ℓα ƒαмιցℓια ℓσɕкωσσԃ

By -milk-n-honey-

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Dopo la morte dei genitori in un incidente stradale, i dieci fratelli Lockwood sono costretti a cavarsela da... More

1 - єℓιѕαвєтн
2 - วυℓιєттє
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16 - วυℓιєттє
🌟ɕαѕт є αєѕтнєтιɕ🌟
🌻ɕαѕт є αєѕтнєтιɕ - 2🌻

10 - ℓυкє

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By -milk-n-honey-

Erano le 14:10 di venerdì.
Io e miei fratelli minori avevamo deciso di ritornare a scuola dopo cinque giorni di assenza, pensavamo che quell'ambiente ci avrebbe distratto un po' e saremmo ritornati con più facilità alle nostre vite precedenti. Ma ovviamente non fu così.

In classe tutti mi guardavano di sfuggita, come se non sapessero cosa dire ma si sentissero in dovere di farlo. Quei pochi che ebbero il coraggio di parlarmi mi rivolsero solo delle condoglianze molto forzate.

L'unico che mi mostrò del vero supporto era il mio amico Peter; l'ultimo rimasto del gruppo di amici d'infanzia che avevo.

Durante la lezione decisi di non prestare attenzione ai miei compagni, continuai a fissare la pietra di zaffiro che avevo al collo sperando di trovare una soluzione a quello che stava succedendo, tutto inutilmente.
Vidi i miei occhi specchiarsi sulla superficie della gemma; notai dei graffi, non sembravano imperfezioni casuali, sembrava componessero una lettera...
La campanella suonò distaccandomi dai miei pensieri.

Finalmente uscii da quella gabbia carica di  tensione.
Mi fermai davanti al cortile della scuola.
Vidi Juliette seduta sul muretto intenta a parlare con le sue amiche; Queenie era particolarmente euforica e Juliette la stava ascoltando ma teneva un occhio fisso su Liza, accanto a lei, occupata a scrivere con il telefono.
A qualche metro di distanza vidi Amy che scrutava la folla di studenti davanti a lei, per poi posare lo sguardo su di me e venirmi in contro.

<< Luke, ho cercato di chiamarti ma non rispondevi. Mi dispiace così tanto per quello che è successo, davvero. >>

Mi abbracciò; sentii il calore del suo corpo contro il mio.

<< Per qualsiasi cosa io ci sono sempre per te; ok? >>
Mi guardò negli occhi e vidi che erano sinceri. Sapevo di poter contare su di lei.

<< Grazie Amy, lo apprezzo molto. >>
La baciai prendendole il viso tra le mani.
<< Hai da fare stasera? Vorrei distrarmi un po'. >> chiesi quando ci staccammo.

<< No, i miei non ci sono e Ashley va da una sua amica, quindi ho casa libera. >> disse sorridendo leggermente, come se avesse già capito quello che intendevo con "distrarmi".

Le spostai una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio e mi avvicinai al suo viso.
<< A stasera allora. >> le sussurrai.

Mi allontanai lungo la via di casa salutando Amy con un gesto della mano.
Peter mi stava aspettando appoggiato ad un muretto di pietra.

<< Hey, >> disse Peter tirandomi per una manica, << guarda. >>
Indicò con lo sguardo un punto qualche metro più avanti. Dot e la sua migliore amica, nonché unica amica, Amber, stavano camminando proprio sul nostro stesso marciapiede.

Era sin dai tempi delle elementari che Peter era innamorato di Amber.
Ero convinto che lei avesse già notato da tempo i suoi sentimenti ma non li aveva mai ricambiati.
Purtroppo Peter aveva talmente tante fette di prosciutto davanti agli occhi, da non vedere il gelo dei sentimenti di Amber ed enfatizzava ogni suo singolo gesto come un segno d'amore.

<< Vorrei solo trovare un modo per dimostrarle che sono io quello giusto per lei. >> disse continuando ad osservarla.

<< Peter, sii realista, sai poco e niente su di lei e non avete scambiato più di tre parole. >> dissi incamminandomi lungo il marciapiede.

<< Appena troverò un modo per conoscerla meglio ti rimangerai quello che hai detto. >>

Alzai gli occhi al cielo.
Peter era estroverso ma non con le ragazze. Nel nostro gruppo lui era sempre stato la spalla.
Gli volevo bene ma a volte trovavo irritante il suo modo di negare la realtà dei fatti.

