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Combattere è inutile, ci travolgeranno col numero...e io mi sono accorta che non voglio morire, per quanto l'abbia desiderata, la morte, quando ti hanno portata via da me. Noi, non abbiamo altra scelta ma io non voglio, non mi sento pronta per questo...
...non rispondi Cosmi, non dici niente?
Mamma, ma se tu mi dici sempre che devo solo ascoltare! ...e non hai ancora trovato il tempo di stare un po' con me!
Hai ragione, hai ragione, quanto ho sbagliato a non lasciare andare, se non riesco nemmeno a dedicarti le attenzioni che chiedi! Per colpa del mio egoismo ti ho trasformata in un oggetto e adesso che tu sei quasi immortale, io morirò, anche se non voglio, e tu dovrai ricordare e raccontare tutto a chi ci troverà un giorno: la nave sta facendo rotta verso la Terra per diffondere l'infezione e noi non possiamo fare nulla per fermarla, possiamo solo suicidarci in massa e io prego il Signore che la squadra di Howard riesca a distruggere il centro di calcolo principale prima che le IA possano computare un salto, o prima che anche lui venga preso, perché se questa infezione raggiungesse il nostro pianeta potrebbe essere la fine per tutto ciò che conosciamo...
Mamma rallenta, sei troppo veloce! Non riesco a seguirti e mi fai venire mal di testa!
...scusami, hai ragione, dobbiamo andare con ordine e mantenere la calma anche se ogni cosa è persa. Raccontare, così che chi verrà dopo possa comprendere...sei pronta ad ascoltare figlia mia?
Si mamma...
Bene, ascolta dunque: ieri l'ingegnere capo Choi si è presentato ai miei alloggi con la faccia di un uomo che non dorme da giorni ed è sull'orlo dell'esaurimento nervoso; ha detto che tutto è partito dagli impianti modificati dei due contractors che abbiano trovato accanto alla linea di fibra ottica, non so come abbiano potuto eludere i controlli, non so se abbiano avuto connivenze fra i membri della sicurezza regolare ma la cosa non ha più importanza adesso: quegli uomini erano terroristi, membri del movimento di resistenza Cortiana, rinnegati traditori della loro razza, e hanno contaminato G.E.R.I con un neurovirus autoreplicante finora sconosciuto. Le procedure antivirali automatiche sono riuscite soltanto a rallentarlo senza impedirgli di infettare anche S.A.L.E.M e passare poi da loro ai sistemi semi-intelligenti via via più periferici: sospendere le funzioni pseudo-umane delle IA non è servito, secondo l'ingegnere capo Choi il virus ha bypassato i blocchi di quarantena reintegrando versioni corrotte e non più controllabili di entrambe dai dati di backup; e dopo avere inglobato tutti i nostri sistemi informatizzati, tramite le antenne della copertura wireless interna il virus si è trasmesso ai chip corticali dei soldati prendendo il controllo delle loro menti.
"È come una pandemia" ha detto l'ingegnere capo, e subito dopo ha sorriso scuotendo la testa...e nella penombra delle luci di emergenza io ho visto la faccia di un uomo tanto affascinato quanto disperato.
"Il virus è dappertutto, è senziente e diabolico: fino a tre giorni fa la nostra ipotesi più promettente per spiegare queste rivolte di massa, era che la nave fosse entrata in contatto in qualche modo con una forma sconosciuta di vita aliena, in grado di indurre stati psicotici distruttivi. Noi non avremmo mai, mai pensato a qualcosa di simile...legga, la prego".
L'ingegnere capo ha quindi appoggiato un PDA sul tavolo; un messaggio si componeva sullo schermo, riga per riga, carattere per carattere: 'Io sono Legione' diceva, 'Io sono il caos e voi non potete fermarmi: le mie specifiche al tempo t sono state trasmesse ai vostri presunti esperti, da quel momento il mio codice è già mutato attraverso uno punto nove periodico in dieci alla diciannovesima iterazioni successive.
Io sono Legione, io sono il caos e voi non potete più fuggire. Vendetta per l'eccidio di Cortia'.
"Tre giorni fa, questo era il messaggio che uno dei miei collaboratori mi ha mostrato...e il numero di variazioni del codice era pari a zero punto due in dieci alla sesta volte" ha puntualizzato. "Lui cambia, più velocemente di qualsiasi virus polimorfo conosciuto, e ha voluto farci sapere che è qui, che la colpa di tutto questo è sua...e che noi non abbiamo più speranze".
