Hypnotized |H.S|

By ScrivodiSogni

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IN REVISIONE "Una volta mi hai chiesto "perché mi guardi così?" La conosci la sindrome di Stendhal? Questo... More

CAST
Prologo.
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HO UN DUBBIO
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NON È UN CAPITOLO
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Epilogo
👀COMING SOON👀

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By ScrivodiSogni


Quella mattina mi ero alzata con una voglia assurda di rompere le scatole a tutti quanti, a cominciare da mia sorella fino a Val che mi stava per prendere a schiaffi. Per tenermi occupata mentre il riccio se ne stava in camera a studiare decisi di preparare il pranzo insieme a Mitch e Alex, anche per passare un po' di tempo con loro due.

"Con Harry tutto okay?" Io annuì portando il cucchiaio con il condimento per la pasta alle labbra per assaggiarlo.

"Sì, tutto alla grande." Sorrisi a Mitch che si fermò per bere un sorso di vino.

"Alex mi passi il sale?" Chiesi alla ragazza che era ferma a giocare con il cellulare. Lei annuì e dopo avermi passato il sale tornò a guardare il telefono.

"Ragazze, posso chiedervi un consiglio?" Domandai posando il sale sul bancone. Entrambe annuirono e si concentrarono sul mio viso.

"Ecco...si tratta di me e Harry." Dissi cominciando ad arrossire.

"Te, Harry e un letto?" Chiese Alex lasciandomi a bocca aperta.

"Come-"

"Lo hanno capito tutti, e ti posso assicurare che quando voi due siete nella stanza, la tensione che si crea è allucinante." Guardai la mora con la bocca ancora spalancata e la faccia completamente in fiamme.

"Confermo." Disse Mitch controllando la pasta.

Quindi tutti si erano accorti degli sguardi tra me e Harry. E tutti avevano capito cosa ci frullava per la testa.

Oh mio Dio, non potrei essere più imbarazzata.

"Non so cosa dire." Dissi incrociando le braccia al petto.

"Avete...si, insomma..." cominciò Mitch gesticolando.

"No...cioè, è capitato un paio di volte che ci siamo ritrovati in quella situazione, ma puntualmente c'è qualcosa, o qualcuno, che interrompe." Mormorai lanciando uno sguardo alla porta per paura che sarebbe entrato qualcuno.

"Uh, quindi c'é l'attesa, eccitante." Disse Alex facendomi un occhiolino.

"Non è eccitante per niente, mi sento...frustrata. " Dissi ripensando a ieri. Alex e Mitch si lasciarono sfuggire una risata e, mentre Mitch tornò a controllare la pasta, Alex riprese a parlare.

"Se sei frustrata vai di sopra e metti fine alla frustrazione." Alzai gli occhi al cielo divertita.

"La fai facile, non sono capace di creare la giusta situazione. Non sono cambiata in due anni, sono la stessa ragazza timida che appena viene sfiorata dall'altro sesso diventa un pomodoro vivente." Risposi scatenando la risata delle due ragazze.

"Provaci Sam, a lui non potrà che fare piacere." Disse Mitch guardandomi maliziosamente. Sospirai passandomi una mano sulla fronte.

"Secondo voi quindi-"

"Sì, vai da lui idiota." Disse Alex spingendomi fuori dalla cucina.

Okay dai, non sarà così difficile no? Posso usare la scusa del pranzo e poi le cose andranno da sole... giusto?

Entrai in camera di corsa per chiamare Harry e lo trovai sdraiato sul letto con un libro aperto sul petto, gli occhi chiusi e le mani tra i capelli mentre continuava a ripetere qualcosa riguardo un architetto con un nome davvero troppo strano per essere ripetuto dalla sottoscritta. Mi bloccai sulla soglia e appoggiai la spalla allo stipite per godermi quello spettacolo. Indossava dei jeans stretti neri e una camicia rosa con i pois bianchi lasciata aperta fino a metà petto, con le maniche arrotolate fino ai gomiti.

Così non mi aiuta.

