In your mind - Marvel fanfict...

By JasminGreco27

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[TRATTO DELLA STORIA.] -Chi sei tu? -Una persona che non ti conviene avere come nemica. More

Introduction
-Chapter one
-Chapter two
-Chapter three
-Chapter four
-Chapter five
-Chapter six
-Chapter seven
-Chapter eight
-Chapter nine
-Chapter ten
-Chapter eleven
-Chapter twelve
-Chapter thirteen
-Chapter fourteen
-Chapter fiveteen
-Chapter sixteen
-Chapter seventeen
New characters
-Chapter eighteen.
-Chapter nineteen
-Chapter twenty
-Chapter twenty-one
-Chapter twenty-two
-Chapter twenty-three
-Chapter twenty-four
-Chapter twenty-five
-Chapter twenty-six
-Chapter twenty-seven
-Chapter twenty-eight
-Chapter twenty-nine
-Chapter thirty
-Chapter thirty-one
-Chapter thirty-two
-Chapter thirty-three
-Chapter thirty-four
-Chapter thirty-five
-Chapter thirty-six
-Chapter thirty-seven
-Chapter thirty-eight.
-Chapter thirty-nine.
-Chapter forty-one.
-Chapter forty-two.
-Chapter forty-three.
-Chapter forty-four.
-Chapter forty-five.
-Chapter forty-six.
-Chapter forty-seven.
-Chapter forty-eight.
New characters.
-Chapter forty-nine.
-Chapter fifty.
-Chapter fifty-one.
Chapter fifty-two.
Chapter Fifty-three
Chapter Fifty-four
AVVISO
Chapter Fifty-five
Chapter fifty-six
Chapter fifty-seven
ANNOUNCEMENT
Chapter fifty-eight
Chapter fifty-nine
Chapter sixty
New characters.

-Chapter forty.

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By JasminGreco27

La situazione nella sala si stava facendo sempre più tesa, Tony e Steve stavano iniziando ad insospettirsi.

-Dunque, sono le 11:00. Forse sarebbe il caso di svegliarla Blue, non trovi?

Domandó Stark osservando Natasha che, in risposta, scrolló le spalle indifferente.

-Ripeto, era molto stanca. Meglio lasciarla dormire non trovi?

Tony alzó gli occhi al cielo, la rossa sorrise soddisfatta.

Clint continuava a mangiare tutto quello che si trovava davanti.

Non voleva rovinare tutto, stava cercando di distrarsi attraverso il cibo.

-Noto che sei molto affamato.

Commentó Steve osservando Barton ingozzarsi con dei biscotti al cioccolato.

-Eh già.

Rispose Clint mentre continuava a masticare, stava sudando freddo.

-Non parlare con la bocca piena, è disgustoso.

Lo rimproveró Nath schifata.

-Possibile che Banner sia tanto occupato come dici?

Insistette nuovamente Stark lanciando un'occhiata di sfida alla Romanoff.

-Ti ho già riferito quello che so.

Rispose a tono la rossa, l'altro per poco non si strozzó con i biscotti che stava ingurcitando.

"Doveva stare zitto, doveva stare zitto."

-Non ho visto in giro neanche Ashley, lo starà aiutando?

Domandó il biondo, la rossa sospiró.

-Penso proprio di sí.

Rispose tranquillamente, Barton sospiró fin troppo rumorosamente nel tentativo di mantenere la calma.

-Non aveva detto di non volere nessuno?

Chiese Stark fissando la ragazza sospettoso.

-Ashley è pur sempre la sua assistente, anche se è in prova.

Clint si verso letteralmente metà caffettiera in una tazza, per poi scolare il caffè tutto in un sorso.

Quest'ultima azione non passò inosservata agli altri.

-Legolas, è tutto ok?

Domandó Iron-Man divertito, l'arciere annuì.

-Sapete com'è Clint a tavola, ha maniere alquanto rozze.

Lo giustificó Natasha beccandosi un'occhiataccia dall'amico.

-In verità per niente, Clint mi è sempre sembrato l'esatto opposto.

Rispose Steve, Barton si è sempre presentato come una persona dalle maniere garbate e civili.

Okey, la scusa non reggeva.

-Infatti è così, mangio in maniere disgustosa solo quando sono teso!

Ribattè Clint convinto, Natasha si trattenne dallo strangolarlo a mani nude.

Stark e Rogers lo fissarono confusi, sempre più sospettosi.

-Perchè dovresti essere teso Barton?



Blue si stava concentrando così tanto da non essersi neanche resa conto che si era sollevata dal suolo.

Sembrava in trance, il suo corpo era sospeso in aria.

I suoi occhi stavano cambiando, il nero della pupilla si stava dilatando.

-Questo è normale?

Domandó Ashley spaventata osservando l'amica.

-Sí, sta entrando in una specie di trance momentaneo. È l'unico modo per farle vivere un momento di stretto contatto con i suoi poteri.

Rispose Banner mentre continuava a smanettare con alcuni apparecchi.



-Justin, Justin!

Urló Blue e si lanció letteralmente verso di lui, per fortuna il fratello la prese il volo.

-Imbecille, hai rischiato di farci cadere entrambi.

Commentó il castano scocciato, la ragazza lo fissó confusa.

-Ehi!

