The Only Exception // R.M.T.

By itsedenis

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Eleonor e Roger. Due realtà parallele, ma legate nel profondo da un destino già scritto. Due storie passate... More

Eleonor
Cinderella
Green eyes
Playboy
New friendship?
I want an Happy Meal!
He cares about you
You're not worth it
Guardian angel
Stay
Perfume
Heartache
I trust you
Don't touch him!
Have you ever been in love?
Past
Cody the lion
I want you
Heart of ice
Fight for her!
The black sheep
Mother love
You're safe with me
By your side
Just a puppet
You're my hero
Spiegazioni

I am not like them!

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By itsedenis

Chapter 7- I am not like them!
Intorno alle dieci di quella domenica mattina Roger giunse, del tutto frastornato e malmesso, finalmente a casa sua non appena ebbe parcheggiato la macchina nell'apposito garage della sua villa. Un'emicrania insopportabile lo stava tormentando fin da quando si era svegliato e ciò gli diede problemi anche nell'aprire il portone dell'abitazione.
Non appena la chiave nella serratura scattò la prima ad accoglierlo gioiosamente, come sempre, fu Shelly, la sua gattina, alla quale sorrise dolcemente, tenendo ancora gli occhi socchiusi a causa del forte mal di testa.
Concesse giusto due carezze alla micetta, per poi entrare silenziosamente in casa, così da non svegliare i suoi genitori, nel caso stessero dormendo, anche se ne dubitava, sapendo quanto mattiniera fosse Jade.
Mosse alcuni passi lungo l'ingresso, sobbalzando nel riconoscere la figura di sua madre, la quale lo stava squadrando con uno sguardo fin troppo serio. Aveva le braccia incrociate sotto al seno e la sua espressione non prometteva davvero niente di buono.
Si affrettò a parlare, precedendola.
-Prima che tu possa dire qualcosa, mi dispiace di non avervi avvertiti, non ci ho pensato- provò a giustificarsi, inutilmente
-Ti sembra una giusta giustificazione uscirtene con la frase "non ci ho pensato"?- gli domandò seria
-Mamma, ho vent'anni, non quindici- le disse poi, scocciato
-Neanche questa è una giustificazione. La tua età non aumenta o diminuisce la nostra preoccupazione nel saperti chissà dove, Roger Meddows-
Un'ulteriore fitta al capo lo invase, facendogli stringere forte le palpebre.
-Guardati-
-Sei in condizioni pietose e oltretutto puzzi di alcool e di fumo da fare schifo- gli disse Jade non perdendo nemmeno un briciolo di serietà, mischiata all'apprensione nei confronti del suo unico figlio
-Ho bisogno di una doccia-
-Se non di tre docce- lo bacchettò nuovamente
Delle voci provenienti dalla sala da pranzo lo distrassero dal guardare la propria madre, non capendo chi vi fosse assieme al padre.
-Abbiamo visite?- interrogò la bionda, che sbuffò
-Promettimi che resterai calmo-
Roger a quel punto strabuzzò gli occhi, provando a cancellare dalla sua mente quel bruttissimo presentimento che aveva.
-Non dirmelo- disse semplicemente
-Sono qui per discutere di alcune questioni con tuo padre, se ne andranno a momenti, tranquillo-
-E perché tu non sei con loro?- chiese confuso
-Ho visto Shelly schizzare verso l'ingresso non appena ti ha sentito arrivare, quindi da lei ho capito- gli spiegò, addolcendo leggermente la propria espressione
-Tu non dire niente, io corro in camera mia- le disse poi in un sussurro
-Devi venire almeno a salutare Rog, c'è Brian- provò Jade, ricevendo in risposta soltanto un lamento molto rumoroso fuoriuscito dalle labbra del biondo
-Dimmi almeno che ​loro​ non ci sono- marcò bene la parola "loro" colmo di speranza
L'espressione della madre gli fece capire tutto, facendo sì che la sua frustrazione aumentasse maggiormente. Non poteva sopportare di avere quelle persone lì, avrebbe preferito farsi investire da un treno ad alta velocità.
-A nostro grande malgrado, ci sono tutti Roger-
-Bene, questa giornata non poteva iniziare peggio- disse passandosi una mano sul volto
-Ancora non mi hai detto dove sei stato- gli rinfrescò la memoria Jade, attendendo spiegazioni
-Dopo il concerto sono stato con John ed altre due amiche, dopodiché li ho riaccompagnati e sono andato da un'amica..- raccontò, non sapendo esattamente come definire l'ultima persona nominata
-Amica- ripeté Jade scettica
-Mamma, alla mia età si fanno queste cose, o preferiresti un figlio che sta tutto il giorno attaccato alla Playstation con la bava alla bocca?-
-Vorrei soltanto che mettessi un po' la testa apposto, ci sono tanti altri modi per divertirsi, non esiste solo il sesso e le sigarette-
-Me ne ricorderò- finse un sorriso, facendole roteare gli occhi di rimando
-Ora andiamo- lo incoraggiò, così che raggiungessero insieme la sala da pranzo, dove all'interno, a parte Patrick, vi trovarono un'altra decina di persone, tutte prese a parlare animatamente fra loro, non facendo caso inizialmente al nuovo arrivato
Ad accorgersene fu il padre, intento a discutere con suo nonno.
-Ehilà compare, ben ritrovato- lo salutò allegramente, contento di saperlo sano e salvo, dimostrandosi meno rigido di Jade
Roger si limitò ad alzare una mano, non muovendosi di un millimetro dalla propria postazione, venendo successivamente raggiunto repentinamente dalle sue due zie, Bella e Bridget, che lo strinsero in un forte abbraccio, che lo fece sentire enormemente a disagio.
Si trattava delle due sorelle minori del padre, gemelle, ma completamente diverse. Difatti Bella aveva i capelli più tendenti al castano chiaro mentre Bridget li aveva dello stesso colore di Roger e anche fisicamente erano praticamente opposte, l'unica cosa ad accomunarle erano gli occhi, celesti e cristallini come quelli del nipote.
-Ciao amore di zia- gli diede un bacio sulla nuca Bella, davvero contenta di vederlo
-Ciao zie- si limitò a dirgli, non scomponendosi
Non che non volesse loro bene, ma preferiva mantenere un certo distacco dalla propria famiglia, specie dalla parte di Bridget.
