Se avessi saputo com'era fatta una cosa sicura avrei passato meno tempo a cadere tra braccia che non lo erano.
Le mie ore di sonno stavano diminuendo notevolmente e svegliarmi era una tortura, ma cercavo in tutti i modi di non crollare senza nemmeno lottare.
"Ti sento distante." disse Lexa facendo spallucce e distogliendo lo sguardo dal mio, continuando a mangiare.
Inarcai un sopracciglio confusa e la guardai non capendo a cosa si stesse riferendo, ormai passavamo tantissimo tempo insieme e questa affermazione mi fece innervosire.
"A cosa ti riferisci?" dissi serrando la mascella e giocherellando con la forchetta, senza smettere di guardarla.
"Mi riferisco a te, sei completamente persa nel tuo mondo. A stento non riesci neanche a toccarmi, stiamo quasi 4 mesi insieme ma è come se tu non ci fossi. Mi sto stancando ok?" disse alzando la voce e la guardai male sentendo la rabbia scorrere nelle mie vene.
"Non mi domandi mai come sto, pensi alle tue frivolezze senza preoccuparti del fatto che potrei stare male per tante cose. No ma certo pensi solo a divertirti e a fregartene di tutto il resto, sei un'egoista Lexa." sbottai acida incrociando le braccia al petto e subito mi vennero le lacrime agli occhi.
"È da quando hai incontrato la tua amica in quel locale che sei strana, chi era?" disse seria e scossi la testa facendo finta di niente.
"Nessuno, e non sono affari tuoi." ringhiai contro di lei con una strana sensazione in corpo, non volevo raccontarle di Zulema perché era un tasto troppo doloroso.
"È una tua ex?" chiese stranita e notai tutta la sua curiosità ma ero più al sicuro se non aprivo bocca.
"No, è solo una vecchia conoscenza." le sussurrai pagando il conto e andandomene, con una rabbia addosso disumana.
"Non abbiamo finito di parlare." disse afferrandomi per un braccio non appena feci per aprire la portiera, si avvicinò ad un centimetro dal mio viso e non appena fece per baciarmi l'allontanai quasi schifata, non volendo avere nessun contatto con lei.
"Maca, ti prego." disse scoppiando a piangere e sospirai con un atteggiamento menefreghista entrando in macchina senza degnarle di uno sguardo.
Abbassai il finestrino e lentamente mi infilai gli occhiali da sole guardandola dritta negli occhi.
"Ho bisogno di tempo." dissi facendola infuriare e senza replicare partii con lo sguardo fisso sulla strada.
Non volevo avere Lexa per riempire i vuoti dentro di me, volevo essere già piena già di mio e completa da poter illuminare una città intera.
Non era lei che volevo, sapevo già da tempo che Zulema era la mia parte mancante ma non avevo più sue notizie per poterle parlare.
Forse era meglio così dato che credevo molto nel destino e a tutto ciò a cui era legato.
Ultimamente non sapevo cosa si provava ad avere una vita equilibrata quando ero triste, ogni attimo della mia giornata era legato al mio scorpione.
Mi ritrovai a piangere nel mentre che tornavo a casa, avevo un groppo in gola più grande di me e serrai la mascella aprendo la porta di casa.
Le mie non erano lacrime di infelicità, piangevo perché pur avendo tutto ero infelice e volevo solamente avere Zulema nella mia vita.
"Fanculo." sussurrai con la voce distrutta dal pianto e mi accorsi che ero in perfetto orario per andare al lavoro, era sabato e il locale doveva essere già pieno.
Mi feci una doccia lavandomi con cura e indossai un vestito che mi arrivava sopra alla coscia e dei tacchi altissimi, il fine settimana dovevamo vestirci sempre così dato che il locale era frequentato anche da persone famose.
Una volta che ebbi finito mi infilai il capotto e uscii entrando in macchina e sfrecciando ad alta velocità sulla strada.
Non appena entrai dentro fui sommersa da una miriade di persone e andai dritta in bagno per cercare Octavia, la vidi scherzare con Bellamy e non appena mi videro spalancarono gli occhi dalla sorpresa.
"Cazzo amica sei splendida!" esclamò quest'ultimo non staccando gli occhi dalla mia scollatura e lo guardai male facendolo ridere.
"Bellamy, sei sempre il solito coglione." disse Octavia ridendo venendo dietro di me per sistemare i miei lunghi capelli, facendomeli ondulati con la piastra.
