Sulle piaghe del mio spago
errante, vado a compiere il flagello
Che una sera di Luglio dovetti spezzare
Intersecando soggetti improponibili
di lunghe agonie
Attendendo il vespero di un sospiro
ricongiunto al cuore aspro
Districando i futili nessi
delle tagliate parole
Non ti ho mai detto,
cara Verità,
i muscoli che ho dovuto
assopire
I nervi che ho dovuto
estirpare
Sperando in una vana attitudine
erede di nubi adamantine.