-Cugino- a rallegrarlo leggermente fu l'udire della voce di Brian, suo cugino, il figlio di Bella, il quale lo aveva raggiunto immediatamente, affiancato dalla sua fidanzata Grace
-Bri- si salutarono con una stretta di mano, mentre con la ragazza si limitò ad un cenno con la mano, non avendo poi così tanta confidenza
-Fatto serata?- ammiccò il riccio
-Si vede tanto?- Roger si passò una mano fra la chioma bionda, scompigliandola ulteriormente
-Beh hai delle belle occhiaie- lo sfotté Brian
-Non oso immaginare, oltretutto non ho pensato nemmeno a portarmi dietro gli occhiali da sole-
-Dai, basta una doccia, una dormita e ti rimetterai in sesto-
-Spero te ne basti una più che altro-
-Mia madre mi ha detto più o meno la stessa cosa, puzzo davvero così tanto?- fece una smorfia
-Sappi solo che odorandoti posso immaginare intere distese di piantagioni di tabacco- sia Brian che Grace risero, lasciandolo esterrefatto
-Ho davvero un urgente bisogno di una doccia allora-
-Roger!- lo richiamò, poi, suo nonno Clarke, facendogli cenno da vicino al padre di raggiungerli
-Vai- Brian gli batté una mano sulla spalla, incoraggiandolo
Con pochi passi Roger fu di fronte a suo nonno ed a suo padre, notando solo allora anche sua nonna Ester, la quale lo abbracciò immediatamente, coccolandolo come fosse ancora un bambino.
-Sempre più bello il mio nipotino- lo elogiò Ester, cingendogli la vita, evitando di aggiungere altri commenti sul forte odore di tabacco che emanava
-Cosa mi racconti giovanotto?- lo interrogò Clarke, aspirando poi dal suo sigaro
-Niente di nuovo- si strinse nelle spalle, guardandosi attorno alla ricerca delle persone che avrebbe voluto evitare come la peste, non captandone la presenza, rimanendo sorpreso e sollevato
-Ti stai godendo a pieno i tuoi vent'anni, noto- gli sorrise complice suo nonno, capendo il perché delle sue condizioni abbastanza pietose
-Anche troppo, direi- commentò Patrick, sollevando le sopracciglia contemporaneamente
-Ma se tu alla sua età eri già in tour- Ester difese il nipote
-Non lo stavo criticando- spiegò Patrick, ridacchiando leggermente
-A vent'anni mi sembra anche giusto volersi godere la vita- una nuova voce irruppe fra di loro, facendo raggelare il sangue all'interno delle vene di Roger
Si trattava di Rupert, il marito di Bridget, nonché zio acquisito del biondo, a suo grande malgrado.
Un uomo burbero e meschino, pronto a qualunque cosa pur di fregare chiunque, anche un membro della propria famiglia, al fine di ottenere ciò che voleva. Un mondo totalmente estraneo a quello di Roger.
Anche lui stava fumando un sigaro ed era affiancato dalla persona più detestata in assoluto da Roger, cioè Sam, il figlio di Rupert, che lo stava già fissando con un ghigno derisorio dipinto in faccia.
-Ciao Rog, dormito male stanotte?-
-Sì Sam, ti ho sognato e non sono più riuscito a chiudere occhio dopo- gli rispose a tono, con un pizzico di sarcasmo
-Roger- lo riprese in quattro e quattr'otto il padre, volendo fargli intendere che non ne valeva la pena
-Qual buon vento vi porta qui?- il biondo prestò ascolto a Patrick, unendo le mani e fingendosi interessato alla visita dei suoi amorevoli parenti
-Affari- gli rispose Clarke secco
-Che tipo di affari?-
-Come ben sai io sono arrivato ad un punto della mia vita in cui sono più gli anni che ho vissuto che quelli che mi rimangono da vivere-
-Che vuol dire?- Roger non capiva dove suo nonno volesse andare a parare
-Tuo nonno vuole iniziare a discutere sull'eredità Roger- andò dritta al punto Ester
-Ma zio Greg non c'è, non mi sembra giusto che ne discutiate senza di lui, a proposito.. perché non c'è?-
-Ha avuto problemi di salute- raccontò Patrick
-E hai pienamente ragione, anche per me non è giusto che si parli di certe cose senza la presenza di Greg, papà-
-E quando vorresti parlarne Patrick? Quando tuo padre sarà sepolto al cimitero?- lo derise Rupert, facendo digrignare i denti a Roger per la rabbia
-Non certamente ora, simpaticone-
-Se stiamo a guardare il vostro tempo libero, questa cosa non sarà mai fattibile- commentò acido Sam, con fare superiore
-Sono cazzi del nonno, non di certo tuoi- intervenne Roger
-Le parole!- lo riprese l'anziano
-Taci Taylor- gli si avvicinò portandogli l'indice sulle labbra, che il biondo afferrò malamente, allontanandolo insieme all'intera mano del cugino
-A casa mia parlo quanto voglio, Scott- lo sfidò, chiamandolo per cognome
-Smettetela- Patrick si intromise nell'ennesima litigata fra i due, portando le mani sul petto del figlio, spingendolo con cautela indietro
-Vai, non sei costretto a rimanere se non vuoi-
-E vatti a dare una lavata, puzzi da far schifo- lo giudicò con malizia Sam, storcendo il naso
Roger non riuscì nuovamente a contenersi, provando a raggiungere come una furia l'altro, tenendo la mascella serrata.
-Continua a provocarmi e ti sbatto a calci fuori da casa mia-
-Poi sarò io però a dare un calcio a te, teppista- Rupert difese il figlio, minacciando con l'indice il nipote
-Non ti permettere- anche Patrick decide di prendere senza esitazione le difese del proprio figlio, cingendogli le spalle con il suo braccio
-Possibile che con voi debba finire sempre così?- Jade raggiunse i suoi due uomini, afferrando dolcemente la mano di Roger
-Andava tutto bene fino all'arrivo di Roger- disse Sam
-Ancora parli?-
-Basta!- gridò Clarke ai nipoti
-Prova a darmi torto nonno- continuò Sam, portando i suoi occhi verdi in quelli del medesimo colore di suo nonno
-Rog, devi imparare a contenere la rabbia- gli sussurrò suo padre
-Capisco come ti senti, ma impara ad ignorarli-
-Roger, se continui a creare casini saremo costretti ad astenerti da ogni riunione famigliare, ti avverto- gli disse Clarke, lasciandolo a bocca aperta, sotto allo sguardo da vincente di Sam
Il biondo chiuse violentemente gli occhi, sorridendo.
-Va bene, non serve che facciate nulla, mi astengo io stesso da questa merda- sputò acido, sparendo dopo aver dato una potente spallata al cugino, il quale dovette reggersi al padre per non cadere al suolo
Roger raggiunse l'uscita della stanza a grandi falcate, ignorando i continui richiami dei suoi genitori, venendo per un attimo fermato da Brian.
