Passarono giorni, ma niente sembrava cambiare. Alias passava la maggior parte del tempo nella cabina come suo solito, ogni tanto il Vecchio gli dava delle missioni da svolgere nelle isole che sbarcavano, tanto per svagarsi, per questo lo ringraziava, era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.
Alias quel giorno non si era alzata, era rimasta sempre in cabina. Solo che le avevano detto che sarebbero sbarcati nel pomeriggio ma ancora non c'era traccia di terra. Uscì dalla cabina, salendo sul ponte. La prima cosa che notò fu che non c'era nessuno, era deserto. Camminò per un po' in cerca di Barbabianca ma non lo trovava da nessuna parte. Camminò verso un lato della nave, dirigendosi verso il centro del ponte ma trovò davanti a sé Marco.
Decise di chiedere a lui -Ehi, Ananas!- esclamò attirando la sua attenzione, lui si girò verso di lei guardandola male.
-Che vuoi?- chiese con sguardo omicida, probabilmente era di pessimo umore quel giorno.
-Nervosetto... Sai dov'è Capitan...- si zitti di colpo, nel vederlo fulminarla con lo sguardo ...o, il Capitano?- chiese correggendosi.
"Proprio di cattivo umore, eh?" pensò la ragazza.
-Sì, è sul ponte. Nel suo solito posto.- rispose con tono piatto e serio.
-Bene.- fece la ragazza e lo superò per voltare l'angolo e raggiungere il capitano.
Marco non se ne accorse in tempo e la seguì allarmato -Aspetta! Non può disturbarlo, sta parlando con...- si fermò nel vedere la ragazza voltare l'angolo senza ascoltarlo, così gli corse dietro per fermarla.
Alias era comparsa alla destra del trono di Barbabianca, dove l'uomo era seduto con l'aria molto seria -Ehi, Vecchio matusa!- lo chiamò lei, facendolo voltare interrogativo -Si può sapere che stiamo facendo? Dovevamo essere sbarcati da ore, cos'è, ti sei messo a fare la siesta ora?- chiese interrogativa.
Il vecchio sembrava essere terribilmente serio in quel momento -Abbiamo avuto qualche contrattempo, ripartiremo tra un paio d'ore. Ora vai.- le disse facendole cenno di dileguarsi.
Lei lo guardò allibita. Che aveva quel vecchio? Lo aveva preso in giro e lui non aveva reagito nemmeno di una virgola? Dietro di sé venne raggiunta da Marco che le diede un pugno in testa.
-Ahi!- si lamentò lei massaggiandosi la parte lesa.
-Così impari.- ribatté lui -Non devi disturbare il babbo mentre è occupato.- affermò severo.
Alias non capiva che stesse dicendo -Ma che stai farnet...- si bloccò quando vide un'altra persona sul ponte.
Vide che di fronte al Vecchio c'era un uomo molto alto, con lunghi capelli rossi, una cicatrice sull'occhio e un mantello che gli copriva le spalle. Alias notò che l'uomo la stava guardando con aria sorpresa e lei ricambiò con la stessa espressione. Dentro di sé la ragazza sentiva un grande senso di nostalgia e tristezza, qualcosa di pesante e doloroso iniziò ad annidarsi dentro di lei.
Una forte scossa le venne alla testa, un improvviso mal di testa. Per un attimo, invece della figura dell'uomo, le comparve la sagoma di un ragazzino con un grande sorriso, una maglia a righe e i capelli rossi schiacciati da un cappello di paglia.
Scosse la testa in modo impercettibile come per scrollarsi dalla mente quell'immagine, tornando alla realtà -Ehm... scusatemi per avervi interrotto.- disse per poi girarsi e dirigendosi in cabina ancora pensierosa.
Che le era preso? Cos'era quella sensazione di poco prima?
L'uomo guardò la scena, non distogliendo lo sguardo dalla ragazza, finché questa non se ne andò.
-Assomiglia a lei, vero?- chiese Barbabianca al rosso vedendolo ancora con lo sguardo sul punto in cui era sparita la ragazzina.
Shanks si voltò verso di lui, capendo che era stato visto e che il vecchio aveva ragione -Già...- ammise pensieroso -Come si chiama?- chiese curioso.
-Alias.- rispose il vecchio -Ormai è da un anno che l'ho presa con me.- aggiunse.
Shanks sorrise e scosse la testa. Non poteva essere lei, doveva essere un altro scherzo della sua testa.
Appena Alias se ne andò Marco la seguì con un sopracciglio alzato, confuso per l'accaduto -Come hai fatto?- le chiese.
Lei si girò a guardarlo -A che ti riferisci?- chiese interrogativa.