Avevo deciso di cambiare colore e li schiarii rendendoli ancora più biondi, facevano risaltare i miei occhi verdi rendendoli più accesi.
"Posso farti provare questo rossetto? L'ho acquistato ieri e secondo me con il trucco che hai appena fatto ci sta da dio!" esclamò la mia amica felice e non appena le diedi il consenso lo applicò sorridendo.
Rese le mie labbra più evidenti ed erano di un rosso non molto accesso, ma comunque si notavano tantissimo.
"Farai svenire tutti quanti." disse Octavia spruzzandomi il profumo e saltellò felice facendomi fare una giravolta su me stessa.
"Se vuoi io sono disponibile." disse Bellamy sorridendo ma scossi la testa divertita e spingendolo lontano da me.
La serata stava procedendo alla grande e il locale era pieno di persone e la musica stava diventando assordante.
"Vorresti ballare con me?" disse un ragazzo abbastanza carino sorridendomi e accettai volendo svagarmi per un po'.
Insieme andammo al centro della pista e mi mossi sensualmente davanti al suo corpo e assecondò ogni mio movimento posizionando le mani sui miei fianchi, chiusi gli occhi abbandonandomi al suono della musica e non appena li riaprii notai Zulema guardarmi.
Spalancai la bocca dallo stupore e decisi di provocarla girandomi verso il ragazzo e circondandogli il collo con le braccia, avvicinandolo al mio viso sorridendogli.
Non volevo baciarlo anche perché non avrei provato nulla,volevo vendicarmi della donna che mi stava trucidando con lo sguardo e farla imbestialire.
Infatti ci riuscii alla grande perché la vidi finire il suo drink e avanzare verso di me con il suo solito passo sicuro, era bella da togliermi il fiato e nemmeno in mezzo secondo afferrò il mio polso e mi staccò dal ragazzo.
"Hey, brutta stronza!" esclamò quest'ultimo urlando a causa della musica ma il mio scorpione lo guardò male e li fece il dito medio trascinandomi fuori con forza.
"Lasciami, Zulema!" esclamai cercando di farle staccare la presa ma era troppo forte e non ci riuscii, mi portò in un vicolo cieco e mi spinse contro il muro furiosa, riuscii a vedere chiaramente il suo viso e rabbrividii non appena i miei occhi si scontrarono con i suoi.
"Mi stai per caso provocando? Sul serio bionda?" disse facendomi indietreggiare impaurita a causa del suo tono di voce.
Era divertita assai.
"Beh, ci sono riuscita no?" le domandai sorridendole strafottente e la feci arrabbiare ancora di più.
"Per caso ti pagano di più se scopi con gli sconosciuti? Ho notato che l'intento era quello." disse serrando la mascella e le diedi uno schiaffo con tutta la forza che avevo facendole girare il viso di lato.
Sentii gli occhi bruciare e non credevo di trovarmi in una situazione del genere con lei, percepivo tutti i suoi muri innalzarsi, quello schiaffo glielo dovevo e lo sapeva bene, infatti non proferì parola e si limitò a guardarmi male.
"Non ti dovrebbe interessare nulla di me lasciami stare e continua a fare la
tua cazzo di vita." dissi andandomene ma la mia schiena andò a sbattere nuovamente contro il muro.
"Devi stare zitta, bionda." sussurrò con voce rauca avvicinandosi ulteriormente al mio corpo e subito inalai il suo profumo rilassandomi.
"Non me ne frega nulla di te." le sussurrai mentendo spudoratamente mordendomi il labbro sentendo il suo fiato caldo sul mio collo.
Voleva farmi impazzire e conosceva alla perfezione ogni mio punto debole e si stava un pochino vendicando.
"Perché menti?" la sentii dire ad un centimetro dalle mie labbra e volevo tanto baciarla ma non avevo il coraggio.
"Mhm." mugugnai mettendo la testa di lato nel mentre che mi lasciava una scia di baci umidi e caldi sul collo, era inutile continuare a scappare, il suo tocco mi era mancato da morire e ne approfittai per stringerla ulteriormente a me, sentendola sussultare per la troppa vicinanza.
Era da tantissimo tempo che non avevamo un contatto del genere ed era una necessità averla vicina a me.