-Non hai colpe- gli disse il riccio
-Essere nato in questa famiglia è la più grande colpa che ho- rispose semplicemente, rinchiudendosi successivamente in camera sua, cominciando a lanciare vari oggetti che non potessero andare in frantumi contro il muro, accecato dalla rabbia che avrebbe preferito sfogare sul volto del cugino
Ciò che lo fece smettere fu vedere Shelly appollaiata su sé stessa sopra il suo letto, intenta a fissarlo innocentemente, con il minuscolo capo leggermente inclinato verso sinistra.
Il biondo si piegò sulle ginocchia accanto al bordo del letto, poggiando il capo su quest'ultimo, così da poter avere i suoi occhi in quelli dell'animaletto.
-L'unica a capirmi a questo mondo sembri tu, Shelly- disse, pensando a quante volte nemmeno John era riuscito a comprendere quel suo disagio nell'avere una famiglia come la sua
Una famiglia con dei seri conflitti interni, dovuti a Rupert, che da anni non aveva fatto altro che spingere sua zia Bridget ad allontanarsi da tutti loro, senza un reale motivo logico.
A distrarlo dai suoi pensieri e dalle iridi di Shelly fu lo squillo del suo cellulare, il quale gli stava annunciando l'arrivo di un nuovo messaggio di WhatsApp.
Roger lo sbloccò subito con l'impronta digitale, notando di averne ricevuti vari. Due erano di John ed uno era di un numero non memorizzato in rubrica.
Aprì subito quelli di John, che erano i meno recenti.
"Buongiorno biondo, com'è andata la serata?" -9:23
"Sei vivo?" -10:04
Il biondo digitò velocemente la risposta, nella quale gli aveva detto di star bene e di non aver dato per niente retta al cellulare. A proposito della serata gli avrebbe parlato di persona, c'era fin troppo da raccontare.
Poi si decise ad aprire il rimanente messaggio dal numero sconosciuto.
"Ciao Rog, sono Eleonor. Volevo dirti che stasera, se è ancora valido l'invito, posso venire a vedere la tua esibizione. Fammi sapere!"
Roger parve rinsavire del tutto non appena lesse il messaggio della ragazza, aprendo curiosamente la sua immagine del profilo, che la mostrava intenta a ridere allegramente, facendogli capire che si trattava di una foto scattata all'improvviso e non ragionata. Quel sorriso lo fece sorridere di rimando, prima che si affrettasse a risponderle.
"Buongiorno El, fatti trovare pronta per le 21, ti passo a prendere io"
"Ps: sapevo che non mi avresti deluso occhi verdi"
Non appena chiuse l'applicazione, salvò velocemente il contatto e si diresse, finalmente, a farsi una doccia bollente, così che potesse lavargli via anche la rabbia che Rupert e Sam gli avevano scatenato con solo cinque minuti di conversazione.

-

Eleonor stava passando quei minuti mancanti all'arrivo di Roger scorrendo la home di Pinterest sul cellulare, da dove spesso prendeva spunto per qualche outfit carino o per qualche acconciatura originale, tanto per non essere monotona. Difatti quella sera, nonostante avesse optato per una semplice salopette di jeans, la cui gonna le arrivava all'incirca fino al ginocchio, accompagnata dai soliti anfibi neri, aveva raccolto i propri capelli in due piccoli chignon spettinati di uno stile abbastanza asiatico, lasciando che due ciuffetti le cadessero ai lati della fronte.
Più volte lasciava perdere il cellulare per guardarsi allo specchio, seguita con lo sguardo da Claire, la quale se ne stava rannicchiata sul divano sotto una coperta di pile, in pigiama, mangiando patatine al formaggio, usandole come un vero e proprio antidepressivo.
-Non serve che continui a guardarti, stai benissimo-
-Sei sicura?- si specchiò per la milionesima volta
-Non sembro troppo una bambina con questa acconciatura forse?-
-Hai diciassette anni, non trenta. E poi che male c'è se dimostri meno della tua età?-
-Oh sai, vado in un locale di sera, dove c'è gente che si ubriaca e si fa di chissà quali sostanze, non sarebbe molto sobrio se venissi scambiata, non so, per una quattordicenne-
-Innanzitutto non dimostri quattordici anni e poi fidati che ai tempi d'oggi certi quattordicenni fanno cose ben peggiori di certi ventenni-
-Sarà, ma io penso per me- si strinse nelle spalle
-E poi non è che Roger dimostri così tanto i suoi vent'anni- precisò Claire, addentando l'ennesima patatina
-Almeno non ne dimostra quattordici o quindici- disse Eleonor afflitta
-Sei cocciuta, lo sapevi?-
-E a te puzzeranno da morire le mani di formaggio, lo sapevi?-
-Cercherò di non toccare nulla-
-Queste patatine sono l'unica cosa bella che mi è rimasta- disse la mora, sporgendo il labbro inferiore, colta da un'improvvisa onda di malinconia
-Ora non esagerare Claire-
-Ho soltanto perso il ragazzo con cui stavo da ben tre fottuti anni, sono cornuta e ho una sorella che ha ben tre spasimanti in questo momento!- allargò le braccia Claire
-Che c'entro ora io?- la castana era seriamente confusa
-Che mi sarei divertita moltissimo ad aiutarti nella selezione, ma sto di merda e proprio non me la sento-
-Ma cosa dovrei selezionare?-
-Dovrai pur scegliere tra uno dei tuoi corteggiatori, o li vuoi tutti e tre?- inarcò un sopracciglio Claire, alla ricerca di una patatina all'interno della busta
Eleonor, ancora in confusione, guardò la sorella come avesse a che fare con una pazza.
-Da quando ho tre corteggiatori?-
-E Charlie, John e Roger chi sarebbero?- disse ovvia Claire, beccandosi un'occhiataccia dalla sorella, la quale tentò di non sbiancare al pensiero del primo che la mora aveva elencato per non farle sospettare niente
-Tralasciando Charlie per ovvi motivi, Roger e John non sono attratti da me, sono miei amici- -Cerca solo di non farli litigare baby-
-Smettila Claire!- le puntò un dito contro, minacciosa, la castana
-Ti stanno attaccati come cozze, non farmi essere ripetitiva dai-
-Se dobbiamo metterla su questo piano, allora John sta molto più attaccato a te-
-E' praticamente il mio migliore amico ormai-
-Anche il mio!- esclamò Eleonor, al limite della sopportazione
-Rimane comunque il biondino- le ricordò Claire, facendola borbottare rumorosamente
-Non ti rispondo più-
La mora, dopo varie ore, sentì il cuore più leggero grazie alla propria sorella, che con i suoi modi buffi e la sua finta innocenza riusciva sempre a farle tornare il buonumore.