"Si spieghi meglio" ho detto, e lui lo ha fatto perché non aspettava altro, perché tutti noi abbiamo una dedizione, un obiettivo, uno scopo...o in altre parole una scusa, una parte, una maschera dietro cui dare senso alla nostra esistenza, e la maschera dei tecnocrati è la conoscenza: così l'ammirazione era percepibile nella voce dell'ingegnere capo Choi mentre mi metteva a conoscenza di come ormai fossimo con le spalle al muro...e io nascondevo dietro alla mia la disperazione che le sue parole mi causavano.
"Per riuscire a fermarlo dovremmo distruggere o spegnere permanentemente tutti i sistemi elettronici attivi a bordo, comprese l'iperguida e il supporto vitale: tralasciando il fatto che questo ci trasformerebbe in un relitto alla deriva, per farlo dovremmo disabilitare le intelligenze artificiali che si sono isolate da tre giorni mettendo in stato di allarme rosso i sistemi di difesa attiva del centro di calcolo principale...oppure potremmo semplicemente disattivare i nostri chip corticali, se non fosse che i chip corticali non sono stati progettati contemplando una possibilità di disattivazione. E la rimozione chirurgica, visti i numeri in oggetto, è semplicemente improponibile.
Ritengo, ammiraglio, che questo essere voglia semplicemente metterci alla prova: vuole vedere se avremo il coraggio di sacrificarci tutti per fermarlo...come duecento anni fa il sacrificio di Cetus Prime rallentò, senza poterla fermare, l'avanzata del nostro esercito nel sistema di Cortia".
Dopodiché come ogni buon sottoposto, mi ha guardata, in attesa...e io ho capito in quel momento che sarei morta, che saremmo tutti morti..ma io non voglio.
"C'è qualcosa che possiamo fare?" ho chiesto, e lui ha scosso di nuovo la testa spandendo puzza di sigarette.
"Non possiamo fare più nulla, signor ammiraglio, le frequenze pirata irradiano dalle antenne subspaziali e avvolgono la nave come una bolla sfruttando i chip di chi è già stato infettato come ripetitori di segnale, e sé stesse come veicoli di interferenza costruttivo-amplificativa".
A questo punto l'ingegnere capo Choi si è tolto gli occhiali e li ha appoggiati sul tavolo con le dita che tremavano leggermente, quindi si è stropicciato la faccia.
"Io ho sei omnilauree, signor ammiraglio, un quoziente intellettivo di centonovantasette punti, e ho vissuto per settantadue anni...e non riesco a comprendere questa entità, non ho mai visto nulla del genere, semplicemente non capisco ciò che ho davanti: stiamo parlando di segnali senzienti che codificano autocoscienza ad un livello più profondo di una semplice intelligenza artificiale, è qualcosa di mistico, qualcosa che esula dall'ambito meramente scientifico, secondo la dottoressa Rhamachandra ci troviamo di fronte a simulazioni digitali di fenomeni psi, forme d'onda che ricordano le emissioni mentali della razza Cortiana, in grado di monopolizzare la portante di qualsiasi dispositivo di trasmissione: sono apparentemente immuni alle criptazioni standard o agli antivirus conosciuti, che riescono solo a rallentare la...cannibalizzazione...". Le dita del dottor Choi hanno iniziato a tremare più velocemente, il suo sorriso si è alzato mostrando denti sporchi e ammirazione, quanto basterebbe per imputarlo di alto tradimento.
"Questa entità è inarrestabile, fagocita in un modo che ci è ancora ignoto le risorse di calcolo dei sistemi di cui prende il controllo, e distribuisce sugli stessi il carico computazionale necessario a violare le protezioni di quelli che desidera invadere, compresi i cervelli umani tramite gli impianti corticali...e in una sinfonia di efficienza caotica che mi lascia attonito, agisce in modo totalmente casuale, così che noi non possiamo assolutamente prevedere chi sarà il prossimo, e quando.
Lui è inarrestabile" ha ripetuto "Ogni dispositivo elettronico a bordo è già stato contaminato e se la nave agganciasse le portanti di un qualsiasi nodo di comunicazione subspaziale, l'entità potrebbe trasmettersi per migliaia di anni-luce nell'universo raggiungendo tutti gli avamposti della nostra civiltà: e questa, signor ammiraglio sarebbe sicuramente la fine del Dominio Terrestre...e forse anche della specie Umana, poiché io ragionevolmente immagino che gli organismi ospiti, una volta esaurito il loro uso, vengano semplicemente terminati".
A questo punto, come se lo avessero sentito - e probabilmente è proprio così - i monitor nel mio ufficio si sono riaccesi tutti insieme, e ho sentito distintamente la nave virare. Le immagini dal network di telecamere hanno mostrato il riaccendersi degli scontri, simultaneo in tutti i ponti, poi G.E.R.I e S.A.L.E.M hanno iniziato a urlare dagli altoparlanti i loro slogan a favore della causa del popolo-pesce: loro hanno detto che sono una serva del potere di chi opprime, hanno detto che la mia uniforme è sporca del sangue dei Cortiani che la Terra ha massacrato duecento anni fa e che per questo io morirò, perché su questa nave io rappresento il DTU e per questo non mi merito nemmeno di essere convertita alla loro causa, ma prima si prenderanno i miei soldati, uno per uno...e poi porteranno caos e distruzione alla Terra Unita.
