Quella stessa notte
-COME HAI OSATO DISOBBEDIRE AI MIEI ORDINI?!- urlò furioso il re contro il ragazzo con i capelli raccolti in una coda, ormai bagnata dalla pioggia
-Scusi sire.. Non pensavo lo buttassero nel fiume! - tentò di giustificarsi lui parando le mani in avanti
-Ti avevo detto di aspettare il giorno del matrimonio. - insistette lui distruggendolo con lo sguardo
-Ma sarebbe morto comunque! Anzi, se avessi agito secondo i suoi piani sarebbe morta l'intera gabbia-
-proprio non ci arrivi, vero? - domandò l'uomo sospirando e alzando gli occhi al cielo
-Ma sua maestà.. -
-Ora Noah non potrà mai pensare che sia stato un incidente! Sa che l'abbiamo punito noi! -
-Voi.. - lo corresse sussurrando
-Taci. Ormai è andata. L'importante è che quel verme sia nell'altra dimensione.. - sospirò soddisfatto e un ghigno vittorioso comparve sulle sue labbra.
***
Noah e Niccolò, stavano ancora cercando riparo. Anzi, Noah cercava riparo, mentre provava a portare con sé il ragazzo sulle spalle.
-ci mancava solo la febbre.. - sbuffò lei dopo essersi fermata per l'ennesima pausa e aver controllato la fronte al ragazzo tremante
-Ma come biasimarti? L'acqua del fiume era gelida, per non contare poi la pioggia e il vento.. - sospirò ancora mentre gli accarezzava il viso
-Io parlo, parlo, parlo..nonostante sappia che tu ora non puoi sentirmi, per questo mi chiedo:ti sveglierai mai? - parlò tra sé e sé ad alta voce, mentre i suoi occhi verdi cercavano il contatto con quelli nocciola del ragazzo, che però erano ancora chiusi.
Niccolò non aveva smesso di tremare un secondo, le ferite continuavano a sanguinare, e gli occhi erano rimasti chiusi.
Noah non sapeva più che pensare: era vivo? Era morto? Era in una specie di coma? Si sarebbe risvegliato? O sarebbe rimasto così per il resto della vita?
-Ti porterei al villaggio se solo potessi.. - gli sussurrò ad un centimetro dalle sue labbra, per poi azzerare le distanze
Il suo sguardo scese poi lungo le caviglie, e poté notare finalmente la distorsione che gli provocava tanto dolore
-Qui c'è bisogno anche di un medico.. - sbuffò poi sfiorando la caviglia, ma il ragazzo la ritrasse leggermente.
Era come se si trovasse in una profonda dormiveglia, riusciva comunque a sentire, però, il freddo e il dolore; il che lo stremava ancora di più
"Spugna! Torna subito qui, ti avrò ripetuto un migliaio di volte di non allontanarti!"
Una voce famigliare attirò l'attenzione della ragazza, si sporse per vedere più da lontano, e sorrise quando notò la figura del cane venirli contro.
-Spugna!- Lo accolse Noah accarezzandogli la cute pelosa, si staccò quando capí che il cane aveva avvertito la presenza di Niccolò; difatti gli si avvicinò e posò il muso sul suo petto.
Non ottenendo nessun cenno da parte del ragazzo, il cucciolo posò a tastoni la zampetta sul suo zigomo, poi sulla bocca e infine sulla guancia, ripetutamente.
Provò poi a leccargli la punta del naso e le labbra, come faceva tutte le mattine per svegliarlo.
Non ottenendo risultati, il cucciolo mugolò tristemente per poi accucciarsi sul suo petto, come per riscaldarlo. Aveva percepito che Niccolò non stesse bene, così decise di accucciarsi al suo fianco, come per proteggerlo.
