Fanculo.
Fanculo.
Fanculo. A me e a Margaret che proprio oggi doveva presentarsi nel nostro appartamento.
Non ne combino bene mezza. Volevo mandarla via o lasciarla da sola e correre da Liz, ma quando l'ho vista così pallida mentre dava di stomaco non sono riuscito ad andarmene, non volevo si sentisse male mentre non c'era nessuno con lei.
Ha cominciato a blaterare scusandosi per la reazione che ha avuto durante la nostra litigata, ha ribadito che per lei non ci siamo lasciati, ma che è stato solo un brutto fraintendimento e che non vuole perdermi. Nelle condizioni in cui era non me la sono sentita di contrariarla.
Forse però me ne pento, Liz mi ignora, si comporta come se non esistessi, e Nick mi odia, mi guarda con disprezzo perché sa cosa provo per Liz e forse sa qualcosa che io non so, perché io non ho la più pallida idea di cosa la riccetta provi per me esattamente.
Muovo le gambe energicamente mentre sto sulla poltrona perché l'unica cosa che vorrei fare è alzarmi e allontanarli; Nick siede lungo il divano con la schiena poggiata al muro, una gamba è tesa mentre l'altra tocca terra per permettere a Liz di stare seduta di fronte a lui, appoggiata al suo petto mentre legge qualcosa sul tablet. Il biondo mi lancia un'occhiataccia quando mi trova a fissarli insistentemente, irrigidisco le mascelle e gli faccio un cenno del capo come a chiedergli cosa vuole, ma non ribatte. Margaret esce fuori dalla camera e ci raggiunge in salotto, prende post sul lato opposto del divano e noto che il suo viso ha ripreso un po' di colore.
«Grazie per l'aiuto» dice rivolta a tutti. Nessuno le risponde, ognuno è impegnato nei suoi pensieri o in altre faccende.
Chuck fa il suo ingresso in sala e saluta tutti, poi si sofferma un po' troppo ad osservare Liz.
«Cosa leggi, cucciola?» le chiede spostando la gamba di Nick così da prendere posto anche lui di fianco a lei.
Non vedevi l'ora di poterle stare così vicino davanti i miei occhi, vero Chuck? Speravi che prima o poi lei cominciasse ad odiarmi.
«Solita trama. Almeno questi libri mi distraggono» mi lancia una veloce occhiata, ti distraggono da me, vero? «E come al solito odio la protagonista, stano vero?» sorride in direzione di Chuck poi torna a spiegare «La protagonista si è messa con questo uomo che non crede nell'amore e lei continua a ripetergli che gli farà cambiare idea. E non capisco come faccia ad accettare di stare con un uomo incapace di amare, dovrebbe tirare fuori un po' di orgoglio e mandarlo a farsi benedire, non passare una vita ad accettare una situazione così assurda».
«Perché?» le chiede il biondo.
«Lo sai come la penso, Nick.. Non credo che le persone cambino, possono migliorarsi indubbiamente, ma cambiare del tutto mai».
«Da quando sei diventata così pessimista, Betty?» stavolta è Chuck a parlare.
«Da quando le persone che ho incontrato fino ad oggi mi hanno dimostrato chi fossero veramente e quanto fingessero di essere qualcun altro» a chi si riferisce? Parla di me in particolare o delle persone in generale? Magari all'ex che l'aveva tradita con la migliore amica. Spero di sì, non voglio essere io la causa di questa sua sofferenza.
Non voglio proprio che soffri, Liz.
«Io credo nei cambiamenti» si intromette Margaret «Logan prima di me amava cambiare ragazze di continuo e non credeva nell'amore, proprio come il protagonista del libro che stai leggendo, ma per me è cambiato completamente» riesco a sentire il gelo farsi spazio nel salotto, i corpi di tutti sembrano irrigidirsi perché tutti temiamo che Liz si scagli contro di Margaret e che gliele suoni una volta per tutte.