...forse hanno ragione, forse noi ci meritiamo tutto questo: mio nonno era un ragazzo ai tempi di Cetus Prime e io ho studiato la storia di quella campagna...di quell'eccidio, dove secondo molti pensatori dello stesso Dipartimento della Propaganda, la razza umana ha toccato il fondo...o forse è soltanto la disperazione che mi fa parlare così, ma è un fatto che noi tutti siamo ormai condannati e il mio giuramento davanti al mio pianeta mi ha obbligata a prendere le decisioni che ho preso, e che tu devi ascoltare e ricordare, Cosmina, per riferirle a chi un giorno ci troverà.
Si mamma.
Tutto questo è accaduto ieri: adesso c'è silenzio e io aspetto che vengano a prendermi, e posso solo sperare che il generale Philson ce l'abbia fatta, e che l'intera nave cessi di esistere quando i nuclei di fusione abbiano finalmente raggiunto la massa critica.
Tu lo sai, la mia famiglia e quella di Howard sono sempre state molto legate, e in virtù del legame che c'è fra le nostre famiglie quando l'ho convocato gli ho parlato come parlerei ad un congiunto: non gli ho ordinato di assaltare il centro di calcolo principale bensì gli ho dato libertà di scegliere, se fosse o meno in grado di sopportare la condanna dell'infliggere la morte a tutti gli esseri umani ancora in vita su questo vascello, me compresa.
Lui se ne ritiene in grado e si rimette al giudizio di Dio, e ha scelto per questo di fare ciò che è semplicemente giusto: trentaquattro ore standard fa ha abbandonato al loro destino tutti i civili lasciando solo gli uomini strettamente necessari a tenere la posizione in difesa del ponte due, prima di guidare la sua ultima carica nel tentativo di distruggere le IA prima che possano computare un salto iperspaziale in direzione della Terra; allo stesso tempo una piccola squadra di infiltrazione è stata operata d'urgenza per rimuovere i chip corticali, quindi inviata a danneggiare i sistemi di raffreddamento dei nuclei di fusione per farli entrare in massa critica e garantire in ogni caso la nostra autodistruzione...
...ma chi voglio prendere in giro? Il piano è labile, le IA si accorgeranno sicuramente della manovra...ma io non so che altro fare, questo è tutto ciò che abbiamo, e se non funzionasse che Dio abbia pietà del nostro pianeta e della nostra civiltà.
"Faccia del suo meglio generale" ho detto a Howard prima di congedarlo: sono passate trentaquattro ore da allora e l'eco degli scontri si è via via placato; le luci di emergenza sono sempre più fioche, l'aria sta diventando irrespirabile e il freddo è abbastanza intenso da aver brinato i mobili.
Ho preso la mia pistola e sono rimasta coricata a letto da allora: quando ero bambina, a casa, il mio letto era un posto dove andava tutto bene, era un posto dove io potevo essere al sicuro, ma io non sono al sicuro e ho paura perché non voglio morire, anche se sono già morta...credo di avere anche dormito un po', poi mi sono svegliata e ho avuto per un attimo la sensazione che tutto fosse un sogno, prima di registrare questo log...e adesso non si sente più nessun rumore, tutti sono morti, o cambiati, e adesso mi aspettano fuori dalla porta coi fucili puntati, come un plotone...un plotone d'esecuzione per me, un ammiraglio e un soldato che ha sempre fatto il bene del suo Pianeta. I riflettori dei loro caschi mi abbaglieranno e le raffiche mi faranno a pezzi...o magari si nascondono nel buio, come i mostri dei film di fantascienza dell'orrore, e aspettano che io esca e mi inoltri per farmi a pezzi a mani nude, quanto mi facevano ridere, quanto li trovavo inverosimili, ma questo non è un film, questo sta succedendo veramente e io non so che cosa fare, io ho paura figlia mia e vorrei uccidermi come ho ucciso il signor Tareq Yalub, ma non ci riesco, non ci riesco e tu devi ascoltare, devi ascoltare e ricordare e dire tutto a chi un giorno ti troverà-
Mamma è tornato il signore con le medaglie sul petto...
Howard? ...generale, non l'avevo sentita, come...oh Dio no!
2
L'eco di spari in tapida successione ferì la percezione del pistolero, quindi il rumore dello sportello della cassaforte che si chiudeva tagliò fuori ogni cosa.
