Love will tear us apart (Larr...

By ShilbaBaiddo

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Harry si trasferisce a Londra per continuare a frequentare l'università e ricominciare una nuova vita. Non si... More

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EPILOGO
scena nosh

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By ShilbaBaiddo

"Visitate Londra" dicevano, "Hanno dei centro commerciali fantastici!"
Ma poi chi è che lo diceva? Ah, giusto. Quella presuntuosa so-tutto-io di sua sorella. Harry sospirò e mise nel suo carrello altre verdure. Cucinare per lui non era stato mai un problema, a lui sinceramente piaceva e secondo Anne se la cavava abbastanza bene. Anche mangiare sano era qualcosa che Harry gradiva a differenza di molti ragazzi della sua età.
Terminò di fare la spesa e uscì dalle porte principali, buttando tutto nel bagagliaio della macchina. Adesso voleva solo andare a casa, fare una doccia rilassante e preparare le materie dell'indomani.
Eppure ci fu un cambio di piano: dopo soli cinque minuti le intenzioni di Harry erano del tutto dimenticate e lui correva su per le scale mobili perché il ragazzo che dominava i suoi sogni nelle ultime notti era lì, davanti e lui.
Harry in realtà, prima di quel colpo di fortuna, si era quasi arreso, era scientificamente improbabile incontrare una persona sconosciuta già due volte nel giro di pochi giorni, in una città come Londra.
- Mi scusi.. - evitò accuratamente una carrozzina e continuò a correre. Non aveva nemmeno idea del reparto in cui fossero, doveva restare concentrato a non perdere di vista Occhi Blu. Ormai c'era quasi: pochi metri e l'avrebbe raggiunto.
Quel giorno il ragazzo non indossava nessun foulard, portava dei semplici jeans, una felpa verde e le converse. Passeggiava senza meta, con lo zaino sulle spalle e sembrava perso nel suo mondo mentre i suoi occhi vagavano annoiati per le vetrine colorate. Chissà a cosa pensavano quei bellissimi, splendidi occhi, chissà cosa avrebbe dovuto fare Harry per attirare la loro attenzione... strinse i pugni, sforzandosi di tornare nel presente.
- Aspetta! - Harry lo vide fermarsi e girarsi verso di lui, una tacita domanda si leggeva in quel dolce viso.
- Ciao, io.. io sono Harry e.. ci siamo già incontrati - sorrise imbarazzato fermando quella folle corsa il riccio, spostando il peso da un piede all'altro.
Occhi Blu sgranò gli occhi. - Ancora tu?
- Ehm..
- Cos'è, mi stai forse seguendo? - ringhiò avvicinandosi ad Harry e cercando di sembrare minaccioso anche se assomigliava solo ad un bambino bisognoso di coccole. La felpa larga e le maniche che arrivavano a coprire quasi del tutto le dita non aiutavano certamente.
- Cosa? No! No, io.. assolutamente no.. - gli lanciò un'occhiata non sapendo come continuare la frase. - Ehm.. come ti chiami?
- Louis - il castano si morse la lingua, sbiancando. Forse si rendeva conto di quanto fosse stato stupido da parte sua dire il proprio nome ad uno sconosciuto.
Harry scosse il capo e fece un passo indietro per non risultare troppo soffocante (per quanto possa sembrare non soffocante seguire la sua cotta per cinque piani in un centro commerciale).
- Io sono Harry invece. Ti giuro, non ho cattive intenzioni, Lou.
Il castano gli rivolse un'occhiataccia, forse per via del nominativo e incrociò le braccia al petto con fare oltraggiato, ma Harry non riusciva comunque a prenderlo sul serio. Sembrava un gattino arrabbiato.
- Louis - disse allora, assaporando quel bellissimo nome ancora una volta. - Posso offrirti un caffè? Per farmi perdonare per.. per tutto, insomma.
Louis sembrò pensarci su ed Harry era già pronto ad incassare un suo rifiuto ma il ragazzo lo sorprese.
- Cioccolata. E solo se è super zuccherata.