-Spu.. Noah? - domandò sorpreso Adriano, leggermente affannato per aver ricorso il cane, fermandosi a qualche metro di distanza
-Adriano! Santo cielo sono così felice di vederti! - esclamò entusiasta la ragazza raggiungendo di corsa
-Che ci fai qui? E come sei ridotta? - domandò ancora lui notando i suoi capelli fradici e la gonna sporca di fango
-Una lunga storia, ho bisogno del tuo aiuto.. Niccolò ha bisogno del tuo aiuto. - disse seria guardandolo in viso
-Niccolò?- domandò allarmato non capendo
-Vieni, guarda - lo trascinò dal polso, e raggiunsero il ragazzo sdraiato a terra con ancora il cucciolo sul petto.
-Niccolò! - esclamò Adriano inginocchiandosi di fianco a lui
-Che gli avete fatto? - domandò alzando la voce, rivolgendosi con aria severa alla ragazza
-io niente.. -
-Noah. Che cazzo. Gli hanno. Fatto. - ripeté scandendo le parole
-Di tutto Adriá.. Di tutto - rispose lei abbassando la voce, gli avrebbe raccontato tutto, ma prima dovevano portare Niccolò al villaggio
-Perchè trema? - domandò lui cercando di riscaldare la pelle fredda e nuda dell'amico
-È stato torturato e poi l'hanno gettato nel fiume, pioveva..e..non lo so cos'altro gli hanno fatto! Si sarà preso la febbre, ma ti prego ora portiamolo a casa..- rispose Noah con gli occhi lucidi
Adriano si tolse il giaccone pensante che aveva addosso, e glielo infilò notando le varie ferite e i graffi provocati dalla frusta poco prima. Lanciò uno sguardo accigliato alla ragazza, che voltò la testa e guardò altrove
-Dai muoviti andiamo - ordinò poi con tono freddo mentre caricava l'amico sulle spalle. Richiamò il cane e si avviarono a valle
-Quando sarebbe successo tutto questo? - domandò con diffidenza continuando a guardare avanti
-ieri sera circa-
-Cioè voi state qui, al freddo, bagnati dalla pioggia.. Da stanotte?! - si voltò per guardarla in malo modo, e lei abbassò lo sguardo
-non riuscivo a portarlo fino al villaggio.. -
Lui non rispose e continuò a camminare, stando il silenzio per metà tragitto
-e tu che ci facevi lì? - domandò lei per rompere il ghiaccio
-Portavo spugna in giro, oggi toccava a me-
-io e Gianmarco siamo rimasti a casa sua per stare con Esther e aiutarla col cane.. - spiegò poi quando s'accorse che la ragazza non aveva capito
-Niccolò è fortunato ad avervi come amici.. - disse lei sorridendo a pena
-come noi lo siamo stati con lui - ricambiò il sorriso e proseguirono in totale silenzio, se non per qualche sbuffo stanco da parte di Adriano, che nonostante ciò non si era voluto riposare un secondo.
-Eccoci.. Finalmente. Dai bussa - ordinò il ragazzo indicando la porta della casa di Niccolò
Noah bussò alla porta, quest'ultima si aprí rivelando la figura di Gianmarco che, non appena vide i tre, corrucciò lo sguardo in un'espressione confusa e perplessa.
-Ti spiegheremo tutto, ma prima facci entrare - disse la ragazza notando lo sguardo confuso del ragazzo
Gianmarco si mise da un lato della soglia, così da farli entrare. Adriano portò Niccolò in camera e lo sdraiò sul letto, lo coprì con le coperte e sospirò esausto.
-dovevi metterlo di pancia in giù, così potevo controllargli le ferite sulla schiena- lo riprese Noah entrando in camera
-Beh inizia col controllargli le ferite sul petto, o se preferisci con i graffi sugli arti, o meglio ancora con la distorsione che ha alla caviglia! - ribatté ironico indicandole i vari punti dolenti
-Oh no aspetta, qui c'è bisogno di un medico che sappia medicargli il tutto e magari che lo faccia risvegliare. Non di controlli. - continuò con rabbia, mentre Noah lo guardava dispiaciuta e abbassò lo sguardo mordendosi l'interno delle guance.
