Pazzo di te

By NaruRory

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E se il nostro caro Victor Nikiforov, pluripremiato pattinatore russo, conosciuto in tutto il mondo per l'ele... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
SPECIALE OTAYURI
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.

Capitolo 5.

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By NaruRory

YURI

"Nikiforov è in ascensore, sta arrivando".

Deglutii a vuoto un paio di volte, prima di accennare un segno d'assenso con la testa a Yurio che già si stava chiudendo la porta alle spalle.

Era venuto per farmi una lavata di capo per il documento lasciato in bianco il giorno prima, spiegandomi che se non veniva compilato a dovere, poi sarebbe ricaduta la colpa su di lui, che aveva il compito di sistemarli tutti nell'archivio della clinica.

Alla fine però, avevo capito che doveva trattarsi di una scusa per strapparmi di bocca qualche informazione sul mio famoso paziente.

Cosa che orgogliosamente ero riuscito a negargli.

Avevo passato una notte pessima, cercando invano una soluzione a tutta quella storia. Poi mi ero convinto che l'unico modo fosse affrontare passo passo le sfide che mi si sarebbero presentare davanti.

La sera prima, al sicuro nel letto del mio appartamento, questa mi era sembrata la soluzione più intelligente; ma ora, con Victor a neanche 5 minuti da me, mi sembrava la cosa più stupida che mi fosse venuta in mente negli ultimi anni.

Quella mattina ero entrato nel mio studio a spalle larghe e con un sorrisone da orecchio a orecchio, ora l'unica cosa che desideravo fare era scavare una buca e sotterrarmi sotto la scrivania.

"Che gli dico? Gli avevo consigliato di portare qui il suo diario, ma adesso anche solo il pensiero di leggerlo mi mette paura..."

Leggere i segreti nascosti del mio idolo era un sogno nel cassetto, ma in vista degli ultimi avvenimenti, anche terribilmente sbagliato.

E nonostante questi pensieri, sentii il cuore accelerare per l'emozione quando bussarono alla porta.

"Avanti..."

Victor la spalancò ed irruppe nel mio studio sorridendo.

Dietro di lui, Yakov mi salutò con un cenno ed un'occhiata eloquente, e poi sparì richiudendo la porta alle sue spalle.

"Buondì!"

"Ciao Victor".

Si lasciò andare su una sedia davanti alla mia scrivania, e il vederlo così tranquillo, chissà come, tranquillizzò anche me.

Poi alzò una mano e fece scivolare verso di me un quaderno piuttosto malridotto, di un colore smorto e con gli angoli tutti piegati.

La tranquillità scomparve all'istante.

"I miei segreti, come promesso...", commentò incrociando le braccia sul petto e osservando la mia reazione.

Il giochino era ricominciato.

Cercai di concentrarmi sul quaderno e non sul guizzo che avevano fatto i suoi muscoli sotto la maglietta grigia in risposta al suo movimento, cosa che, già di per sè, mi risultò parecchio difficile, mandandomi nel panico.

Allungai una mano con apparente calma e alzando la copertina, cercai d'intavolare una conversazione.

"Allora come va oggi?"

"Tutto bene grazie. Mi sono alzato stamattina con una voglia incredibile di pattinare...che ne dice dottore? Lo trova un po' di tempo da passare con il suo paziente?"

Bloccai le dita sulla prima pagina, registrando a malapena la data scritta in alto a destra, il 21 giugno di tre anni prima, poi alzai lo sguardo.

Mi fissava con un sorrisino innocente sulle labbra.

"Sto già passando del tempo con te, Victor, e non so se ci è permesso uscire di qui insieme. Vedremo..."

Poi tornai al quaderno, non notando che il suo sguardo si era incupito all'improvviso e il sorriso era sparito.

"Vuoi che inizi a leggere da solo, e mi soffermi su ciò che più mi interessa, o vuoi leggere te?", gli chiesi con tono tranquillo e accomodante.