Louis all'inizio era rimasto silenzioso ma poi quando Harry aveva cominciato a parlare di sé per farlo sentire più a suo agio, si era aperto un po' di più. Ed Harry aveva scoperto alcune cose come per esempio il fatto che frequentassero la stessa università, anche se facoltà diverse (Louis faceva ingegneria e l'edificio era dal lato opposto al suo) o che vivesse con il fratello e la madre. 
- Quindi - mormorò Harry, - Louis.. quanti anni hai?
Il ragazzo dagli occhi blu non spostò lo sguardo dalla sua tazza. Il cameriere gli aveva assicurato che la bevanda fosse un super concentrato di glucosio ma questo non lo aveva impedito di aggiungerne altro. Altre tre bustine per essere precisi. Chissà che iperattività.
- Mio fratello ci ucciderà se ci vede insieme.
Harry lasciò perdere per un attimo il suo caffè. Questo non rispondeva alla sua domanda. E poi, stavano solo prendendo del caffè. Certo che questo fratello di Louis doveva essere proprio fanatico ma si assicurò di non dirlo. Non voleva mica rovinare una possibile chance con Louis già prima di cominciare.
- Entrambi? - chiese leggermente intimidito.
- Cosa?
- Ci ucciderà entrambi?
- Magari prima te - Louis scrollò le spalle e bevve un sorso della cioccolata con tutta la calma del mondo.
- Oh.
Louis sospirò, puntando il suo sguardo sull'espressione affranta di Harry.
- È molto protettivo nei miei confronti - il ragazzo sorrise come se il solo pensiero del fratello portasse da sé bei ricordi. - La sua famiglia mi ha adottato quando ero piccolo.. e.. lui è la persona migliore di questo mondo.
Harry poggiò una guancia sul palmo, ascoltando Louis con un sorriso. Voleva bene a suo fratello e si vedeva.
- Poi.. - il sorriso scomparve da quelle labbra sottili, - Qualche anno fa.. è successo una cosa e Nello.. - il castano abbassò lo sguardo sulle mani strette attorno alla tazza ancora tiepida. I suoi occhi erano intrisi di tristezza e qualsiasi cosa fosse successo aveva sicuramente marchiato sia Louis che suo fratello.
- Nello.. è il nome di tuo fratello? Cosa gli è successo? - chiese Harry, curioso.
- Devo andare - borbottò Louis, alzandosi. Forse si era reso conto di aver detto troppo. - È meglio se non ci vediamo più, Harry, davvero.
Era impossibile capire cosa passasse per la mente di Louis, ma se c'era qualcosa di cui Harry era sicuro, quello era che voleva Louis nella propria vita. Ed Harry non era affatto viziato ma se decideva qualcosa (il che accadeva molto raramente), la otteneva. La sua sicurezza aumentò soprattutto quando mentre uscivano, dopo aver pagato, Louis sussurrò un "ne faccio ventuno alla Vigilia".
Allora fuori dal centro commerciale, appena prima di separarsi Harry si abbassò e sussurrò dei numeri a Louis.
Il castano sgranò gli occhi, guardandolo sbigottito mentre Harry scrollava le spalle.
- Sei uno studente di ingegneria. Hai a che fare coi numeri ogni giorno, è quello il tuo campo.
Louis scosse la testa, cominciando ad allontanarsi. - Non ti chiamerò, Harry.
- Vedremo..
Dopo un po' anche il riccio entrò nella proprio auto e partì.

- Signorino Styles, un suo amico la sta aspettando dentro. Ha detto di chiamarsi Niall Horan.
Harry aggrottò la fronte. Perché mai Niall era lì? Ultimamente non si erano visti molto e tra lezioni ed esami da preparare Harry non aveva nemmeno avuto il tempo di pensare più a qualcos'altro.
- Grazie, James. Pensi tu a portare la spesa dentro? - lanciò le chiavi al maggiordomo, correndo dentro casa. Salì le scale di corsa ed entrò nella sua stanza dove Niall Horan in persona era seduto comodamente sgranocchiando patatine alla paprika.
Harry a quella vista inarcò un sopracciglio. - Ciao?
L'irlandese sbuffò, come se Harry avesse interrotto la sua quiete personale. Si alzò e abbandonò lo snack. - Sei un bugiardo.
- Eh?
- Un traditore!
- Okay? - Sperava che la confusione si leggesse nel suo viso perché a dire il vero non aveva idea del perché Niall si comportasse così. Aveva battuto la testa? Doveva portarlo dal dottore?
- Senti.. - cominciò Harry ma venne interrotto.
- Ho visto i trofei sulle mensole.
Incrociò le braccia e indicò i suddetti trofei alle spalle di Harry.
Oh. OH MERDA.
- Hai perso di proposito, Harry, e che cazzo! - lanciò le braccia in aria come per fargli capire la gravità della situazione ma riuscì soltanto ad essere più drammatico. Harry fece comunque qualche passo indietro per non venire colpito dalla sua furia (e dalle sue braccia).
- Perché?
Adesso che ci faceva caso Niall non sembrava arrabbiato. Forse più.. deluso, preso in giro. La cosa lo fece sorridere lievemente.
- Chi ti ha detto che ho perso io?
L'irlandese aggrottò le sopracciglia.
- Hai..
- Ho perso la partita di proposito, sì, è vero. Ma ho vinto un amico.
Niall sospirò, riprese le sue patatine, arreso, e si buttò nel pouf di Harry.
- Non ti avevo dato il permesso di considerarmi un premio.
Non era un no. Harry scosse la testa divertito, buttandosi sul letto e prendendo il joystick.
- Ho il tuo permesso per considerarti mio amico?
- Portami altro cibo e ne parleremo, "amico".
- JAMES! ABBIAMO FAME!

Nel giro di poche settimane il rapporto tra Harry e Niall migliorò a vista d'occhio. L'irlandese passava quasi tutte le ore libere a casa del suo nuovo migliore amico e sembrava anche diverso rispetto alla prima impressione di Harry.
Niall era in realtà un ragazzo sempre felice e sorridente e poteva mangiare per tre. A volte Harry si chiedeva dove metteva tutto quel mangiare ma aveva preso l'abitudine di prendere snack e cibo spazzatura e metterli in camera propria.
Era stufo di sentirsi dire da Niall che mangiava troppe verdure come suo nonno. Mica tutti hanno un metabolismo come lui!
In un momento di debolezza Harry gli aveva anche raccontato di Louis e Niall lo aveva preso in giro chiamandolo Romeo ma aveva anche consigliato di aspettare.
- Non ti ho detto perché ero venuto a casa tua quella volta.
Harry sfogliò le pagine del libro. - A ringraziarmi, no?
Niall roteò gli occhi, sempre buttato su quel pouf. Era già tanto se non ci aveva scritto sopra "proprietà di Niall Horan".
- Mio fratello è una tale drama queen. Ha insistito che venissi qui a ringraziarti per il favore eccetera eccetera.
- Qualcuno di intelligente c'è nella famiglia allora.. - sussurrò Harry.
- Ti ho sentito, Harold! - Niall lanciò un cuscino e scoppiò a ridere.
Harry schivò l'oggetto e riprese a studiare. - Prima o poi lo ringrazierò.

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