-Va bene, calmatevi ora. Chiaro? Spiegatemi cosa è successo e poi chiamiamo un dottore. - intervenne Gianmarco per placare la lite fra i due
-"E poi"?!? Gianmá dobbiamo chiamarlo subito! Questo qui ce more!- esclamò Adriano gesticolando con le braccia. Aveva gli occhi lucidi ed era sull'orlo di un pianto, ma si trattenne per non scoppiare di fronte a loro.
-Glielo spiego io- si propose Noah attirando l'attenzione dei due
-io gli spiego tutto mentre tu chiami il medico - si rivolse ad Adriano che annuì e corse subito al villaggio alla ricerca di un medico
-Ma Esther? - domandò Noah mettendo un panno bagnato sulla fronte sudata di Niccolò
-È in camera sua, sta ancora dormendo -
-che le avete detto? -
-Che dovevamo dirle? Che Niccolò stava con te al castello e che aveva dormito lì. Perlomeno prima che Adriano sbottasse e le raccontasse tutto-
-quindi sa? - domandò lei
-Sa cosa? Noah non cambiare discorso per piacere! -
Esther nel frattempo uscì dalla camera ancora assonnata, ma si fermò quando sentí delle voci provenire dalla camera di suo fratello
-È stato torturato, Gianmá.. È successo un casino.. Ha rischiato la vita ed è solo colpa mia! - riconobbe la voce di Noah, sembrava stesse per piangere
-Aspetta.. Una cosa per volta.. - la calmò Gianmarco
-Il giorno dell'accusa... Quando le guardie l'hanno preso... L'hanno rinchiuso in celle "particolari"... - iniziò a raccontare la ragazza con la voce che le tremava
-in che senso particolari? -
-Fanno parte della così detta "Gabbia". È un posto orribile... Fa freddo e i prigionieri chiusi lì dentro non possono né mangiare né bere, vengono lavati con secchiate d'acqua gelida o non vengono lavati proprio.. Per questo a molti viene la febbre e altri hanno una speranza di vita molto bassa.. - spiegò mentre passava il panno bagnato sul petto del ragazzo nella speranza di fargli abbassare la temperatura
-Non so per quale motivo ma la sua cella si trovava più in basso rispetto alle altre, dovevo piegarmi sulle ginocchia per riuscire a vederlo almeno in viso.. -
-Ieri sera le guardie l'avranno fatto uscire dalla cella proprio per punirlo... - mandò giù un mangone -l'hanno frustrato.. Picchiato.. E non so cos'altro gli hanno fatto.. - una lacrima rigò la sua guancia e altre seguirono il suo movimento -poi l'hanno messo in un sacco.. L'hanno dondolato per stordirlo, gli hanno posto varie domande.. Ad un certo punto lui non rispondeva più, così hanno gettato il sacco nel fiume.. Ma io ho fatto di tutto per prenderlo in tempo, devi credermi! - si asciugò la guancia con il palmo della mano, e tirò su col naso.
Esther era rimasta interdetta alle parole della ragazza. Aveva sentito bene? Suo fratello aveva subito tutto questo in una settimana? Ma soprattutto.. Suo fratello ora si trovava lì?
Decise di entrare piano nella stanza e avvicinarsi al letto, voleva accettarsi che Niccolò fosse davvero lì
-Esther, piccola già sveglia? - domandò dolcemente Gianmarco cercando di smettere di pensare alle parole di Noah
La piccola annuí e cercò la mano del ragazzo, che subito afferrò
-Hai sentito tutto... Non è vero? - domandò Noah convinta che sarebbe stato inutile continuare a fingere e mentirle.
La bambina annuí di nuovo e prese parola
-Lui è qui? -
Noah e Gianmarco si scambiarono vari sguardi, poi entrambi sospirarono
-Si, è qui sul letto -
Esther, che ormai sapeva più o meno com'era disposta la camera, camminò a tastoni verso il letto. Tastò la sua superficie fino a quando non trovò la mano del ragazzo, ancora tremante. La strinse e salí con l'altra mano su tutto il braccio.