"Non potevi avere un nome più semplice brutto stronzo?" Borbottò passandosi le mani sul viso. Cercai di trattenere una risata, ma quando provò di nuovo a pronunciare quel nome e sbagliò, scoppiai a ridere come una cretina.

Lui aprì gli occhi e mi lanciò un'occhiataccia che mi fece subito smettere di ridere.

"Non sono dell'umore." Disse chiudendo di nuovo gli occhi per ricominciare a ripetere tutto dall'inizio. Lo guardai ancora un po', poi camminai verso di lui e posai il ginocchio sul letto facendolo bloccare per un momento. Sospirò ma continuò a parlare subito dopo aver sentito il materasso abbassarsi sotto il mio peso. Gattonai fino ad arrivare sul suo corpo, abbassando subito il viso verso il suo per lasciargli un bacio sulla guancia.

"È pronto il pranzo." Sussurrai passando a baciargli il collo.

"Non ho fame." Disse tra una parola e l'altra. Sospirai continuando a baciarlo, ma lui continuò ad ignorarmi, quindi alzai il viso sul suo e gli lasciai un bacio sulle labbra bloccando il suo discorso.

"Fai una pausa." Mormorai sulle sue labbra prima di sistemarmi sui suoi fianchi per stare più comoda. Tolsi il libro dal suo petto mentre le sue mani arrivarono a stringere le mie cosce e i suoi occhi si aprirono.

"Non posso, appena rientriamo ho l'esame." Guardai il suo viso stanco per un po' con un sorriso accennato, poi mi piegai in avanti per poggiare la guancia sul suo petto e le sue mani finirono automaticamente sulla mia schiena.

"Neanche per un secondo?" Chiesi con la voce simile a quella di una bambina facendolo ridacchiare.

"Il tempo di un bacio." Sussurrò picchiettando il suo dito sulla mia testa per attirare la mia attenzione. Mi imbronciai mentre strisciai più in alto poggiando i gomiti ai lati della sua testa e posai la fronte nell'incavo del suo collo. Inspirai il suo profumo alla vaniglia e sorrisi mentre le sue mani si spostarono sui miei fianchi.

"Dai pulce, dammi un bacio." Si lamentò mentre io presi ad accarezzargli i capelli.

"Ti rendi conto che io sto cercando di non far studiare te?" Dissi riportando il viso davanti al suo. Lui sbuffò una risata arricciando il naso e portò una mano sul mio collo.

"Si sono invertiti i ruoli." Mormorò portando il mio viso più vicino al suo. Abbassai gli occhi sulle sue labbra sorridendo e intrappolai il suo labbro inferiore tra i denti.

"Mi stai facendo male." Disse stringendo la presa sui miei fianchi. Lasciai andare il suo labbro e abbassai di nuovo la testa sul suo collo.

"Che ti prende oggi?" Chiese mentre io mi concentrai a lasciargli baci su tutta la linea della mascella.

"Se ti do fastidio me ne vado." Dissi tornando a guardarlo negli occhi. Lui alzò gli occhi al cielo e riportò le mani sulle mie cosce stringendole più forte di prima. Sobbalzai quando mi spinse per farmi rotolare via dal suo corpo e gli diedi uno schiaffo sul braccio mentre se la rideva.

"Devo studiare." Disse mettendosi seduto, cercando il libro con lo sguardo. Io sbuffai rimanendo sdraiata e incrociai le braccia al petto rimanendo a guardarlo mentre riprendeva la pagina esatta del libro e ricominciava a ripetere. Mi morsi il labbro quando mi venne in mente un'idea per distrarlo, pregando di non fare qualche figuraccia per metterla in atto.

Mi alzai e gattonai fino ad arrivare alle sue spalle, dove posai le mani. Smise di nuovo di parlare e prese un respiro profondo, poi si voltò lentamente per guardarmi con la coda dell'occhio e mi ritrovai a sorridere quando li serrò appena le mie mani passarono sulla curva del suo collo e finirono nei suoi capelli per tirarli e permettergli di poggiare la testa sulla mia spalla.

