Sapevo di star commettendo l'errore più grande della mia vita, sapevo perfettamente che se ci avessero scoperto, avrei perso il lavoro, avrei perso tutto, ma non mi importava, in quel momento non mi importava di niente, solo di lui.
Le sue mani sul mio corpo, le sue labbra sulle mie.
Aprimmo la porta a stento catapultandoci dentro; lui chiuse la porta con un calcio e quando tornò su di me, inciampai cadendo fortunatamente di schiena sul letto, trascinandomi però lui sopra.
Scoppiammo a ridere e mi sentii per un attimo più lucida, così sorrisi, gli passai le mani sui capelli e portai il suo viso ad un palmo dal mio, mordendogli il labbro inferiore; lui sospirò e fece passare il suo ginocchio fra le mie gambe, facendole così divaricare per mettersi in mezzo, poi fece scivolare una mano sulla mia coscia scivolando lentamente verso verso l'interno, provocandomi dei brividi.
Sfiorò con il pollice la mia parte più sensibile, attraverso gli slip facendomi ansimare sotto di lui non appena iniziò a muoversi lento, con dei movimenti circolari.
Spostò i miei slip da un lato non staccando per un secondo gli occhi dai miei, toccando la mia pelle sensibile; Un suono sforzato uscì dalle mie labbra quando fece scivolare due dita in me facendo contrarre il mio ventre.
I movimenti della sua mano erano sicuri ma allo stesso tempo delicati; buttai la testa all'indietro e involontariamente inarcai la schiena quando fece roteare le dita.
Non riuscivo quasi a respirare, il mio ventre continuava a contrarsi e i nostri respiri si fecero pesanti.
Con le mani tremanti, raggiunsi il bottone dei suoi jeans facendolo scattare, lui sembrò sollevato; poi afferrai i lembi della sua maglietta, costringendolo ad allontanarsi da me per sfilargliela.
Presi per un attimo il controllo della situazione così lo feci sedere con le spalle sulla testiera del letto, mettendomi a cavalcioni; Mi accorsi che mi slacciò il body solo quando lo sfilo dalla mia testa, lasciandomi solo con la gonna a zip anteriore, che tirò giù poco dopo facendola finire da chissà quale parte del pavimento.
L'unica cosa che mi impediva di essere completamente esposta a lui erano gli slip; Harry scrutò il mio corpo con occhi pieni di lussuria.
Fece scivolare le sue mani sul mio collo, scendendo lentamente sul mio seno, poi sui fianchi per finire ai glutei che strinse leggermente.
"Sei così bella." La sua voce era bassa, tremendamente profonda.
Mossi il bacino involontariamente quando le sue labbra scivolarono sulla mia clavicola; Sospirai pesantemente e socchiusi gli occhi.
Mi girava la testa, avevo il cuore a mille e potevo chiaramente sentire il suo contro il mio petto.
Non c'era niente di più sbagliato, ma non c'era niente che volessimo di più, e lo sapevamo noi, lo sapevano le nostre labbra, i nostri respiri pesanti, i nostri nomi sussurrati in un affanno, i nostri corpi uniti in quella notte dannatamente perfetta.
***
Ero poggiata al corrimano fuori il balcone, i capelli un disastro è una sigaretta fra le dita.
Harry mi osservava dall'interno della camera, in tutta la sua bellezza.
Aveva uno sguardo indecifrabile, così profondo, così ipnotico.
Si alzò con solo addosso i boxer e venne verso di me portando con se la coperta; Mi voltai ad osservare le luci notturne di Los Angeles e lui mi strinse da dietro coprendo entrambi.
"A cosa stai pensando?"
"Mi manca questa città.. mi manca questa vista, il sole, il mio amato oceano." Feci un tiro dalla sigaretta lasciandomi trasportare dalle sue braccia avvolte al mio corpo; avevo indosso la sua maglietta, profumava di tabacco e un ottimo dopobarba. Profumava di lui.
"Perché te ne sei andata da qui?" Chiede lui, lasciando un piccolo bacio sulla mia spalla.
"Tu perché te ne sei andato dall'Inghilterra?" Chiesi sbuffando una risata; lui rise leggermente e sentii il suo petto vibrare.
"Il mio lavoro non mi permette di restare in un posto tranquillo come Holmes Chapel.. ho preso una casa qui a LA ma sono spesso in viaggio.. quindi..." lasciò la frase in sospeso, io annuii piano.
"Sono andata via perché dalla morte di mia Madre, non mi era rimasto niente qui." Sospirai. Lui rimase calmo, il suo respiro era confortante, mi faceva sentire al sicuro.
"Come si chiamava..?"
"Elizabeth" Quel nome mi uscì quasi un un sussurro.
Il ricordo di lei era indelebile; i suoi occhi, i suoi lineamenti delicati, la sua risata.. pagherei per sentirla ridere ancora.
Una lacrima mi rigò il viso.
"Lei vive in te." Tutti mi hanno sempre detto che lei non se ne era andata, che mi stava vicino o che mi proteggeva da lassù.. ma in un certo senso, le sue parole mi fecero riflettere ed aveva ragione.
Lei viveva in me, nei miei ricordi e nel mio cuore.
"Grazie.." Asciugai la lacrima con la coperta, poi mi voltai verso di lui.
I suoi occhi non mostravano compassione, ma comprensione.
Lo baciai, un semplice bacio sulle labbra, intimo e delicato.
Le prime luci dell'alba illuminarono il cielo di un leggero rosa e rimasi ammaliata a quella vista quando mi voltai.
"Che meraviglia.." dissi piano, tenendo gli occhi sul cielo.
"Da mozzare il fiato." Mi voltai verso di lui per rivolgergli un sorriso quando notai che non stava affatto guardando l'alba e mi sentì andare le guance a fuoco.
Da quando lavoro con loro, ho sempre visto un lato di Harry provocatorio, giocoso, derisorio, intimidatorio.
Mentre questo lato di lui non lo avevo mai visto.. dolce, delicato, comprensivo, senza alcun pizzico di malizia..
"Harry.. io.. non possono sapere di noi.." abbassai lo sguardo concentrandomi sulla croce che aveva tatuata sulla mano.
Non voglio ferirlo, ma non posso perdere questo lavoro, è la cosa migliore che mi sia capitata, non posso rovinare tutto.
Lui annuì piano, avvicinandomi a lui e alzandomi il viso in modo da far incrociare i nostri sguardi; ora la leggera luce dell'alba illuminava il suo viso facendo brillare i suoi occhi.
"Sarà il nostro piccolo segreto.. lo sapremo solo tu ed io." Sorrise.
"Solo tu ed io." Ripetei prima che potesse posare nuovamente le sue labbra sulle mie in un bacio che placò quella sensazione di paura, nascosta dentro di me.