Heal Me

By Black_mind02

290K 11.7K 5.3K

* SOSPESA* Troppe volte si tende a giudicare una persona dall'apparenza, dal suo modo di fare ma anche da cos... More

Personaggi
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57 pt. 1
Capitolo 57 Pt. 2
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
Avviso importante pt.2
Capitolo 65

Capitolo 26

4.5K 164 30
By Black_mind02

Apro gli occhi di scatto quando un gran rumore al piano di sotto mi fa svegliare.

Mi guardo intorno ancora spaesata per il risveglio improvviso, le pareti rosa della mia cameretta però  mi fanno tranquillizzare immediatamente.
Guardo tutti i peluche delle principesse poggiati sulle mensole e inevitabilmente mi spunta un sorriso.

Adoro le principesse, ognuna di loro per un motivo; cenerentola per la storia della scarpetta di cristallo, biancanrve per il fatto che vive con i sette nani, rapunzel per i suoi capelli lunghi e lucenti.

Cosi come i miei penso mentre mi guardo allo specchio.

I miei lunghi capelli castani arrivano fino a metà schiena e di questo ne sono estremamente felice.

A scuola tutte le mie amiche mi invidiano per questo anche se loro non sanno che in realtà sono io che le  invidio; le invidio quando all'uscita vedo il loro papà salutarle e poi prenderle in braccio e farle volare in aria, in alto, fino a farlgli toccare il cielo. Azzurro e infinito come il mare. Le invidio quando alla festa del papà realizzano il loro lavoretto con tanto amore e dedizione per quel padre che io desidero così tanto, ma che sfortunatamente non ho.

"Buon compleanno bambina mia"

La mamma sulla soglia della porta tiene in mano una torta rosa e bianca esattamente come la mia stanza, con sopra le stampe delle mie principesse preferite:

Aurora della bella addormentata nel bosco e Cenerentola.

Mi viene incontro e dopo aver poggiato la torta sul piccolo tavolino al centro della stanza, dove pennarelli colorati e fogli bianchi giaciono lì dalla sera precedente, mi stringe in un forte abbraccio.

"La mia principessa oggi compie nove anni" mormora al mio orecchio prima di strizzarmi le guance.

"Smettila mamma" dico infastidita staccandomi da lei "Se sono grande non devi più strizzarmi le guance" incrocio le braccia al petto.

"Hai ragione tesoro ormai sei grande per queste cose. A nove anni ormai sei una donna matura" mi fa l'occhiolino sorridendomi.

"Davvero?" chiedo felice.

"Ma certo" mi stritola in un abbraccio "Ora spegni le candeline ed esprimi un desiderio" afferma prendendo in mano la torta e mettendomela sotto il naso.

"Se esprimo un desiderio quello si avvera?" domando emozionata dal mio desiderio. È lo stesso che esprimo ogni anno, ma ogni anno non si avvera mai.

"Se lo desideri tanto tanto sì, ed ora forza, spegni le candeline" mi incoraggia ed io lo faccio.

Soffio sulle candeline ed esprimo il mio desiderio:

Papà torna a casa.

Ed è sempre lo stesso da anni perché è questo quello che voglio; voglio che papà torni da me e dalla mamma, voglio che mi accompagni a scuola e che mi porti a prendere il gelato, voglio che mi legga la favola della buonanotte prima di andare a dormire, questo è quello che voglio, questo è quello che desidero; solo ed esclusivamente che il mio papà torni a casa.

Sento le palpebre pesanti quando lentamente provo ad aprire gli occhi. La testa mi scoppia, come ogni volta che un frammento della mia infanzia, torna a farmi visita durante la notte.

Ancora priva di forze mi tiro a sedere, scorgendo la sagoma di Kate, che mi fissa attentamente.

"Buongiorno dormigliona" mi sorride per poi alzarsi dalla cassapanca e aprire le tende.

La luce mi colpisce in pieno volto e mi ritrovo a nascondere la testa sotto il cuscino, neanche fossi un vampiro di the vampire diaries senza il suo anello solare.

