Cercasi una moglie per il con...

By RosyCostanzo

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Alfredo è un conte senza un casato, vive con un mantenimento passatogli dall'avvocato del nonno, lui unico er... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Ringraziamenti.

Capitolo 10

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By RosyCostanzo


Rose.

Me ne sono andata, non ho aspettato nemmeno a salutarlo.  Sono incazzata nera, io ero pronta a sposarmi con  un perfetto sconosciuto. Ma il destino ha voluto che lei rimanesse incinta.  Ora mi ritrovo a casa mia, con dei energumeni che  fanno da guardia a casa mia. Ordini del signor conte, io li avevo pregati di andare via, ma loro devono lavorare. 

Così a  casa mia viviamo, io, la mia gattina, Lucien e due  della sicurezza.

Così questa mattina mi sono svegliata con il telefono che suonava era il negozio di abiti da sposa, il mio abito  è pronto. Così mi viene una brillante idea mi faccio portare il vestito a casa.

Ma non per indossarlo, lo appenderò al mio armadio e lo guarderò ricordandomi che non mi devo fidare più di nessuno.

Sono passati sei mesi da quando me ne sono andata, sei mesi strani, mio figlio ha compiuto dieci mesi e io sono incinta.

Sono incinta di cinque mesi, l'ho scoperto una mattina dopo due mesi che ero tornata a casa mia.  

Mi sentivo spossata e avevo un ritardo mostruoso, così sono andata dal medico e da lì mi ha confermato che sono incinta. Così gli chiedo com'è possibile che io sia incinta visto che assumevo la pillola ogni sera, da quello che avevo capito  la pillola a me non fa effetto ma rallenta solamente le gravidanze. 

Quindi sono di nuovo incinta.

Lui ogni mese manda dei regali a mio figlio,  il mese scorso gli ha mandato una camion pieno di giocattoli e costruzioni. due mesi fa gli ha comprato il girello e delle nuove tutine.

E poi altre cose che a noi non servivano, in tutto questo lui si è sposato con la sua ex due settimane dopo che noi ci siamo lasciati. 

Adesso lui ha la sua contessa quella giusta,quella che doveva essere di diritto la sua sposa. Da quando me ne sono andata da lì non ho mai pianto e non lo farò nemmeno adesso.

Questo mi insegna di non fidarmi  mai più di nessuno,  lo faccio per questi bambini. Non so come andare avanti non ho un lavoro e nemmeno qualcuno a cui fare affidamento, tra poche settimane le guardie del corpo se ne andranno e io rimarrò sola senza nessuno a proteggerci.

Oggi ho una visita per sapere se il bambino sta bene e se è un  maschio o una femmina.

Così sono seduta  qui ad attendere il mio turno.

Quando entrano dalla porta proprio quelli che  non dovevano entrare in questo studio, siamo solo noi tre e l'infermiera.

"Signorina Jackson tocca  a lei." dice l'infermiera dopo pochi minuti. 

Meno male che indosso il cappotto ancora sennò si sarebbe vista la pancia.

Mi alzo è prendo il passeggino con Lucien che dorme, ma l'infermiera mi ferma.

"Può restare qui, non c'è bisogno che porta anche lui. Lo tengo io molto volentieri."
"Ho paure che se si sveglia e non mi trova piange."
"Sono specializzata in educazione infantile so come prendere un neonato o bambino."
"Va bene." dico.

Sento gli occhi di Alfredo addosso e non vedo l'ora di entrare.

Subito la dottoressa mi fa pesare.

"Sei nella norma, stai assumendo i chili giusti, complimenti."
"Grazie."
Mi fa stendere e mi versa il gel per l'ecografia, sento il battito del suo cuore e vorrei che Alfredo fosse qui, ma  non può lui ha un'altra. Mi sento che sto per scoppiare a piangere e ci manca pochissimo.

"Per essertene accorta dopo quasi due mesi, il feto sta bene.  Cresce bene, e il cuore è forte."
"Davvero." Ecco sto per piangere.

"E' una femminuccia, ed è quasi formata." dice continuando con l'ecografo.

"Qua...quando è prevista la nascita?" domando in lacrime.

"Maggio, di preciso non lo so. Ma manca poco."
"Ok. Posso andare in bagno non voglio che le persone mi vedano in lacrime."
"Ok."

Entro in bagno e mi sciacquo il viso, quando esco trovo la dottoressa con la ricetta per le vitamine.
"Devo parlarti di una cosa." 

"Mi dica."
"Ecco c'è questa coppia che non può avere figli, se tu non la volessi o che già ne hai uno e due sono stancanti queste persone pagherebbero un sacco di  soldi."