-Comunque se cerchi la stabilità scegli John, se invece cerchi un ragazzo con del sexappeal e una storia all'avventura buttati a capofitto su Roger-
Eleonor, totalmente esasperata, stava per risponderle per le rime, ma l'arrivo di un messaggio da parte del biondo che la avvertiva del suo arrivo le diede il semplice input di indossare la giacca, lasciando perdere i discorsi senza senso di Claire.
La castana, prima di uscire di casa, raggiunse quest'ultima, schioccandole un bacino sulla guancia.
-Ci vediamo dopo, non esagerare con le schifezze- indicò la busta delle patatine
-E tu usa le dovute precauzioni, nel caso-
Eleonor roteò gli occhi divenendo paonazza, non facendosi però vedere dalla sorella.
Una volta che ebbe chiuso la porta alle proprie spalle, attraversò a piccoli passi tutto il vialetto della sua abitazione, superando successivamente il cancello, trovando Roger appoggiato a braccia conserte alla sua auto.
Il biondo le andò prontamente incontro, così che potessero salutarsi con due baci sulle guance.
-Oggi sei meno anni Settanta noto- ridacchiò Eleonor, notandolo vestito in modo differente dalle altre volte in cui erano stati assieme
Difatti il ragazzo, stavolta, aveva optato per un paio di classici jeans chiari abbinando ad essi una tshirt nera a mezze maniche con su disegnato il logo della band del padre e delle semplici Sneakers bianche e nere a completare il tutto.
-E tu invece oggi non hai i capelli sciolti- le rispose lui, giocando con uno dei suoi chignon spettinati, infastidendola leggermente al pensiero che potesse rovinarglieli
-Mi piace variare un po'-
-Sono dello stesso avviso- le sorrise nuovamente lui, battendo successivamente le mani
-Ora però andiamo, mio cugino Brad mi ammazza se ritardo-
Entrambi, a quelle parole, si sbrigarono a salire in macchina, allacciandosi nell'immediato le cinture di sicurezza. In un primo momento Eleonor se ne rimase in religioso silenzio, sentendosi fin troppo in soggezione a stare totalmente sola con il biondo, ma poi, nel tentativo di smorzare un poco quella tensione fastidiosa, parlò di getto, senza rimuginare.
-Posso chiederti una cosa?- esordì, guadagnandosi la totale attenzione del pilota, che annuì
-Certo-
-Come mai tieni i capelli lunghi ed indossi capi che riportano molto alla moda degli anni passati di solito?- gli domandò realmente curiosa
-Non ci sto bene?- le chiese subito lui, preoccupato
-No no, lo chiedo solo per curiosità, è raro ai giorni d'oggi un ragazzo con il tuo stile- lo tranquillizzò, quasi elogiandolo
-Essendo cresciuto con mio padre e gli altri della band mi sono innamorato fin da piccolo del loro stile, le camicie sbottonate, i jeans stretti a zampa, gli stivaletti, le collane, tutto ciò non ha prezzo- le spiegò estasiato
-E poi mio padre li portava così e dato che ci stava veramente da Dio ho voluto imitarlo. Questa capigliatura è un po' un tributo a lui-
-Si ho visto delle sue foto di quando aveva i capelli lunghi, gli stavano benissimo, sul serio- Eleonor confermò le parole del biondo senza esitazione
-E poi, a dirla tutta, non mi ci vedrei affatto con quei ciuffi da idioti che ormai portano tutti-
-Infatti a te stanno bene i capelli così-
Roger guardò velocemente Eleonor, sorridendole spontaneo.
-Lo pensi davvero?-
-Si, e poi nemmeno io ti ci vedrei con il ciuffo- intrufolò repentinamente una mano nella chioma bionda di lui, smuovendola con le dita
-Mi piace il tuo stile ed il fatto che vuoi differenziarti dalla massa- gli disse infine, ritraendo la mano
-Mi sento onorato- il biondo finse di asciugarsi una lacrimuccia, divertendola
-Dovresti sul serio, non sono solita a complimentarmi-
-E chi ti dice che io non sia serio?-
-La tua faccia da idiota, Roger-
Il ragazzo rise alla frase della ragazza, svoltando poi in una via più stretta rispetto alle precedenti, lentamente, così da non arrecare danni al suo amato veicolo.
-Tra tutto quello che è successo ho dimenticato di chiederti come ti è sembrata la mia esibizione di ieri sera- si ricordò poi, non distogliendo gli occhi dalla strada poco luminosa
-In realtà volevo venire a congratularmi, ma John mi ha detto che ti avrei trovato impegnato- gli disse, ponendo tra delle virgolette mimate con le dita l'ultima parola pronunciata
Roger aggrottò la fronte, guardando per un microsecondo la ragazza di fianco a sé con un'espressione indecifrabile.
-Impegnato a fare che?-
-Impegnato con Mary-Anne, credo- gli ricordò della ragazza, quasi sussurrando
-Ah, no, in realtà dovevo andare a bermi una birra con il resto della band- le svelò la verità, grattandosi la nuca
-E allora cosa ci facevi con lei quando sei venuto in mio aiuto?-
-Ha provato a farmi cedere- disse con tono malizioso, alzando ed abbassando velocemente le sopracciglia
-Non credo ci voglia poi così tanto- lo guardò con la coda dell'occhio la castana, notando le sue fossette farsi più accentuate
-E' stata accontentata ormai- concluse il discorso con una scrollata di spalle
Eleonor schiuse le labbra, scioccata da quella rivelazione, girandosi totalmente nella direzione del biondo.
-Roger!-
-Cosa?- chiese spiegazioni lui, intento a parcheggiare l'auto in retromarcia nel parcheggio del locale dove si sarebbero dovuti dirigere
-Non è un oggetto usa e getta, è un essere umano con dei sentimenti anche lei- sbottò leggermente Eleonor
Intanto Roger aveva spento la macchina ed estratto le chiavi dal lunotto.
-Quelle come lei nei rapporti mettono tutto meno che i sentimenti, credimi-
-Come puoi essere così fottutamente superficiale?- lo scrutò indignata, irritandolo
-Si può sapere che problema c'è, Eleonor?-
-Sei un ragazzo intelligente, ma con questi discorsi di cattivo gusto mi cali e neanche poco, se proprio vuoi saperlo-
-Cosa c'è di male se io voglio avere questo stile di vita?- le domandò abbastanza spazientito
-Non mi pare di aver mai messo becco nei tuoi affari, a differenza di ciò che stai facendo tu ora-
-I miei sono solo dei consigli..-
-Grazie El, ma davvero, non ho bisogno di ricevere ulteriori morali, specie in una giornata merdosa come quella di oggi!- alzò il tono di qualche ottava, prendendo poi a fumarsi una sigaretta, chiaro segno che il nervosismo lo stava invadendo totalmente
Eleonor allora capì che non era stata la prima a bacchettarlo quel giorno.
