Saturno nel campo semantico dell'astrologia descrive lo spirito delle persone, le ambizioni, la capacità di raggiungere obiettivi. Egli però presenta una faccia negativa. Difatti all'interno della mitologia, Saturno non è altro che Crono: il mangiatore di figli e dispensatore di morte. Inoltre è uno dei pianeti più lontani dal Sole, da sempre visto come il bene e la vita. Ciò fa sì che la sua faccia si presenti come oscura, negativa, glaciale. Essendo anche il Dio del tempo, decide di sfruttarlo a suo favore rendendo un limbo immutabile e fermo l'etere che lo circonda. Facendo proprio il tempo della velocità appartenente alla gravità, attrae tendenziosamente tutti gl'esseri simili a lui. Privi di vitalità, tendenti al gelo e all'impassibilità, convertendoli poi in figli suoi. Pronti per essere divorati e frammentati. Ma come si arriva su Saturno? Come si fa a perdere sé stessi fino a diventare una manciata di niente o solo piccole particelle di ghiaccio come quelle presenti nei suoi anelli? E soprattutto, dopo essere caduti nello spazio ed essersi schiantati su Saturno, come si può riemergere - o rinascere- ribaltando il ciclo vita-morte di cui egli è padrone, abbandonando ogni pensiero che ha reso l'essere un figlio suo? . 《E IN UN ATTIMO FUI SOLO SORDO RUMORE》 . All Rights Reserved © RosMaryDeSimone, 2020. (Quest'opera è coperta da Copyright © - tutti i diritti sono riservati all'autrice RosMaryDeSimone, ai sensi degli artt. 12 e seguenti della legge 633/1941. Vietato tradurre e/o trascrivere completamente e/o parzialmente l'opera senza il consenso scritto dell'autrice.)