《Cosa c'è bimbo?》
《Ti prego baciami.
Baciami e non ti fermare.
Baciami senza respirare.
Baciami come il mare bacia la sabbia.》
Il moro aggrottò la fronte.
《Che intendi?》
《Non lo vedi Ben?》
Girò leggermente la testa per guardarlo negli occhi.
《Osserva. Cosa vedi?》 Continuò Fede.
《Il mare.》
《Ok, e poi?》
《Vabbè poi la spiaggia. Ma cosa c'entra?》
《Soffermati sulle onde.》
Benjamin continuò a guardarlo confuso.
《Ancora niente?》
《No, mi dispiace biondino ma non sono un filosofo come te.》
《Baciami allora. Così lo diventerai.》
《Ne sei sicuro?》
《Sicurissimo》
《E allora ti bacio. A patto che mi spieghi il discorso che stavi facendo prima.》
《Non trovi sia affascinante il modo in cui il mare cerca sempre di baciare la sabbia, nonostante tutte le volte che viene mandato via?》
《Beh, diciamo che non l'avevo mai vista da questo punto di vista.》
《E adesso che ne pensi?》
《Penso sia bellissimo...e anche molto poetico.》
Fede rigirò la testa tornando a guardare il mare.
《Sai, da piccolo mi sentivo un po' come il mare.
Quando venivo picchiato, umiliato e bullizzato...mi sentivo davvero tanto solo.
Nessuno aveva voglia di starmi vicino.
So che adesso mi prenderai per filosofo, però io ho sempre paragonato il mare come lo specchio di me stesso.
La sabbia rappresenta il mondo...e il mare rappresenta me.
Cercavo di avvicinarmi al mondo, ma ogni volta venivo respinto.
Un po' come succede al mare.
Cerca in continuazione di avvicinarsi alla spiaggia, ma ogni volta viene mandato via.
È sempre andata così.
...eppure non si arrende...continua a combattere, nonostante tutto.》
《Anche tu continui a combattere, vero?》
Il biondino sospirò e prese la mano del moro.
《Ci provo Ben, non so se ci riuscirò. Ma credimi ci sto provando.》
Il maggiore lo strinse a sè.
《Non sei più solo. Non più.》
《Devo riuscire a ritrovare me stesso Tato. Dopo otto mesi di ospedale non so più chi sono.》
《Cosa posso fare per aiutarti?》
《Nulla.》
《Io voglio il meglio per te.》
《Lo so, però queste sono cose che non si possono fare in due. Riguardano la propria personalità e il proprio modo di essere, in modo del tutto individuale.》
《E invece ti sbagli.》Replicò il moro.
《È vero che è una faccenda strettamente personale. Si combatte contro sè stessi, ma questo non significa che non si possa combattere in due.
Avere una persona accanto, che ti protegga, che ti sostenga nel momento del bisogno; è fondamentale.
Io voglio lottare con te.
Voglio starti vicino.
E non voglio abbandonarti come hanno fatto tutti.
Io sono diverso.》
《Allora non farlo...non abbandonarmi. Può sembrare assurdo però sto iniziando ad avere costantemente BISOGNO DI TE.》
《Qui è tutto uno schifo. La società di oggi è una merda basata unicamente su pettegolezzi e pregiudizi. Federico dimmi solo come posso aiutarti e lo farò. Ti prenderò anche la luna se ne avrai bisogno.》
《Tato》
Lo fissò intensamente negli occhi diventando improvvisamente serio.
《Dimmi. Che hai?》
《Ti ricordi ciò che è successo ieri sera.》
Sul volto del moretto spuntò un enorme sorriso.
《Come potrei mai dimenticarlo? È stata la notte più bella della mia vita.》
《Sei mai stato a letto con altri o con altre?》
《Si, tante volte.》 Disse sincero il moro.
IIl biondo rimase amareggiato da quella risposta.
Notando la sua reazione Benjamin gli prese il volto tra le mani e fece incontrare il loro sguardi.
《Non rimanerci male...c'è una piccola differenza che forse non hai considerato.》
《Quale sarebbe questa differenza?》Domandò.
《Che non avevo mai fatto l'amore prima di ieri sera. Con tutti gli altri è stato solo sesso.》
《Ne sei sicuro?》
《Si, e sai perché?》
《Perché?》Chiese Federico sinceramente interessato ad ascoltare la risposta.