"Mi devi sempre far incazzare." ringhiò furiosa mordendomi la mascella e inarcai la schiena gemendo leggermente, non volevo darle nessuna soddisfazione ma non volevo staccarla dal mio corpo.
Era tutto sbagliato ma non avevo più le forze necessarie per scacciarla nuovamente dalla mia vita, per quanto mi avesse fatto soffrire ogni giorno.
"Dove sei stata? Parlami." sussurrai accarezzandole la schiena nel mentre che mi stringeva i fianchi spingendomi ulteriormente.
"In un posto, lontano da qui." disse abbassando la bretella del mio vestito baciandomi la spalla nuda, la lasciai fare e guardai ogni suo movimento stregata dalla sua bellezza mozzafiato.
"Grazie al cazzo Zulema, ora dove vivi?" le mormorai innervosendomi mettendo la testa di lato graffiandole leggermente il collo, la sentii gemere dal dolore e sorrisi nel sentirla.
"Non ho una casa mia bionda, vivo con una persona." disse facendo spallucce e sgranai gli occhi allontanandola per poterla guardare dritta negli occhi.
"Con chi?" dissi seria ma allo stesso tempo impaurita, percepivo una brutta sensazione e il mio sesto senso non sbagliava mai.
"Con un amico." disse serrando la mascella nervosa spostando il viso di lato senza incontrare il mio sguardo ma l'afferrai per il mento furiosa.
"Non mentirmi cazzo!" urlai spingendola furiosa, la rabbia scorreva impetuosa nelle mie vene e volevo farle capire che nonostante tutti gli anni che erano passati una parte di me teneva a lei incredibilmente tanto.
"Non sapevo che fare okay? Speravo che qualcuno venisse a prendermi non appena uscita dal carcere ma l'unica cosa che ho fatto è stata prendere un pullman schifoso e andarmene via. Potevi venire a salutarmi, bionda." disse ridendo leggermente e le diedi un altro schiaffo sentendo le lacrime rigare le mie guance.
"Salutarti? Non ti sei degnata nemmeno di farti vedere quando sono uscita da quel cazzo di carcere! Volevi pure il tappeto rosso per caso?" dissi alzando la voce nel mentre che il mio scorpione mi guardava male toccandosi la guancia nel punto dove l'avevo colpita.
"Tu non sai che cazzo ho dovuto passare per colpa tua, ti ho confessato i miei sentimenti nel mentre che mi tenevi stretta a te, tra le lacrime! Ma tu hai deciso di spezzarmi il cuore, distruggendo ogni barriera che mi ero creata, ma ora non ricapiterà più Zulema perché sono cambiata e non puoi comportarti come vuoi." aggiunsi guardandola furiosa e nei suoi occhi vidi tanta confusione, non si aspettava che le dicessi tutte queste cose.
"Bene, ho capito." disse furiosa e si allontanò dal mio corpo ma con mossa veloce l'afferrai per la vita e la sovrastai con il mio corpo, inchiodandola contro la parete dietro di lei.
"Non mi pare di aver finito di parlare, ho tutto il diritto di trattarti male perché tu hai fatto la stessa identica cosa con me, figlia di puttana." dissi ad un centimetro dal suo viso guardandola con rabbia ma allo stesso tempo con timore, il suo sguardo si posò su tutto il mio corpo esposto e mi vennero i brividi sia per il freddo e anche perché mi sentivo desiderata.
Da lei.
"Sai che ho dormito con la tua felpa addosso tutte le notti? Perché il tuo profumo mi mancava terribilmente e desideravo tanto tenerti stretta a me. Sì, a distanza di anni mi sono tenuta la felpa che mi hai lasciato dopo che sei venuta a letto con me." dissi arrabbiata posando le labbra sul suo collo mordendole un lembo di pelle e baciandola subito dopo nello stesso punto, notai che le avevo lasciato il segno del mio rossetto e sorrisi soddisfatta per poi guardarla ancora con più rabbia.
Il mio tocco le provocava ogni volta miliardi di brividi e sapevo che a distanza di anni le facevo ancora effetto, era inevitabile.
"Mi hai illusa come un'idiota e mi hai usata come se fossi un'oggetto, ho cercato di odiarti ma come al solito non ci sono riuscita e detesto questa cosa." aggiunsi posando lo sguardo sulle sue labbra e leccai automaticamente le mie, volevo rispondere a tutte le sue provocazioni.