"Brutto sogno?" domanda sedendosi sul letto e togliendomi le coperte di dosso.

"Più o meno" mormoro poggiando i piedi a terra pronta ad alzarmi.

Odio quando la notte sogno scene del mio passato. Lo odio perché mi infondono un senso di fastidio e di malessere, che dura poi, per tutta la giornata.

Non mi piace ricordare quella bambina fragile che vuole il suo papà, non mi piace pensare a lui e a tutto il male che mi ha fatto. Semplicemente non mi piace ricordare.

"Ora che ci penso che ci fai qui?" cambio discorso.

"Sono venuta presto perché ho bisogno di parlarti di Madison"

Guardo il suo riflesso nello specchio del bagno e dal suo sguardo serio, posso capire che sicuramente avrà parlato con lei e che naturalmente è preoccupata per la situazione in cui si trova.

"Hai parlato con lei?" chiedo continuadomi a lavare i denti.

"Sì, ieri sera l'ho chiamata e mi ha raccontato tutto" dice dando conferma alla mia ipotesi.

"Sai di Derek quindi?"

"So di Derek così come so che dobbiamo fare qualcosa per aiutarla"

Aiutarla? E come? penso sapendo bene che la situazione è più complicata del previsto e che noi, non possiamo fare niente di concreto, se non starle accanto come due buone amiche.

"Kate" mi siedo al suo fianco e le afferro le mani che tremano dal nervoso "Noi l'aiuteremo standole accanto e vedrai che tutto andrà bene" la rassicuro prima di attirarla in un abbraccio che in questo momento serve ad entrambe.

Tutta questa situazione di Madison e il sogno su mio padre, mi hanno gettato addosso un senso di irrequetezza che non riesco a spiegarmi.

"Ho bisogno di un'aspirina" piagnucolo toccandomi le tempie che non smette di pulsare.

"Stai male?" Kate mi guarda allarmata.

"Ho solo mal di testa" le sorrido cercando di tranquillizzarla.

"Vado a prenderti l'aspirina tu non muoverti da qui" afferma balzando in piedi e puntandomi un dito contro.

"E dove vuoi che vada" sbuffo prima di alzarmi ed andare in bagno per farmi una doccia calda sperando di sopravvivere alle ore di lezione che mi aspettano.

Venti minuti dopo, mi ritrovo a camminare per i corridoi della Columbia al fianco di Kate, pronta ad affrontare la mia prima lezione del giorno: biologia.

"Stai meglio?" chiede la rossa al mio fianco lanciandomi una strana occhiata.

"Sto meglio" mi limito a dire non potendo affermare di essermi finalmente liberata di questo fastidioso e martellante tintinnio nelle tempie.

"Forse era meglio se rimanevi a letto"

"È solo un po' di mal di testa Kate non morirò per questo" scuoto la testa sorridendo.

"Forse hai ragione" mormora "Comunque ora che ci penso dov'è la tua dolce metà?" chiede ammiccando.

"Non è la mia dolce metà visto che non stiamo insieme" ammetto " Comunque non lo so" concludo alzando le spalle.

"Va bene" mi sorride "Ora forza andiamo a lezione; oggi potrebbe essere il giorno buono in cui non arrivo in ritardo" dice fin troppo seria facendomi scoppiare a ridere.

"Tu ridi ma io vorrei solo scoppiare a piangere in questo momento" scuote la testa sconsolata "Siamo solamente ad ottobre ed io ho già accumulato ritardi su ritardi"

"Rimedia allora" affermo con ovvietà svoltando l'angolo.

"E come faccio? Torno indietro nel tempo, precisamente ad un mese fa, punto ogni giorno la sveglia alle cinque del mattino, in modo tale da sperare che con quattro ore di anticipo riesca ad arrivare in orario?" commenta ironica "Anche se conoscendomi sicuramente riuscirei a fare ritardo anche in quel caso" sbuffa sconsolata dopo averci riflettuto.

