Experiment

By esseimo

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Tra le tante cose che ho già fatto ad Hogwarts, non mi è mai stato permesso di scoprire a quale casa apparten... More

Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
Sei.
Sette.
Otto.
Nove.
Dieci.
Undici.
Dodici
Tredici.
Quattordici.
Sedici.
Diciassette.
Diciotto.
Diciannove.
Venti.
Ventuno.

Quindici

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By esseimo

Mi sento leggera, come se stessi volando, ma non riesco a vedere nulla intorno a me.
È tutto nero.
Un silenzio fastidioso e pesante avvolge le mie orecchie.
Brividi di freddo camminano, a tratti corrono, sulla mia pelle, saltano gli ostacoli costituiti dalla peluria o dai nei. È come se il Sole si fosse spento all'improvviso e avesse smesso di illuminare e riscaldare il pianeta con i suoi raggi.
Percepisco una presenza, eppure non riesco a focalizzarla. Sento la sua magia scorrere fiocamente nel suo corpo, diversa da quella di un essere umano. Poi man mano dei sussurri aumentano d'intensità fino a diventare voci ovattate e...
Una superficie fredda si appoggia sulle labbra e sprofondo in un nero ancora più cupo e tenebroso.

Non so quanto tempo passi prima di riprendere di nuovo il controllo del mio corpo e questa volta, però, lo faccio con cautela, senza provare ad usare la magia per capire dove sono e con chi.
Sento dei bisbigli che si fanno sempre più comprensibili.
"...permetterlo!" è una voce di donna.
"Cosa vuoi che faccia Minerva?" l'altro è un sussurro, come se il fatto che sia fuori combattimento non basta a dargli la sicurezza che non posso sentirli.
"Devi impedirlo! Non può tornare al suo dormitorio o alle lezioni: è troppo pericoloso!" Minerva, dal canto suo, è abbastanza alterata e non cerca di contenersi.
"Non sarà mai d'accordo!"
Un urletto stridulo alla mia destra li interrompe e di nuovo freddo sulle labbra. Questa volta riesco ad assaporare la pozione che percorre il mio tubo digerente: distillato soporifero.
"Non può mettersi ancora in pericolo!"
Sento dei passi che si allontanano e poi una vocetta che si fa sempre più fioca "Si stava svegliando!"

Solo il pensiero di provare ad annullare gli effetti della pozione mi fa rendere conto di quanto sia debole e quanto mi manchi la voglia di svegliarmi.
Qui, avvolta da nero e silenzio, sembra che non esistano il Ministero, Hogwarts, Jacob e i suoi piani. Ci sono solo io e...
Solo io.
Io.
Nero, silenzio e io.
Nero.
Silenzio.
Io.
Io.
Io.
Una strana sensazione inizia ad espandersi nel petto e mi opprime.
Il respiro si blocca.
Un'angoscia improvvisa s'insinua nei miei pensieri.
Il nero sembra ripiegarsi, schiacciarmi e imprigionarmi.
Il silenzio non è più assoluto, no, è spazzato via da un fischio lungo e penetrante che invade le orecchie e i timpani.
Espiro ed inspiro.
Inspiro ed espiro.
L'ossigeno però non ha intenzione di entrare nei polmoni e si blocca in gola, come se ci fosse un blocco di pietra ad ostacolarlo.
Un lampo rosso squarcia il buio.
Rosso.
Rosso?
Perché?
Ho perso quel colore quando il cappello parlante mi ha smistata in serpeverde.
I miei capelli non sono più rossi da mesi.
Capelli?
Capelli.
Capelli rossi.
Weasley.
Charlie.