-Che è successo? Se.. posso sapere- gli chiese timorosa, scrutando il suo volto di profilo
-Problemi famigliari- si aprì, non aspettandoselo nemmeno da sé stesso, a lei
-Problemi di che tipo?-
Il biondo espirò via l'ennesima nuvola di fumo, spostando poi le sue iridi azzurre in quelle verdi della castana, la quale se ne stava immobile in attesa di una risposta.
-Ho un rapporto complicato con la mia famiglia, ci sono un sacco di problemi interni che vanno avanti da anni- le raccontò sbrigativamente, non volendo crogiolarsi troppo nei dettagli
-E questo ti fa stare male, noto-
-Non più di tanto dopo tutti questi anni, più che altro tendo ad irritarmi quando vengo chiamato in causa in dei discorsi che non mi riguardano oppure quando mi vengono date delle lezioni di vita inutili-
Eleonor lo guardò comprensiva, posandogli amichevolmente una mano sul braccio destro, accarezzandoglielo d'istinto, con l'intento di confortarlo.
-Se vuoi parlare io ci sono-
Roger la guardò sorpreso, sorridendole riconoscente.
-Non mi piace parlarne, ma semmai ne dovessi sentire il bisogno, mi rivolgerò esclusivamente a te-
La castana annuì con la nuca, slacciandosi poi la cintura e scendendo dalla macchina che il biondo chiuse subito dopo.
I due si avviarono l'uno di fianco all'altra verso l'entrata del nuovo locale, nuovo per Eleonor perlomeno, fermandosi di nuovo a pochi metri dal buttafuori.
-Pss, El- richiamò la sua attenzione Roger
-Che c'è?- parlò con lo stesso tono lei
-Dammi la mano-
Eleonor sbiancò, non aspettandosi minimamente una richiesta simile.
-Cosa?-
-Non fraintendere, se vuoi entrare e far sì che mio cugino non mi uccida fai come ti dico- il biondo allungò speranzoso la mano nella direzione della ragazza, che senza pensarci oltre la strinse nella sua, facendo intrecciare inconsciamente le loro dita, come fossero pezzi di un puzzle perfettamente combacianti
-Da adesso in poi dovrai confermare ogni mia parola, intesi?-
-Questo dipende!-
Roger roteò gli occhi, conducendola con sé, mano nella mano, proprio di fronte al buttafuori.
-Nome?- domandò quest'ultimo
-Roger Taylor, il batterista della band-
L'omaccione, ricordandosi improvvisamente di lui, annuì con il capo accennando un sorriso, portando poi il suo sguardo alla ragazza.
-Nome?- ripeté la stessa, identica domanda, spiazzandola
-Eleonor Cooper, è con me- parlò nuovamente Roger
-Senza prenotazione non posso farla entrare, mi spiace-
La castana s'intristì di getto, portando prontamente i suoi occhi al biondo, che non si fece cogliere impreparato.
-Marcus- ammiccò Roger, chiamando per nome il buttafuori
-Non vorrai davvero che la mia ragazza rimanga qui fuori tutta sola. E' normale che se io suono qui lei è automaticamente autorizzata ad entrare, no?- disse innocentemente, facendo spalancare di rimando gli occhi ad Eleonor per come lui l'aveva definita
"La mia ragazza".
-Non so se posso-
-La prego, avevamo dato per scontato che io potessi entrare quando la serata è stata organizzata- la castana decise di reggere il gioco a Roger, avvicinandosi maggiormente a lui nel tentativo di risultare convincenti come coppia
-Se no mi sarei preoccupata di prenotare- L'uomo si arrese.
-Va bene, ma se ve lo chiedono rispondete loro che lei è in lista- li avvertì, facendoli sorridere vittoriosi, sfrecciando poi lungo tutto il tunnel buio, che di tanto in tanto si illuminava di luci di vari colori, che li avrebbe condotti all'interno del locale vero e proprio
Non appena vi giunsero, Eleonor rimase incantata nel vedere quanto maestoso, luminoso e decisamente più pulito e ben messo fosse rispetto al Middle, che al primo impatto le era sembrato una topaia. La ragazza, ancora con la mano intrecciata a quella di Roger, scrutò attentamente la pista, già zeppa di persone intente a ballare e chiacchierare, per poi passare lo sguardo al bancone, dietro il quale poté scorgere file infinite di bottiglie contenenti alcolici e non, ognuna di colore diverso, aggiungendo un tocco in più all'estetica generale del pub, che di per sé era già meraviglioso.
Qualcosa di inimitabile in confronto ad altri locali in cui la castana era stata.
-Ti piace?- le domandò il biondo, notandola sognante
-Sì, non si può neanche lontanamente paragonare al Middle!-
-Te lo avevo detto, fidanzata- la derise leggermente alzando in aria le loro mani intrecciate, facendola arrossire sulle gote, ritraendo la propria mano
-Dire che sono tua sorella no?- gli chiese scettica
-Non terrei mai una mia presunta sorella per mano-
Eleonor scosse il capo guardandolo arresa, ricevendo in cambio un pizzicotto sulla punta del naso.
-Vieni con me, ti presento una persona così non ti sentirai sola durante l'esibizione- la castana lo seguì verso il bancone, al quale si appoggiò non appena vi giunsero
-Ehi Ali!-
La donna dietro il bancone, che era stata chiamata da Roger, si voltò subito nella direzione dei due ragazzi, sorridendo ampiamente riconoscendo il biondino, raggiungendolo subito.
-Rogerino!- gli prese il viso fra le mani, scuotendolo piano
-Che bello vederti angioletto- la donna in questione doveva avere trent'anni circa e un trucco così meravigliosamente appariscente da far invidia alla miglior make-up artist
-Anche stasera a picchiare i tuoi quattro tamburi?-
-Esatto- disse non dando peso alle sue parole
-Però prima di andare voglio presentarti una persona- il biondo indicò Eleonor con entrambi gli indici, la quale sorrise timidamente alla barista, intenerendola
-E' la tua ragazza? Guarda che visino ha! Angelico quasi quanto il tuo!- li elogiò accarezzando il volto della ragazza
-No, è una mia amica, si chiama Eleonor. El, lei invece è Alesha, amica di vecchia data dei miei genitori- le presentò
-Di vecchia data è un eufemismo, mi piace raccontare di conoscerli da ogni qualsiasi mia altra vita già vissuta. Non credo che sarei riuscita ad attraversare allo stesso modo la mia transizione senza la dolcezza di sua madre e la protezione di suo padre-
Eleonor sorrise in automatico ascoltando tali parole.