"Leggi pure da solo".

Mi stupii un poco del suo tono basso e autoritario, ma non mi ci soffermai più di tanto, già immerso nella lettura...

21 Giugno 2013

Oggi l'ho visto ancora.

Lui non sa che la domenica mattina presto, quando so che verrà ad allenarsi, lo aspetto nascosto sugli spalti del palazzetto, con i guanti premuti sulla bocca per evitare che si accorga delle nuvolette prodotte dal mio respiro.

Lo osservo pattinare, nel silenzio agghiacciante dell'edificio, e mi sembra sempre la visione più bella della mia vita. Vorrei trovare il coraggio per unirmi a lui, dirgli quello che mi sento ribollire dentro dal primo momento in cui l'ho visto, un giorno di qualche settimana fa.

Avevo appena vinto l'ennesima competizione e mi stavo preparando per tornarmene in Russia, quando quel ragazzino mi era venuto addosso all'improvviso.

Si scusò, soffermandosi su di me, e poi continuò a rincorrere urlando una ragazza che a testa alta si stava allontanando verso l'uscita. Quando vide che non lo avrebbe ascoltato, alzò le braccia al cielo in un moto di stizza e tornò sui propri passi.

Mi ripassò vicino a testa bassa, con i capelli scuri come l'ebano che gli coprivano il volto, e non so neanch'io perché, mi venne spontaneo chiedergli come stesse.

Lui si arrestò qualche passo davanti a me e poi si voltò.

I suoi occhi, inondati di lacrime, mi inchiodarono dov'ero.

"Bene", mi rispose e tirando su col naso si allontanò.

I suoi occhi, in quel momento per lui così straziante, risultarono a me la cosa più bella del mondo. A malapena mi accorsi che a differenza di tutti gli altri, non mi aveva chiesto né un autografo né una fotografia, quindi diedi per scontato che non sapesse chi fossi.

E ancora oggi, spero non venga mai a saperlo. Per una volta voglio essere solo Victor, ragazzo ingenuo e con la testa fra le nuvole, non il pattinatore famoso e amato che mostro agli spettatori.

Dopo quell'incontro, ho chiesto a Yakov di fermarci ancora un po' in Giappone, con la scusa che l'aria di questo paese mi fa rimanere calmo, in vista del prossimo torneo, e ogni domenica vado nel palazzetto della città per vederlo pattinare.

Non so neanche come si chiama, ma sento nei suoi confronti un sentimento che mai avevo provato prima d'ora.

E mi sento bene. Meravigliosamente bene.

Avevo bisogno di raccontarlo a qualcuno, e visto che Yakov non mi sembra proprio il tipo da queste cose, ho pensato di scriverlo.

Ho deciso che domenica prossima troverò il coraggio per parlargli.

Fammi gli auguri!

Victor

Alzai gli occhi dalla pagina e li puntai su Victor.

Lui non mi guardava, era intento ad osservarsi le unghie delle mani. Desideravo che fosse lui a raccontarmi quella storia, non volevo escluderlo da qualcosa che sentivo essere per lui molto importante.

"Lui chi era?", provai a chiedergli.

A quel punto alzò gli occhi, ma non guardò me. Li puntò sul mare in lontananza fuori dalla finestra. Poi parlò a voce così bassa che mi dovetti concentrare per capire cosa aveva detto.

"No...non ho voglia di parlarne ora. Per questo ti ho portato il quaderno. Leggi pure, io non ho fretta..."

Lo guardai per qualche istante, poi, troppo curioso, tornai a leggere.

VICTOR

Ricominciò a leggere, avido di sapere.

Rimasi un attimo a guardare un ciuffo di capelli cadergli davanti agli occhi, sugli occhiali, e repressi a stento il desiderio di allungare una mano e catturarlo tra le dita.

Tornai a guardare il mare fuori dalla finestra e mi persi nel volo dei gabbiani.