Presi la strada più lunga per evitare di avere Dot e Amber davanti per tutto il tempo.

~~~~

Erano le 20:45.
Mi preparai per uscire. Indossai la mia classica giacca di jeans e misi in tasca le chiavi e il telefono. Stavo per uscire dalla mia camera quando notai lo zaffiro sulla mia scrivania. Brillava quasi di luce propria, come se mi stesse chiamando. Lo ignorai.
Volevo distrarmi da tutti quei pensieri, non portarmeli appresso.

Scesi le scale velocemente sperando di evitare le mie sorelle per non dover dare spiegazioni.
L'ingresso era vuoto.
Stavo per raggiungere la porta quando qualcuno comparve all'improvviso dal soggiorno e andò a sbattere contro mio petto. Notai subito i lunghi capelli biondi e pensai immediatamente che fosse quell'imbranata di Juliette.

<< Hey, stai att... >> mi bloccai.
Non era Juliette, era Amber.

<< Scusami tanto, non ti avevo visto. >> si scusò subito lei.

<< No, tranquilla non è colpa tua, ero di fretta, non ti ho vista. >>

Si mise una ciocca di capelli biondo miele dietro l'orecchio, alzò per qualche secondo lo sguardo su di me e sorrise imbarazzata. All'improvviso sentii del calore sulle mie guance. Stavo arrossendo. Ma perché?

<< Quindi... che ci fai qui? >> chiesi per rompere il silenzio.

<< Oh, Dot mi ha invitata a dormire qui, non voleva sentirsi sola. >>

Annuii anche se non capivo come Dot poteva sentirsi sola con nove fratelli in casa.

<< Tu invece? Dove vai così di fretta? >> mi chiese.

<< Sto andando da A... Peter. >> dissi senza pensarci.

<< Ah già, avrei dovuto immaginarlo. >>

Mi persi per qualche secondo nei miei pensieri. Perché avevo detto Peter? Forse il mio inconscio non voleva far sapere ad Amber che andavo da Amy? Oppure volevo vedere la sua reazione al nome di Peter per capire che cosa ne pensasse di lui? Mi autoconvinsi della seconda opzione anche se in fondo sapevo che non era quella vera.

<< Amber... >> sentii chiamare alle mie spalle.

Mi volsi; Dot era in piedi in cima alle scale e mi stava rivolgendo uno sguardo tagliente.
<< Che cosa vuoi da lei? >> mi chiese scendendo le scale e mettendosi tra me e Amber.

<< È colpa mia, ero andata a prendere un bicchiere d'acqua e gli sono andata a sbattere contro accidentalmente. >> disse la ragazza bionda dietro a mia sorella.

<< Arrenditi Luke, Amber non uscirà mai con il tuo amico strambo, quindi digli di smetterla di provarci. >> disse Dot ignorando le parole della sua amica.

Il suo tono stava diventando troppo acido. Chi era lei per decidere con chi poteva parlare Amber? Chi era lei per ostacolare e sminuire Peter?
Quella ragazza mi faceva ribollire il sangue peggio di quanto lo faceva Juliette. Loro due erano davvero simili sotto molti punti di vista, e per questo, per evitare una delle solite scenate, ingoiai il rospo.

<< Rilassati, Dorothy, stavo uscendo. >> dissi mentre aprivo la porta e uscivo di casa.

Mentre stavo richiudendo la porta i miei occhi si posarono su Amber; sembrava davvero dispiaciuta.

Dot era molto possessiva nei confronti di Amber. Aveva paura che qualcuno o qualcosa potesse farla allontanare da lei. Pensai che soprattutto in quel periodo lei fosse così attaccata ad Amber perché era una delle pochissime persone di cui si fidava.
Era abbastanza triste il fatto che eravamo dieci fratelli e non ci fidavamo ciecamente gli uni degli altri.
Decisi di non pensarci e di continuare a camminare.

Arrivai a casa di Amy poco dopo. Lei aprì la porta, mi abbracciò, mi baciò e mi fece entrare.

Non ero in vena di convenevoli e, a quanto pareva, nemmeno lei.
Si diresse subito al piano di sopra e io la seguii.

Appena entrammo in camera le presi la mano e la girai verso di me. Il suo sguardo era sorpreso, e questo mi piaceva.

La baciai appassionatamente.
La spinsi leggermente all'indietro sul letto e le salii sopra.
La volevo.
