Tutta colpa del destino

By la_pazza_di_fantasy

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La storia è incentrata su Akaashi Keiji che si è appena trasferito a Tokyo da Kesennuma, città dellaprefettur... More

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By la_pazza_di_fantasy

40. Keiji aveva la febbre a 40. Appena arrivato a casa tutto fradicio si era messo a letto subito dopo una doccia veloce. La mattina dopo si sentiva debolissimo e si era preso il termometro per misurarsi la febbre e si era dato mentalmente dello stupido per essersi scordato l'ombrello dopo aver visto il 40 lampeggiare sul termometro. Come poteva permettersi di perdere gli allenamenti quando la settimana successiva iniziavano le partite per andare al nazionale? Akaashi si strinse di più nelle coperte e nascose la testa sotto il cuscino. Non aveva il numero di nessuno della squadra di pallavolo e non sapeva proprio come avvisarli che non sarebbe andato. Fa niente, sperava di rimettersi il prima possibile in modo da poter ritornare subito a giocare, ma sua zia non la pensava come lui.

-Keiji mangia questo- gli disse infatti la donna entrando nella stanza del nipote con un piatto fumante sopra un vassoio che poggiò delicatamente sul comodino.

-cos'è?- chiese il ragazzo con un filo di voce.

-un brodo caldo, ti aiuterà a rimetterti in sesto. Sappi che fino a quando non ti sari rimesso del tutto io non ti farò uscire di qui-

-ma zia ho le qualifiche la prossima settimana- disse il ragazzo alzandosi sui gomiti per guardare meglio la zia.

-non mi interessa niente delle qualifiche- disse invece la donna lasciandogli un bacio sulla fronte e scendendo le scale. Keiji si arrese e decise di non opporsi. Sperava solo di guarire il prima possibile. Guardò il brodo e lo prese iniziando a mangiarlo. Mise giù suolo due cucchiai e lo ripoggiò sul comodino sospirando. Non riusciva a mandarlo del tutto giù e aveva paura di vomitare da un momento all'altro.

Erano le otto di sera quando Keiji sentì suonare il campanello. Si stropicciò gli occhi incuriosito. Chi poteva essere a quell'ora? Sua zia era andata a lavoro quindi non poteva di certo essere lei. Decise di ignorare tranquillamente il campanello, ma quello riprese a suonare con più insistenza di prima e Keiji fu costretto ad alzarsi per vedere chi fosse. Spiò dallo spioncino e si subito aprì la porta sorpreso.

-Bokuto-san tutto okay?- chiese il ragazzo vedendo il più grande che era intento a suonare un'altra volta il campanello.

-Akaaaaaashi, come stai?- chiese il grigio invece scrutando attentamente il suo alzatore. Non aveva una bella cera, sembrava addirittura più magro dei giorni precedenti.

-ho 40 di febbre me ti prometto che tornerò prima delle qualifiche- disse l'alzatore cercando di convincere più se stesso che Bokuto.

-cosa? Fai sentire!- Bokuto poggiò una mano sulla fronte di Akaashi che in un primo momento indietreggiò sorpreso.

-Bokuto-san rischi di ammalarti pure tu- cercò di dire Keiji, ma l'asso non ascoltò le sue parole.

-scotti davvero tanto. Cos'hai mangiato?- chiese l'asso entrando nella casa senza attendere il permesso di Keiji che sospirando arreso chiuse la porta di casa.

-un brodo caldo- disse poi. In realtà aveva mangiucchiato il brodo della mattina per tutta la giornata e così era riuscito a non vomitare niente.

-solo? Così non va bene Akaashi devi rimetterti in forze- disse l'asso annuendo più a se stesso che in direzione dell'alzatore che lo guardò sconvolto. Non aveva voglia di vomitare. Bokuto si diresse a passo spedito verso la cucina seguito a ruota da Keiji che lo guardava curioso. Bokuto aprì il frigorifero e uscì la porzione di pasta al forno che Rei aveva preparato per il pranzo e che il ragazzo non aveva mangiato. Bokuto la riscaldò nel microonde e poi la porse a Keiji che la guardò scettico.