"È stato un bene portargli il quaderno", mi dissi, "voglio che sappia...Voglio che impari a conoscermi meglio"

Ieri notte ero rimasto sveglio a pensare al mio piano: poi però la mia parte razionale aveva preso il sopravvento, e avevo deciso di tenere fede alla mia parola e portargli il diario.

Volevo cercare di avvicinarlo a me, in modo cauto e spontaneo.

Se poi la cosa non avesse funzionato, avevo già un piano alternativo.

YURI

28 Giugno 2013

Shingeru! Questo è il suo nome!

Gli ho già detto che molto probabilmente lo chiamerò Shin e basta, anche se lui non è stato molto felice! ;)

Abbiamo pattinato un po' insieme e poi l'ho riaccompagnato a casa. Ha detto che vorrebbe rivedermi!!

Abbiamo parlato un po' per conoscerci meglio e non vedo l'ora che sia domani: abbiamo deciso di uscire a pranzo. Secondo lui diventeremo ottimi amici...

A me va benissimo, non so bene neanche io cosa provo, quindi per ora essere amici è più di quanto sperassi.

Ora che ci penso, per domani dovrò inventarmi una scusa con Yakov per saltare l'allenamento pomeridiano.

Ma ci penserò dopo: sono talmente felice!

Victor

29 Giugno 2013

Che caldo! Penso di stare per sciogliermi!

Yakov ha accettato la mia richiesta di rimanere in Giappone per tutta l'estate, e menomale, perché oggi Shin-chan mi ha chiesto di passarla insieme!

Shin-chan...è carino come nomignolo, no?

Abbiamo deciso di passare tutti i giorni insieme in spiaggia e anche se non amo particolarmente il caldo, con lui troverei belle anche le fiamme dell'Inferno: per questo ieri ho spiegato a Yakov la situazione, descrivendo Shin semplicemente come un mio carissimo amico, e lui mi ha dato 2 settimane di vacanza! Dice che mi farà bene, e io sono d'accordo con lui.

Non so quanto tempo avrò per scrivere, ma comunque passerò le giornate più belle della mia vita, questo è assicurato!

Victor

3 Luglio 2013

Questa me la dovevo segnare!

Oggi in spiaggia Shin-chan si è addormentato sotto il sole...Io mi stavo mettendo la crema, e quando l'ho visto, un'idea diabolica mi ha fatto quasi morire dal ridere.

Gli ho disegnato sulla schiena una faccina con la lingua di fuori, anche se a pensarci avrei potuto fare anche molto peggio...

Avresti dovuto vedere la sua faccia quando nel pomeriggio siamo andati a fare il bagno! Le persone non facevano altro che passargli accanto e sghignazzare e io sono quasi morto nel tentativo di contenere le risate!

Quando si è accorto del mio scherzo mi ha quasi affogato, ma ne è valsa veramente la pena!

Victor

4 Luglio 2013

Sono le 4.35. Penso di non aver mai fatto così tardi in vita mia.

Ho paura che anche il solo rumore della penna sul foglio possa svegliare Yakov nella stanza accanto, che domani mi farà sicuramente una lavata di testa magistrale.

Stasera Shin-chan mi ha portato a ballare!

Sembra incredibile, ma non ci ero mai stato.

Mi sono reso conto, che con lui è un po'  tutto una prima volta, perché penso di non aver mai avuto un amico come lui...anche se vorrei qualcosa di più. Sento di provare per lui un sentimento forte, ma non so spiegarmi ancora di preciso cosa sia. Forse ho troppa paura.

Comunque...

In discoteca abbiamo ballato come dei pazzi, anche se ogni tanto Shin mi sembrava distratto da qualcosa; ma ho fatto del mio meglio per farlo divertire insieme a me, e penso abbia funzionato, perché quando siamo usciti abbiamo riso fin sotto casa mia.