《Perché tutte le volte in cui sono andato a letto con qualcuno non mi sono mai interessato di cosa provasse l'altra persona.
Ieri invece, ogni volta che incrociavo il tuo sguardo pieno di dolore mi sentivo in dovere di proteggerti.
Sentivo come un peso all'altezza dello stomaco quando mi dicevi che ti stavo facendo male.
Io sono un medico, e proprio per questo dovrei essere come una roccia nel campo di lavoro. Dovrei infischiarmene dei sentimenti ed essere professionale.
Ma ieri per la prima volta ho avuto paura di far star male a qualcuno.
Ho avuto paura di farti male.
Eri così fragile. Così puro.
Mi sono sentito completo, in tutti i sensi...non solo a livello fisico.
Guardavo i tuoi occhi e leggevo sincerità.》
《Anch'io in questo momento leggo sincerità nei tuoi occhi.》
《Ne sono felice.》
《Tato.》
Benji guardò l'orizzonte.
《Guardami》Continuò.
《Cosa c'è?》
《Ieri sera ho preso il mio cuore e l'ho portato qui.》
Continuò Fede portadogli una mano sul petto.
《Non spezzarlo. Non sopporterei di soffrire ancora.》
Quelle parole "sciolsero" il più grande, che gli saltò letteralmente addosso facendolo rotolare sulla sabbia, dimenticandosi che erano entrambi ancora completamente nudi.
《Ben, sono nudo. E qui potrebbe arrivare gente da un momento all'altro.》
《Rimediamo subito.》
Disse il moro coprendolo con la sua maglietta.
《Perché la maglia?》
《Così nessuno ti vedrà nudo. Solo io posso vederti così.》
《Mh geloso?》Ghignò il minore.
《Assolutamente no.》
《E allora perché hai reagito in quel modo?》
《Perché sei mio. Punto.》
《Significa essere gelosi.》
《Risparmia il fiato e baciami.》
Passarono più di un'ora sdraiati lì.
Non andarono oltre a dei semplici baci e carezze, però l'orizzonte era uno spettacolo.
Ad un tratto il maggiore staccò le labbra da quelle di Federico.
《Dede.》
《Dimmi.》
《Posso chiederti una cosa?》
《Certo.》
《Cosa ti renderebbe felice in questo momento?》
《Bhe...》
《Come vorresti ritrovare te stesso dopo otto mesi di ospedale?》
《Scappando.》
Il moretto rise.
《Allora scappiamo insieme. Andiamo via da tutto e da tutti.》
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Passarono due settimane.
Federico si era del tutto abituato alla convivenza con il moro e, a parte le litigate per cose inutili, tutto stava procedendo per il meglio.
Due sere dopo essersi donati l'uno all'altro, Benjamin si presentò nella camera del biondino con due biglietti per Ibiza, per poter "scappare" come Federico aveva desiderato per un'intera settimana.
"Tu sei pazzo" Gli urlò il minore saltellando da una parte all'altra della camera.
Avrebbero fatto un viaggio, insieme.
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Il giorno della partenza fece presto ad arrivare.
Tutto ormai era pronto.
Robe, bagagli, valigie.
《Dai Tato è tardi, andiamo.》
Il più piccolo quella mattina da quando si era alzato, non aveva fatto altro che parlare e ricordare al moro l'orario.
《Fè mancano più di tre ore al nostro volo. Rilassati.》
《Rilassati? Cosa? Beeeen stiamo per andare in Spagna. Oddio sto sognando? Non ci credo.》
Benjamin gli andò incontro e gli cinse i fianchi.
《Mi spieghi perché sei così agitato?》Ridacchiò baciandolo.
《Non ho mai fatto un viaggio così lungo da piccolo. Non sai quanto sono contento.》
《Mi fa piacere vederti così felice. Ah e comuque...c'è sempre una prima volta.》
Passò una mezz'oretta e Benji aveva appena finito di caricare la macchina.
《Dede vado un attimo a cambiarmi e poi partiamo.》
《Ok vai.》
Federico era seduto sul letto nella stanza del moro e nel frattempo si prese qualche minuto per osservare attentamente tutta la sua camera.
Un sacco di foto erano attaccate alle pareti, tra le quali appeso anche alcune fatte insieme.
