Jamie distese le gambe e le intrecciò davanti al fuoco, aprì i palmi delle mani sul terreno umido e indietreggiò appena, sostenendosi con le braccia tese.
Neanche immaginava il potere che sortivano i suoi occhi su di me, pieni di ciglia, con le loro screziature lucenti come vetro mi fecero sentire in trappola.
«Io so che sei entrata nella mia stanza e hai preso la mia macchina fotografica» disse.
«Come se tu non avessi fatto lo stesso...» sussurrai tra me e me, poi mi voltai di lato e guardai un punto indefinito nel buio. «E io so che mi hai fatto una foto di nascosto.»«Oh» intervenne Kat. «Questo sì che è interessante...»
Percepivo gli sguardi confusi che orbitavano attorno a noi ma vedevo solo le fiamme del fuoco che baluginavano nell'aria, illuminando il suo viso.
«Io so che tu sei qui, ma vorresti essere altrove» rispose secco.
«E io so che tu mi vorresti fuori dai piedi.» Le emozioni represse mi si annidarono in gola, spingevano per uscire.
«Io so che tu ami solo te stessa.»
«E io so che tu detesti dividere Finn con qualcuno perché non hai nient altro che lui!» Alzai la voce, l'intento fu di ferire, ma mi pentii subito di averlo detto.
Avevo ceduto alle sue provocazioni.Era il mio modo di difendermi, lo era sempre stato, anche quando eravamo ragazzini. Cercavo i suoi punti deboli e li usavo per tenerlo a distanza.
Mi fissò con così tanta sicurezza che mi fece tremare il cuore. Poi si alzò con uno slancio, sbatté le mani con lentezza per pulirle dal terriccio, aggirò il fuoco con passi dosati e si fermò davanti a me.
Alzai il viso e lo osservai, il baluardo della sua bellezza mi sventolò davanti, gli occhi mi pizzicarono e trattenni le lacrime a stento.
Si piegò sulle ginocchia e avvicinò le labbra al mio orecchio.
Mi sentii sopraffatta, disorientata dal profumo che emanava, un'essenza ruvida e avvolgente che era sua soltanto. Così riconoscibile e intensa era fatale persino per un cuore saldo e indifferente.
«Smetti di fingere di stare bene qui» sussurrò. «Perché io so che se solo ne avessi la possibilità, non esiteresti un istante nel prendere un aereo e tornare indietro.» La voce tradì una certa irrequietezza. «Io so che hai rubato il mio libro per dimostrare di potermi togliere qualsiasi cosa. So che hai finto di avere la febbre in pieno agosto per far saltare la gita in barca sul lago che Finn aveva organizzato per me, e so che sei stata tu a far sparire il piccolo lupo intagliato nel legno che mi ha regalato per il compleanno l'ultima estate che sei stata qui. Sei tu che mi hai sempre voluto fuori dai piedi, solo che non sopporti che me ne sia fatto una ragione.»
«Ehi!» Mike scattò in piedi d'improvviso. «Così non vale! Che cosa vi siete detti?»
Ci voltammo entrambi sorpresi.
«Avanti amico!» continuò Mike, fissando Jamie. «A questo gioco le informazioni vanno condivise. Mi è sembrato di avere l'esclusiva di una soap opera ambientata a Jackson Hole! Non potete lasciarmi così!»
Kat sbottò in una risata.
«Santo Dio!» Pam sbatté una mano sulle ginocchia intrecciate. «Che cosa diavolo succede dentro casa vostra?»
«Niente di interessante...» balbettai quando Jamie si diresse verso l'enorme vetrata per entrare dentro casa.
«Ehi Mike!» intervenne Brigette. «Io so che tu lo scorso anno hai avuto una cotta per l'assistente del professor Milton.»
«Sei proprio sicura di volermi sfidare? Io so un sacco di cose sul dopo festa a casa di Nate di un paio di settimane fa!»
Il gioco continuò, con aneddoti sconvenienti e divertenti rivelazioni, l'unica a partecipare senza alcun entusiasmo fu Mad, intenta a lanciare occhiate sfuggenti oltre la vetrata alla ricerca di Jamie.*
Il giorno dopo mi svegliai con un tremendo mal di testa, aprii gli occhi e provai ad alzarmi ma il peso morto riversato sul mio corpo mi impedì di muovermi. I capelli arruffati di Kat erano riversi sul mio petto e il braccio mi avvolgeva i fianchi inerme. Ci eravamo addormentate sul divano quasi all'alba e non poteri fare a meno di chiedermi che ore fossero.
Il sole era già alto nel cielo, i raggi attraversavano la vetrata illuminando la confusione dentro casa.
Sembrava di essere nel bel mezzo di un piccolo accampamento disordinato.
Pam e Brigette erano sdraiate una sull'altra, proprio come me e Kat, sul lato opposto del divano e Mike e Nat distesi sul tappeto avevano goduto delle braci del camino.
«Sembra che tu non sia ancora riuscito a seppellire l'ascia di guerra» sentii dire alle mie spalle. Piegai appena il collo indietro e vidi Mad prendere del succo d'arancia dal frigo.
«Non so di cosa tu stia parlando.» Jamie appoggiato al banco della cucina si stropicciò il viso con i palmi delle mani.
«Non voglio tornare indietro nel tempo, Jamie. Quando il tuo unico argomento di conversazione era Bride e i mille modi con cui si divertiva a farti andare fuori di testa.»