Zulema serrò la mascella infuriandosi e ribaltò subito le posizioni, mi ero scordata di quanto fosse testarda nel farsi dominare ma non cedetti.
"Non pensare di essere l'unica vittima qui." disse guardandomi dritta negli occhi e scoppiai a ridere toccandomi i capelli.
"Ah giusto, scusami se mi sono permessa di mettere per una cazzo di volta me stessa al primo posto e non tu." mormorai spingendola con rabbia a notai che si infuriò per il mio gesto.
"Come al solito non capisci un cazzo!" urlò Zulema arrabbiandosi e serrai la mascella, diede un pugno al muro dal nervoso e sussultai per lo spavento dato che stava per colpirmi.
"Tu pensi che sia stato facile per me dirti quelle cose? Bionda, tu non mi conosci bene." mormorò gemendo dal dolore e notai le sue nocche macchiarsi di sangue, mi preoccupai parecchio per la sua mano e mi avvicinai cercando di afferrargliela ma strinse la mia gola con forza e mi inchiodò contro al muro.
Mi mancò il fiato e la guardai male riuscendo malapena a respirare, mollò la presa e mi accasciai a terra dolorante tossendo, con la gola in fiamme.
"Smettila, Zulema." dissi rialzandomi e acquistando tutta la mia forza, non potevamo continuare così.
"Non ti rendi conto che ovunque io vada o qualsiasi cosa faccia c'è di mezzo la tua presenza o il tuo nome? Sembra che tutte le cose che sono mie ora sono magicamente anche tue, tutto mi riporta a te come una tortura e sono stanca di essere torturata. Quindi bionda, vaffanculo!" urlò dando un'altro pugno e alcune lacrime rigarono il mio viso sentendomi di nuovo male.
Eravamo entrambe senza fiato e ci stavamo fissando come se fossimo in un una lotta a chi sferrava più colpi, ero sconvolta perché non mi aveva mai detto di sentirsi così, non credevo che rimuginasse ancora sul passato.
"Mi sono innamorata di te Zulema! Quando hai cercato di uccidermi, quando siamo scappate in Marocco insieme e quando mi hai tirata fuori da quella fottuta lavatrice!" urlai in preda ad un attacco di rabbia incominciando a spingerla furiosa con le lacrime che scorrevano impetuose sul mio viso.
Volevo confessarle tutto il mio dolore ed era il momento giusto per farlo, non volevo avere nessun rimpianto.
"Ti ricordi quando siamo andate a letto insieme e mi hai detto che non te ne saresti andata? Mi hai toccata come se fossi la cosa più preziosa di questo mondo, ma come al solito mi hai disintegrata senza farti nessun problema!" aggiunsi colpendola e urlandole contro, non mi riconoscevo più e avevo un peso enorme nel mio petto.
"Tutto l'odio che provo mi si riversa contro quando si tratta di te." sussurrai esausta e chiusi gli occhi indietreggiando appoggiandomi contro il muro dietro di me, se non potevo averla accanto mi sarei presa il suo male mescolato con il mio, si era presentata in carne ed ossa e come al solito ero crollata.
Era la dimostrazione che per quanto potevamo ferirci o quanto odio potevamo provare verso l'altra in alcuni momenti, noi rimanevamo sempre.
Non mi ero mai lasciata andare in quel modo con lei, e non me ne vergognavo, avevo riversato tutto il mio strazio e mi ero sentita in colpa perché probabilmente le avevo fatto revocare tutti quei ricordi in carcere.
"La rabbia mi ha sempre mangiata viva, portandomi a dire o a fare cose che non volevo. Non mi sono pentita di aver fatto quelle cose che non te." sussurrò serrando la mascella e non appena si avvicinò girai il viso di lato, feci per parlare ma la voce mi si spezzò e scoppiai a piangere disperatamente.
Gli occhi mi bruciavano a causa di tutte le lacrime versate e odiavo terribilmente farmi vedere così con lei, stavo sfogando tutto il mio dolore e la mia rabbia tramite un pianto liberatorio.
"Bionda, stai tremando." sussurrò Zulema cercando di risollevarmi da terra e non appena mi toccò la spinsi lontana da me.
"Non parlarmi, piuttosto seguimi che ti fascio quella mano, stai sanguinando parecchio." mormorai sfregandomi le braccia a causa del freddo e lentamente uscii da quel vicolo con lei al mio fianco, sentendomi incredibilmente bene e forte.
