Jaime
Quella mattina, mentre mi stavo vestendo per svolgere la prima lezione con Bronn, entrò un servo nelle mie stanze.
«Mio signore, ho un messaggio da suo padre.»dice porgendomi un piccolo piatto d'argento, con una piccola pergamena arrotolata sopra.
Cosa mi ha ordinato stavolta il caro paparino?!
Lo presi annoiato,lo aprì e lessi:
Abbiamo vinto la guerra a nord, figliolo. È visto che devi sposarti, per cominciare il rapporto con la tua futura sposa, sarai tu a dargli la buona notizia. Ci vediamo questa sera a cena, quando l'accompagnerai al tavolo e le farai l'annuncio.
Tuo padre.
Ma la vecchiaia gli ha dato al cervello? Cominciare un rapporto con la notizia che i suoi familiari sono stati uccisi.
Il servo sembra attendere una risposta, ma io lo congedai senza dirgli nulla.
Maledizione! In che cazzo di situazione mi trovo!
***
Cammino tra i giardini,cercando di calmarmi, tormentato come sono,da ciò che avevo saputo stamattina. All'improvviso sento delle voci femminili chiacchierare, forse è quella di lady Stark? Le segue, e i miei dubbi sono confermati. Sansa sta parlando con quella falsa di Margæry Tyrell.
Come faccio a dirle una cosa del genere?
Mi faccio coraggio, sono un uomo, dannazione! Ho combattuto battaglie nella quale non temevo la morte! Come potrebbe farmi paura una ragazzina che ne ha passate tante?
Mi avvicino e la bruna sembra accorgersi di me, facendo un cenno alla rossa, per poi fare un sorrisetto malizioso.
Che lei sapesse la verità? Impossibile, mio padre non rivela mai i suoi veri piani, se non a noi che siamo la sua famiglia. Però questo è un covo di ratti, e i ratti quando vogliono parlano.
Mi avvicino e con fare da gentil signore , che ho imparato fin da piccolo, disturbo le "due amiche."
«Mie signore, mi spiace interrompere la vostra bella passeggiata, ma dovrei parlare con lady Sansa, in privato.»
Preferisco essere in disparte, visto la disgrazia che devo rivelarle.
***
Una volta da soli, è lei a prendere la parola, anche se titubante.
«È meglio se vi sedete.»dico
indicandomi una panchina.
Meglio se seduta, per evitare il peggio.
Si siede, e sembra guardarmi con sospetto.
«Tu sai che la guerra, porta sia vinti che perdenti...»
«Cosa? Cosa stai cercando di dirmi?»
Nella confusione, vedo il suo bel faccino, le lacrime sono pronte a scorgere fuori, dai suoi profondi occhi blu,come due cascate.
«Abbiamo vinto noi anche questa guerra. E i tuoi familiari non sono stati risparmiati!»
«No! No! Ti prego!»grida buttandosi nelle mie braccia, disperata e in preda al panico, mi sviene addosso.
Porco mondo! E non doveva accadere nulla di male, ma alla fine la capisco. Quando è morta mia madre, ho provato un indelebile dolore.
La prendo in braccio, con fatica visto che la mano di ferro non mi aiuta molto, però con la forza dell'avambraccio, ci riesco; dopotutto non è così pesante, e la osservo.
Nonostante tutto quelle poche volte che l'ho vista, è sempre stata molto bella, Joffrey non sa apprezzare nulla di ciò è così meraviglioso.
Mi incammino verso un'altra strada, per portarla nelle sue stanze, i nobili che sono lì mi guardano scioccati.
Beh, mia futura moglie, e la prima volta che stiamo "vicini" e abbiamo già spiazzato tutta la corte.
Penso tra me e me, quasi ironico.