Invece sorprende tutti con la sua calma «Le persone non cambiano, Margaret. Evidentemente lui non è cambiato, ha solo mostrato quello che nascondeva sotto l'aria da duro» spiega, e anche adesso che è incazzata con me e mi detesta, non posso fare a meno di sorridere perché ci ha preso in pieno anche questa volta.
«Be', è la stessa cosa» Liz alza gli occhi al cielo quando sente la risposta di Margaret, poi mi osserva per qualche istante e leggo nei suoi occhi la domanda che anche io mi sono sempre fatto: come facevi a stare con una che non ha la più pallida idea di come sei fatto realmente?
Bella domanda Liz, vorrei saperlo anche io.
«No, Margaret. Cambiare significa passare dall'amare il mare alla montagna. Rivelarsi per quello che si è invece significa amare il mare, fingere di amare la montagna, e poi finalmente ammettere di preferire buttarsi in mezzo all'acqua, spero di essermi spiegata» Margaret non apre più bocca, la sua faccia sembra delusa perché ha finalmente realizzato di non aver mai avuto nessun potere su di me, era convinta di avermi cambiato, di avermi reso un ragazzo migliore, ma la verità è che non sono mai stato completamente uno stronzo, non che non lo sia, ma lei era praticamente convinta di stare con un teppista da far rinsavire. Era anche un altro periodo della mia vita, però, e preferivo fingere di essere qualcun altro.
«Allora, con Liz?» chiede Phil mentre ci dirigiamo in palestra per tirare su un po' di pesi.
«Cosa intendi dire?» domando non capendo il senso della frase.
«Dopo ieri sera, hai provato a spiegarle che è stata Margaret a farneticare sulla vostra relazione?»
«No».
«Bravo coglione» commenta ridacchiando «Tanto vale che ti regalo una pala visto che ti stai scavando la fossa da solo».
«Grazie Phil, sei sempre pieno di belle parole per me» ribatto colpendolo con un cazzotto sulla spalla.
«Sono solo sincero. Hai la possibilità di dire una volta per tutte a Margaret che per te non conta nulla e potresti correre adesso da Elizabeth e dirle cosa provi per lei e invece sei qui a tirare su due pesi per scaricare cosa? La rabbia? Rabbia che dipende dal tuo essere un idiota, poi».
«Mi spieghi perché ti parlo ancora?» chiedo irritato dalle sue parole.
«Perché ti do consigli invece che prenderti per il culo. E perché senza il mio aiuto nella squadra saresti perso» spiega.
«E comunque Liz mi odia» .
«E vedi un po'!» ribatte Phil alzando la voce «Hai perso le sue provinciali per il micro malore di Margaret dopo essere tornato da lei a chiederle scusa» mi appunto mentalmente di raccontare meno cose a Phil, sa troppo e mi viene troppo spesso contro. Ma in realtà credo faccia bene, ho bisogno di qualcuno che mi faccia capire quando sono un idiota.
«Avrei voluto amici come te un anno e mezzo fa, avrei combinato meno danni probabilmente» scherzo dopo che butto giù i pesi che stavo sollevando.
«A che ora stacca Liz da lavoro?»
«Tra circa mezz'ora dovrebbe stare a casa» e aggiungo che sta sera sarà da sola perché Nick e Chuck sono alla festa di un amico.
«E tu che aspetti a raggiungerla e spiegarle tutto?» sorride incoraggiante e mi incita con una pacca sulla spalla.
Ascolto il suo consiglio, corro verso la moto e sfreccio in direzione dell'appartamento.
Fortunatamente quando parcheggio Elizabeth sta appenachiudendo lo sportello della sua macchina .
«Liz!» urlo per attirare la sua attenzione. Appena mi nota accelera il passo indirezione del portone d'entrata della palazzina.
«Liz, ma dove corri! Dobbiamo entrare nella stessa casa non puoi evitarmi»sorrido al suo tentativo di seminarmi e con poche falcate sono da lei e lablocco per un braccio.
«Non voglio né vederti né sentirti» ringhia a denti stretti.
«La novità» commento sarcastico.