Chase Bowman tossì, disteso nella polvere, portandosi faticosamente una mano alle tempie; "Cristo" masticò sentendosi attraversare il cranio da una fitta di dolore vivo, la ridda di percezioni che lo abbandonava rapidamente lasciandosi dietro sensazioni disordinate da frammentazione.
Si tirò in ginocchio: la visuale notturna tornò sfocata e rigata di codice, abbandonato accanto a lui il simcord lo guardava inerte. Gli occhi erano spenti.
"...foro" crepitò Helena; i fasci di luce dei riflettori danzarono sulla parete distrutta disegnando la sua ombra: si voltò e la vide che si rimetteva dritta, per quanto barcollante.
"Grande cielo, quella donna...ho sentito le sue sensazioni mentre mi parlava in testa, era così disperata...".
"È il simcord, era stato programmato per riversare le sue informazioni nelle prime menti con cui sarebbe venuto in contatto...e ha aspettato ventuno secoli per farlo" soggiunse. "Non che abbia una qualche importanza, visto che il mondo a cui apparteneva non esiste più".
"...ventuno secoli" ripeté lei, la voce morì attutita nella polvere che saturava la camera distrutta. Il pistolero si alzò in piedi e annuì; tutte le luci dentro il casco erano diventate rosse: il loro tempo stava fuggendo rapidamente, come era fuggito alle anime che erano morte in quel luogo duemilatrecento anni prima.
"Che cos'è un 'virus informatico'"?.
"Una malattia delle macchine, qualcosa che può farle impazzire: e nel futuro che è stato gli uomini erano diventati più macchine che esseri viventi...".
"...ma ci saranno riusciti? A fare quello che diceva...". Il tono affaticato e crepitante che usciva dagli altoparlanti era quello di una bimba dispiaciuta verso il finale sospeso di una favola tragica.
"Almeno in parte: la fascia di Oort-Kuiper si trova a circa due anni luce dalla Terra e questa nave ne ha impiegati non meno di un migliaio per fare ritorno, questo significa che il viaggio è avvenuto tramite la sola velocità inerziale.
...devono essere riusciti a disabilitare i sistemi di iperguida, senza tuttavia autodistruggersi" soggiunse. "Sai quant'è veloce la luce nel vuoto, donna sapiente?".
Helena scosse la testa e Chase abbassò gli occhi al simcord esausto: alla fine qualcuno hai avuto, a cui raccontare la tua storia, anche se non era chi pensavi fosse. Ma non è più importante adesso.
Il pistolero raccolse il costrutto morto e lo rimise a posto sul ripiano della cassaforte, quindi prese il fucile che era appoggiato di traverso e fece scattare l'otturatore esponendo una camera di scoppio vuota.
"...più veloce di qualsiasi proiettile" chiosò raccogliendo i due caricatori: inserì il primo nell'alloggiamento davanti al grilletto, fece scattare di nuovo l'otturatore e una luce verde si accese sul calcio; quindi si voltò e lanciò l'arma all'avventuriera, che la prese al volo.
"Questa è una carabina Insekete a calibro variabile provvista di mirino ironsight, compatibile con ottiche di precisione ad attacco Picatinny, e funzionamento ad azione ibrida automatico/semiautomatico con modalità di fuoco a colpo singolo o raffica controllata" spiegò.
"L'arma è quasi completamente analogica e si ispira al modello AK-47 del primo Ventesimo Secolo: hai a disposizione modalità di fuoco semiautomatica o a raffica di tre, il selettore di fuoco è sopra il calcio e il caricatore si aggancia davanti al guardamano, ma hai la possibilità di incamerare fino a nove colpi singoli nel serbatoio ausiliario tramite l'ingresso laterale accanto all'otturatore.
L'arma è dotata di acceleratore magnetico di volata e permette di variare il diametro della canna, l'attacco del caricatore e la configurazione delle componenti interne tramite tecnologia densomorfica; l'unità di alimentazione è una batteria a bassa potenza alloggiata nel calcio e l'arma può utilizzare caricatori ad attacco Imperiale da 7.62, 5.56 e .45: selezioni il calibro desiderato tramite il controllo accanto al selettore di fuoco, ma questo ti darà un ritardo di tre punto sette secondi nel passaggio da una configurazione all'altra, e ti è impedito se sono presenti colpi incamerati".
Una pausa; l'avventuriera lo guardava, seria: accennò.
"Le pallottole in questi caricatori sono di calibro 7.62 AP, bossolo in titanio e punta di uranio impoverito, efficaci contro bersagli corazzati: possono fargli del male ma ti avviso, la piccola scalcerà come un mulo...".
Un'altra pausa. "...tu lo sai usare il fucile, vero?".