Scatto a sedere urlando, forse proprio il suo nome, forse no.
È come uscire dall'acqua dopo essere stata immersa per un'eternità: l'ossigeno riprende affannosamente il suo tragitto nelle vie respiratorie; la luce acceca gli occhi; le orecchie sentono tutti i rumori senza distinguerli.
Poi li vedo intorno al letto. Silente, la McGonagall, Piton e il mio amico elfo domestico delle cucine. Lui, in particolare, mi sta guardando già con la pozione tra le mani.
"Non credo ce ne sia bisogno, Arty." Silente alla mia sinistra gli fa un cenno e l'elfo si smaterializza.
La stanza è grande e spaziosa con il soffitto alto e le pareti occupate per intero da scaffali pieni di libri. Mi sembra di riconoscerla.
"Come ti senti?" la professoressa mi prende le mani e si siede alla mia destra.
Ho la bocca troppo secca per risponderle, ma non credo di volerlo fare.
"Ti abbiamo indotto il sonno per farti riprendere le forze." interviene Silente, a cui lancio uno sguardo veloce perché Minerva stringe la presa sulle mani per attirare la mia attenzione.
"Ci hai fatto spaventare! Sei arrivata qui pallida e tremante, credevo ti avessero fatto qualcosa!"
Guardo i suoi occhi, in cui c'è solo preoccupazione, poi passo al professor Piton che non mostra nessuna emozione e infine di nuovo sul preside.
"Avevi detto che mi avresti lasciata riposare!" la voce graffia sulla gola e vorrei facesse lo stesso all'uomo a cui sto parlando.
"Non miglioravi, Madama Chips mi ha rimproverato per non averti portato subito qui!"
Mi scappa una risata sarcastica che non mi preoccupo di bloccare. Odio quando vuole fare l'eroe, odio il suo essere sempre calmo e razionale.
"Gran bella cura eh? Il distillato soporifero!" sposto la coperta e appoggio i piedi sul pavimento.
"Cosa st.." alzo la mano per bloccare qualsiasi cosa la professoressa voglia dire ma questo la fa sussultare e allontanare dal letto.
La sua reazione mi delude, dovrebbe conoscermi e sapere che non userei mai la magia contro di lei, per di più senza motivo. Abbasso la mano e faccio qualche passo verso la grande finestra della stanza per mettere tra noi una distanza di sicurezza.
"È stato un riflesso involontario!" si affretta a giustificarsi ma ormai è inutile. Devo accettare che anche loro non saranno mai più come prima nei miei confronti.
Qualcosa ha fatto crack nei nostri rapporti nel momento in cui una parte di verità è stata rivelata al mondo magico.
"Perché non sono nella mia stanza in dormitorio? O in infermeria?"
"Per la tua sicurezza..." Minerva cerca di articolare una spiegazione ma il mio sguardo la blocca.
"Quindi il Ministero e uno studente sarebbero capaci di eludere gli incantesimi del castello e dei dormitori?"
"Ovviamente no!" interviene il professor Piton e spero abbia una spiegazione valida a differenza delle due statue che lo affiancano "Non potevamo rischiare con una scusa per il tuo ritorno improvviso ed è stata la scelta migliore perché mentre eri incosciente hai fatto un po' di cose strane..."
La mia espressione sconcertata incontra la sua e con la sincerità disegnata sul viso annuisce per confermare le sue parole.
"Un po' di magia involontaria, sì. Un fenomeno molto interessante. Per questo Arty ti controllava e somministrava il distillato." Silente parla senza guardarmi. Inizia a passeggiare lentamente nella mia direzione.
Mi supera e si posiziona davanti al vetro per guardare all'esterno.
"Hai iniziato a levitare quando Madama Chips ha cercato di darti una pozione rinforzante e il liquido si è solidificato all'istante. Eri incosciente ma avevi il pieno controllo di cosa stava succedendo."
Non ricordo niente però le sue parole mi rendono fiera di me, ho continuato a difendermi anche se ero sfinita. Guardo la sua schiena aspettando che continui.
"Solo all'alba hai smesso di stare in aria e di tremare, sei caduta sul letto e abbiamo potuto darti le pozioni."
Mentre lo ascolto mi viene un dubbio... "Quanto tempo ho dormito?"
"Domani ricominciano le lezioni." la professoressa McGonagall risponde a bassa voce come se non volesse farsi sentire.
"COSA?" li guardo con incredulità "PERCHÉ NON MI AVETE SVEGLIATA PRIMA?"
"Abbiamo provato a non darti più il distillato, ma riprendevi a tremare, a fare magie. È stato per il tuo bene!"
So che non è vero. Per più di due volte stavo per riprendere conoscenza e non tremavo, ma l'elfo continuava a farmi bere la pozione.
Le mani iniziano a tremare in modo incontrollato e sono arrabbiata, tanto arrabbiata.
Devo solo uscire da qui. La camera da letto di Silente è diventata un luogo ostile e sconosciuto.
"Non è vero!" alzo la voce e la testa per guardarli. "Ma non preoccupatevi di inventare altre storielle. Non sono più la bambina impressionabile che avete cresciuto!"
Minerva sussulta portando una mano alla bocca. Sta per parlare ma non le do il tempo.
"Avevate intenzione di tenermi qui, giusto? Vi ho sentiti!" indico lei e Silente con un dito e entrambi fanno un passo indietro con gli occhi spalancati dal timore.
Rido e forse sembro la pazza che non dovrei mai diventare, ma sto bene, so cosa sta succedendo e non sto perdendo la testa.
Non ancora.