-Molto piacere-
-Ora io corro o Brad mi uccide- le avvertì il biondo, afferrando Eleonor, ormai seduta comodamente su uno sgabello, per le spalle
-L'affido a te- si riferì ad Alesha, che gli fece l'occhiolino per tranquillizzarlo, prima che sparisse tra la folla per andare a suonare
-Ti andrebbe qualcosa da bere tesoro?-
-Oh no grazie-
-Sei sicura? Non per vantarmi, ma preparo dei cocktail che sono la fine del mondo- si pavoneggiò, divertendola
-No sul serio, adoro i cocktail ma per stasera passo-
-Come mai?-
-Non mi piace bere senza mia sorella con me, mi fido soltanto di lei in certi casi- raccontò
-Non ti fidi di Roger?- le chiese spontaneamente Alesha, mentre serviva un'altra ragazza appena arrivata
-Lo conosco da pochissimo-
-Tipo?-
-Quattro o cinque giorni-
-Veramente? Vi ho visti molto affiatati, non mi sembrava vi conosceste da così poco- la donna porse l'ordinazione all'altra ragazza, salutandola successivamente e riportando la sua completa attenzione ad Eleonor
-E' la verità, ci abbiamo messo poco ad entrare in confidenza-
-Beh ci credo, con questo visetto non comprenderei il contrario. Roger ha occhio- le disse furbamente
-In che senso?- domandò la castana confusa
-Il piccolo Taylor è furbo mia cara Eleonor, sa perfettamente come fare quando vuole ottenere qualcosa-
Sentendo quelle parole al cuore di Eleonor mancò un battito.
-Dici che lui si sta comportando così amichevolmente con me solo perché punta a portarmi a letto?- non voleva pensarci e né, tantomeno, crederci
-Questo precisamente non posso dirtelo, ma ho notato subito il modo in cui ti tocca, leggero, delicato, con maniacale attenzione, come avesse paura di farti male. Non lo vedevo così attento ad una ragazza da anni, solitamente con le sue prede non si cura molto di loro-
La castana si sentì sollevata e leggermente compiaciuta, non volendo, però, darlo a vedere. Una domanda, però, le sorse spontanea.
-Da anni?-
-Sì, tre o forse quattro anni fa si comportava in modo simile con un'altra ragazza, anche lei con il visetto pulito simile al tuo e con un caratterino niente male, devo dire-
Eleonor era veramente curiosa a quel punto.
-E chi era questa ragazza?-
-Una sua amica d'infanzia. Sono cresciuti insieme e si sono sempre tenuti testa dati i loro caratteri simili, se non uguali. Roger aveva un debole per lei, si scioglieva davanti ad i suoi occhioni verdi, e credo di non averlo mai visto più guardare in un tale modo un'altra ragazza-
-Cos'è successo a lei?- domandò prontamente lei, tentando di immaginarsi un Roger innamorato, provando delle strane fitte alla pancia
-Lei è dovuta partire con i suoi, in Irlanda se non ricordo male. Da allora non si sono più visti-
-E tra di loro, invece, cosa c'è stato?-
-Niente più di un'amicizia, ma si sono sempre piaciuti, non riuscendo mai a dirselo-
Eleonor annuì con il capo.
-Quindi sotto quella maschera da sfacciato donnaiolo, Roger ha anche un lato tenero- accennò un sorrisino
-Ma certo! E' uno zuccherino. Quello se si innamora è capace a portare la propria amata fin sulla luna, fidati di Alesha- si batté una mano sullo sterno Alesha, notando che il palco si stava illuminando gradualmente
Anche Eleonor portò la sua attenzione a quest'ultimo, scorgendo immediatamente Roger dietro la batteria, la quale si trovava più in alto rispetto agli altri membri della band davanti. Il ragazzo captò lo sguardo di Eleonor sorridendole smagliante e alzando in aria una bacchetta, per poi dar via al concerto, come aveva fatto la sera precedente, stavolta non limitandosi ad eseguire soltanto cover, ma anche dei brani inediti scritti da Bradley, anche essi di un certo livello.
L'esibizione durò molto di più di quella della sera prima e fu molto più efficiente in fatto di qualità, soprattutto grazie agli incalzanti assoli di batteria che Roger, di tanto in tanto, allungava così da tenere il pubblico in pugno, non aspettandosi mai la fine di esso. La castana sorrise vedendolo inchinarsi e, successivamente, lanciare in aria le bacchette, facendole atterrare chissà dove.
-Il mio angioletto farà strada!- applaudì con le braccia in alto Alesha, come tutte le altre persone all'interno del locale, urlando ad alta voce ripetutamente il nome della band che stava lasciando il palco
Eleonor, gasata e del tutto incurante di chi potesse vederla, si mise in ginocchio sullo sgabello alla ricerca di Roger, notandolo lontanissimo, abbracciato al cugino Bradley, impegnato a ridere con gli altri musicisti. Decise di risedersi composta, attendendolo.
-Sicura di non volere nulla da bere?- richiamò nuovamente la sua attenzione Alesha con lo shaker tra le mani
Eleonor, mettendo da parte il timore di finire in qualche pasticcio senza la presenza Claire, si voltò completamente verso la donna, sorridendole beffarda.
-La tua specialità?- chiese direttamente, senza dire sì o no
Alesha la indicò maliziosamente, prendendo poi due o tre bottiglie, pronta a prepararle il cocktail che di sicuro le veniva meglio.
-Ti lascerò senza parole-
-E' quello che voglio- stette al gioco la castana, percependo poi una mano poggiarsi sulla sua spalla, voltandosi di scatto
Sul suo viso si fece spazio un enorme sorriso nel riconoscere Roger, zuppo fradicio a causa del sudore e ugualmente sorridente.
-Ehi batterista!- Eleonor gli porse il cinque che lui batté subito, euforico
-Ti siamo piaciuti?- chiese
-Certo! Siete fenomenali- si complimentò
-Tu poi ti sei superato, quegli assoli erano veramente magistrali, degni di un grandissimo musicista-
-Non esagerare dai- si grattò la nuca leggermente in imbarazzo
-Non fare il modesto angioletto- strizzò l'occhio Alesha, intenta a scuotere lo shaker energicamente
-Sai meglio di noi di valere tanto-
-Troppo gentili- improvvisò un piccolo inchino, perdendo per sbaglio l'equilibrio, trovandosi quindi a cadere praticamente tra le braccia di Eleonor, la quale lo resse al meglio, notandolo successivamente a un palmo dal proprio volto, sotto lo sguardo furbo di Alesha, la quale non proferì parola, non volendo rovinare un momento così tenero
Roger deglutì rumorosamente all'impatto, riportandosi repentinamente dritto.