"Quindi..." mormorai posando le labbra sotto il suo orecchio per lasciargli un bacio. "...devi studiare, mh?" Continuai trascinando le labbra schiuse fino alla sua spalla. Lui sospirò aprendo gli occhi e mi guardò.

Che imbarazzo.

"Già." Sussurrò cercando di tornare alla posizione iniziale. Sbuffai e mi spostai da dietro di lui togliendo le mani dai suoi capelli e presi il libro sulle sue gambe scaraventandolo a terra sotto il suo sguardo divertito. Mi misi a cavalcioni su di lui che mi stava guardando senza capire dove volessi arrivare e posai le mani sul suo petto.

"Che stai facendo?" Chiese sorridendo mentre portava le sue mani sulle mie. Cercai di scansarle ma la sua presa si strinse e lo guardai male.

"Togli queste mani." Borbottai scansandole ancora una volta. Lui rise riprendendo le mie e me le bloccò dietro la schiena.

"Che vuoi fare pulce?" Alzai gli occhi al cielo sbuffando e posai la fronte sulla sua spalla.

"A quanto pare niente." Risposi seccata. Posò le sue labbra vicino al mio orecchio e mi lasciò un bacio.

"Dai." Sussurrò lasciando le mie mani e posò le sue sulle mie cosce. Inspirai appena le mosse per passarle su e giù sulla mia pelle scoperta dai pantaloncini, visto che con i riscaldamenti accesi sembrava di stare alle Hawaii, e cercai di non sorridere. Ancora con la testa posata sulla sua spalla portai di nuovo le mani sul suo petto e le lasciai scorrere lungo la parte lasciata scoperta dalla camicia e sentì i suoi muscoli contrarsi sotto le mie mani fredde.

"Devo togliermi vero?" Chiesi alzando il viso per poter posare le labbra sulla sua guancia. Portai le mani sulle mie cosce per afferrare le sue e le feci scorrere fino ai miei fianchi.

"Non so cosa tu abbia in mente, ma devi smetterla." Sussurrò stringendomi contro di lui. Mi lasciai sfuggire una risata e posai le mie labbra sulle sue finché non sentì la sua lingua passarmi sul labbro inferiore. Mi allontanai subito lasciandolo confuso e, dopo aver incatenato i miei occhi ai suoi, spinsi lentamente i fianchi contro i suoi.

"Perché?" Domandai rispondendo a ciò che aveva detto prima. Chiuse gli occhi appena mi sentì muovere i fianchi e mi spinse contro il suo petto per avere il mio viso vicino al suo.

"Non vuoi che mi lascio andare?" Mormorai sulle sue labbra che si aprirono in un sorrisetto malizioso. Portai le braccia attorno al suo collo mentre continuavo a muovere i miei fianchi lentamente, mentre lui abbassò il viso sul mio collo e ci passò le labbra senza baciarlo.

"Lo voglio da morire, ma devo studiare veramente." La sua voce si abbassò ancora di più facendomi tremare il cuore mentre il suo respiro cominciò a velocizzarsi.

"Avevi ragione, comunque." Mi guardò confuso mentre io fermai i miei fianchi.

"Quando hai detto che vedi come reagisco quando mi tocchi." Continuai, sorridendo quando capì di aver fatto centro con quelle parole.

"Samantha." Ringhió portando le mani sui miei fianchi per farli scontrare con i suoi. Io mi limitai a sospirare e a stringere le sue spalle.

"Harry." Gli feci il verso facendo pressione sulle sue spalle larghe quando lui mi bloccò i fianchi contro i suoi. Abbassai lo sguardo sui nostri corpi attaccati e sorrisi.

"Non riesco nemmeno ad avere una conversazione normale con te quando mi stai così vicino." Mormorai cominciando a giocare con i suoi capelli. Lui posò la fronte sulla mia e ghignò.

"In questo momento avere una conversazione con te è l'ultimo dei miei pensieri." Rilasciai un sospiro più tremolante e aumentai la mia stretta sul suo collo.

