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Quando entro in aula c'è già il professor Gale. Un uomo alto, con la barba bionda che ormai tende un po' al grigio e occhi severi. "Signor?" mi chiede appena entrato "Jamie Campbell Bower" dico io affrettandomi a prendere un posto "Mi scuso per il ritardo, avevo un'altra lezione che si è dilungata..." "Signor Campbell Bower, prenda posto senza scuse e in silenzio, così posso iniziare la mia lezione!" Iniziamo bene, penso in silenzio, già mi odia, non vorrei peggiorare la situazione. Mi siedo accanto ad una ragazza minuta, che si infila degli occhiali da vista e apre il libro.

Faccio lo stesso. Cioè prendo il libro, non metto gli occhiali! E il professore inizia a spiegare. È bravissimo. Mi dimentico del tutto che mi odia, ascolto attentamente, alzo la mano per intervenire, cosa che non è assolutamente da me, ma lo faccio lo stesso. Quest'uomo è un'ispirazione, non mi vergogno a dire quello che penso, e mi sento bene. Non mi trovo neanche un attimo a distrarmi per pensare ad altro. Penso solo alla sua bellissima lezione. Sono contento di avrela scelta. Addirittura alla fine il professor Gale mi ferma mentre sto uscendo. "Sei stato molto acuto oggi, ma mi raccomando. Niente più ritardi..." mi dice bonariamente. Adesso non sembra più uno stronzo, ma un amico che ha molta esperienza dalla sua parte. Non vorrei sembrare pazzo, ma lo definirei quasi un padre. "Grazie prof, e... scusi ancora. Non succederà più. Promesso!" "Al mese prossimo signor Bower!" mi saluta mentre esco.

Sono le quattro. Ok Jamie, abbiamo capito che sei in ansia per la cena di stasera, ma smettila di fare l'orologio umano, per favore! Non interessa a nessuno!

Corro letteralmente al dormitorio per lavarmi e cambiarmi per la cena di stasera. Sono un po' agitato. E se non piaccio agli amici di Christine? Scaccio il brutto pensiero e mi vesto. Camicia grigia con i primi tre bottoni slacciati, skinny blu scuri, che praticamente sembrano neri, ma giuro! Non lo sono, perché se li metto vicini a quelli neri si vede benissimo che, in realtà, sono blu, e scarpe lucide nere. Poi apro il portatile e cerco la via della casa di Christine. Guardo che bus devo prendere e quando ci vuole per raggiungerla. In tutto mi ci vorrà un'oretta. Guardo velocemente gli orari del pullman poi prendo la mia giacca di pelle dalla sedia ed esco di casa.

C'è un'arietta che non mi piace, quindi rientro e prendo un foulard bianco con dei teschi neri e me lo arrotolo al collo tre volte. Ora sono pronto. Non ho più scuse. Prendo un bel respiro e vado.

Arrivato alla fermata della metro prendo dalla tasca il foglietto col numero di telefono di Christine, lo copio sul mio smartphone e penso a come salvarlo per fare l'originale. Lei ha già pronunciato il mio nome diverse volte, io invece mai. Penso che Chris possa andare bene, anche se forse è un po' da maschio... però mi piace, quindi vada per Chris. Salgo sul bus e mi siedo al penultimo posto, vicino al finestrino.

Il viaggio dura abbastanza per farmi pensare a tutti gli argomenti di cui parlare per non sembrare un totale disastro con gli altri. Scendo dal pullman e mi avvio verso la via di casa sua.

"Sono Jamie. Sto arrivando. Sono entrato nella tua via, ora cerco la casa. X"

Le invio un sms perché mi accorgo che sono già le 8. La risposta non tarda ad arrivare.

"T serve parcheggio x la macchina?"

"No, sono venuto in pullman"

Mi squilla il telefono. Ovviamente è lei. Rispondo.

"Coooosaaaa?" sento appena accetto la chiamata. Seriamente con tutte quelle O e con tutte quelle A, devo allontanare il microfono dall'orecchio da quando Christine sta urlando.

"Ma dovevi dirmelo che passavo a prenderti! Ti sei dovuto fare un viaggio tutto da solo in pullman, che danno che sei..." Che carina a preoccuparsi, penso, ma non glielo dico, invece ridacchio facendomi sentire di proposito. "...comunque Axel dice di vedere un tizio in fondo al viale che ha un telefono in mano. Sei tu?"

"Chi è Axel?" chiedo, anche se immagino sia il suo coinquilino, ma non avevo ancora sentito il suo nome. "Sono all'inizio di un viale, può essere. Qui le case sono enormi..."

"Arrivo va... come sei vestito?"

"Ho la giacca nera e i miei immancabili capelli biondi!" dico scherzando mentre la vedo uscire da un cancelletto qualche casa più avanti con il cellulare ancora appoggiato all'orecchio. "Ciao straniero" mi dice non appena è abbastanza vicina per far sì che la senta dal vivo e non solo dal telefono. "Ciao" sorrido io riattaccando e mettendo il telefono in tasca. Si avvicina e mi da un bacio sulla guancia. Jamie, respira.

"Entriamo? Axel e Jessica sono impazienti di conoscerti" La seguo dentro il cancelletto e poi attraversiamo la porta, io con un timido permesso.

Eilà...ecco a voi il capitolo di oggi!

Il prof di filo è tratto dal mio amato prof di arte che ho avuto all'inizio delle superiori..Era un filososo quell'uomo e lo adoravo!

Poi ne ho avuto un altro, ancora più adorabile, ma più terra terra..magari potrei inserirlo come prof di arte di Christine..

DOMANDA DI OGGI: Avete qualche prof attuale o ex (se come me, siete dei vecchi matusa..) che adorate e che ha lasciato il segno nelle vostre vite???

Chi sei Jamie Campbell Bower?Where stories live. Discover now