È stata una bella esperienza.

Victor

15 Luglio 2013

Gli allenamenti sono ripresi...e Yakov sembra più severo che mai!

Mi alleno tutti i giorni nello stesso palazzetto in cui venivo a spiare Shin-chan più di un mese fa, ma ancora non lo avevo mai rivisto lì dentro.

Oggi pomeriggio invece l'ho visto uscire mentre piroettavo sul ghiaccio.

Ho alzato una mano per salutarlo, ma non deve avermi visto, perché ha tirato diritto con lo sguardo fisso a terra. Qualcosa sembrava preoccuparlo.

Domani sera andiamo a cena insieme in un locale sulla spiaggia.

Glielo chiederò allora.

Victor

11 Agosto 2013

E' davvero tanto che non scrivo! Ma non ce n'è stato bisogno.

Le giornate si sono susseguite una più bella dell'altra e niente è riuscito a far dividere me e Shin-chan neanche un secondo.

Ieri sera era la Notte di San Lorenzo: abbiamo guardato le stelle cadenti distesi su un telo in spiaggia. Mi sono sentito...a casa.

Molto più che in Russia.

Ne ho viste solo una, ma mi è bastata: ho desiderato con tutto il cuore che Shin mi chiedesse di rimanere in Giappone con lui.

Fra meno di un mese infatti, Yakov ha programmato il nostro rientro a casa, senza sapere che io adesso voglio solo restare qui.

L'ho desiderato con tutto il cuore, ma Shin mi ha riaccompagnato a casa e poi si è allontanato lungo il marciapiede, con le spalle basse e l'espressione assente.

Non era la prima volta.

Ma quando gli chiedo se c'è qualcosa che lo preoccupa, che forse posso aiutarlo, mi risponde sempre con un sorriso e cambia argomento.

E io non insisto; gli ho già detto che può fidarsi di me.

Se ha bisogno d'aiuto non ha che da chiederlo.

Tra due giorni mi ha detto che vorrebbe andare al Luna Park che hanno aperto qui in città.

L'altezza non mi piace molto, ma se vuole, io andrò con lui.

Victor

3 settembre 2013

L'aereo che ieri doveva riportare me e Yakov in Russia è decollato senza di noi.

Ma non perché Shingeru mi ha chiesto di rimanere in Giappone...

Sono chiuso in questo bagno da tre giorni, e non ho mai trovato il coraggio di scrivere ciò che sto scrivendo adesso.

Ma ne ho bisogno.

Precisamente la mattina di tre giorni fa, Shin-chan mi ha chiamato al cellulare dicendo di incontrarci sulla scogliera.

Io sono stato entusiasta della cosa, era il nostro posto preferito. Da lì si può sentire più intenso il profumo del mare e le onde, quando il mare è agitato, arrivano a schizzare la banchina.

Quel giorno, l'acqua era di un blu cupo, quasi nero; il cielo era coperto da nubi cariche di pioggia per la prima volta in quell'estate.

Shin mi aspettava in cima alla scogliera. Guardava verso l'orizzonte con le mani in tasca e i capelli scompigliati dal vento.

È apparso ai miei occhi più bello che mai.

Non mi ha lasciato neanche il tempo di salutarlo, che senza neanche voltarsi, ha pronunciato le prime parole di un lungo discorso, che ha avuto il potere di immobilizzarmi a meno di due metri da lui.

"Io so chi sei, Victor Nikiforov...", mi ha detto.

Mi ha detto che fin dall'inizio aveva sempre saputo chi ero: il famoso e pluripremiato pattinatore russo.

Io sono rimasto un po' scioccato, ma ho accettato la cosa senza tanti problemi e gli ho chiesto perché in più di due mesi non me l'avesse mai detto.

Perché gli facevo comodo. Questa è stata la sua risposta. Mi si è gelato il sangue.