"In realtà non era proprio quello che intendevo..." rido di fronte alle cavolate che spara.

Mi fa la linguaccia per poi avviarsi verso la sua aula "Adesso io ho economia con Hayden. Ci vediamo dopo a mensa" mi sorride prima di scomparire dietro la grande porta.

Riprendo a camminare pronta a subirmi un'ora d'inferno con il professor Forbs.

"Devo dire che chi non muore si rivede"

Mi volto incontrando gli occhi azzurri di Dan.

"La stessa cosa vale per te" affermo sincera.

È da tanto che non lo vedo, né in giro ma nemmeno qui al campus.

"Ho avuto da fare" fa spallucce.

"Anch'io" dico una mezza bugia.

"Con il coglione?"

Mi volto di scatto verso di lui.

"Evita di dire certe cose grazie" lo fulmino con lo sguardo.

Sarà che il mal di testa mi sta uccidendo, o forse semplicemente per il fatto che mi dà un fastidio allucinante, quando qualcuno parla male di Christopher, fatto sta che in questo momento vorrei sbranarlo vivo.

"Non volevo infastidirti scusa" afferma sinceramente dispiaciuto "Ci tengo ad essere tuo amico" mi sorride.

E come se avvertissi la sua presenza alle mie spalle mi volto ritrovandomi davanti un metro e novanta di bellezza e muscoli.

"Amico un cazzo. Ti voglio fuori dai coglioni ora" sibila ed anche se mi dispiace per Dan non posso fare a meno di sorridere.

Mi piace questo suo lato possessivo.

"Non funziona la tattica del bulletto con me. Ti conosco come le mie tasche quindi dacci un taglio" sbotta Dan infastidito prima di spostare la sua attenzione su di me. "Spero di vederti domani alla festa" abbozza un sorriso dolce.

"Ci vediamo domani allora" lo saluto e aspetto qualche secondo, prima di voltarmi verso il tatuato al mio fianco sapendo già, che questa mia risposta non gli è andata molto a genio.

"Ora tu mi spieghi per quale cazzo di motivo non lo hai mandato a fanculo" incrocia le braccia al petto non distogliendo per un solo secondo i suoi occhi dai miei.

"È un mio amico e..."

"Cazzo Clare, tu ti fai gli amici come ti cambi le mutande" sputa velenoso assottigliando lo sguardo.

Sta scherzando spero?

"Era anche un tuo amico, quindi non capisco perché tu lo debba trattare così. Se ora ci vedi del marcio in lui non è colpa mia" gli faccio notare spazientita.

"Ah è così che la pensi" sorride amaramente "Dan è un pezzo di merda ed è questo il motivo per cui io non sono più suo amico, ma prego se non ti fidi della mia parola accomodati pure, basta che poi non vieni a piangere da me" dice acido pronto ad andarsene.

"Hai ragione scusa" ammetto sapendo di aver appena sferrato un colpo basso. Molto basso "È solo che non voglio privarmi della sua amicizia solo per compiacere te. Mi hai messa in guardia sul suo conto e te ne sono grata, ma ti prego lasciami libera di prendere le mie decisioni. Non privarmi del privilegio di sbagliare. Te ne prego"

Lo guardo in attesa di una sua reazione. Forse ho esagerato ad aprirmi così tanto, ma non voglio mentirgli. Ho imparato sulla mia pelle che le bugie portano solo ad una cosa: dolore.

"Okay" alza le mani in segno di resa "Ma comunque digli di non girarti troppo intorno, mi da fottutamente fastidio" sbuffa scompigliadosi il ciuffo ribelle.

"Geloso?" scherzo.

"Sì certo" borbotta facendomi sorridere.

"Hai parlato con Medison?" chiedo cercando di cambiare argomento. 

"Sì, viene a lezione" afferma fulminando un ragazzo che a quanto pare, non può fare a meno di osservarci come chissà quale reparto storico.

