Era pomeriggio tardi ormai, Jimin era tornato a casa ed era preoccupato per Yoongi.
Dopo scuola non si era fatto né vedere e né sentire, di solito o andavano a casa insieme, o comunque Jimin lo vedeva andarsene.
Jimin era in preda all'ansia.
E se gli fosse successo qualcosa?
Da: Jimin
Yoongi?
Da: Jimin
mi sto preoccupando|
mi sto preo|
non ti ho visto fuori scuola
La risposta di Yoongi non arrivò, e Jimin per distrarsi iniziò a fare altro.
Inutile, dopotutto.
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Erano le 20:00 passate e Jimin era sul punto di piangere.
Non aveva ricevuto risposta.
"Tesoro? Perchè stai piangendo?" chiese la mamma che vide il figlio con espressione cupa in volto.
"Y-yoongi non mi risponde, non l'ho visto fuori scuola e sono preoccupato per lui. Ugh, cosa mi sta succedendo" disse, facendo un lungo sospiro per cercare di calmarsi.
"Stai tranquillo, magari sta facend-"
E in quel momento, il telefono squillò: segno di una chiamata.
Jimin andò verso di esso con la velocità di un razzo, notando il nome di Yoongi e premette senza esitazione il tasto verde.
"Yoongi?!" urlò, e le lacrime scesero.
"V-vienimi a prendere" dall'altra parte del telefono uscì un sussurro stanco.
"Dove sei?" chiese, uscendo velocemente fuori di casa.
"nel bar vicino casa t-tua" rispose e chiuse la chiamata Yoongi, Jimin iniziò a correre.
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"Yoongi!" urlò e si diresse verso il ragazzo con lo sguardo a terra.
Jimin l'abbracciò, ma Yoongi non ricambiò.
"Cosa è successo?" gli domandò, prendendo la sua faccia tra le mani, accarezzando le ferite che il grigio s'era procurato in volto.
"non ti riguarda, portami a casa" disse in modo freddo, scansando le mani di Jimin.
"Non so guidare Yoongi"
"Non ti ho chiesto di farlo, voglio che tu mi faccia compagnia" ribatté impassibile.
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Buttò le chiavi e la giacca a terra, fregandosene dell'ordine, tanto non l'era mai stato.
"Yoongi dovresti medicarle" poggiò una mano sulla sua spalla.
"perché sei sempre gentile con me?"
Jimin non risponde, non lo sapeva, o forse si, solo che non voleva dirlo.
Yoongi era imprevedibile.
"dove hai il kit?" cambiò discorso il moro, e Yoongi glielo indicò.
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"Vuoi spiegarmi cosa hai fatto?" domandò di nuovo, mentre passava un pezzo di ovatta inumidita dal disinfettante.
"Mi hanno insultato riguardo ai miei genitori e mi hanno detto che sono una puttana" disse sempre con la solita espressione, con gli occhi che fissavano il vuoto.
"Non mi interessa comunque, hanno iniziato loro a picchiarmi" si giustificò.
"Secondo me sei una brava persona" disse Jimin con un sussurro, e Yoongi puntò gli occhi su di lui.