Ma cosa stanno sentendo le mie orecchie, questa è impazzita. 

"Sto bene così. Io me la sono sempre cavata da sola. E i miei figli sono i miei." dico.

"Ma sei senza marito."
"Non sono affari suoi." prendo la ma ricetta ed esco.

Quando arrivo nella postazione dell'infermiera sono ancora alterata. Non trovo mio figlio nel suo passeggino e l'infermiera è tranquilla.

"Dov'è mio figlio?" domando già in panico.

"E' con il conte, il piccolo si è svegliato, il conte lo ha preso in braccio come se lo conoscesse."
"Dov'è sono adesso?" e poi sento la loro risata e ripenso al mese che abbiamo passato insieme.

"Ecco hai finito, questo ometto piangeva e appena l'ho preso in braccio si è calmato."
"Grazie." dico e cerco di prenderlo in braccio.

"Amore tocca a noi." dice sua moglie.

"Entra arrivo tra un momento." le risponde.

Nel frattempo a messo il bambino nel suo passeggino.

"Come stai mi chiede?"sotto voce.

"Bene." e mi stringo il cappotto ancora di più.

"Ti vedo diversa. Ho bisogno di parlarti." dice alzando un'attimo lo sguardo per controllare che nessuno ci vede.

"Non puoi è troppo tardi. E poi io non ho nulla da sentire e da dirti."
"Ti prego. Ti dico solo Kev." 

Ecco basta che nomini suo figlio quello che stavo per adottare una volta sposata a farmi accettare.

"Ok. Ora devo andare."
"Ho già pagato la tua visita."
"Non dovevi."
"Non stai lavorando e io ancora non ti ho messo l'assegno." dice.

"Non dovevi."
"Ti prego non arrabbiati." ecco vuole farmi piangere.

C'è ne andiamo via, consapevole che lui non saprà che sono incinta.

Quando sono fuori decido per prendere un taxi, con la visita già pagata mi evito di andare a piedi o con il treno.

Quando arrivo a casa sono quasi le cinque e fuori è quasi buio.

I ragazzi mi aiutano a prendere il passeggino, oggi li ho lasciati a casa. Di solito vengono con me o tengono Lucien. Mi mancheranno, forse ho una richiesta da fare al conte stasera.

Due ore dopo che sono rientrata, bussano alla porta. Mi sono cambiata indossando un maglione extra-large per nascondere il pancino.

"Rose è arrivato." dice Tomas.

"Ok, fallo entrare."
"Se hai bisogno grida."

"Lo farò."
Mi sorride e lascia passare Alfredo.

Alfredo guarda Tomas che gli sorride ed entra.

"Ehi!!" dice.

"Ehi!!" gli rispondo.

"Allora come stai? Che facevi dal quella dottoressa?" domanda.

"Sto bene, ci sono andata per una visita di routine." dico.

"Ok. Ma tu come stai?"
"Te l'ho detto, sto bene." dico.

"Non parlo della salute." 

"Ah no? Allora cosa vuoi chiedere?"

"Come te la stai passando. Lavori?" domanda.

"Pensi che possa lavorare? Tutti mi guardano male e quando e mi vedono parlano sotto voce. Tutto questo per causa tua."
"Perdonami, mi sono preso tutta la colpa, ma oltre questo non so che fare." dice.

"Non fare nulla, ci sono ormai abituata. Ah grazie che oggi hai pagato la mia visita."
"E per questo che sono qui. Sono qui per darti il tuo assegno di mantenimento."
"Non sono tua moglie e non siamo divorziati e non abbiamo figli insieme."
"Lo so, ma ti voglio aiutare, sei in questa condizione per causa mia."
"E anche colpa mia, non dovevo fidarmi di te e delle persone in generale." dico.

"Sono anche venuto qui per dirti che Kevin chiede di te. Vuole vedere la sua mamma Rose. Volevo portarlo con me ma è con Loise." 
"Kevin è liberissimo di venire qui a casa mia quando vuole. Dimmi solo una cosa. Come lo tratta tua moglie."

"Non glielo faccio vedere mai, anzi, vuole che se ne vada. Ma è mio figlio non posso abbandonarlo."
"Lo hai lasciato solo per troppi anni, non ti sei occupato di lui e ora che tu lo faccia." penso alla  bambina che lui non conoscerà mai.

"Lo so che mi sono comportato male con lui. Ma ho cercato di proteggerlo."

"Ma non gli stai dedicando il tuo tempo, lo stai facendo crescere da solo."