Il professor Piton è l'unico calmo, sembra quasi che la situazione lo stia divertendo, ma immagino che non si lasci spaventare da una ragazzina dopo aver passato anni a fingere con Voldemort.
"Sono stata brava?" chiedo, ma quando nessuno mi risponde ripeto la domanda a voce più alta.
"Te la sei cavata bene" la voce di Silente trasmette cautela e timore.
Annuisco perché era proprio quello che volevo sentire.
Passo tra il preside e la professoressa che si spostano di scatto come se avessi chissà che grave malattia contagiosa e mi fermo davanti a Piton perché sembra l'unico che ancora usa il cervello e non si lascia annebbiare da preoccupazioni inutili.
"Non corro nessun pericolo a causa del Ministero, di Jacob o di quella corvonero che vale meno di due zellini?"
Questa mia ultima frase risveglia l'animo coraggioso di Minerva McGonagall che si mette tra me e il professore prima che lui possa rispondermi.
"Non puoi rischiare di nuovo di usare tutta quella magia! Guardati!"
Agita la bacchetta e davanti al mio viso compare uno specchio.
All'inizio non capisco.
Vedo il mio viso, le occhiaie marcate, gli occhi stanchi e sembra tutto davvero come al solito, poi li vedo.
Uno strano dolore si propaga al centro del petto.
"Evanesco" muovo la mano verso l'alto e cerco di parlare senza rendere evidente quanto sia terrorizzata "Sapevamo che c'era questa possibilità."

Iniziano a passarmi davanti agli occhi tutte le volte in cui qui o nel suo ufficio Silente mi spiegava il mondo magico. C'erano quelle rare volte in cui mi parlava di me, di se stesso e... e di lui.
La sua ombra è sempre stata una costante nella mia vita.
Sempre lì a ricordarmi le mie origini, a suggerirmi i comportamenti da non assumere, i pensieri da non fare e i segreti da mantenere.
Non mi hanno mai nascosto nulla. Più crescevo più mi davano dettagli. Per il mio bene e quello della collettività è sempre stato chiaro che dovessi conoscere tutta la verità.

"Non puoi rischiare e non perché sei in pericolo" gli occhi della professoressa si riempiono di lacrime, ma non posso farmi condizionare.
"Non mi ucciderò con le mie mani se è questo che credete"
Il preside fa un passo verso di me, ma continua a non guardarmi e ora capisco il motivo. Sto diventando sempre più simile a lui e deve essere molto difficile da sopportare.
"Non resterò nascosta qui e non smetterò di fare magie."
"Ma.." È ancora la McGonagall a parlare ma sono stanca di sentir ripetere sempre le stesse parole.
"BASTA"
Un'ondata di vento si alza e fa svolazzare capelli e vestiti.
"Dov'è il mio baule?"
"Nel mio ufficio, nessuno è riuscito ad aprirlo" Silente si è di nuovo voltato verso la finestra.