Volevo fare qualsiasi cosa mi distraesse dal pensiero della morte.
Volevo sentirmi vivo.

Continuai a baciarla intensamente mentre mi sfilavo la maglietta e lei si toglieva la sua.
La strinsi a me. Volevo sentire il suo corpo contro il mio.
Le palpai un seno; lei si lasciò scappare un gemito sotto voce.
La presi per i fianchi e la avvicinai a me.

Mi slacciai i jeans e lei fece lo stesso con i suoi.
Volevo essere travolto da quel vortice di desiderio incontrollato. Non volevo sentire nient'altro se non lei.

Stavo per andare oltre ma... mi bloccai.
Non funzionava. Il mio stupido corpo non funzionava. Che cosa mi stava succedendo?
Amy era una bella ragazza e ci sapeva fare; io e lei non l'avevamo mai fatto insieme prima quindi la mia voglia e curiosità era tanta; allora perché non era abbastanza?

Mi tirai su e mi sedetti sul bordo del letto.

<< Scusami. >> dissi a Amy rimettendomi la maglietta.

<< Tutto bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato? >> chiese allarmata coprendosi il petto con il braccio.

<< No, non è colpa tua. >>

Tra di noi calò un pesante silenzio per pochi secondi ma sembrarono ore.
Mi rivestii e mi infilai le scarpe.

<< Scusami tanto, Amy, sono un disastro. >>

Lei non disse nulla; distolse solo lo sguardo.

<< Ti scrivo domani ok? Ho solo bisogno di un attimo per riprendermi. >> le diedi un bacio sulla fronte e mi diressi verso la porta.

<< Luke. >> mi chiamò Amy.
<< Non dobbiamo per forza bruciare le tappe. Posso solo immaginare come ti senti adesso, per questo non voglio farti pressioni. Io ti aspetterò. >>

Le rivolsi un sorriso triste per ringraziarla e uscii dalla camera.

Le strade di Dale Wood erano deserte, la luce della luna si rifletteva nelle pozzanghere per terra. Era tutto così calmo e silenzioso; decisamente in netto contrasto con il caos dentro la mia testa.
Ripensai a quello che era successo, stavo cercando qualsiasi cosa mi distraesse dalla morte dei miei genitori e quando ho avuto l'opportunità mi sono subito tirato indietro. Che idiota. Chissà cosa stava pensando Amy.

Il telefono cominciò a vibrare dentro la tasca della giacca. Lo presi e controllai lo schermo. Era Peter.

<< Hey, che succede? >> chiesi subito.

<< Luke, mi è venuta un'idea! >> disse entusiasta.

<< Per cosa? >>

<< Per Amber, scemo! Ascolta, ho pensato ad un modo per conoscere Amber senza cascare nella zona amico, >>
"E dove pensi di stare ora?" dissi nella mia testa.
<< poi mi sono ricordato che lei è la migliore amica di Dot, giusto? >>

<< La sua unica amica. >> precisai

<< Allora la vedi molto spesso a casa tua. >>

<< Beh sì, l'ho vista anche oggi ma Dot...>>

<< Quindi tu potresti parlarle, farle delle domande e poi riferire tutto a me così io le apparirò come l'unico ragazzo che può capirla veramente. >> mi interruppe Peter.

<< Peter, non credo sia una buona idea... >> cercai di dire inutilmente.

<< Ho finalmente trovato il modo di farmi notare, mi serve solamente che tu mi faccia da spalla. >> continuò come se non avesse sentito.

<< Non credo che Dot approverà. >>

<< Luke, per favore. >>

Feci un respiro profondo. Peter sapeva essere molto persuasivo a volte. Era il mio migliore amico e nel nostro gruppo era sempre stato lui la spalla, si meritava tutto il sostegno che aveva dato a tutti noi.

<< Va bene. >>

<< Grazie Luke! Sapevo di poter contare su di te. Buona notte bro, ci vediamo lunedì. Non dimenticarti di raccontarmi tutto. >>

<< Buona notte Peter. >> fu tutto quello che riuscii a dire.

Cercai di fare il punto della situazione: la mia famiglia era sull'orlo del precipizio; avevo appena dato buca ad Amy; non riuscivo più a controllare il mio corpo; e avevo accettato di conoscere meglio l'unica persona con una guardia del corpo peggio di un cane infernale.

Andavamo bene.

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