Benjamin aveva aggiunto una foto mentre Federico dormiva sul suo corpo, un'altra dove mangiavano la pizza e un'altra ancora quando lo portò al mare.
Si rese conto di star diventando importante per lui. Finalmente per qualcuno contava qualcosa.
Dopodiché la sua attenzione fu catturata da un oggetto particolare.
Un'idea gli fluttuò in testa.
Prese la custodia e velocemente la portò in macchina, nascondendo l'oggetto con una grande coperta.
《Fè dove sei?》
Sentì urlare dal piano di sopra.
《Sono qui Tato. Andiamo.》Urlò.
Si misero in macchina e partirono verso l'aeroporto.
Appena entrarono si diressero verso i controlli.
Uno degli agenti bloccò Federico.
Era un ragazzo che poteva avere poco più di venticinque anni e agli occhi del moro sembrò subito un grande antipatico e pervertito.
《Ciao.》Disse.
《S-Salve》Salutò cordialmente Federico con la sua solita timidezza.
《Sei solo bambolotto?》
A quel punto Benjamin si avvicinò furioso.
《No non è solo. È con me e, se non le dispiace, avremmo un aereo da prendere.》
《Lo so benissimo, però devo controllare le vostre cose. Alza le braccia bel biondino.》
Fede alzò le braccia e il ragazzo iniziò a toccarlo ovunque.
Gli toccò le gambe, il collo, poi il petto.
Ad un certo punto Benji non resse più, attirò Federico a sè e gli cinse i fianchi.
《Non toccarlo per favore.》
《Oh ma cosa vuoi?》Urlò l'agente.
《Voglio che tieni le zampe al posto loro 》
《Non puoi comandarmi.》
《Lo stai mettendo a disagio.》
《E tu chi sei? Il suo avvocato difensore?》
《Ma come cazzo si permette?》
《Ben》 Lo riproverò Fede.
《Ma lei sa che potrei arrestarla?》Disse altezzoso il ragazzo.
《La prego cosa vuole da me?》Chiese il biondino.
《Bah nulla tesoro, mi sembravi un bel bocconcino, peccato che è arrivato il guastafeste.》
A quelle parole il minore sgranò gli occhi.
Tutti i ricordi di Jack gli risalirono alla mente.
Quell'uomo che lo prendeva,
lo bloccava,
lo aggrediva.
Gli passò davanti l'immagine di quell'orribile essere umano mentre si spingeva nel suo corpo, senza nemmeno preoccuparsi se respirava ancora.
Si rese conto di quanto tutti lo trattavano come se fosse un giocattolo solo guardando il suo aspetto fisico.
Alla fine, dopo tante imprecazioni da parte del più grande, il ragazzo li lasciò andare e salirono sull'aereo.
Erano partiti e il biondino non aveva spiaccicato parola.
Benji non disse nulla, si limitò a prendergli la mano.
A quel gesto Fede alzò lo sguardo.
《Tutto bene?》Gli sussurrò il moretto.
《Si, stavo solo pensando.》
《A che pensavi?》
《Al fatto che vengo trattato come un giocattolo in qualsiasi posto vada. Forse quel ragazzo aveva ragione, forse sono realmente un bambolotto.》
《Non screditarti in questo modo. Non lo meriti.》
《Come faccio? I-io...mi sono passate davanti le immagini di quando...》
Si bloccò.
Come avrebbe trovato la forza di ridirlo ad alta voce?
Il maggiore gli prese la testa, facendolo appoggiare delicatamente sulla sua spalla.
《Basta piccolo. Ci sono io a proteggerti. Pensiamo alle cose belle ora.》
《Va bene. Scappiamo.》
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Federico uscì dall'aereo più felice che mai.
Il viaggio non era iniziato nel migliore dei modi, però il moro riuscì poco dopo a rasserenargli il morale ricordandogli che poche ore più tardi di sarebbero trovati in Spagna.
Quelle parole bastarono al più piccolo per riacquistare il bellissimo sorriso che ricamava il suo viso angelico illuminato dagli occhi blu.
《Ben guarda》
《Che bello.》
《Ben, Ben...ma guarda che bello.》
《Già.》
《Beeen la spiaggia. Oddio bellissimo.》
Si trovavano in un taxi, seduti nei posti di dietro mentre Federico continuava ad esaltarsi per ogni minima cosa che gli capitava davanti agli occhi.