-dai Akaaaaaashiii mi servi in forze- disse l'asso sedendosi difronte all'alzatore che guardava la pasta con poco interesse. Guardando Bokuto e la sua espressione da cucciolo bastonato decise di accontentarlo e mangiare qualcosina. Però si sarebbe fermato non appena avesse avvertito anche un piccolo segnale che stesse per vomitare. Prese la forchetta e si portò un pezzo di pasta alla bocca. Masticò lentamente e poi ingoiò sentendo lo sguardo attento di Bokuto su di lui.

-cosa avete fatto oggi? Non ti sei trattenuto dopo l'allenamento?- chiese Akaashi per far distrarre Bokuto. I suoi occhi addosso non lo facevano ragionare bene.

-come potevo fermarmi se non c'era nessuno ad alzare le mie schiacciate?- chiese l'asso sempre con un'espressione triste che fece intenerire Akaashi. Poi Bokuto riprese il sorriso e iniziò a raccontare tutto quello che aveva fatto quel giorno, anche che aveva dormito tranquillamente nell'ora di matematica, e il tempo passò velocemente tanto che Akaashi si accorse di aver finito tutta la pasta solo quando con la forchetta non trovò più niente sul fondo del piatto. Bokuto continuava a parlare a macchinetta mentre Akaashi guardava sconvolto il piatto vuoto che aveva difronte. Com'era possibile che non avvertisse il senso di nausea? Eppure aveva mangiato più degli altri giorni. Alzò il suo sguardo e intercettò gli occhi curiosi di Bokuto.

-tutto okay Akaashi?- chiese l'asso guardando la sua espressione spaesata. Aveva sempre visto il suo alzato re serio e composto e l'espressione che aveva in quel momento era qualcosa che spaventava e rendeva felice Bokuto allo stesso tempo.

-è solo che.. ecco io..- Akaashi non riusciva a trovare le parole giuste. Guardò ancora una volta il piatto vuoto e poi Bokuto.

-ecco io soffro di anoressia da quando avevo 7 anni e non riesco a mangiare molto altrimenti vomito tutto. Oggi è la prima volta che riesco a mangiare così tanto- disse sussurrando il ragazzo moro.

-io lo dicevo che eri troppo magro- disse invece Bokuto continuando a guardare il suo alzatore. -bene ora dobbiamo scoprire cos'è che ti ha fatto mangiare! La febbre?- Keiji guardò sorpreso Bokuto. Davvero voleva aiutarlo?

-no, ho avuto altre volte la febbre così alta e mangiavo ancora di meno- rispose l'alzatore continuando a guardare il suo piatto vuoto.

-allora vuol dire che è tutto merito mio non ci sono dubbi- disse Bokuto alzandosi e mettendosi in posa. Akaashi scoppiò a ridere.

-e come avresti fatto scusa?- chiese l'alzatore una volta calmatosi.

-distraendoti ovvio!- disse ancora l'asso cambiando posa. Akaashi ragionò sulle parole di Bokuto, poteva essere davvero come aveva detto il ragazzo.

-forse hai ragione- disse poi Akaashi facendo brillare gli occhi a Bokuto che iniziò a saltare per tutta la casa.

-allora facciamo una prova, domani sera vengo i nuovo qui e ceniamo insieme!-

-davvero? Non è un problema per te Bokuto-san?- chiese Akaashi sperando che il ragazzo lo facesse veramente.

-certo Akaashi, nessun problema- Akaashi sorrise e alzandosi abbracciò Bokuto di slancio. Era una di quelle cose che non faceva da tempo. Bokuto rimase sorpreso, ma poi ricambiò l'abbraccio.

-grazie Bokuto-san-

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