Recupero il baule che inizia a galleggiare in aria accanto a me.
Tornare al dormitorio è un rischio, lo so, così come riprendere le lezioni.
Non sappiamo se il Ministero è talmente disperato da provare a venire a prendermi qui, sfidando apertamente Silente.
Ora questo non è il mio problema maggiore.
Sulla strada per i sotterranei incrocio qualche gruppo di studenti che si allontanano subito dal centro dei corridoi per lasciarmi passare. I loro occhi si piantano sulla mia schiena e sul baule. Continuano a guardarmi con sorpresa e timore quando uso la magia.
Non so quale tra le due mi dia più fastidio.
Nella Sala d'Ingresso c'è un bel gruppo proveniente da Hogsmeade, tutti armati di bauli e gabbie con animali. Osservo tutti fin quando individuo tre ragazzi dai capelli rossi.
Sorrido e aspetto che siano più vicini per chiamarli.
Charlie mi stringe forte a sé.
"Ero preoccupatissimo!" sussurra nei capelli. Ha praticamente la faccia nel mio collo e sembra che non stia respirando perché è immobile.
Cerco di allontanarlo per potergli guardare il viso ma non me lo permette.
I fratelli mi fanno un cenno e vanno via.
"Charlie?" con una mano gli accarezzo la schiena e questo lo fa solo tremare.
Cerco di spostarlo, ma i suoi muscoli allenati sono molto più forti dei miei e in una situazione normale mi va anche bene. Resterei per sempre tra le sue braccia.
"Sto bene" la sua voce è rotta e mi stringe il cuore.
Appoggio la fronte sulla sua spalla per essergli più vicina e restiamo così mentre la Sala d'ingresso si svuota, gli studenti prendono le loro strada e portano via chiacchiere e confusione.
"Volevo tornare ad Hogwarts con te, ma Silente me l'ha impedito e i miei genitori erano d'accordo con lui."
Sposto il viso per avvicinarlo di più al suo collo, così siamo incastrati perfettamente.
"Hanno fatto bene. Ho dormito tutto il tempo." sussurro con la speranza di riuscire a tranquillizzarlo.
"Dovevo essere con te!" alza ancora la voce e inizia a singhiozzare.
Questa reazione è troppo anche per Charlie Weasley e mi insospettisco.
"Che cosa è successo?"
Cerco di spostare la sua testa con una mano, ma riesco solo ad arrivare alla guancia bagnata dalle lacrime. Appoggia il viso al palmo aperto e sento le palpebre chiuse.
"Per favore, parlami! Guardami! Non costringermi ad usare la magia." uso un tono brusco perché questo mistero non mi piace e lui deve riprendersi da questo stato.
"No, non stancarti, ti prego." sussurra e finalmente sposta la testa.
Tiene gli occhi chiusi e le ciglia bagnate da grandi gocce salate.
Mi avvicino alle sue labbra per risvegliarlo.
Una storiella babbana narrava che era il principe a svegliare la principessa, ma non siamo né babbani né nobili, quindi si può fare un'eccezione.
Il mio bacio ha l'effetto desiderato. Charlie si muove e mi stringe a sé con le braccia ancorate alla mia schiena.
Non c'è un filo d'aria che riesce a passare tra i nostri vestiti, ma si avvicina ancora più e mi bacia con foga, come se fosse l'unica cosa che può salvargli la vita, come se dalle mie labbra potesse scoprire il segreto della giovinezza eterna.
"Mi dispiace" riesce a sussurrare tra i baci.
Le sue mani salgono lungo il mio corpo, passano sulle mie guance e una si separa per andare a fermarsi dietro la nuca.
Mi tiene come se avesse paura, come se potessi sparire da un momento all'altro.
Non ancora spero.
Approfitto di una piccola pausa per respirare e appoggio le dita sulle sue labbra così da bloccarlo. Non può evitare di parlare per sempre.
"Guardami per favore!" la supplica è evidente nel mio tono di voce. Ho bisogno di perdermi nei suoi fantastici occhi blu.
Sembra che il tempo vada al rallentatore mentre le sue palpebre si muovono verso l'alto.
Ha ancora qualche lacrima incastrata tra le ciglia e gli occhi sono arrossati. Con entrambe le mani asciugo tutto il sale che bagna la sua pelle.
"Parlami." resto a pochi centimetri di distanza, decisa a scoprire tutto.
"Silente ha spiegato la situazione ai miei genitori, cioè la cosa del Ministero che vuole controllarti e si sono spaventati." un sospiro di frustrazione lo interrompe "Poi mio padre ha avuto un interrogatorio quando è tornato al lavoro. E..." abbassa la testa.
Con le mani faccio in modo che il suo viso sia di nuovo all'altezza dei miei occhi e lo sprono a continuare.
"Gli hanno detto che vogliono interrogare anche me. Mia mamma è impazzita, ha iniziato ad urlare e non voleva farmi tornare."
Resto senza parole e ho bisogno di qualche attimo per riordinare le idee.
"Ha paura che possa metterti in pericolo?"
La forza con cui cerco di pronunciare queste parole mi toglie il respiro.
Charlie si limita ad annuire e per distrarsi accarezza la mia pelle delle mie guance e del collo.
"Non sono in pericolo, non come te." alza il viso ed è tornato ad essere il grifondoro altruista che conosco.
"Sto bene, mi sono ripresa." la voce si abbassa sull'ultima parola perché Charlie afferra una piccola ciocca di capelli.
"La magia..." sussurra con preoccupazione e non aspetta una conferma. "Non puoi continuare così. Sarai fuori uso anche senza il Ministero.."
"Sono appena fuggita da una discussione del genere nell'ufficio del Preside. So cosa posso o non posso fare." gli sorrido.
Devono capire che non posso scappare dalla magia ogni volta che supero un limite e mi sento male, anzi. E' il momento in cui devo continuare a lavorare.
Mi guarda ma non è convinto, quindi attuo un diversivo.
"Dopo cena ti va di vederci nella Stanza delle Necessità per controllare l'uovo?"
Il mio sguardo implorante lo induce ad annuire e applaudo come una bambina felice.
Ci separiamo con un bacio lento e dolce, uno di quelli che non vorresti finisse mai perché hai la sensazione che senza l'altra persona le cose potrebbero solo precipitare.