La ragazza che quel maledetto giorno stava rincorrendo, lo aveva appena lasciato in modo brutale, accusandolo di averla tradita. E lui ne era rimasto straziato.

Quando poi mi ero avvicinato a lui per fare amicizia, aveva colto l'occasione al volo, sperando che, con accanto il grande Victor Nikiforov, che lei ammirava tanto, avrebbe potuto tornare da lui.

Ma lei non aveva ceduto.

Eravamo andati per tutta l'estate su quella spiaggia, perché era la stessa in cui lei si divertiva con le amiche, e a mia insaputa, lui faceva sempre in modo di farsi notare insieme a me.

Quella sera mi portò in quella discoteca, perché lei ci stava festeggiando il suo compleanno, al quale lui non era stato invitato; per questo era stato attento a non farsi scoprire, ma al momento opportuno si era allontanato da me, non per andare al bagno, come mi aveva fatto credere, ma per cercarla e dirle ancora che l'amava.

Inutilmente.

E la notte delle stelle cadenti, mentre io desideravo una vita passata al suo fianco anche come semplice amico, lui sperava di riuscire a farle cambiare idea...

Mi disse che, in ogni caso, ero stato un grande amico, ma...non ero servito allo scopo.

Lei si era fidanzata con un altro.

A quel punto si era voltato verso di me e i suoi occhi, tranquilli e privi di qualsiasi emozione, si erano specchiati nei miei, umidi per le lacrime che premevano per uscire.

"Non sei diventato niente per me, e a questo punto, neanche i tuoi sentimenti potranno farmi cambiare idea..."

Insieme alle lacrime, che avevano iniziato a rigarmi le guance, sentii la vergogna colorarmi il viso di rosso.

Volevo dire qualcosa, qualunque cosa, ma la voce mi era morta in gola.

L'unica cosa che riuscii a fare, fu un passo verso di lui, nel preciso istante in cui lui ne faceva uno indietro...lontano da me...verso il blu del mare...

Ti giuro, ho cercato...ho cercato di...

Ma non l'ho neanche sfiorato.

Sono rimasto a guardare la sua caduta verso il mare senza avere la forza di urlare.

Quando il suo corpo ha impattato con l'acqua, l'eco dello schianto, terribilmente simile a quello di una palla calciata sul muro, si è avvicinato fino ad arrivare alle mie orecchie.

A quel punto la voce mi è tornata bruciandomi la gola.

Ho urlato il suo nome per moltissimo tempo.

Poi senza rendermi ben conto dei miei movimenti, sono tornato a casa, e ignorando le domande preoccupate di Yakov mi sono chiuso qui dentro.

In tutto questo tempo sono stato un libro aperto per lui, mentre Shin-chan non mi ha lasciato neanche uno spiraglio dal quale dare una sbirciata.

Non mi sono reso conto di venire usato, ma soprattutto non ho capito il dolore che dietro i sorrisi e le risate straziava Shin-chan dall'interno.

Un po'...è anche colpa mia.

Per questo sto fissando il flacone con le pillole del sonnifero di Yakov da tre giorni.

Voglio farlo, ma non ne trovo il coraggio. E questo mi disgusta.

Amo la vita più di quanto amassi Shin.

Ma in fondo...è naturale no?

Però mi sento così in colpa, così in colpa...

Voglio rivederlo, e chiedergli scusa. Per tutto.

Per questo lo raggiungerò, e saremo entrambi felici.

Prima però distruggerò questo quaderno, perché nessuno dovrà mai sapere di questa storia.

Voglio che sia solo una cosa nostra.

Nostra. Di nessun altro.

Victor




















~~~♡~~~♡~~~♡~~~

Questo capitolo è più lungo dei precedenti...ma il nostro Victor si meritava un pò di spazio no?

Detto questo, fatemi sapere se la storia vi piace; sono curiosa di sentire i vostri commenti! Ahahahaha.

Un bacio a tutti e grazie!!!

NaruRory





























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