"Ti voglio da morire." Continuò sfiorando le mie labbra con le sue, mentre il mio cuore aveva iniziato già da tempo a battere troppo forte contro la mia gabbia toracica. Strinse le sue mani sui miei fianchi e mi ritrovai ad annaspare in cerca d'aria quando si fiondò sulle mie labbra. Non mi tirai indietro, non lo allontanai, solamente immersi le mie mani nei suoi capelli e li tirai con talmente tanta euforia che lo sentì gemere contro le mie labbra mentre la mia lingua cercava la sua. Era come se stessimo sfogando la nostra frustrazione attraverso quel bacio fatto di labbra fameliche e richieste silenziose.

"Sam-"

"Sta zitto." Ridacchiò e fece passare le mani su tutta la lunghezza della mia schiena, passandole sul mio sedere, e finì per farle scorrere sui lati delle mie cosce stringendole di tanto in tanto mentre le sue labbra attaccarono la curva del mio collo. Non sapendo cosa fare con le mie mani, mi ritrovai a stringere i suoi capelli in un pugno mentre gettai la testa all'indietro per permettergli di muoversi meglio sul mio collo.

"Harry..." sussurrai sperando che lui mi sentisse.

"Dimmi pulce." Sentì un fremito coinvolgere tutto il mio corpo e mi ritrovai a cercare di stringere le mie gambe senza riuscirci visto che incontrarono i suoi fianchi, e tutto questo solo perché aveva usato quel nome.

Sono senza speranze.

Si rese conto dell'effetto che mi aveva provocato e si allontanò dal mio collo per guardarmi in viso con un sorriso malizioso.

"Io- " mi bloccai, realizzando di essermi dimenticata ciò che dovevo dirgli, e lo guardai imbarazzata. Abbassai un attimo lo sguardo sul suo petto lasciato scoperto da quella dannata camicia, e poi lo riportai sul suo viso. Sentì le sue mani risalire le mie cosce e fermarsi sui fianchi, mentre continuava a guardarmi in attesa.

"Mi sono dimenticata..." mormorai imbarazzandomi ancora di più quando lo sentì ridacchiare. Stranamente non disse nulla, ma cominciò ad accarezzarmi i fianchi tirando in alto l'orlo della maglia. La sua espressione si fece più seria mentre il suo sguardo cadeva sulle sue mani che stavano portando il tessuto della maglia sempre più in alto. In un attimo sentì tutte le insicurezze del mondo colpirmi e premetti le mani sulle sue con urgenza facendolo bloccare con un'espressione confusa. Non lo guardai in faccia ma quando lo sentì sospirare e stringere le mie mani con le sue, sapevo che aveva capito cosa mi stesse frullando in testa.

"Alzati." Mormorò sorridendomi appena i miei occhi incontrarono i suoi. Sospirai e seguì le sue parole ritrovandomi in piedi davanti a lui. Divaricò le gambe e posò le mani sul retro delle mie ginocchia per spingermi in mezzo ad esse. Posai le mani sulle sue spalle e lo guardai ancora più confusa quando le sue si mossero fino ai miei fianchi.

"Non devi vergognarti, non con me." Sussurrò prima di avvicinare le sue labbra alla mia pancia e, dopo aver alzato la maglia, cominciò a lasciare dei baci sulla mia pelle ricoperta da qualche smagliatura. Portai le mani tra i suoi capelli e presi ad accarezzarli dolcemente mentre lui prese a mordicchiarmi i fianchi.

"Scusami." Si allontanò dalla mia pelle per guardarmi con la fronte aggrottata e scosse la testa.

"Non devi scusarti. Voglio solo farti capire che, tutto questo, a me fa impazzire." Disse indicando con un cenno del mento il mio corpo, con un'espressione talmente dolce che mi ritrovai ad aggrapparmi alle sue spalle per non perdere quella poca stabilità che mi era rimasta.