《Calmati bimbo, risparmiati i complimenti per dopo.》
《Che cosa intendi?》
《Eh vedrai vedrai.》
《E uffa dai, sono curioso.》
《Siamo quasi arrivati》
Il taxi si fermò.
《Thank you very much》Ringraziò il moro.
《Tato, ma perché stiamo in spiaggia?》
《Perché qui abiteremo per questi giorni.》
Il biondino si bloccò.
《C-Cosa?》
《Ho preso una specie di villetta con vista sul mare. Si affaccia direttamente sulla spiaggia.》
Sul volto di Federico rigò una lacrima.
Vedendolo così fragile Benjamin si avvicinò a lui e gli circondò la vita.
《Ei, che cos'hai? Tutto bene?》
Un'altra lacrima.
《Hai dolore da qualche parte?》Chiese spaventato il maggiore.
Silenzio.
《Fè parlami, mi stai facendo preoccupare.》
Fede non disse nulla.
Si girò nelle braccia di Benji e sprofondò la testa nel suo petto.
《Grazie, grazie, grazie...grazie mille.》
Sussurrò tra i singhiozzi.
《Respira, cerca di tranquillizzarti.》
Disse accarezzandogli la schiena in modo tale da farlo calmare.
《Grazie mille.》
《Mi spieghi che ti prende?》
Benjamin sentì la presa attorno alla sua pancia farsi ancora più forte.
《Tu non immagini quante volte ho chiesto ai miei genitori di portarmi qui.
Dicevano che si vergognavano a portare un gay in giro con loro, e per questo io non ho mai visto un paese fuori dall'Italia.
Sono incontabili le volte che li ho supplicati di portarmi in un posto vicino al mare, ma nulla è servito a far cambiare la loro opinione.
Ho urlato, pianto e sofferto tutti gli anni della mia adolescenza.
Adesso mi sembra quasi surreale.
Tutto questo l'ho sempre e solo sognato, l'ho visto sui libri o in foto...ma non l'ho potuto mai vedere dal vivo.
Non so di chi sia la colpa. Dei miei genitori, della società o del mondo in cui viviamo...non lo so.
So solo che ho passato la vita ad immaginare questo posto, ed ora tu mi ci hai portato.
Non smetterò mai di dirti grazie.
Ti voglio tanto tanto bene.》
Spiegò Federico stringendo forte l'altro.
《Non serve dirmi grazie. L'ho fatto perché avevo voglia di farlo.
Scusami il termine, ma a questo punto penso che i tuoi genitori siano davvero degli stupidi.
Sei un tesoro Dede, ma come hanno fatto a trattarti così? Io solo a gurdare quegli occhi non ci riuscirei.》
《Stai realizzando il mio sogno.》
《Andiamo, viviamolo insieme questo sogno. Fidati non te ne pentirai, dammi solo la possibilità di farti sorridere.》
Raggiunsero la loro casetta, Benji parlò con il proprietario il quale gli aveva accettato la prenotazione su internet, e dopodiché quest'ultimo gli consegnò le chiavi.
La villetta era piccola, ma giusta per due persone.
Una camera enorme, con letto matrimoniale e una finestra che dava vista sul mare.
Poi c'era il piccolo soggiorno con la cucina, e infine se salivano le scale si trovava una terrazza abbastanza spaziosa munita di una piscina idromassaggio.
Il minore rimase letteralmente abbagliato da quella dimora.
《Stupenda.》
《Ti piace?》
《La adoro Tato.》
《Perfetto, sistemiamo le valigie...sei stanco?》
《Un po'》
《Non so, tu cosa vuoi fare dopo? Usciamo oppure ordiniamo qualcosa e ci riposiamo.》
《Voglio andare al mare. Portami al mare Tato.》
Il moro ridacchiò.
《Lo ami proprio il mare non è vero?》
《È l'unico posto dove mi sento realmente a casa, dopo le tue braccia.》
《La devo considerare una frase smieleta?》
《Dovresti.》Ridacchiò Fede.
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Qualche ora dopo i due ragazzi si recarono sulla spiaggia e, come richiesto dal più piccolo, Benjamin accettò di fare il bagno.
《Fede mi spieghi perché mi hai costretto a venire per forza? Non puoi farlo da solo?》
《E se poi affogo chi mi salva? Tu sei il medico della situazione.》
Il moro sospirò.