Annuisco continuando a camminare al suo fianco fino alla nostra aula, dove lui si accomoda ad uno dei banchi in seconda fila.

"Come mai questa scelta?" chiedo sedendomi al suo fianco.

"Quale scelta?" mi guarda inarcando un sopracciglio.

"La seconda fila. Tu siendi sempre in una delle ultime"

"Ma tu no ed io ho voglia di stare vicino a te, quindi eccomi qua" allarga le braccia indicando il nulla intorno a noi.

"E qua ti voglio" sussurro a me stessa
"A patto che tu mi faccia seguire la lezione" gli punto un dito contro cercando di assumere un espressione convincente.

"Farò del mio meglio" dice mordendomi il dito al che io lo ritraggo divertita.

"Stiamo partendo molto male" scuoto la testa cercando di nascondere un sorriso, che come un riflesso poi compare anche sul suo viso, che oggi mi sembra ancora più bello del solito.

Con addosso dei jeans militari, che fasciano alla perfezione le sue gambe toniche e quella felpa nera, che mette in risalto le sue spalle ampie non posso evitare di vederlo stupendo.

"Buongiorno ragazzi"

Il professor Forbes fa il suo ingresso in aula e dopo aver poggiato la sua solita valigetta in pelle marrone sulla cattedra inizia la sua lezione.

"Che palle" sbuffa il tatuato.

"Devo seguire" alzo gli occhi al cielo al che lui finge di cucirsi la bocca e di lanciare la chiave.

"Bravo così ti voglio" scherzo e forse per miracolo o forse per chissà quale altra strana ragione, è rimasto in silenzio tutta l'ora.

L'ho osservato di nascosto e inizialmente scarabbocchiava sul quaderno cose a caso, ma poi queste hanno iniziato a prendere vita, si sono animate, trasformandosi in vere e proprie opere d'arte. Non sono un'esperta ma sono certa che abbia un gran talento e spero che anche lui ne sia a conoscenza.

"Sei stato bravo" ammetto mentre insieme ci immergiamo nella massa di studenti, che circolano per i corridoi.

"Avevi qualche dubbio?" mi lancia un'occhiata di sbiego.

"Devo essere sincera?" lo sfotto.

"Sei proprio una stronza" sibila fulminandomi.

"Scherzavo" alzo gli occhi al cielo.

Questo ragazzo è troppo permaloso.

"Sai che sei molto bravo a disegnare" affermo convinta cercando di alleggerire la tensione.

"Non la pensano tutti così" alza le spalle come se la cosa non lo toccasse, ma da come ha irrigitito la mascella posso notare il contrario.

"Chi non è d'accordo con me?" provo a chiedere sapendo di non dover aspettarmi per forza una sua risposta.

"Lo stronzo, sai a lui non piace niente di me. Per esempio gli fanno schifo tutti questi tatuaggi che ho, semplicemente perché non capisce. Pensa che mi sia ricoperto di inchiostro solo perché fà Figo, ma non è per stronzate del genere che l'ho fatto; mi sono ricoperto di frammenti della mia vita, di ricordi, di emozioni che mi hanno devastato e che ho voluto imprimere sulla pelle per non dimenticarle mai"

Scuote la testa con un sorriso amaro a dipingergli il volto, prima di avviarsi verso le grandi porte che conducono all'esterno.

"Christopher" lo chiamo non curandomi delle decine di occhi puntati addosso.

Odio quando la gente si impiccia degli affari altrui. Che poi cavoli, se devi per forza  curiosare in ciò che non ti riguarda almeno fallo con pudore penso mentre spintono un ragazzo intento a parlottare con un suo amico, come se stesse commentando la scena della sua serie TV preferita.

"Ti prego fermati" lo supplico, quando ormai varcata la porta d'ingresso lo vedo accelerare il passo e stringere le mani, come se stesse per perdere la pazienza e questo innescerebbe in lui come una reazione a catena, che lo porterebbe così a perdere il controllo delle sue azioni, di sé stesso.