-Ops-
-Ti ho fatto male?-
Eleonor, ancora un po' scombussolata, negò con il capo, infondendogli tranquillità.
Il ragazzo alzò il pollice in tutta risposta, passando poi la propria attenzione su qualcos'altro, o meglio, qualcun altro, alle spalle di Eleonor, la quale non si accorse di nulla essendo del tutto concentrata sull'attività che Alesha stava compiendo.
Colei che Roger era intento a guardare era una ragazza dai lunghi capelli rossi, raccolti in una coda alta, con il viso pesantemente truccato e decorato da numerose lentiggini, la quale indossava un top che la copriva come fosse un semplice reggiseno, una gonna di pelle bordeaux e degli stivali alti. Anch'ella lo stava osservando da un po' con un ghigno malizioso, arrivando ad indicargli, infine, con il capo la direzione dei bagni, facendogli intendere facilmente dove volesse andare a parare.
Il biondo le sorrise sornione, annuendo con il capo.
-El- richiamò l'attenzione della ragazza lui
-Dimmi-
Velocemente Roger si sfilò la maglia nera che indossava, lasciando letteralmente senza parole Eleonor.
-Me la tieni?- gli porse l'indumento zuppo
-Ma sei scemo?- lo sgridò la castana percependo le proprie gote in fiamme
-Ti prenderai un accidente! E poi cosa devi fare, scusa?- gli domandò confusa, scorgendo poi la figura di una ragazza dai capelli rossi avvicinarsi a Roger, il quale ammiccò verso di lei, seguendola con gli occhi ed ignorando del tutto le parole di Eleonor, mordendosi il labbro inferiore al contempo
-Oh scordatelo! Io non ti faccio da uomo morto- disse seccata la ragazza, lanciandogli contro la maglia
-Dai El, che ti costa?-
-Che mi costa?- Eleonor, sempre sotto lo sguardo attento e, stavolta, leggermente preoccupato di Alesha, si alzò in piedi, così da poter tenere facilmente testa al biondo
-Mi costa che stasera sono venuta qui di nascosto dai miei genitori per vedere la tua esibizione e per passare la serata con un amico a bere qualcosa magari, non per starmene seduta davanti ad un bancone a farti da attaccapanni mentre ti scopi una, Taylor!-
-Sarà questione di poco tempo- le rispose, non sforzandosi un minimo di cercare una risposta decente, impaziente di raggiungere la rossa
-Cos'è, sei precoce in certi campi?- lo derise, inorridita dal suo lato da dongiovanni, che risaltava fin troppo sia del menefreghismo che dell'antipatia
Roger, sentendosi umiliato, la guardò furente.
-Se vuoi te lo dimostro in prima persona se sono o no precoce!- sbraitò, non curandosi un minimo dei suoi sentimenti o delle sue sensazioni, colpendola nell'orgoglio
-Sei vomitevole Rog!- lo spinse indietro con violenza dal petto, tornando a sedersi, dandogli le spalle
Roger le concesse un'ultima occhiata arrabbiato, ma allo stesso tempo un po' pentito di come l'aveva trattata, decidendosi poi a raggiungere la ragazza che lo stava attendendo nei bagni, portando con sé la famosa maglietta.
Eleonor, invece, dovette lottare contro sé stessa per rimandare indietro delle lacrime dovute alla rabbia che stavano minacciando di uscire.
-Piccolina- portò una mano sulla sua Alesha, seriamente in pensiero
-Sto bene- disse secca Eleonor, non volendo peggiorare la situazione
-Farete presto pace, è stato tutto un malinteso nato da degli atteggiamenti bambineschi di Rog..-
-Non mi interessa, sul serio Alesha. Roger non mi fa né caldo né freddo-
-I tuoi occhi mi dicono il contrario, però- disse Alesha, ammutolendola, porgendole poi il suo cocktail di color arancione, anche un po' tendente al rosa, portandola ad intuire che doveva sicuramente sapere di pesca
-Tieni, spero ti piaccia-
Eleonor dapprima lo odorò, arricciando il naso percependo il forte odore di alcool, e subito dopo, tutto d'un fiato, iniziò a scolarlo, rimanendo del tutto estasiata a causa del sapore buonissimo della bibita, che in un batter d'occhio l'aveva spedita tra gli angeli del paradiso.
Strinse forte le palpebre non appena lo terminò, sentendo la gola bruciarle leggermente, ma ignorando tale sensazione.
-Divino- si complimentò con Alesha, restituendole il bicchiere ormai vuoto e sentendosi sopraffatta dal primo minuscolo accenno di ebbrezza leggera
-Sono contenta che ti sia piaciuto- le disse compiaciuta la barista, andando a servire un gruppetto di ragazzi poco più in là
Eleonor, che stava cominciando a sentire la testa pesarle, prese il cellulare che aveva riposto in tasca, iniziando a digitare un messaggio da inviare a Claire, temendo il peggio.
"Claire, ho discusso con Roger e voglio tornare a casa. Puoi passarmi a prendere?"
Scrisse, sperando con tutta sé stessa in una risposta affermativa, che non tardò ad arrivare.
"Ovvio! Tempo di indossare qualcosa di decente e sono da te."
"Mandami la posizione intanto."
La castana accontentò la sorella, indossando poi la giacca, cercando con lo sguardo Alesha.
-Ali, io vado, mi sta venendo a prendere mia sorella- l'avvertì ad alta voce, così che potesse udirla anche a distanza
-Va bene zuccherino, spero di rivederti presto!-
-Contaci!- le promise, sgusciando poi tra le varie persone all'interno del locale, così da poter raggiungere finalmente l'uscita, sentendo la testa ancor più pesante di prima e l'aria farsi corta nei polmoni
Dovette prendersi una pausa per orientarsi, poggiandosi al muro per riprendere un minimo fiato, desiderando con tutta sé stessa il suo amatissimo letto.
Mosse alcuni ulteriori passi ricordandosi come arrivare al tunnel che conduceva all'uscita, ma dovette bloccarsi di scatto per colpa di un ragazzo contro il quale andò a sbattere violentemente, facendo sì che entrambi venissero bagnati dal cocktail di lui.