《Eh va bene, mi hai convinto. Sei un manipolatore.》
Disse entrando in acqua.
《No, non sono un manipolatore. Sei tu che mi vuoi troppo bene e ti preoccupi tanto per me.》
《Questo è anche vero.》
《Eh allora non lamentarti. Godiamoci la Spagna.》
Si schizzarono, giocarono e nuotarono insieme...passarono ore intere in acqua.
Ad un tratto Federico si avvicinò al maggiore e gli allacciò le braccia al collo.
《Cosa c'è?》Gli chiese Benjamin avvicinandolo di più al suo corpo.
《Nulla, voglio un abbraccio.》
A quelle parole il moretto gli mise una mano sotto le cosce e l'altra dietro alla schiena.
《Abbracciami allora.》
Fede appoggiò la testa sopra la sua spalla e chiuse gli occhi, mentre si godeva le coccole dell'altro.
《Hai la pelle d'oca. Senti freddo?》
Il sole stava iniziando a calare dietro l'orizzonte, e con lui anche la calda temperatura.
《Non importa. Sei caldo, mi riscalderai tu.》
《Ma Dede se vuoi possiamo uscire così...》
《Shh Ben, tienimi stretto.》
E Benjamin lo fece.
Si accorse di come Federico cercasse protezione tra le sue braccia.
Mentre stringeva il suo corpo, notava come si facesse sempre più piccolo per non dargli fastidio.
Ma lui non sapeva che il moro stava amando quel momento.
Si sentiva...a casa.
Ragionò molto in quei minuti sul discorso che gli fece l'altra volta il minore.
Aveva proprio ragione.
"Casa" è la persona che ti fa sentire "a casa", non è un posto, non è uno stato e non è un luogo.
Se ne accorse perché in quel momento, pur non trovandosi nella sua vera casa materiale...si sentiva lo stesso a casa immerso nell'abbraccio di quel ragazzo speciale che il destino gli aveva dato l'opportunità di rivedere dopo interi anni.
《Perché qui?》Chiese d'improvviso il più piccolo, interrompendo tutti i suoi ragionamenti.
《Cosa?》
《Perché questo posto?》
Il moro si destabilizzò.
《C-che c-cosa intendi d-dire?》
《Perché hai scelto proprio Ibiza come meta del nostro viaggio?》
Il maggiore ebbe degli attimi di tremore e la terra sembrò cadergli da sotto i piedi, tanto da lasciare la presa sul corpo del biondino costringendolo a staccarsi da lui.
《Ei, ho detto qualcosa che non va?》
《N-No no, s-stai tranquillo D-Dede.》
《Perché tremi Tato?》
《D-davvero Fè sto bene.》
《Dai raccontami voglio sapere cosa ti ha attratto di questo splendido posto. Voglio imparare a conoscerti meglio.》
《T-Tu vuoi sapere perché ho deciso di ve-venire proprio ad Ibiza?》
《Esattamente.》
《Beh...》
《Per il mare?》
《Si...anche...però c'è un motivo specifico che non ho mai detto a nessuno.》
《Raccontami allora.》
《È una lunga storia Dede.》
《Abbiamo tutto il tempo del mondo. Ti ascolto.》
《...Non ce la faccio piccolo.》
《Vieni》
Il biondo lo fece uscire dall'acqua, avvolgendo entrambi in un grande asciugamano e dopodiché entrarono nella loro villetta che si trovava a pochi metri dalla fine della spiaggia.
Federico "reggendo" Benji si avviò verso il bagno e aprì l'acqua calda.
《Facciamo la doccia insieme.》
Non diede neanche il tempo al moro per replicare, che già si trovarono tutti e due sotto il getto di acqua calda.
《Tato.》
《Dimmi.》Sussurrò il moro guardandolo negli occhi.
《Ti sei sempre preso tu cura di me, questa volta, solo per una volta, lascia che ti coccoli io.》
Prese lo shampoo e massaggiò i capelli di Benjamin.
《Forza Tato, ora siamo solo noi due. Noi due e basta. Puoi dirmi tutto.》
Il moro sospirò pesantemente.
《Si Fè, c'è un motivo preciso per il quale ho scelto Ibiza.》
《Raccontamelo.》 Gli sussurrò all'orecchio il biondino mentre gli sciacquava i capelli.
