Così quella volta Jimin scomparve insieme a suo zio e non si fece più vivo.
Suga sembrava aver messo insieme i puzzle e capito, la sua intelligenza lo distingueva dalla massa.
A quanto pare l'intero reparto era stato corrotto da qualcuno, e quel qualcuno era lo zio di Jimin , nonché il ministro, visto il modo in cui lo accolsero.
Jimin subiva violenze da 10 anni, come disse solo a lui quella volta, e quindi sicuramente non poteva essere un infermiere, ma qualcuno in grado di comprarsi il silenzio di tutti, il magistrato.
Si davvero ottimo lavoro a collegare i fili Min Yoongi, ma restavi comunque un corrotto in grado di non poter fare nulla, si disse a se stesso.
Ogni tanto ci pensava, a cosa sarebbe successo se qualcuno avesse salvato quel ragazzo.
Se lui avesse accolto il suo grido di aiuto.
Ed ora? in che parte del mondo era? Aveva ritentato il suicidio? Era scappato o altro?
Se quel ragazzino fosse morto non se lo sarebbe perdonato mai
E questo pensiero lo uccideva ogni giorno, fino a quando, dopo 11 mesi si rifece vivo;
Si stupì quasi a leggere il prossimo caso del giorno, era tornato, più violento di prima.
Ed era felice di sapere che
fosse almeno vivo.
Aspettava il suo ingresso quasi con ansia, e quando finalmente entrò non poteva credere ai suoi occhi.
Chi l'ha detto che la sofferenza rende brutti?
Era diventato un ragazzo magro, con stile da vendere, era vastito total black con una stampa grigia sul suo maglioncino a collo.
Cazzo, cresceva proprio bene, pensò
Non appena si rese conto che aveva inconsciamente aperto la bocca, la chiuse e guardò altrove deglutendo.
Jimin, nonostante dovesse essere deluso da quell'agente che non aveva fatto niente per aiutarlo un anno fa, non appena si scambiarono un sguardo, gli regalò un sorriso.
Molto insolito da Park Jimin.
"Allora, perchè hai danneggiato un'altra auto questa volta" disse consapevole di non ottenere subito una risposta, aveva imparato a conoscerlo ormai.
"Chi doveva pagare questa volta"
"Ajusshi" disse in modo adorabile.
"ancora.. non mi chiamare ajusshi non sono un vecchio" esclamò toccato nel profondo "è passato un anno e sei sempre lo stesso"
"Ti sei ricordato di quell'accaduto" continuò ignorando ciò che aveva appena sentito, aveva degli occhi diversi quando pronunciò quella frase, quasi come se emanassero speranza.
Min Yoongi si soffermò su di essi, ne fu stupito, e leggermente ammaliato.
La felicità nel rivederli era immensa.
"Lo vedi questo libro" prese in mano un registro con tanti fogli "sono tutti i problemi che ci hai creato in questi anni, l'ho letto"
Bugiardo, lo ricordava semplicemente.
Così gli occhi di Jimin ritornarono come prima, inespressivi.
"Jimin" la signora Park si avvicinò al figlio stanca ormai anche di urlare, oppure non aveva le forze in quel momento.
"Ispettore vi ho portato un pensiero per tutto ciò che fate per colpa di questa bestia" sorrise porgendogli un pacco rosa, e di certo non c'era in cagnolino al suo interno.
Finalmente diede attenzioni a suo figlio, anche se non furono proprio il massimo.
Gli diede uno schiaffo con la stessa potenza di un uomo per poi prenderlo per il colletto "COME PUOI" disse prima di dargliene un altro "DISTRUGGERE" parola susseguita nuovamente da uno schiaffo "IL REGALO" aumentò la potenza nel prossimo "DI TUO ZIO" gli diede l'ultimo.
Gli agenti muti davanti a quella scena di chiaramente violenza minorile, tranne Suga che si affrettò ad allontanarla.
Azione che fu fermata dal ghigno di Park Jimin, chi persona avrebbe riso in quella situazione se non lui.
Ah, giusto, era psicopatico.
Quest'ultimo espellì dalla bocca un getto di saliva mirato agli indumenti della mamma, ed arrivò proprio lì.
"COS-" la madre gli saltò letteralmente addosso e per poco non lo soffocava, fu fermata per davvero questa volta da Min Yoongi.
Non avrebbe avuto il coraggio di riguardarlo di nuovo in faccia se non avesse fatto qualcosa.
"la prego di calmarsi" gli bloccò le mani dietro la schiena
"Suga.. non-"
"SE NON SIAMO NOI" interuppe l'istruttore prima che potesse dire qualsiasi stronzata "CHI SI PUÒ OCCUPARE DI QUESTE INGIUSTIZIE?!"
Il Min Yoongi taciturno e intento a farsi corrompere scoppiò dinanzi a quella scena pietosa e a quelle assistite precedentemente.
Non si stava facendo prendere dalle emozioni, non gli importava se il ragazzo soffrisse o se ci fosse qualche strana ragione nascosta dietro tutto ciò, voleva solo un mondo con delle regole rispettate da tutti, potenti o meno che siano.
Dopo un silenzio assordante, la donna iniziò a sbraitare contro Yoongi che di certo non rimase in silenzio a farsi fare una merda da quella donna.
"E VOI FINITELA DI FARVI COMPRARE DA UN MANIACO"
Jimin lo adorò in quel momento, finalmente qualcuno che combatteva contro la corruzione, e quel qualcuno era proprio Suga, che per un anno aveva subito tutti i suoi casini.
Ritornarono gli occhi luccicosi di prima, occhi che aveva solo quando andava a mangiare al KFC.
Così, quella sera, dopo ben due ore di colloquio, per quella uscita a buon proposito, fu licenziato.
Bel mondo di merda.
"non andrai avanti per molto se continui così, ispettore"
"Andiamo giovane, guarda chi è stato appena cacciato e chi no"
Yoongi uscì dall'edificio senza rispondere, aveva davvero faticato tanto per quel posto.
Non era stato affatto facile per lui, anche perchè si emarginava sempre da qualsiasi rapporto umano, e fu difficile sconfiggere la sua ansia sociale.
Iniziò a piovere, proprio come nei film, con la differenza che lui l'ombrello ce l'aveva ma non aveva neanche le forze di prenderselo.
Così si lasciò inzuppare.
"Ci manca solo la storia d'amore impossibile" fece sarcasmo su se stesso facendosi scappare anche una risatina.
Risatina che scomparve quando alzò lo sguardo e si ritrovò un Park Jimin davanti a sé che a stento respirava per quanto piengeva, ma la cosa che più lo preoccupava erano i suoi indumenti pieni di sangue.
Park Jimin stava piangendo? Davvero?
Per qualche motivo sentì una fitta al cuore.
Bella potente.
E non riuscì a proferire parola.
"A-Aju-sshi" cercò di dirgli qualcosa, ma fu quasi incomprensibile per quanto la voce fosse rotta dai singhiozzi "MI DISPIACE" disse poco prima di iniziare un pianto rumoroso.
Yoongi si avvicinò rapidamente quando lo vide accasciarsi a terra, non disse niente, ripeteva solo il suo nome in continuazione.
"Jimin.." prese l'ombrello da dentro la borsa, lo aprì e protesse Jimin dalla pioggia, non curante del fatto che lui invece, si stava infracidendo.
Solo dopo un po', quando il pianto cessò di essere così rumoroso, egli si decise a parlare.
"Ho ucciso mia madre"