Protestó lei mettendo il broncio, lui rise e le scompiglió i capelli.

-Non lo rifare più!

Gli intimó la sorellina rimettendosi apposto i capelli.

Justin, in risposta, glieli scompiglió nuovamente.

-Smettila!

Gli intimó Blue, il fratello la spinse.

Per poco la bambina non caddè, guardó il fratello con aria di sfida.

Fece per spingerlo anche lei, ma dalle sue mani uscì un'energia strana.

Justin voló letteralmente via, atterrando, per fortuna, sull'erba morbida.

-JUSTIN!

Urló la sorella andando nel panico.

Aveva fatto del male a suo fratello, ma non era sua intenzione.

Non aveva neanche capito cosa fosse successo, improvvisamente aveva visto Justin volare via.

I genitori, sentendo tutto quel casino, uscirono di corsa.

Si avvicinarono entrambi a Justin che era ancora a terra dolorante.

Doveva essersi rotto una gamba, se la continuava a toccare mentre piangeva disperato.

La mamma si voltó verso la figlia, oseervandola confusa.

Blue sentì delle calde lacrime che le iniziavano a scendere dal viso.

Si guardó le sue manine, sentiva uno strano prurito fra le dita.

Senza pensarci due volte si giró e scappo via, la vergogna per quello che aveva fatto al fratello era troppa.



-Che sta succedendo?!

Domandó Ashley iniziando ad andare nel panico.

Blue si stava iniziando ad agitare, come se qualcosa la stesse colpendo ripetutamente.

-Quello che temevo, sta iniziando a ricordare.

Rispose Banner mentre guardava la Devis preoccupato.

-Eh?

-Le stanno ritornando in mente ricordi che aveva rimosso.

Spiegó Bruce.

-E questo è un bene?

Chiese sempre la Williams.

-Dovrebbe esserlo, soltanto se avrà lo schema completo potrà rivolsere l'enigma.


-Qua la situazione sta diventando strana.

Commentó Tony osservando Natasha e Clint.

-Perché mai?

Domandó la rossa con la solita aria indifferente.

-Sei sempre stata brava a mentire Natasha.

Commentó Steve guardandola male.

-Io non sto mentendo.

Clint continuava a guardare sotto il tavolo, non riuscendo a reggere lo sguardo di nessuno.

-Barton le mie scarpe sono così affascinanti da meritare di essere osservate da quasi dieci minuti?

Chiese Tony con aria sarcastica, Barton lo fissó confuso.

-Oh... Ehm... Sì.

Balbettó, Rogers continuava a guardare Natasha.

-Perché state inventando ogni scusa pur di non farci uscire dalla cucina?

Continuó il biondo, la Romanoff alzó gli occhi al cielo.

-Non è bello passare del tempo tutti insieme?

-Ma fammi il piacere Romanoff.

Rispose Tony e prese il suo telefono dalla tasca.

-Cosa fai?

Domandó Steve osservando Stark confuso.

-Chiamo Blue, magari è pure ora di svegliarla.

Rispose Tony mentre cercava il contatto, l'altro gli lanció un'occhiata complice.

Natasha e Clint si guardarono preoccupati.

Provarono ad inventarsi qualcosa al momento, ma Tony fu più veloce.

Nella stanza risuonó una suoneria, precisamente quella del cellulare di Blue.

Steve e Tony si guardarono, poi guardarono Barton e la Romanoff.

Clint, arreso, tiró fuori dalla sua tasca il telefono della Devis e lo poggió sul tavolo.

Stark in un primo momento sorrise soddisfatto, poi tornó serio.

-Ora se non mi spiegate subito cosa sta succedendo lo vado a scoprire da solo.




Blue continuava a correre, non riuscendo più a fermarsi

La loro casa si trovava in campagna, vicino a loro c'era un bosco.

Quello era il luogo "No, no.", così lo chiamavano i loro genitori.

Avevano proibito sia a lei, sia al fratello, di andare lì.

Era troppo pericoloso per due bambini di sei anni.

La bambina, però, non ci stava neanche pensando al fatto che fosse una zona "No, no."

La sua vista era appannata dalle lacrime, non riusciva neanche a vedere dove stava andando.

Si era accorta di essere nel bosco sentendo il rumore delle sue scarpe che schiacciavano le foglie secche.

Improvvisamente inciampó e si ritrovó a terra.

Dal suo ginocchio inizió ad uscire sangue, ma lei non sentiva nessun dolore.

Indossava una gonna, aveva le gambe scoperte.

Si mise seduta per terra, cercando di riprendere fiato.

Notó solo in quel momento il sangue che le stava uscendo.

Con un dito toccó la ferita, in quel momento le importava ben poco.

Osservó la mano, il dito sporco di sangue rendeva il tutto più tenebroso.

Non riusciva neanche a vedere il cielo, sopra di lei c'erano solo alti e folti alberi.

Si rannicchió su se stessa, spaventata da tutto questo.

Mise la testa fra le mani ed inizió a piangere.

Intornó e lei tutto si inizió ad agitare, un forte vento arrivó all'improvviso.

Le foglie si sollevarono ed iniziarono a volare in aria, spinte dalla corrente.

Un incubo, sembrava tutto un orribile incubo.

E non era così, era tutto reale.

Tutto fottutamente troppo reale.

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