《Per dirtelo, dovrei raccontarti gran parte della mia vita.》
《Sono qui, non vado da nessuna parte.》
Benji sorrise quando sentì le mani del biondo sfilargli il costume.
《Come fai?》
《A fare cosa?》
《Di solito sei tu il timido, come fai questa volta a non pensare di essere invadente?》
《Perché vedo i tuoi occhi.》
《E cosa vedi?》
《Vedo che vogliono sfogarsi. So cosa significa perdere qualcuno e so cosa significa volerlo abbracciare ancora avendo la consapevolezza di non rivederlo mai più. Sono consapevole di quanto faccia male dentro il vuoto che ha lasciato quella persona.
Magari dopo la sua morte ti capita di pensare a tutti i momenti passati insieme e, in quei piccoli attimi, ti accorgi di quante cose avete rimandato.
Una litigata, una discussione, un abbraccio o semplicemente un sorriso.
Rifletti su cosa sarebbe potuto cambiare se avresti agito diversamente e inizi a crearti dei rimpianti.
Rimpianti di non esserci stato nel momento del bisogno.
Ti inizi a creare colpe che non esistono, solo per la forte mancanza...e si sta male.
Lo so che si sta male, ci sono passato anch'io. Mio padre, mia nonna...non sono mai andato bene per la mia famiglia, ma sono pur sempre i miei genitori e ci sono stato male.
Per questo sto insistendo.》
Federico aveva già capito che in quel luogo c'era qualcosa collegata a Zambo.
Gli bastò sentire il tono di voce dell'altro per capire la sua sofferenza.
Il maggiore lo abbracciò.
《Mi conosci bene allora. Hai praticamente descritto il mio stato d'animo.》
《Sfogati con me...tu mi hai fatto piangere un sacco di volte e mi hai visto fragile. Come mi hai detto tu...Non ti giudicherò.》
Il biondino voleva sentirsi per una volta utile per qualcuno.
Voleva vedere star bene Benjamin.
《Da piccolo ero sempre da solo.
Come ti ho già detto i miei...》
Iniziò a parlare, ma si fermò...quello che considerava "padre" in realtà non era suo padre.
Ma decise di sorvolare per il momento quel discorso.
《...i miei genitori sono ricchi, vengono da una famiglia di dominatori e tengono molto al famoso cognome che porta la mia famiglia.
Ogni volta che facevo amicizia con qualcuno e lo invitavo a casa, mi dicevano sempre che nessuno era alla mia altezza.
Mi proibivano di frequentare le persone inferiori al mio livello...per questo non ho mai avuto nessun amico, fino a quando arrivò Zambo.
Il suo nome è Federico, proprio come te.
Suo padre è un amico di mio zio e, una sera, quando avevo solo dodici anni, cenammo insieme a casa sua.
Da quel giorno nacque un'amicizia...un'amicizia fraterna destinata a non rompersi mai.
In tutti questi anni lui ci è sempre stato per me, come io ci sono sempre stato per lui.
Quando litigavo con i miei, lui era pronto a farmi ridere.
Quando facevo il coglione in discoteca, lui veniva a prendermi.
Quando mi sentivo male, era lui a portarmi in ospedale o da un qualsiasi dottore nonostante le mie preteste.
Quando volevo piangere, era lui l'unica persona sulla quale potevo contare.
Cavolo quanti pomeriggi abbiamo passato sotto l'albero del suo immenso giardino a contare le rondini?
Oppure quante volte uscivamo con la bicicletta alle sei di mattina per ritirarci a notte fonda?
Quante esperienze abbiamo vissuro insieme?
Io penso che la vita sia davvero ingiusta.
Prima ti mostra e ti regala le cose belle, facendotene completamente innamorare, e poi, come se nulla fosse, te le strappa via fregandosene del vuoto che ti ha lasciato dentro.
Cosa aveva fatto il mio Zemb di male?
Non ha mai fatto nulla di tanto crudele per meritarsi una simile morte.
Aveva tutta la vita davanti.
Aveva tante domande ancora da risolvere.
Tanti sogni alle spalle ancora da realizzare.
Chissà, magari in un futuro si sarebbe innamorato, avrebbe trovato la persona giusta, avrebbe fatto nascere dei figli stupendi come lui. Mi avrebbe reso lo "zio" più felice del mondo.