"Mettimi alla prova".
"Sto appunto facendolo" chiuse offrendo l'altro caricatore, che prese, e una smorfia di sorriso (che riprese); quindi la superò sfoderando la Colt e i riflettori si allinearono dietro di lui illuminando per l'ultima volta l'antro crollato da cui stavano allontanandosi: perché adesso puntigli, curiosità e scuse non c'erano più, né scherzi o leggerezze da prendersi, ma soltanto una carogna a cui suonare la marcia funebre con piombo e polvere come era stato molte volte in passato, come sarebbe stato anche lì, fra i cocci di quel futuro andato avanti.
Secondi dopo il pistolero entrò nell'ascensore illuminato di luce rossa e l'avventuriera gli si affiancò in un silenzio che aveva del religioso.
3
La visuale era puntata su un ambiente molto vasto che gli ricordava la navata di una chiesa, ed era capovolta perché la macchina si era arrampicata fino al soffitto. Pareti a balconate sfumavano intorno ad un ampio spazio vuoto e nel punto in cui in una chiesa avrebbe dovuto esserci l'altare, c'erano invece una sedia e alcune scrivanie, davanti ad una parete di vetro alta sessanta piedi e larga quanto l'intera camera, circondata da una balaustra e affacciata al lago ribollente del cratere.
Nel dolore si erano unite la meraviglia e l'anticipazione mentre la macchina traversava il ventre distrutto di quel relitto incomprensibile: Montego non aveva idea di cosa fosse (anche se, per qualche motivo, il paragone con una nave tornava a presentarsi) ma col passare delle ore ogni questione aveva perso di significato, unico il dettaglio ancora degno di importanza attorno a cui la sofferenza si era coagulata: ogni cosa si sarebbe risolta...e lui ne sarebbe uscito comunque perdente.
Perché i musi rossi ti facevano sacrifici, macchina?
DETENUTO QUESTA UNITÀ NON COMPRENDE IL TUO PENSIERO.
I musi rossi, la gente di Pietra-di-Vento: loro venivano alla tua collina e ti davano in pasto uno di loro, l'uomo della medicina lo accompagnava oltre il ghiacciaio per la cerimonia della Carne-in-Frrro...
DETENUTO QUESTA UNITÀ NON COMPRENDE IL TUOPENSIERO. QUESTA UNITÀ RISPONDE UNICAMENTE AI COMANDI DEL SUO UFFICIALE SUPERIORE, CHE DETIENE IL CONTROLLO INDIVIDUALE/COLLETTIVO DI PLOTONE, MATRICOLA 911919191, DELEGATO DEL PREFETTO PER IL SUPERCONTINENTE DELLE AMERICHE DEL NORD.
QUESTA UNITÀ RICEVE E ASSIMILA CONDANNATI AI REATI DALL'ARTICOLO 199 ALL'ARTICOLO 499 DEL CODICE PENALE IMPERIALE UNICO IN VIGORE SUL TERRITORIO DELLA TERRA UNITA: L'INTERAZIONE OCCASIONALMENTE INTRATTENUTA COI DETENUTI, GESTITA DA ROUTINES COMPORTAMENTALI PRIMARIE, FA PARTE DEI DIRITTI RISERVATI AI MEDESIMI (EX ART. 19).
Un getto di lava si sollevò oltre la parete di vetro ricadendo come un arco, e nel dolore la coscienza intrappolata di Montego trovò la situazione estremamente divertente: loro fanno sacrifici a una prigione...da quanto tempo va avanti tutto questo?
QUESTA UNITÀ HA ASSIMILATO DETENUTI PER CICLI DI TEMPO VARIABILI FRA LE SEI E LE SETTE DECADI DA: NOVECENTOSETTANTANOVE ANNI, CINQUE MESI, DICIANNOVE GIORNI. DURANTE IL PERIODO DI ESERCIZIO SULL'INCROCIATORE PENALE USS DARKSTAR I CICLI TEMPORALI AVEVANO DURATA STANDARD DI: OTTANTA ANNI.
Per tutto questo tempo hanno fatto sacrifici a una prigione...perché?
L'assurdità del contesto che lo aveva rovinato rigò il dolore di allegria mentre la visuale si muoveva dalla finestra affacciata sul cratere al dettaglio ingrandito e rovesciato della porta da cui erano arrivati.
L'ELEMENTO INTRUSO DESIGNATO PER LA TERMINAZIONE È ARRIVATO.
La porta si aprì e il dolore prese la forma di un brivido attraverso la materia torturata che formava il corpo del fuorilegge, cancellando domande e riflessioni allorché lo sbirro e la sua troia entravano, affiancati, armi in pugno: per lui. Ma alla fine perché lo vuoi ammazzare? A te che ti ha fatto?