-Come hai fatto a reggerti in piedi all'ambizione del Rosso?- chiese come se la ragazza nascondesse qualcosa, dato che sospettava della cosa fin da quando aveva lottato con lei il primo giorno.
-Di chi? Marco, non lo conosco quell'uomo.- ammise lei fermandosi davanti alla sua cabina ed aprendola, pronta a sbattere la porta in faccia al ragazzo.
Marco però insistette -Quello è Shanks, il Rosso, uno dei quattro imperatori. È uno dei pirati con l'ambizione più forte di questi mari.- le spiegò.
-Perché uno degli imperatori deve parlare con il vecchio proprio ora?- chiese la ragazza a bassa voce e pensierosa, qualcosa non quadrava. Marco si fece serio e la ragazza capì di aver centrato il fatto, il Rosso non era lì per dire cose piacevoli. Per questo il biondo era così nervoso e suscettibile quel giorno.
-Di la verità, possiedi l'Haki.- cambiò argomento il biondo, pronto a coglierla sul fatto.
Alias arricciò le sopracciglia -L'acne?- ripeté perplessa -Me ne sono sbarazzata anni fa. No, non dirmi che è tornato!- disse preoccupata portandosi le mani sul viso, come se avesse visto un mostro marino.
-Idiota, ho detto Haki! L'ambizione.- la corresse lui.
Lei lo guardò stranita -Senti, non so cosa tu stia parlando ma per me, hai bisogno di riposare.- fece con tutta sincerità la mora per poi guardare il cielo confusa -Mhm... caspita che tempo strano.- lui si voltò in direzione del cielo e lei ne approfittò per chiudergli la porta in faccia. Cosa che lo fece sobbalzare, anche se era occupato a guardare il cielo.
Questo sembrava essere stato diviso in due, come tagliato a metà.
Non prometteva niente di buono.
Tre mesi dalla partenza di Ace.
Tre mesi ad aspettare con pazienza, sperando in sue notizie.
Guardava il mare, non c'era giorno in cui non lo faceva dalla partenza del ragazzo, come se sperasse di rivederlo comparire a momenti. Alle sue spalle i capitani e l'equipaggio ridevano col Vecchio Baffuto.
Aveva appoggiato Arashi, che stava nella fodera, vicino alla porta sul ponte che portava alle cabine, ogni tanto gli faceva bene lasciarla per terra, non era proprio leggera come arma.
-Ehi, Alias! vieni qua con noi!- urlò Vista richiamandola dai suoi pensieri.
-Infatti, sai che non fa bene starsene soli?- chiese Marco appiccicato all'amico che aveva aperto bocca poco fa.
-Già, non vorrai prenderti la malattia del muso lungo di Marco.- ridacchiò Namur provocando l'ira del capitano della prima divisione.
Lei guardava il cielo, qualcosa volava verso di loro -Presto vieni... prima che sia troppo tardi...- le disse Vista, riferendosi alla possibile morte di Namur da parte del biondo.
-Prendo il giornale e arrivo.- rispose prendendo al volo il rotolo di carta che aveva buttato il gabbiano dall'alto, prese una moneta dalla tasca e la lanciò in aria all'uccello che dopo averla presa volò via.
Lo aprì, per vedere le notizie del giorno, tanto per aggiornarsi. In prima pagina c'era una notizia stupefacente "Cappello di Paglia stende un Drago Celeste all'Arcipelago Sabaody". Sospirò rassegnata, quello non sapeva evitare di attirare l'attenzione. Diede un altro sguardo alla notizia. A quanto pare c'era stata una piccola "riunione" delle Supernove che volevano entrare nel Nuovo Mondo e, a quanto pare si erano trovate casualmente nello stesso punto nello stesso momento ed erano fuggite quasi tutte all'arrivo dell'Ammiraglio. Secondo il quotidiano non era certo che Cappello di Paglia e altre due Supernove, fossero partite e avessero lasciato l'isola. Aveva dato un occhiata anche al nome del Drago Celeste fatto fuori, tanto per essere sicuri. Poi aveva voltato pagina.
Tutto fu come un vortice che le passò addosso, il respiro le andò a mancare e il cuore aveva smesso di battere. Abbassò le braccia, con ancora in mano il giornale piegato tra le mani, le quali stringeva con forza. Intanto gli altri continuavano a ridere e scherzare, mentre lei si avvicinava a Marco. Lui si era voltato per guardarla ma non riuscì a vedere gli occhi della ragazza per via dei capelli che li coprivano.
-Ehi, che hai fatto?- le chiese confuso.
Tutti la guardavano non capendo cosa avesse fatto. Lei per tutta risposta consegnò nelle mani del biondo il giornale, per poi andare verso la sua spada appoggiata al muro, si appoggiò anche lei ad esso per poi lasciarsi scivolare fino a terra, distrutta, senza forze, vuota. Piegò le ginocchia al petto e mise la testa tra le gambe per evitare che qualcuno la vedesse soffrire.