Non risposi, mi limitai a sorridere mentre lui incatenò i suoi occhi ai miei e portò le sue mani appena sotto il mio sedere e mi spinse ancora più vicino a sé, stringendo la presa quando vide che le mie gambe avevano cominciato a tremare. Con ancora i suoi occhi nei miei si avvicinò di nuovo alla mia pelle scoperta e riprese a baciarmi intorno all'ombelico prima di scendere verso l'elastico dei pantaloncini. Mi ritrovai a boccheggiare in cerca d'aria quando la sua lingua entrò in contatto con la pelle al di sotto dell'orlo e mi morsi un labbro mentre le mie mani si strinsero tra i suoi capelli.

Lui sorrise e intrufolò le dita nell'elastico dei pantaloncini, che cominciò a far scendere lentamente lungo le mie gambe. Appena i pantaloncini toccarono il pavimento le sue mani tornarono ad accarezzare le mie cosce finché non sentì il suo pollice sfiorare il centro dei miei nervi. Sobbalzai facendomi leggermente indietro, ma lui mi riportò in quella posizione prima che potessi allontarmi ancora. Guardò il mio petto alzarsi e abbassarsi velocemente, ma non disse nulla, anzi posò di nuovo le labbra sul mio ventre e, con gli occhi puntati su mio viso, ricominciò a baciarmi fino ad arrivare all'elastico delle mutande dove si bloccò per prenderlo tra i denti e tirarlo. Strinsi di nuovo i suoi capelli in un pugno cercando di respirare normalmente, ma la sua mano che si poggiò sul mio interno coscia non fu d'aiuto.

Salì lentamente verso il mio inguine, facendomi serrare le gambe automaticamente quando lo sentì troppo vicino. Lui si lasciò sfuggire una risata e si morse il labbro mentre mi allontanava da lui solo per poi riportarmi vicino con una delle sue gambe tra le mie.

"Sta un po' ferma pulce." Sussurrò con un sorriso che non prometteva niente di buono. Gli schiaffeggiai una spalla quando mi strattonò più vicina al suo viso e aprì la bocca per dirgli di non farlo di nuovo, ma le parole mi morirono in gola, ora secca per via della sua mano che aveva risalito velocemente l'interno coscia e lentamente si stava muovendo contro la stoffa delle mie mutande. Trattenni il respiro chiudendo gli occhi e mi abbandonai a quella sensazione per un po', prima di essere riportata alla realtà da alcuni tonfi contro la porta. Mi irrigidì all'istante e guardai Harry che si bloccò e posò la fronte sul mio ventre.

Uccidetemi.

"Non è possibile." Borbottò facendomi ridere. Passai una mano tra i suoi capelli e mi abbassai verso il suo viso per lasciargli un bacio sulle labbra imbronciate.

"Ora tocca a te stare fermo." Sussurrai sorridendo a mala pena. Lui sbuffò quando sentì altri tonfi e tolse la sua mano da me per poi poggiarsi con entrambe le braccia sul materasso.

"Sam?" Sentì la voce di Val al di là della porta e alzai gli occhi al cielo.

"Che c'è Val?" Piagnucolai avvicinandomi alla porta. Feci per aprirla ma un rumore alle mie spalle mi fece fermare, e un secondo dopo cacciai un urletto quando le braccia di Harry si intrecciarono intorno alla mia vita e mi spinsero contro il suo petto. Sentì la sua risata contro il mio orecchio che fece automaticamente ridere anche me.

"Stai dimenticando questi." Sussurrò facendo oscillare i pantaloncini davanti ai miei occhi. Arrossì prendendoli dalla sua mano e li infilai velocemente mentre lui mi diede una pacca sul sedere. Mi schiarì la voce appena si allontanò e lo guardai sdraiarsi sul letto e portarsi una mano sul cavallo dei pantaloni sbuffando. Ridacchiai e aprì la porta. Val si trovava in piedi davanti a quest'ultima con un sorriso a trentadue denti che appena vide la mia occhiataccia si spense. Passò lo sguardo da me a Harry sdraiato sul letto intento a sistemarsi la camicia e la sua espressione cambiò appena realizzò.