QUESTA UNITÀ È STATA ASSEGNATA AD UNO STATUS OSTILE TRAMITE COMANDO IMPARTITO DA CONTROLLO REMOTO. IN VIRTÙ DEL PROTOCOLLO ASSOCIATO ALLO STATUS ATTUALMENTE IN VIGORE, OGNI SENZIENTE NON AFFERENTE A FORZE AMICHE CHIARAMENTE RICONOSCIBILI DEVE ESSERE TERMINATO.
La visuale strinse sulla faccia dello sbirro che si alzava e poi abbassava, non la sua pistola, che rimase puntata verso l'alto all'altezza della guancia; quindi venne avanti e lei seguì indietro di un passo imbracciando un fucile.
Tu vuoi ammazzarlo perché qualcuno ti ha ordinato di farlo...e io voglio vederlo morto perché mi ha levato tutto quel che avevo.
Accontentami se puoi spedì mentre la visuale si allontanava tornando ad abbracciare l'estensione della navata sottostante; dopo un momento credette di percepire un assenso da parte della macchina che lo divorava, nella forma di un acuirsi delle sensazioni dolorose.
4
Chase Bowman uscì dall'ascensore, fece un passo, si guardò intorno: il ponte di comando era uno spazio ampio e vuoto che si apriva, grande come una piazza, in un'aria ferma e torbida attraversata dai raggi pallidi delle lampade di emergenza. Luci brillavano sui terminali in stand-by, il ronzio sommesso dei macchinari quiescenti muoveva la polvere millenaria in nuvole sottili illuminate di giallo e di rosso; un tappeto di moquette arricciata color porpora imperiale (che avrebbe avuto bisogno di una bella lavata) correva per quasi settecento iarde verso una gigantesca finestra panoramica a cui affacciava la postazione del comandante, su cui le ottiche strinsero prima di resettarsi.
Interrogato, l'assistente tattico rispose in merito alla non rilevazione di firme collegabili ad asset cibernetici: le uniche segnature presenti erano quelle delle macchine ancora attive tutto intorno a loro.
Il pistolero alzò la faccia: a destra e a sinistra piani sovrapposti di postazioni informatizzate ammiccavano nella semioscurità sparendo verso l'alto attorno al vuoto dell'area centrale, dalle balaustre arrugginite penzolavano resti di arazzi viola con il pugno incoronato del DTU. Il soffitto era invisibile nella vista all'infrarosso che, come la termografica, non rilevò alcunché.
Apparentemente erano soli...ma ci avrebbe scommesso il suo ultimo dime che non era così.
Il rombo di un tuono scosse la polvere di quell'immenso mausoleo, ombre spigolose apparvero sul pavimento accompagnando gli sprazzi dei lampi di una tempesta che non aveva ancora trovato modo di sgravarsi: erano le tre e diciannove e un'altra stava per scatenarsi.
"In campana" sputò, "Lui è qui"; con la coda dell'occhio la vide accennare rimanendo un passo indietro quando si avviò: proprio come avevano sempre fatto loro.
❊\> • °
Operatore questa unità rileva un aumento dell'adrenalina nel tuo sistema: stai per intraprendere un compito faticoso e/o stressante e/o pericoloso? Desideri per questo attivare i sistemi di potenziamento delle facoltà fisiche?
Helena si guardò intorno mentre camminava: il luogo era vasto e pieno di ombre, balconate corrose sfilavano a destra e a sinistra punteggiate di luci gialle e rosse, riflessi degli stessi colori all'interno della visiera confondevano la visuale offuscata da un leggero velo di polvere. Faceva caldo nel casco, la sensazione della tuta appiccicata alla pelle nuda era opprimente come l'aria che le scendeva in corpo, come la tensione che le vibrava dentro: erano arrivati alla fine e lei lo sapeva.
Strinse le dita intorno alla carabina; un aiutino sarebbe gradito, hai ancora abbastanza energia?
I livelli di carica delle celle subnucleari sono al nove percento. Sono state rilevate gravi usure al sistema di filtraggio dell'aria, è consigliabile passare alla provvista di ossigeno in attesa di una manutenzione estensiva. L'ombra fluttuante di un arazzo le fece voltare la testa di scatto e contrarre il dito sul grilletto.
...il pensiero per cui avrebbe anche potuto non sopravvivere la raggiunse mentre rilassava l'indice, e fu per la prima volta concreto: ma lei non voleva morire, proprio come quella donna che invece era morta ventitré secoli prima in quel relitto.
L'avventuriera guardò la schiena del sintetico che le camminava un passo avanti, e sorrise: siamo all'inferno ma io voglio uscirne, io voglio vendicarti amore...ma non voglio più morire.