-Ha la mano fredda...- disse la bambina tristemente
-Ha freddo? - chiese poi avvertendo la pelle d'oca sulla pelle del ragazzo
-Si piccola, Niccolò ha un po' di febbre, ma si rimetterà - rispose Noah, anche se sembrava stesse convincendo più lei stessa che lei
-E i graffi di cui stavate parlando prima? - domandò preoccupata
-guariranno anche quelli- le rispose Noah per poi accarezzarle i capelli, lisci e morbidi, proprio come il fratello.
-Guarisci presto fratellone.. Io sono qui che ti aspetto - gli sussurrò la bambina per poi tentare di lasciargli un bacio sulla guancia.
Sospirò e si voltò verso Gianmarco che la guardava intenerito
-ma Adriano c'è? Non lo sento..- gli chiese con fare innocente
-è andato a chiamare un medico - le rispose lui prendendola in braccio, le aveva sempre voluto un gran bene, sin dal primo incontro.
La considerava come la copia femminile del fratello, bassa, dolce, fragile e molto vispa.
-approposito dovrebbe essere già di ritorno.. La febbre sta salendo - disse Noah immergendo nuovamente il panno nell'acqua fredda per poi posarlo sulla fronte di Niccolò
***
Intanto Adriano dal medico..
"Dai su muovetevi! Non posso aspettare tutto il giorno!"
"È da ieri sera che aspetto!"
"Mio figlio sta male, vi prego.."
"Dottore mi aiuti.."
Un continuo vociare circondava le orecchie di Adriano da più di mezz'ora ormai. C'era una grande folla a chiedere cure e aiuti all'unico medico del villaggio. Adriano era dovuto correre dalla valle al villaggio nella speranza di prenotare la visita per primo, a quanto pare non si aspettava minimamente tutto quel caos.
-La prego si muova! Mia moglie sta per partorire! - le urla di un uomo al suo fianco lo fece voltare, notando subito una donna sui 30 anni circa, piegata su sé stessa mentre stringeva unghia e denti per il dolore.
-Ma che starà facendo lì dentro? - si chiese ad alta voce
-Sta operando. Hanno detto che sta facendo un operazione molto delicata- un anziano dietro di lui, con un po' di tosse e un colorito giallastro in viso, gli rispose poco prima di sospirare
Devo trovare un metodo alternativo. Non penso ce la faccia ad aspettare.
Così uscì dalla piccola stanza "d'attesa" e si avviò verso casa di un vecchio mercante, amico di suo padre e del padre di Niccolò.
-Ciao Gaspare, scusa l'orario. Mi serve un medico, adesso! Niccolò sta male!- urlò quelle parole proprio appena la porta dell'anziano uomo si aprí. Quest'ultimo strabuzzò gli occhi, annuì, tornò dentro e prese una valigetta per poi seguire il ragazzo verso casa del suo prossimo paziente.
-Eccoci! Noah siamo qui! - urlò Adriano entrando come una furia in casa per poi raggiungere la camera da letto
-Gaspare! - esclamò la ragazza sorpresa
-Buongiorno principessa Noah, scusi il mio ritardo e le mie condizioni.. Non mi aspettavo di trovarla qui - si inchinò l'uomo mentre ad Adriano gli si ribolliva il sangue nelle vene
-Ma che ve ne importa dell'abbigliamento in questo momento! Non vedete che sta male?! - sbottò infatti poco prima di mettersi le mani nei capelli e sbuffare sonoramente
-Avete ragione, mi metto subito a lavoro. - disse Gaspare per poi avvicinarsi al ragazzo tremante sul letto
Gli misurò la febbre, la pressione, gli controllò le ferite e poi si voltò verso i ragazzi che erano rimasti a guardarlo attenti
-Vi chiedo gentilmente di lasciare la stanza, così posso medicargli alcune ferite e somministrargli qualcosa per la febbre alta-
I due sospirarono e lasciarono la stanza.