Eleonor, esasperata, alzò lo sguardo e allora parve non capirci più niente di niente. Colui che aveva davanti era un ragazzo alto, poco più di Roger, ben messo fisicamente, date le braccia muscolose e le spalle larghe, con un viso abbastanza squadrato e dalla carnagione pallida, sul quale non potevano non essere notati quei due occhioni verdi/azzurri, all'apparenza pieni di vita, luminosi. Il tutto era incorniciato dai capelli biondi, lunghi poco sopra le spalle e mossi.
Lui la stava guardando con lo stesso incanto, trovandola bellissima e senza alcun apparente difetto.
-Che casino!- ridacchiò
-Mi.. mi dispiace, sono un fottuto disastro- balbettò confusa, sia per via della presenza del ragazzo, sia a causa dell'alcool ingerito
-Ma di che! Non preoccuparti, sono cose che succedono in posti come questi- le sorrise in modo incoraggiante, facendola arrossire, non potendo negare a sé stessa di trovarlo davvero carino
-Forse, ma la mia goffaggine peggiora tutto-
-Fino a che si ha una lavatrice in casa queste sono sciocchezze-
-Hai ragione- rise leggermente lei, abbassando poi gli occhi sulle scarpe
-Io comunque sono Sam- si presentò improvvisamente lui, senza però porgerle la mano
-Samuel in realtà, ma tutti mi conoscono come Sam-
-Io sono Eleonor- rispose lei cordialmente, scordandosi dell'arrivo imminente della sorella
-E' un bel nome-
-Anche Samuel-
Si complimentarono entrambi in imbarazzo, perfino Sam che di solito era spavaldo e totalmente a suo agio col mondo femminile faticò per restare calmo di fronte agli occhi magnetici di Eleonor.
-Posso offrirti qualcosa da bere se ti va, Eleonor-
-Ehm, mi piacerebbe, ma ho già bevuto e non vorrei esagerare-
-Allora vieni solo a scambiare due chiacchiere mentre io recupero ciò che ho perso- le propose, auto-indicandosi la camicia zuppa di cocktail con finto sguardo disperato
-Puoi recuperare da solo ciò che hai perso, Sam- Roger apparve come per magia, intrufolandosi tra i due, afferrando per una spalla Eleonor, facendola indietreggiare contro la sua volontà
-Cuginetto, qual buon vento?-
La castana spalancò gli occhi d'improvviso, non aspettandosi una parentela tra i due.
-Sai, fiuto i coglioni da chilometri tesoro-
-Roger!- lo riprese seria Eleonor
-Vi conoscete?- domandò sorpreso Sam
-Purtroppo- gli rispose la ragazza, ancora furiosa con Roger, che di rimando la guardò malissimo, sbuffando
-Non mi sembra molto propensa a rimanere con te Rog- lo derise il cugino, inalberandolo
-Forse non lo è, ma non le permetterò di restare solo un secondo di più vicino a te- detto ciò, Roger afferrò saldamente Eleonor per la vita, trascinandola con sé il più lontano possibile dall'altro
-Lasciami!- si divincolò da lui con forza
-Dove cazzo vai sola? Perlopiù stavi parlando con quel coglione di mio cugino! Ti sto cercando da tanto di quel tempo, hai idea di quanto io sia stato in pensiero?- le sbottò contro
-Innanzitutto tuo cugino è mille volte più cordiale e rispettoso di te, quindi placati con le parole-
-E poi piantala, non giocare a fare il finto interessato Taylor-
-Finto interessato? Stava per prendermi un fottuto infarto e io sarei un "finto interessato"?-
La ragazza, stanca di sentirlo blaterare, gli puntò un dito contro.
-Se ti fosse interessato un minimo di me non mi avresti piantata in asso per andarti a scopare una zoccoletta da quattro soldi-
-Cosa diavolo c'entra ora questo, di nuovo?-
-C'entra Roger! Io non sono tenuta a doverti reggere il moccolo quando te la fai con una! E ora ho capito perché mi hai voluta qua-
-E perché mai, sentiamo- allargò le braccia il biondo, curioso ed esasperato allo stesso tempo
-Perché di solito è John che gioca a farti da uomo morto e visto che stasera lui non poteva hai pensato bene di ingaggiare me, stile ruota di scorta- gli urlò contro, ferita
-Ma che film mentali ti stai facendo El?- anche lui alzò il tono
-E' così Roger, non provare a negarlo-
-Io ti ho voluta qui perché volevo ci fossi, non esiste una spiegazione per la quale ho voluto invitarti.. volevo e basta- disse portandosi una mano sulla fronte, confuso
-Bene, non farlo più- concluse la discussione lei, regalandogli le spalle, pronta ad andarsene
Roger, però, decise di non demordere, afferrandola per un braccio e attirandola con forza a sé, cercando di non farle male.
-Lasciami andare Rog!-
-Dove? Dove vuoi andare da sola?- le chiese con più calma
-Claire sta venendo a prendermi, me ne vado a casa con lei, contento ora?- lo guardò in faccia, notando i suoi occhi spegnersi di getto
-L'hai chiamata perché ti porti via? Non potevi aspettare me? Speravo potessimo bere qualcosa insieme..-
-Anche io lo speravo a inizio serata, ma tu con il tuo ego smisurato ed il tuo carattere da gran coglione hai rovinato tutto Taylor, dandomi la certezza che tra me e te non potrà mai esserci un'amicizia-
-Ah è questo che pensi?- le domandò arrabbiato
-Si Roger, è questo ciò che penso!- ribadì il concetto Eleonor, rimanendo successivamente senza fiato, dato che il biondo l'aveva appoggiata contro un muro poco distante da loro, avvicinandosi pericolosamente a lei, facendo sì che le punte dei loro nasi si sfiorassero di pochi millimetri
-Ripetilo- le ordinò, tentando di "sottometterla", pizzicandole le guance con il suo respiro leggermente affannato
Eleonor non ci stette però, così lo spinse via.
-Con me certe tattiche non funzionano Roger Taylor- sbraitò furiosa
-Io non sono una delle facilone che si fanno sottomettere dai tuo sguardi da seduttore, a me quelli danno il voltastomaco. Il tuo faccino funziona con una come Mary-Anne o con una come la rossa di prima, ma con me caschi male, anzi malissimo, perché io non sono come loro- si ricompose, questa volta più che decisa ad andarsene definitivamente
-El- provò un'ultima volta Roger appoggiato al muro di prima, sentendosi annegare nei sensi di colpa per averla trattata, anche solo per un attimo, ed inconsciamente, come una delle tante
-Buona vita Taylor- gli urlò lei senza neanche voltarsi, scaturendo in lui una rabbia tale da fargli prendere a pugni la parete, temendo che stavolta, per colpa dei suoi modi fin troppo sfacciati e colmi di sicurezza, l'avesse persa definitivamente.

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