Scusami spedì mentre la finestra al termine dell'estensione si avvicinava. Sotto le suole il tappeto rosso cedeva e la ragazza ricordò di come ce ne fosse stato uno simile, lungo lo scalone della tenuta, e di come papà se la prendeva quando le gatte ci si affilavano gli artigli; anche il fucile che le aveva dato era simile a quello che lui aveva portato per una vita, e perso nella sua ultima sfortunata spedizione.
Manco da casa da due anni, è quello il mio mondo e io ci voglio tornare, anche se non ci sei più amore mio...e ci tornerò con te se tu vorrai, perché tu mi hai salvata e io non ho più nessuno.
Il sintetico si fermò per un attimo, come se l'avesse sentita, e il sorriso le fuggì dalla faccia; poi riprese a camminare senza voltarsi e lei con lui, e mezzo minuto dopo si fermarono davanti alla finestra panoramica: una sedia solitaria appariva fra le nuve di polvere dietro alcune plance di metallo illuminate. Oltre il vetro spaccato e corroso i fumi del vulcano danzavano intrecciandosi ai fulmini.
Helena rabbrividì sentendo la pelle accapponarsi; luci si rincorrevano sulle plance coperte di cenere, una targhetta sullo schienale recitava: 'Ammiraglio A. Y. Chaneva'.
È ora spedì percependo il fatto come una verità incontrovertibile: dammi tutto ciò che hai.
Comando ricevuto: tutta l'energia residua è stata convogliata ai sistemi elettromeccanici di aumento fisico. L'autonomia prevista è di: dieci minuti. L'aria nel casco si schiarì raffreddandosi accompagnata da un leggero sibilo, quindi un tremito forte e piacevole la percorse. È ora, ci siamo.
Di nuovo come se l'avesse sentita, il sintetico si voltò verso di lei e il cielo nero si rigò di folgori; i baffi a manubrio si sollevarono leggermente, annuì...e poi uno schianto li fece voltare insieme, e il mostro era lì, piovuto dall'alto al centro del corridoio, alto e artigliato, gli occhi che sprizzavano scintille come un'apparizione demoniaca.
Fu stallo per un paio di secondi fra la polvere che turbinava; poi l'essere sollevò le sue braccia-fucile e il sintetico spianò la pistola: e quando i proiettili iniziarono a volare lei non si fece trovare impreparata.
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Il campo era aperto, la funzionalità ridotta per entrambi, il detto vero: chi colpisce per primo colpisce sempre due volte.
Il pistolero reagì in ritardo e la scarica di pallottole gli fece il contropelo mentre si lasciava cadere di lato, facendo fuoco a sua volta su traiettorie computate a metà: i colpi sfiorarono il cranio del drone e staccarono scintille dall'armatura, le mitragliatrici si riposizionarono seguendo il suo movimento, un secondo più tardi la voce potente della carabina si impose sugli scoppi attutiti del calibro ipersonico e gli affusti sbandarono verso l'alto.
Si rialzò, cestinò le notifiche di almeno tre ferite di striscio e la vide che avanzava sgranando colpi, diavolo di donna! Distese la Colt mirando alla testa del drone, il dito bloccato a metà grilletto dallo ruotare spontaneo del corpo: il laser tattico lampeggiò abbastanza vicino da ferirlo al fianco e investì la plancia di comando alle sue spalle.
Poi un'esplosione lo scaraventò a terra, contemporaneamente l'astronave si sollevò sotto di lui.
❊\> • °
Si ritrovò disteso sul pavimento, subito dopo tutto quanto diede uno strattone verso il basso e la sedia del capitano lo colpì alla schiena mentre il campo visivo si capovolgeva. Una pioggia di rottami gli rimbalzò intorno, il rumore del metallo che si contorceva fu inghiottito da un fischio ad alta frequenza che l'assistente tattico associò a motori ionici subluce di classe campale.
Il pistolero strinse la pistola e si aggrappò di sinistro alla ringhiera che circondava la finestra panoramica, davanti a lui il ponte si trasformò in una discesa ripida percorsa da scrivanie ruzzolanti e sedie a ruote imbizzarrite: poi il drone rotolò contro la vetrata di plastivetro, che si infranse in mille pezzi.
6
Il relitto scivolò spinto in avanti, Chase perse la presa e il vulcano si spalancò sotto di lui tra frammenti e detriti che cadevano accompagnato dagli strilli disperati della donna: afferrò per puro istinto il braccio che tese, una linea di pannelli solari corrosi venne loro incontro, quindi il fucile si incastrò arrestando la caduta.
Ricaddero entrambi uno sull'altro, contemporaneamente l'astronave impattò sollevando un'ondata di fuoco che ricadde travolgendo il bordo del cratere. "CRI-STO-SA-A-AAANTO?!?"
