m o n e t
n a j a e m i n
« strano vederti qui 二百五 (Èr bǎi wǔ, buona a nulla), non dovresti stare a lavoro? » chiese il ragazzo alla sorella.
« non rispondi? - ah si, ops » si fece successivamente scappare una risatina. Dio se gli piaceva vederla soffrire.
"Abbassa quella maschera - pensava - e fammi vedere chi sei realmente, diventando un essere umano che ne vende a miliardi di maschere "
Yu Yan sopportava, ma non perché fosse masochista.
Jae Min era il suo fratellino. Era sangue del suo sangue. Questo la rendeva vulnerabile: il fatto di andargli contro. Se fosse andata contro di lui, suo fratello, sarebbe stato come ferirsi da sola, uccidere quell'unico bocciolo che era rimasto della lor famiglia.
Ed era l'ultima cosa che voleva.
Platone riteneva la famiglia un bene inferiore. Secondo lui non era necessaria in quanto vana creazione dell'uomo.
Yu Yan invece credeva rappresentasse il briciolo di vera umanità che si è destata nell'uomo sin dal primo momento.
Ora quella famiglia che non avevano mai avuto si riassumeva in due piccole identità così diverse tra di loro. Erano legati al dito, l'uno con l'altra.
Forse questa piccola perfezione presente nel mondo imperfetto aveva reso possibile per la maggiore espandere questo sentimento e questa visione a tutto il resto.
« Magari non c'è bisogno che tutto sia veramente perfetto... Basta mantenere questo legame, basta sorridere assieme... Giusto? »
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sᴀᴜᴅᴀᴅᴇ (ᴘᴏʀᴛᴏɢʜᴇsᴇ):
ᴜɴ sᴇɴᴛɪᴍᴇɴᴛᴏ ᴅɪ ɴᴏsᴛᴀʟɢɪᴄᴏ ʀɪᴍᴘɪᴀɴᴛᴏ,
ᴅɪ ᴍᴀʟɪɴᴄᴏɴɪᴀ, ᴅɪ ɢᴜsᴛᴏ ʀᴏᴍᴀɴᴛɪᴄᴏ ᴅᴇʟʟᴀ sᴏʟɪᴛᴜᴅɪɴᴇ,
ᴀᴄᴄᴏᴍᴘᴀɢɴᴀᴛᴏ ᴅᴀ ᴜɴ ɪɴᴛᴇɴsᴏ ᴅᴇsɪᴅᴇʀɪᴏ ᴅɪ ǫᴜᴀʟᴄᴏsᴀ ᴅɪ ᴀssᴇɴᴛᴇ.