Oppure chissà, forse a quest'ora saremmo stati in tre in questo viaggio...》
Calde lacrime si mischiarono al getto d'acqua della doccia, provenienti dagli occhi del ragazzo più grande.
Federico stava passando il bagnoschiuma su ogni centimetro della sua pelle ascoltando attentamente il suo racconto.
Era davvero interessato a conoscere tutto di Benjamin.
《...Vedi mio piccolo Federico, quando eravamo bambini un giorno io e Zemb vedemmo un documentario in televisione ambientato proprio qui in Spagna.
Il mio amico se ne innamorò perdurante, e anch'io feci lo stesso.
Giurammo con una promessa solenne di fare un viaggio e di andarci insieme un giorno.
Quel giorno però non arriverà mai, perché il destino ce lo ha impedito.
Prima di morire mi ha detto che sarebbe stato stupendo per lui se fossimo andati noi due ad Ibiza.
Mi promise che ovunque sarebbe andato, avrebbe guardato questo posto tramite i miei occhi.
Questo è il vero motivo del perché siamo qui, oltre per farti svagare un po'.
Sai, sul letto di morte gli promisi che un giorno ti avrei raccontato di lui.
Devi sapere che ci adorava insieme...》
《Davvero? Ma non mi conosceva nemmeno.》
Si sorprese il biondino, anche lui in lacrime.
《Io gli raccontavo tutto, ogni cosa.
Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto tantissimo conoscerti.
Avrebbe prima controllato che fossi un ragazzo per bene, però dopo sono sicuro che sareste diventati grandi amici.》
《Lo penso anch'io. Da come ne parli sembra una persona fantastica.》
《Lo era, e per me lo è ancora.
Gli sussurrai che ti avrei fatto capire il bene che gli voglio e quanto era importante per me.
Gli dissi che ti avrei raccontato la nostra storia e il perché del nostro legame così forte.
Lo sto facendo.
Mi riesce difficile...però ci sto mettendo tutto me stesso.》
《Si capisce che gli vuoi un bene dell'anima...e anche se non l'ho mai conosciuto di persona, gli voglio tanto bene anche io.
Era stupendo il vostro rapporto, ma ti assicuro che lo è tutt'ora. Il fatto di non averlo vicino fisicamente non vuol dire che non lo hai internamente. Sarà il tuo angelo custode.》
《Tu ci credi a queste cose?》
《Si, ci credo.
Io credo che esista sempre un'altra vita dopo la morte.
Ma non mi riferisco tanto agli angeli o a quel genere là.
Io penso che, se una persona ti stia davvero nel cuore, il suo ricordo non scomparirà mai.
Farà sempre parte di te.
Ci sarà sempre un pezzettino del tuo cuore, anche piccolo, dedicato a quella determinata persona...e proprio per questo credo che possa vedere tramite i tuoi occhi.
Non morirà mai realmente finché lo ricorderai con il sorriso.
Un po' come mio padre.
Durante tutta la mia vita, mi ha sempre picchiato, mi ha fatto star male, mi ha sempre detto che sono stato un errore, un malato che merita di morire solo per essere gay.
Però forse adesso, starà guardando tramite i miei occhi la bellezza di questo posto, la bellezza di ciò che abbiamo fatto ieri sera.
Forse ora mi starà guardando e lentamente si starà accorgendo di quanto mi rendi felice.
E probabilmente, chissà, si starà pentendo un po' di tutto il male che mi ha fatto.
Però nella vita si sbaglia, tutti sbagliamo.
Papà nonostante tutto continuerà a vivere dentro di me e lascerò sempre un posto per lui.
Quindi si Benjamin, io ci credo in queste cose. E dovresti crederci anche tu.》
Le labbra calde del moro si posarono su quelle del minore.
Diedero vita ad un bacio lento e bisognoso.
L'acqua calda, ormai diventata bollente, continuò a scorrere sui loro corpi rendendo l'atmosfera ancora più magica.
Benjamin fece aderire delicatamente la schiena del biondino alla fredda parete della doccia.
《Tu sei troppo buono, questo mondo non ti merita》
Iniziò a baciarlo ovunque lasciandogli dei succhiotti sul collo e sul petto.
Federico non mostrava alcuna intenzione di volersi staccare da lui e per questo Benji non fermò i suoi movimenti.
Continuò a baciarlo con passione e, ad un tratto, entrò lentamente in lui facendolo sobbalzare.