"Lo so, con Ingrid le cose vanno meglio e da quando aspetta nostro figlio è felice. Ma ho paura che possa accaderle qualcosa per portare aventi questa gravidanza non voluta."
"Mi spiace, ma non sono affari che mi riguardano. Siete felici, basta che ti prendi cura di Kevin, mi importa solo di questo."
"Sei cambiata."
"Dopo quello che ho passato è normale che io sia cambiata."

"Mi riferisco ad ora, sei radiosa e molto più formosa."

Spero che non si accorga che sono incinta.
"Non lavorando, mangio. Quindi mi vedi più grossa." dico.

"No. Ti vedo splendente." dice.

"Ti sbagli, ma lo accetto come un complimento."
"Adesso devo andare, però vorrei salutare Lucien."
"Dorme."

"Beh adesso vado."
"Devo chiederti una cosa, non toglierci la sicurezza, ci sono ancora i giornalisti che mi seguono e alcuni sono opportuni."
"Ok. Ma dimmi che c'è tra te e Tomas?" domanda.

"Sei geloso?Non c'è nulla, Tomas ha uno splendido compagno e Brian aspetta una bambina da sua moglie. E poi mi è bastata l'esperienza con te."

"E' meno male che non eri rancorosa." dice.

"Io non lo sono."
"Adesso devo andare. Ti lascerò la sicurezza e se hai bisogno chiamami."

"Ok." Mi alzo e mi volto un'attimo e lì che lui si avvicina come se volesse abbracciarmi e vorrei tanto stare tra le sue braccia ma ho un segreto da proteggere. Mi scanso in fretta e mi giro.

"Sei sposato."dico allontanandomi.

"Voglio solo... abbracciarti, mi manchi."

"Ti manco? Hai scelto lei, io non sono niente per te. Non ci conosciamo nemmeno e poi e' un contro senso quello che dici. Sarà meglio che ora te ne vada." dico.

"Per favore, perdonami se puoi." 
"Sai ti perdono. E' inutile  che continui ad odiarti. La vita è imprevedibile." dico. 

"Devi dirmi qualcosa?" 

"No. Voglio solo che tu te ne vada."

"Ok." dice avviandosi alla porta.

Riprendo a respirare normalmente,    avevo trattenuto il fiato  per tutta la visita.

Ad un tratto sento un rumore venire dalla camera di Lucien e vado da lui che piange.

"Ehi è solo un brutto incubo." dico entrando.
"Un brutto sogno? Beh,  io non credo." dice il mio incubo peggiore.

"Brian, Tomas." urlo.

"Sta zitta, potrei uccidervi entrambi." dice.

"Che...che cosa vuoi?" dico spaventata.

"Cosa voglio? Mi hai tradito, sei stata di un altro. E  voglio ucciderti." dice .

"Tu sei pazzo. Brian, Tomas?" urlo.

"Sta zitta." dice prendendomi per i capelli e strattonandomi.
"Lasciami." cerco di non spaventarmi per la bambina.

*Tesoro mio, non avere paura la mamma ti proteggerà, per favore non lasciarmi. Amore mio la mamma proteggerà te e tuo fratello. Ma tu resta con me. Papà deve conoscerti, non ti lascerò. 

Resta con me, resta con me, resta con me per favore.* ripeto questa preghiera come un mantra. E prego che qualcuno mi sente.

*Alfredo!* prego.

"Maledetta, hai dato alla luce quel bambino. Come hai fatto a proteggerlo dopo che ti avevo gonfiata di botte. Dovevi morire  quella notte, ma ora rimedieremo." mi butta a terra e inizia a picchiarmi.

"Tomas, Brian, Alfredo." sussurro e prego che qualcuno mi salvi.

Ad un tratto  sento dei rumori di passi e tre uomini entrano uno di questi si butta sul quel mostro e io ringrazio Dio per avermi salvato.

"Rose!!  per favore resta con me." dice Tomas.

"La bambina." sussurro.

"Ho chiamato i soccorsi, stanno arrivando." 

Sto per chiudere gli occhi   per sempre lasciando mio figlio da solo.

"No, no,no Rose apri gli occhi fallo per Lucien è  spaventato." Dice Tomas.

Cerco di restare sveglia, cerco di pensare a questi bambini. Ma le forze mi stanno abbandonando.

Sento i pugni di qualcuno spaccarsi sulla faccia di qualcuno ma io  chiudo gli occhi.

*Mi spiace amore mio, non ti ho protetto, non ho protetto tuo fratello. Ma staremo insieme per sempre. Io e te.* 

Saluto mia figlia che presto la raggiungerò, presto  saremo insieme.





Premessa io non so nulla di medicina,  quindi non prendete per vero quello che ho scritto. =)
 P. s grazie che leggete questa storia. E' una sfida con me stessa.

E' il mio primo libro.














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