Scendo i primi gradini verso i sotterranei poi mi blocco, col baule che mi segue a mezz'aria come se fosse il mio gufo personale.
Respiro.
Non posso farmi condizionare da un serpeverde traditore e dalla remota possibilità che mi faccia un brutto scherzo.
Faccio il mio ingresso nella sala comune sperando di trovarla vuota ma è terribilmente rumorosa.
I serpeverde appena arrivati con l'Hogwarts Express indossano ancora i vestiti babbani e stanno chiacchierando con quelli rientrati prima di loro.
Non mi vedono entrare fin quando non inizio a camminare tra i divanetti per raggiungere i dormitori grazie al baule che attira tutte le loro attenzioni. I ragazzini e le ragazzine del primo anno lo fissano con la bocca aperta e i sorrisi felici di chi vede un giocattolo per la prima volta. Come se far levitare oggetti sia chissà che grande magia.
Tutti gli altri sono solo curiosi di sapere, forse. Sanno che non sono stata al castello e che non ero nel treno con i Weasley.
Cerco di sembrare amichevole e non antipatica e pericolosa quindi le labbra si piegano in quello che spero sia un sorriso.
Mi servono alleati, non altri nemici.

Ciao!
Avrei voluto aggiornare la settimana scorsa, ma ho usato il weekend per recuperare lo studio che non posso fare durante la settimana a causa delle lezioni online.
Rispetto al capitolo precedente, su questo non ho molti dubbi, anzi. È proprio come lo avevo sviluppato nella mia testa, quindi spero davvero che piaccia anche a voi. Mi sono davvero impegnata e l'ho riletto tantissime volte per evitare errori di battitura (dato che scrivo per la maggior parte con il telefono, e non ho un buon rapporto con la tastiera).
Come sempre, spero vi tenga un po' di compagnia.
Un abbraccio virtuale,
esse.

10/03/2022
Non capisco se questo capitolo mi piace o no. Ho corretto qualcosa ma non molto. Questi ultimi capitoli sembrano scritti meglio rispetto ai primi (mo tipo i prossimi fanno schifo e mi devo rimangiare tutto) quindi anche se sono più lunghi ci sto mettendo di meno a revisionarli.
Il momento Charlie-Selene è sempre stato così lungo perché ogni tanto un po' di dolcezza ci vuole, anche a me, e spero di averlo scritto bene. La tenerezza non so se mi esce bene però ci provo.

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