Non appena entrammo dentro al locale notai che la situazione era sotto controllo, Octavia mi sorrise ma inarcò un sopracciglio guardandomi con più attenzione, avevo il trucco colato.
"Seguimi." mormorai a Zulema trascinandola dentro al nostro bagno dove avevamo tutte le cose necessarie.
"Dovrebbe esserci qualcosa qui dentro." dissi guardando nei vari armadietti ma la sentii dietro di me che mi abbracciava lentamente e sospirai guardandola tramite lo specchio, era bella da togliermi il fiato.
Mise la mano sul mio fianco e mi girò dalla sua parte spingendomi delicatamente contro il lavandino per asciugarmi le lacrime togliendomi tutto il trucco colato, volevo baciarla fino a toglierle il fiato ma la nostra linea era diventata più forte di prima.
Mi staccai dalla sua presa furiosa e afferrai la cassetta del pronto soccorso prendendo del disinfettante e delle garze.
Intanto Zulema si era seduta e mi guardava squadrando il mio corpo esposto, mi avvicinai a lei facendo un rumore assordante con i tacchi e delicatamente le afferrai la mano.
"Brucerà un po'." dissi seria e tremando al contatto della sua pelle con la mia.
"Sono abituata tanto." disse facendo spallucce sorridendomi con il suo solito atteggiamento strafottente e incominciai a pulirle la mano togliendo tutti i residui di sangue.
"Sei un'idiota." mormorai arrabbiandomi senza guardarla e percepii la sua mano accarezzarmi la coscia scoperta.
"Eppure ti sei innamorata di me." disse divertita e serrai la mascella furiosa, non poteva giocare con i miei sentimenti.
Una scarica di brividi mi colpii in pieno e tremai per il suo tocco delicato, continuò il suo percorso salendo ancora più in alto e giocherellò con l'elastico dei miei slip facendomi gemere e avvicinandomi ulteriormente contro il suo corpo.
"Ora non più." le sorrisi facendo spallucce e finendo di fasciarle la mano nel mentre che Zulema afferrò la mia coscia con decisione facendomi mettere a cavalcioni sopra di lei.
"Cosa vuoi?" dissi arrabbiandomi cercando di togliermi dalla sua presa forte ma era impossibile perché avevo le mie gambe attorno alla sua vita, un calore nel basso ventre mi fece sussultare e sapevo che sarei scoppiata da un momento all'altro.
"Da quanto sei fidanzata, bionda?" disse divertita guardandomi attentamente senza staccare il nostro contatto visivo, mi ci persi dentro ai suoi occhi così magnetici.
"4 mesi." risposi inalando il suo profumo meraviglioso appoggiando le labbra sul suo collo incominciando a baciarglielo.
Se pensava di prendere il controllo su di me si sbagliava di grosso, non gliel'avrei più permesso.
"Vedo che non ti sei fatta problemi ad andare avanti." sussurrò mettendo la testa di lato stringendo la mia vita stretta facendomi gemere.
"Abbiamo un discorso in sospeso comunque." sussurrai sensualmente ad un centimetro dalle sue labbra e la vidi fremere serrando la mascella, le sue pupille si dilatarono e continuai a baciarle il collo lasciando dei segni con il rossetto, volevo marchiarla e mi lasciò fare senza esitare ma vedevo che stava per perdere la pazienza.
"Non ti devo dire nulla, bionda." disse arrabbiandosi ma scossi la testa sentendo la tensione salire nell'aria.
"Sì invece, stai con qualcuno?" mormorai afferrandole il viso con decisione per guardarla dritta negli occhi.
"No." disse gelida avvicinandosi al mio viso ma l'allontanai, continuando a guardarla seria.
"Ti tratta male?" le domandai con un pizzico di paura nella voce, sapevo che non stava al sicuro.
"Non sono affari tuoi." disse acida e mi alzai dal suo corpo bruscamente, era inutile parlare con lei, afferrai i miei trucchi e mi misi davanti allo specchio per aggiustarmi il disastro che avevo in viso e sussultai vedendola dietro di me.
"Grazie per la mano." sussurrò seria e senza considerarla mi ripassai il rossetto facendola sbuffare.
"Non ringraziarmi, piuttosto continua a fare l'orgogliosa del cazzo. Andrai sicuramente molto lontano." sbottai acida dandole una spallata e uscii fuori con le lacrime che minacciavano di uscire per l'ennesima volta.