《Rilassati.》 Gli sussurrò all'orecchio con voce sensuale.
Gli lasciò una scia di baci dalla mandibola fino alla fine della clavicola e sentì come i suoi muscoli si sciolsero a quel contatto.
《B-Ben》
《Shh è tutto a posto, ci sono qua io con te. Respira.》
《Mi dici sempre che è bello sognare e che non devo mai smettere di farlo.》
《Esatto, non devi mai smettere di credere nei tuoi sogni. Crederci per davvero.》
《Perché dici che sono così tanto "speciale" se alla fine sei stato tu ad avverare uno dei miei sogni?》
《Perché se ci pensi sognare è un po' ciò che fanno tutti, lottare per avverare i propri sogni invece è da pochi.》
Disse Benji iniziando a muoversi con cura nel suo corpo.
《O-Oddio T-Tato.》
Il moro afferrò il bagnoschiuma spruzzandolo addosso al più piccolo.
《Ti lavo io adesso.》
Fede rise.
《Se, lo sto notando.》
《Lasciami fare.》
E il minore lo lasciò fare.
Gli permise ancora una volta di avere accesso libero sul suo corpo.
Si fidò ancora di lui.
Lo toccò in un modo talmente delicato che Federico per un istante credette di sfiorare il paradiso.
Le sue mani grandi scorrevano sul suo esile corpo contornato dalle tante ossa sporgenti.
Benjamin si accertò di accarezzarle tutte, una per una, senza alcuna vergogna.
《Lo vedi Benjamin?》Gli urlò tra i gemiti.
《Cosa?》Domandò il moro con il respiro altamente irregolare.
《Vedi che il paradiso esiste.》
Federico era perfetto agli occhi dell'altro e quest'ultimo avrebbe fatto di tutto pur di dimostrarglielo.
Tante erano le spinte che Benji aveva misurato per rendere felice il suo biondino.
Tanti erano i gemiti che riempivano quel bagno, fino a quel momento a loro sconosciuto.
Tante erano le parole sussurrate.
E tanti erano i segreti trattenuti, non detti per l'innocente paura di spezzare quella bolla magica che si erano creati intorno con lo scopo di proteggersi dagli altri...quella bolla speciale che ancora non aveva un nome...o almeno per loro ancora non lo aveva.
Si sa, però, ogni cosa ha un nome e niente poteva definirsi "astratto".
Anche quella "bolla" iniziava ad avercelo.
Si incominciava ad intravedere una parola sfocata, in lontananza, coperta dalle nuvole, dalle tempeste che la vita ci pone davanti.
Bisognava fare estrema attenzione per riuscire a vederla.
Le persone superficiali sicuramente non ci avrebbero capito niente.
Avrebbero visto solo uno scarabocchio. Un semplice scarabocchio da cancellare dalla parete in modo tale da non rovinare le opere d'arte.
Ma non sapevano che quella parola, quella semplice parola, era l'opera d'arte più bella.
Un'opera innocente, ma che allo stesso tempo nasconde un affascinante significato.
Forse si iniziavano ad intravedere le prime lettere, come un graffito.
Sfocate, però si intravedevano.
Forse quella parola poteva essere proprio...Amore.
Venirono entrambi quasi nello stesso momento.
Federico riuscì a dimenticare completamente di essere stato violentato.
Pensava solo a Benjamin.
Voleva solo Benjamin.
Solo lui poteva toccarlo, baciarlo, sfiorarlo...solo Benjamin era speciale, e gli avrebbe potuto fare di tutto...ma il biondino gli sarebbe rimasto accanto lo stesso.
Perché infondo era così.
Federico avrebbe seguito ovunque il suo Benjamin. Ormai si appartenevano.
Erano il puzzle più bello di tutti.
Erano l'incastro più bello di tutti.
Erano l'uno la parte mancante dell'altra.
Questa volta non dico nulla.😂
Spero con questo di essermi fatta perdonare per l'assenza.
Il capitolo è bello e lunghissimo.
Ma sarete voi a giudicare.
Per favore se vi va commentate, ci terrei tanto a sapere il vostro parere...Vorrei capire come giudicate questo capitolo, che è molto lungo, e ci ho messo tantissimo tempo per scriverlo.
Da domani riprenderò ad aggiornare regolarmente.
A domani. Un bacio😘💖