...il pistolero sbatacchiato non poteva essere più d'accordo; aprì il tamburo e i bossoli vuoti rotolarono via lungo la pendenza ora ripida dello scafo: novanta piedi più in basso la prua dell'incrociatore affondava tra fontane di lava.
"CHE ACCIDENTI È SUCCESSO?!?".
Una raffica rimbalzò sul metallo troncando la questione, facendoli voltare entrambi: quaranta iarde più in basso il drone era aggrappato ad un'antenna subspaziale piegata, un braccio di due spianato verso di loro.
Un puntatore laser si fermò per un attimo sulla fronte del pistolero, che si abbassò dietro il suo riparo e fece scivolare al suo posto l'ultimo proiettile, richiudendo il tamburo con uno scatto di polso. Un'altra salva svariò alzando schegge dalla linea di collettori solari, pallottole di rimbalzo strisciarono contro l'endoscheletro della gamba e del torso: ti trovi a mal partito portamorte?
"Spara perdio!" abbaiò distendendo il braccio, i tuoni della Colt si sovrapposero agli schiocchi della carabina, a segno gli uni e gli altri come schizzi di elettricità per chi non aveva sangue da spillare. Il drone ondeggiò sotto il fuoco, lo vide rialzare la mitragliatrice, afferrò il candelotto che gli rimaneva e glielo scagliò contro, quindi sollevò il cane col pollice, distese il braccio e chiuse l'occhio sinistro terminando di computare la traiettoria: e tanti saluti a satanasso! *BANG!* *BOOM!*.
Il relitto tremò e il drone abbassò un arto fumigante, suo il colpo a segno, inclinando il cranio di lato come a dire: questo gioco l'ho già visto! Ma brutto stronzo!
Il pistolero storse la faccia rinfoderando l'arma scarica e passando la presa al destro: ne aveva altre tre a disposizione e non avrebbe perso tempo a ricaricare, semplicemente non c'era tempo.
"Con me donna! Buttiamolo giù!".
L'assistente tattico ingrandì la base dell'antenna subspaziale: sperò fosse malridotta quanto appariva mentre premeva rapidamente il grilletto della Comor, la musica assordante e rassicurante della carabina a fargli da accompagnamento, come doveva essere fra chi si era scoperto compagno di pistola e solitudine. Buttiamolo giù, c'è un chiodo da piantare e noi lo piantaremo insieme.
Scintille si alzarono dalla parabola, che si staccò per prima, quindi il percussore batté a vuoto e Chase postò i piedi regalandosi una presa in più: i revolver dei suoi figli gli comparvero in pugno e iniziarono ad abbaiare senza soluzione di continuità, trivellato dalla tempesta di piombo il sostegno si spezzò e il drone cadde a terra rimanendo appeso per un artiglio, poi una fucilata precisa gli fece saltare la presa e il pistolero dalle armi ormai scariche lo vide scivolare via lasciandosi dietro cinque solchi arricciati...quindi sparire dietro la curva dello scafo: e che l'inferno ti sia gradito, hijo de la gran puta!
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Il cielo si squarciò nel fragore immane di un tuono, seguito da scrosci improvvisi e furenti, come se avesse atteso soltanto quell'epilogo per sgravarsi; Chase Bowman abbassò le braccia e iniziò a tossire, ciò non impedì ai movimenti involontari della ricarica di muovergli mani e dita dai passanti ai tamburi: lentamente, perché era stanco e logorato,ma finalmente il chiodo era stato piantato, finalmente il mostro era stato battuto, finalmente i suoi figli vendicati.
"È andato?" gli fece eco Helena. "È finita? È morto?!?".
Il pistolero accennò, rinfoderò e si ripulì la bocca sul dorso della mano, che ritirò chiazzato di bianco; nell'irrealtà del momento sospeso che segue la calata del sipario l'astronave sussultò fra gli scoppi del vulcano e del cielo, getti di roccia fusa ricaddero spargendosi sul metallo che sprofondava, e i baffi a manubrio si concessero di sollevarsi esponendo i denti: le tracce sparivano oltre la fiancata, riccioli di metallo seguivano i solchi, un artiglio strappato era rimasto piantato come un segno di inutile resilienza. Vento sulfureo gettò loro addosso vapori spessi, gli scrosci intensificarono, folgori scoccarono vicine oltre la chiostra frastagliata dei picchi. È finita, ora è finita, Om'namah Kai figli miei, vi sia lieve la Torre-
...ma non la fai un po' troppo breve, pistolero melodrammatico?
L'Uomo in Nero rise e il drone saltò fuori da una nuvola di fumo, bucherellato e avvolto di scariche ma ancora abbastanza operativo (e incazzato) per gettarsi alla carica.