La donna si avvicinò al bancone e ordinò caffè con latte e miele mentre attendeva la consegna della spesa. Aveva un'aria davvero felice. Lo si capiva non tanto dal suo sorriso, quanto dai suoi occhi. Un ragazzo con indosso l'uniforme del locale e un cappello verde con visiera, le porse una busta di carta e lo scontrino, confermando il totale. La donna estrasse la carta di credito e gliela porse sfoggiando un gran sorriso. Aveva davvero un'aria felice. I lungi capelli castani. La pelle morbida e rosea. Le mani delicate che gesticolavano ogni volta che rideva. Era un vero peccato che la aspettasse una brutta fine, non se lo meritava proprio.
Non appena uscì in strada, si diresse verso un uomo che da lontano le fece un cenno con la mano, quando una ragazza la raggiunse di corsa.
«Helen, il tuo caffè!».
«Che sbadata, grazie mille! Ma dove ho la testa?». La ragazza le sorrise, porgendole il bicchiere fumante. Era una bellissima giornata di sole e ora che la guardava meglio, pensò che i suoi occhi nascondevano anche qualche tratto verde nell'immenso e caldo marrone.
«Oggi offre la casa!». Helen la ringraziò molto e la salutò con un piccolo cenno della mano, poi si voltò e riprese a camminare in direzione dell'uomo che pareva attenderla con ansia. La ragazza la guardò allontanarsi, poi allungò lo sguardo verso quell'uomo. Anche il suo sguardo sembrava davvero felice, ma sapeva molto bene che quegli occhi scuri non mentivano. Erano freddi e letali, capaci di uccidere senza esitazione, proprio come la sera in cui l'avevano fissata oltre la pistola puntata sulla fronte. Alla fine, però, le aveva risparmiato la vita. Che terribile errore...Serafina sorrise e si voltò per rientrale al locale.
Era alquanto soddisfatta, il suo piano stava funzionando.