«Hai anche la faccia tosta di fare il simpatico?» con uno strattone veloce sfuggealla mia presa e riprende a camminare.
«Liz ti prego, ascoltami».
«No!» urla accelerando sempre di più il passo.
«Non voglio stare con Margaret, è lei che ha cominciato a farneticare e a direche per lei non ci eravamo lasciati. Io non voglio lei» provo a spiegarle.
«Non me ne frega niente, Logan. Non voglio sentire spiegazio-» la frase vieneinterrotta dall'urlo di Elizabeth, che sta per scivolare a causa dell'asfaltobagnato.
La riprendo al volo, in tempo per non farla cadere a terra, e quando la tiro sula stringo forte al mio petto con un braccio.
Ci fissiamo per qualche istante e prima che possa allontanarsi da me la bacio.
«No» si discosta leggermente ma non ho intenzione di farla scappare, perciòavvicino di nuovo le mie labbra alle sue.
«Logan, ho detto che non voglio!» però rimaniamo così, fermi, con i respiri chesi fondono e gli sguardi che si incatenano.
E alla fine cede. Contemporaneamente ci avviciniamo l'uno all'altra e cibaciamo con foga, le mie mani vanno al suo viso per tenerla ferma e le suefiniscono tra i miei capelli.
Camminiamo velocemente verso l'appartamento e ci fermiamo solo quando aspettiamo l'ascensore per poi riprendere al suo interno, la appoggio alla parete e poi premo il tasto del nostropiano continuando a baciarla lungo il collo e giocando con la lingua che leprovoca dei brividi.
Apriamo velocemente la porta dell'appartamento e trattiene un urlo quando laprendo in braccio e la poggio sul tavola della cucina.
«Logan» ansima quando le sfilo la maglietta. Per un attimo mi fermo adosservare il suo corpo perfetto e riprendo a baciarla più dolcemente,carezzandole lo stomaco per poi portare una mano al suo seno e stringerlo unpo'.
«Non sai da quanto ti voglio» confesso sussurrando al suo orecchio «Ti vogliosempre, Liz» mi sposto sulle labbra e le mordo leggermente quello inferiore.
La tiro di nuovo su e ci spostiamo nella nostra camera, la adagio sul letto ela sovrasto senza schiacciarla con il mio peso.
«Mi piaci, Liz» dico baciandole le labbra «Mi piaci da impazzire» adesso i bacisi spostano sul petto e le sfilo il reggiseno mentre continuo a baciarla «Èda quando ti ho conosciuta che non faccio che pensare a te» la osservo unattimo, mi fissa con i suoi occhioni verdi ma non spiccica parola, lo leggo nelsuo sguardo che è terrorizzata dalle mie parole, mi vuole anche lei ma nonriesce ad ammetterlo per via di come mi sono comportamento.
Mi fermo per un attimo e mi metto in ginocchio di fronte a lei. Sto per parlarema adesso è Elizabeth ad avvicinarsi a me. Arrossisce dall'imbarazzo, e lentamentemi sfila la maglietta, accarezza la pelle nuda e segue il disegno degliaddominali, per poi soffermarsi sui tatuaggi all'altezza del petto.
«Mi sono sempre chiesta cosa significano» confessa trattenendo un sorriso.
«Più tardi ne parleremo, allora» sorrido anche io prima di stringerla tra lemie braccia e adagiarla sotto di me.
«Sei sicura?» le chiedo il permesso per proseguire.
Non parla, ma risponde con un bacio sulle labbra.
Continuiamo a baciarci, a spogliarci, accarezzo le sue cosce nude e il mio corpo siriempie di brividi a contatto con il suo.
La voglio, la voglio troppo.
I nostri corpi si uniscono, si sfiorano e sembrano non volersi staccare mai.
La osservo tremare ad ogni mio tocco e ansimare quando l'atmosfera si fa piùpesante. E non la lascio andare, nemmeno quando ci sdraiamo uno a fiancoall'altra per dormire, la tengo stretta a me.
Perché non voglio più farti scappare, Liz.