Marco si era deciso a svolgere un'occhiata al quotidiano, una risata gli scappò -Ahahah, senti qua babbo. Luffy, il fratellino di Ace, ha colpito un Drago Celeste!- annunciò facendo ridere il babbo e la ciurma.
Non riusciva a capire la reazione di Alias, così sfogliò il giornale con quasi fretta, poi trovò la notizia. Quello che leggeva lo aveva sorpreso a tal punto che le ginocchia gli caddero a terra, sgranando gli occhi.
-Che hai fatto Marco??- chiese Halta preoccupata.
Per il biondo quelle erano parole dure da dire -Teach è entrato nella flotta dei 7...- affermò prendendo un pausa per respirare a pieni polmoni -...consegnando alla Marina Ace.-
Cadde il silenzio, mentre gli occhi di tutti si sbarrarono.
-Fra sette giorni si terrà la sua esecuzione pubblica a Marineford.-
Erano passate ore dalla notizia, che ha lei parvero eterne. Si era ripresa, guardava gli altri anch'essi distrutti. Si stavano decidendo sul da farsi. Cosa c'era da decidere? Tanto era già ovvia la decisione del vecchio, avrebbe accettato la richiesta di guerra.
-È un suicidio lottare con la Marina da soli, con solo le nostre divisioni. Ci serviranno anche i pirati del Nuovo Mondo.- commentò Izo.
-Da quando per battere la Marina, abbiamo bisogno d'aiuto?- ribatté sdegnato Atomos, capitano della tredicesima divisione.
-Non è il momento di fare gli orgogliosi, la faccenda qui è grave. Questa non sarà una normale battaglia.- disse serio Blenheim, capitano della nona divisione.
-Infatti. Questa guerra rimarrà nella storia.- disse Fossa, capitano della quindicesima divisione, mentre si fumava un sigaro.
-Non abbiamo problemi, i pirati del Nuovo Mondo saranno più che felici che partecipare come alleati di Barbabianca.- affermò Speed Jil.
Il babbo a quella discussione annuì -Bene. Allora mandate un messaggio a tutti i nostri alleati che sono invitati a partecipare, non voglio obbligarli.- ordinò il vecchio.
Alias aveva guardato l'espressione di Barbabianca. In esso vide le sue intenzioni, e queste non la fecero che soffrire nel profondo.
Con le mani stava giocando col ciondolo che le aveva dato Ace. Ormai, non se lo toglieva più e ogni volta che era stressata o preoccupata ci giocava. Era diventato un tic nervoso. Lo teneva sempre nascosto sotto la maglietta, come se fosse un tesoro da custodire, solo suo.
-Sì!! Prenderemo a calci nel culo quelli della marina, con i loro stupidi Draghi Celesti!- disse tanto per dire Rakuyo.
Alias guardava il cielo "Draghi Celesti?" pensò. A quel pensiero la sua mente andò all'Arcipelago Sabaody.
Si alzò di scatto, incapace di sentire ancora quei discorsi, prendendo con se la spada. Si avvicinò alle scialuppe su un lato della nave per poi estrarre la spada per tagliare le funi che sorreggevano una. In meno di un secondo la scialuppa cadde in acqua.
-Dove pensi di andare?- chiese il vecchio.
Lei non rispose, era troppo impegnata ad agire. Si allacciò la fodera della spada sulla schiena e salì sul parapetto. Stava per saltare giù, sulla scialuppa ma qualcuno la fermò.
Si voltò e vide gli occhi seri di Marco -Rilassatevi. Non sono tanto idiota.- parlò lei -Ci rivedremo durante la guerra, ho qualcosa da fare prima.- affermò seria.
-E cosa?- chiese Vista.
-Conosco un pirata che potrebbe alterarsi parecchio alla vista di questa notizia, sarebbe pronto a far fuori tutti i Draghi Celesti per quel che ne so. Devo arrivare a lui, prima che la notizia si sparga in giro.- spiegò lei assolutamente seria.
Tutti capirono le sue parole. Barbabianca aveva paura di lasciarla andare da sola. Comprendeva il fatto, che al momento, era la persona che soffriva di più a quella notizia.
Prima di saltare la ragazza si voltò verso il babbo -Non ti preoccupare Vecchio Baffuto, riusciremo a riprendercelo sano e salvo.- disse con un sorriso sincero in volto. Cosa che stupì tutti, vecchio compreso, per il fatto che era da mesi che non lo vedevano increspare le labbra, mentre lei si lasciò cadere indietro dalla nave ed atterrare sulla scialuppa.
In poco tempo la ragazza era già in mare aperto. Doveva sbrigarsi. Doveva trovare Luffy.