***
-saranno passate tre ore da quando si è chiuso lì dentro.. - sbuffò Adriano facendo avanti e indietro davanti la porta della camera
-In realtà sarà passata solo mezz'ora.. - sospirò la ragazza incrociando le braccia sotto il seno
Il moro alzò lo sguardo dal pavimento e la guardò torvo, stava per ribattere, quando la porta si aprí rivelando il volto di Gaspare
-Allora? Come sta? - domandò la ragazza andandogli subito contro, seguita da Adriano che attendeva impaziente
-Il ragazzo ha la febbre molto alta, se continua a dargli quello sciroppo che gli ho messo sopra al comò per circa altre due settimane, dovrebbe scendere. Ha smesso di tremare, il che è positivo.. Le ferite non ho capito come sono state procurate ma penso non ci sia nulla di grave, riguardo la distorsione alla caviglia penso sia meglio intervenire quando si risveglia. Buona giornata - disse per poi congedarsi e uscire da casa.
Subito i due entrarono in camera e si avvicinarono al letto. Niccolò era pieno di bende sporche di sangue che gli fasciavano il torace, il naso e gli zigomi arrossati per via della febbre, e lo sguardo tormentato.
-Secondo te le ha viste le ferite dietro la schiena? - domandò Adriano senza staccare gli occhi dal corpo inerme dell'amico
-Non credo, appena si rimette me ne occupo io.. Non dev'essere tanto difficile -
-posso stare un'attimo sola con lui per piacere? - domandò poi con tono imbarazzato
-Oh.. Ma.. Ma certo.. - rispose rosso in viso per poi uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Noah sospirò e si tirò la sedia affianco al letto, afferrò la mano del ragazzo e gli baciò le labbra screpolate
-amore..come ti senti? Che stupida. È logico che stai male.. Ma penso che un po' meglio rispetto a prima va..non credi? - domandò come se il ragazzo potesse risponderle
-sai che c'è? Non mi interessa se non puoi rispondermi.. Si, non puoi rispondermi, ma nessuno ha detto che non puoi sentirmi. Quindi continuerò a parlarti e baciarti come non fosse successo nulla - continuò poi accarezzando con il pollice il dorso della mano del ragazzo
-però.. Se ci sei.. Se è vero che puoi sentirmi.. Dammi un segno- abbassò la voce e osservò attenta il corpo del moro, non notando nulla sospirò ed abbassò lo sguardo
Poi una stretta.
Una stretta leggera alla mano le fece subito alzare la testa.
Sorrise.
Niccolò c'era.
Era lì.
Poteva sentirla.
Non l'avrebbe lasciata sola.
Noah ricambiò la stretta e una lacrima le rigò la guancia
-Amore.. Ci sei..? - sussurrò sorpresa avvicinandosi al suo volto
Un'altra piccola stretta, più leggera della precedente.
-Oh Dio grazie! - esclamò la ragazza alzando gli occhi lucidi verso l'alto, mantenendo un sorriso a trentadue denti sul suo volto
-sono qui, ti farò compagnia io, ti starò accanto finché non riaprirai quei tuoi occhi bellissimi.. Ok? -
-Adriano sarà così felice quando lo verrà a sapere... Penso che si sia arrabbiato prima.. E non poco- sbuffò divertita
-anche Gianmarco è qui, lo sai? Lui e Adriano si sono occupati della casa, di spugna e di Esther mentre tu non c'eri-
Al nome della bambina, Niccolò mosse lievemente l'indice della mano sinistra.
-si amore.. Esther tua sorella, è entrata qui, ha detto che ti sta aspettando - continuò a sussurargli amorevolmente lei, sorridendo ad ogni piccolo movimento del ragazzo.
Per molti poteva sembrare una pazza.
Una strega fuori di testa.
Ma a lei questo non importava.
Lui c'era.
E lei lo sapeva.
Ogni piccolo gesto, ogni piccola stretta, che il ragazzo faceva riempiva di gioia il cuore di Noah.
Ogni stretta era un berlume di speranza che si accendeva.
Ciao ciao ❤️
-Fla :)