"Non ce la faccio" sbotta fermandosi all'improvviso in mezzo al grande giardino verde del campus "Non ce la faccio a vivere con questo senso di inadeguatezza. Io lo so che cazzo sono sbagliato, so di avere qualcosa che non va, ma lo sopporto; lo sopporto come tutto il dolore che mi porto dietro, ma la cosa che non sopporto è vedere il disgusto negli occhi di mio padre, perché merda se io lo odio un motivo c'è l'ho, ma lui cazzo... Perché mi odia? " urla e il vuoto che vedo riflesso nei suoi occhi in questo momento è lo stesso che lo circonda.

E lentamente, molto lentamente, se lo sta inghiottendo ma io non lo permetterò. Sono riuscita in parte a sconfiggere i miei demoni, e lo aiuterò affinché anche lui ci riesca, anche se a quanto vedo i suoi sono molto più cattivi e neri dei miei.

Mi avvicino a lui sperando di non essere respinta, perché in questo momento mi farebbe molto male. Ora che sento che finalmente si sta aprendo con me, ora che finalmente mi sta dando fiducia.

"Christopher sono sicura che tuo padre non ti odi" affermo cauta intrappolando il suo volto nelle mie mani.

Le sue gemme verdi si scontrano con i mie occhi azzurri e per un momento vedo il nulla aleggiere nelle sue iridi, ma solo per poco, perché è un attimo e il nulla delle sue iridi si trasforma in qualcos'altro che non riesco a riconoscere ma che allo stesso tempo mi fa paura, forse proprio perché l'ignoto è sempre più pericoloso del conosciuto.

Mi sorride prima di dire: "Ho sbagliato a raccontarti tutto questo, non so cosa mi sia preso. Quel verme non merita più niente da me, ne il mio tempo, ne i miei pensieri, niente, non merita niente da me se non rabbia e odio" mi accarezza i capelli prima di avvicinare il mio viso al suo e far incontrare le nostre labbra e tutto il suo dolore, le sue emozioni le percepisco sulla mia pelle.

"Li ho disegnati io i miei tatuaggi" sorride sulle mie labbra "E non me ne pentirò mai, anzi, credo che ad oggi sia l'unica cosa di cui vado fiero nella mia vita di merda" morde il mio labbro inferiore, mentre le sue mani esplorano il mio corpo e le sue parole il mio cuore.

"Grazie" sussurro fondendo i nostri sguardi.

"Per cosa?" mi guarda con un sopracciglio incarcato.

"Per ciò che in così poco tempo riesci a farmi provare, a farmi sentire" ammetto sapendo di essermi ormai avviata nella strada del non ritorno, quella dell'amore.

"Non c'è di che lentiggini" mi fa l'occhiolino prima di stamparmi un dolce bacio sulle labbra. "Ora torniamo dentro non voglio essere la causa del tuo cattivo andamento scolastico" scherza afferrandomi la mano e trascinandomi dentro.

Ed ora camminando fianco a fianco, mano nella mano, so che il suo posto è questo; al mio fianco, pronti a difenderci a vicenda, come una squadra e certo so, che non siamo una squadra normale, come tutte le altre. Siamo più ammaccata, più complicata ma così unica che non la lascerei per niente al mondo, perché insieme io e lui siamo invincibili.

Continue Reading

You'll Also Like

9.5K 946 21
SECONDO LIBRO Audrey Kozlov, vive la sua vita in un paesino della Florida ignara della sua vera identità, il carattere turbolento, la testa sulle nuv...
44.4K 82 9
Lei una semplice suora,che non hai mai infranto le regole della fede,ma forse per un uomo,quelle regole possono andare infrante
21.1K 1.4K 42
《Stai giocando con il fuoco piratessa》 《Hai paura che mi bruci?》 《No, perché so che ti piacerebbe scottarti》 《Allora di cosa hai paura?》 《Di volermi...
12.2K 580 65
Malia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry B...