6 (pt.2) - Colpevole

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La voce acuta di Liam mi risveglia dal torpore che pian piano mi stava avvolgendo, con il rischio di farmi uscire di strada

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La voce acuta di Liam mi risveglia dal torpore che pian piano mi stava avvolgendo, con il rischio di farmi uscire di strada. Rallento poco a poco, fino a fermarmi sul ciglio della carreggiata, e lancio un'occhiata verso il punto che mio fratello mi sta indicando con l'indice premuto contro il vetro.

Inizialmente non scorgo nulla nella tenue luce rossastra del crepuscolo che cala, solo desolazione senza fine. Poi però, aguzzando la vista, riesco a focalizzare la sagoma di un individuo che sta correndo nella nostra direzione sul terreno brullo che costeggia la strada. Aggrotto la fronte. È ancora piuttosto lontano, qualche centinaio di metri almeno, eppure mi è impossibile non notare il fatto che sia scalzo.

Il cuore prende a battermi all'impazzata alla vista di quello sconosciuto in avvicinamento. So che potrebbe trattarsi di una persona bisognosa d'aiuto - del mio aiuto nella fattispecie -, ma potrebbe molto più facilmente essere uno di quei dannati mostri, il cui unico intento è quello di raggiungerci e di ucciderci. Per questo, con voce meccanica ordino: «Liam, allontananti dal vetro.» Ho un gran brutto presentimento.

In risposta alle mie parole, mio fratello si volta a guardarmi, un'espressione scocciata dipinta in volto; dunque torna a scrutare con curiosità lo sconosciuto fuori dal finestrino, che si sta avvicinando sempre di più alla nostra auto. «Ma però io voglio...»

«Liam!» lo interrompo, irritata. «Togliti immediatamente da quell'accidenti di finestrino!» strillo, afferrandolo malamente per un braccio e attirandolo a me, le sue proteste che mi scivolano addosso.

L'istante dopo qualcosa si schianta con incredibile violenza contro la portiera dal lato del passeggero, dove un istante prima c'era mio fratello.

Bonnie prende ad abbaiare furiosamente, Liam invece urla forte per lo spavento e un attimo dopo scoppia a piangere. Nel frattempo, appena fuori dal finestrino, un uomo ci fissa con gli occhi sbarrati, un sorriso bieco sulle labbra spaccate che nascondono denti spezzati e marci.

Sconvolta dall'incubo a occhi aperti che sto vivendo, non riesco a reagire. Sono in grado soltanto di ricambiare lo sguardo d'odio del mostro al di là del vetro con uno terrorizzato. Non respiro. Il mio cuore smette di battere. Tutto è immobile. È finita.

Solo quando Liam mi stringe con forza un braccio e si arrampica sulle mie gambe, così da nascondersi dentro un mio abbraccio, finalmente mi riscuoto da quel pericoloso stato di trance. Stringo le labbra in una linea sottile, risoluta, e capisco che c'è una sola cosa da fare: scappare il più lontano possibile. Per questo innesto la prima e sgommo via.

Stringo forte Liam a me con un braccio, rassicurandolo che va tutto bene, che dentro l'automobile siamo al sicuro, e nel frattempo tengo gli occhi fissi nello specchietto retrovisore, sgomenta: il mostro ha preso a inseguirci e corre tanto veloce che non riusciamo a distanziarlo. Presa dal panico, pesto quindi fino in fondo il pedale dell'acceleratore, notando la lancetta nel contachilometri che impenna di colpo. Finalmente ce lo lasciamo alle spalle.

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