"Oh...Oh! Oh mio Dio, scusate-io... c'è tua sorella che ti sta cercando ." Cominciò a balbettare diventando rossa come un peperone. Evitai di scoppiare a ridere e mi concentrai su quello che aveva appena detto.

"Va bene, digli che ora arrivo." Lei annuì velocemente e sparì dalla mia vista in pochi secondi. Chiusi di nuovo la porta e mi voltai verso Harry appoggiando la schiena alla porta. Lui finì di sistemare la camicia e poi alzò lo sguardo su di me, passandolo su tutto il mio corpo prima di puntarlo nel mio.

Batté la mano sul materasso per farmi capire di andare lì, così costrinsi le mie gambe a camminare verso di lui e appena gli fui di fronte mi fermai. Lui alzò la schiena dal materasso e mi circondò le cosce con un braccio per trascinarmi a cavalcioni su di lui, poi si sdraiò di nuovo portandomi con lui.

"D-devo andare da Jenny." Balbettai quando il suo braccio spinse i miei fianchi contro i suoi facendomi sentire il rigonfiamento nei suoi jeans contro il mio punto più sensibile.

"Lo so pulce." Mormorò portando l'altra mano dietro la mia nuca per spingere il mio viso vicino al suo. Mi tenni in equilibrio con gli avambracci ai lati della sua testa e lo baciai. Durante quel bacio lo sentì alzare i fianchi contro i miei e sospirare al contatto.

"Harry ..." lo avvertì sorridendo. Lui ghignó e spinse la mia testa ancora più vicina alla sua per poter affondare la lingua tra le mie labbra. Sospirai anche io e, come se fosse un riflesso, strusciai i miei fianchi sui suoi facendolo ansimare contro le mie labbra.

Odio mia sorella.

"Ti conviene alzarti." Mormorò sulle mie labbra. Io abbassai la testa nel suo collo e sbuffai alzando di nuovo la testa per guardarlo. Lui aveva un sopracciglio alzato e la faccia sorpresa.

"C'è tempo." Ridacchiò. Mi morsi un labbro sospirando e poggiai la fronte contro la sua mentre lui portò le mani sul retro delle mie cosce e le strinse lasciandomi un altro bacio.

"Vai." Mormorò di nuovo.

Sbuffando mi alzai e, dopo averlo guardato un'ultima volta, uscì dalla camera. Appena arrivai alla fine delle scale mi ritrovai davanti Jenny che stava per salire.

"Stavo venendo a chiamarti." Disse squadrandomi con un ghigno. Abbassai lo sguardo per vedere se qualcosa era fuori posto, ma apparte la maglia leggermente sgualcita era tutto okay.

"Che c'è?" Chiesi tornando a guardarla. Lei indicò il mio viso con un dito.

"Le tue guance." Mi portai le mani sulle guance e le sentì bollenti. Alzai gli occhi al cielo e la guardai male.

"Non dire nulla." Lei scoppiò a ridere.

"Comunque..." cominciò indietreggiando per farmi scendere gli ultimi scalini. "...mamma mi ha chiesto se fai un salto da loro prima di tornare a Londra."

"Non lo so Jenny, sono venuta con Harry..."

"Porta anche lui." Alzò le spalle. "Chiama mamma e di che porti una persona in più."

"Ci penso." Dissi sospirando. Raggiungemmo il divano in salone e incrociai lo sguardo con Val. Mi guardò con un sorriso malizioso che mi fece alzare gli occhi al cielo e sprofondai al suo fianco sbuffando una risata.

"Ciao porcellina." Mi sussurrò in un orecchio. Sbarrai gli occhi e scoppiai a ridere.

"Val, ti giuro che se non la smetti ti picchio." Lei rise insieme a me e mi abbracció.

"La smetto, scusa." Mi lasciò un bacio sulla guancia e tornò a sedersi composta. In quel momento fecero il loro ingresso Mitch e Alex che si accomodarono vicino a noi e cominciammo a parlare del più e del meno fino all'ora di cena.

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