«Eri l'unica con cui potevo sfogare le mie frustrazioni.» Le rispose assonnato.«Sentirti sfogare le tue frustrazioni fu meglio del vederti soffrire quando non è più tornata.» Mad versò il succo in un bicchiere e ne bevve un sorso.
«Sono passati sei anni, Jamie. Sei cresciuto nel frattempo, evita di comportarti come un bambino.» Le ultime parole di Mad assomigliarono a un rimprovero malcelato.
«Datemi della caffeina o potrei vomitare.» Mike scattò seduto e passò la mano tra i capelli.
La sua voce squillante svegliò tutti.
Appena Kat riprese il suo abituale stato vigile e attento, intimò a tutti di rimettere ordine in casa, addossando la colpa del disastro all'inaspettata irruzione notturna di Mike.
Quando tutto fu in ordine ci godemmo la bellissima giornata, pranzando assieme sulle rive del lago e lanciandoci palle di neve per rendere frizzante l'atmosfera.
Jamie partecipò senza mostrare alcun imbarazzo dopo quel che era successo tra noi attorno al falò.
Mi evitò soltanto, destreggiandosi tra le attenzioni indesiderate di Brigette e l'assidua presenza al suo fianco di Mad.«Ne ho trovati quattro paia» Kat sbucò d'improvviso dalla porta che conduceva al seminterrato. «Cinque se contiamo che a Mike è cresciuto il piede in fretta e mamma ha dovuto rimpiazzare gli ultimi con degli altri.»
Teneva uno scatolone stretto tra le braccia e doveva essere piuttosto pesante vista la fatica con cui riusciva a sostenerlo.
Nat si avvicinò e sbirciò dentro, introdusse una mano e le sue dita estrassero dei pattini, con i lacci stretti tra le dita penzolarono nell'aria.
«Sei fantastica, Kat!» disse. «È una vita che non pattino sul lago. Chi si unisce a me?» Si voltò e ci guardò tutti con entusiasmo.
«Che numero hai Bride?» aggiunse, rovistando nello scatolone.
«Lascia perdere, Nathan!»Jamie intervenne prontamente. Seduto sulle tavole di legno del pontile si accorse che tutti lo stavano fissando.
«Non sa pattinare!» aggiunse come a volersi giustificare per l'inappropriata intromissione.
Le sue parole mi trascinarono altrove, e per la precisione nell'istante di molti anni prima in cui Finn era piegato di fronte a me sulle sponde di un lago ghiacciato.«Vuoi dirmi perché ti ostini a voler provare?» mi domandò Finn, stringendo i lacci dei pattini con un nodo sicuro. «Non è cosa per te, Bri! Ci hai già provato un milione di volte, prima o poi ti spezzerai l'osso del collo!»
Lo guardai da sotto le folte ciglia senza emettere alcun suono. Non m'importava nulla del mio osso del collo, se Jamie ci riusciva, dovevo farlo anche io.
Detestavo vederli pattinare assieme, uno accanto all'altra, seduta sulle sponde del lago.
Quello era tempo perso per me, tempo che non potevo impiegare accanto a mio padre, tempo che Jamie mi portava via, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Lo fissai stringendo gli occhi, inquadrai la sua esile figura nel bel mezzo del mio sguardo.
Si muoveva sul ghiaccio, dritto e composto come stesse camminando su una nuvola, non aveva bisogno di aprire le braccia per tenersi in equilibrio, riusciva persino a voltarsi di schiena e a procedere all'indietro senza guardare dove metteva i piedi.
Odiavo l'eleganza del suo corpo, il coraggio che aveva, odiavo le sfide di velocità che intavolava con Finn tra una curva e l'altra. E più di tutto odiavo i suoi occhi addosso. Indicatori e giudiziosi mi facevano sentire un'imbranata.
«Allarga le braccia» disse, affiancandomi.
«Non ci penso neanche!» ribattei impermalosita.
«Non ti sorprenderà sapere che non conosco nessuno cocciuto quando te, Bride Murphy!» gridò, spingendosi avanti senza difficoltà per superarmi.
«E a te non sorprenderà sapere che non me ne importa niente, Jamie Callighan!» Forse non avrei dovuto dirlo con tanta enfasi, perché mi sbilanciai, cadendo rovinosamente sul ghiaccio.
Jamie virò a destra, screziando la superficie ruvida del lago e si apprestò a raggiungermi.
«Bri!» chiamò, attirando l'attenzione di Finn che si era fermato a parlare con un turista che stava attraversando il sentiero.
Tentai di alzarmi ma avevo le ginocchia molli e le caviglie non fecero presa sulle lame d'acciaio che continuavano a farmi piombare a terra scivolando sul ghiaccio gelido.
«Smetti di muoverti come un pesce fuori dall'acqua...» Jamie frenò di fronte a me senza difficoltà, poi mise un piede di fronte al mio e allungò la mano. «Forza!» disse, in attesa che stringessi le sue dita.
Alzai gli occhi e vidi Finn togliersi i pattini per raggiungermi, correva preoccupato e l'espressione sul suo viso parve un tacito rimprovero. Mi sentii svuotata, inutile, una figlia incapace di rendere orgoglioso suo padre. Ero un impiccio, un disastro, un peso che doveva accollarsi una volta all'anno senza potersi rifiutare.
Jamie di fronte alla mia esitazione si piegò in avanti per cingermi i fianchi e spronarmi ad alzarmi.
«Non toccarmi!» urlai, spingendolo via.
Fu una reazione violenta, rabbiosa e così repentina da farlo cadere indietro con una postura innaturale.
Il suo grido echeggiò nel silenzio del bosco.
Quel giorno si ruppe il polso.«Voglio farlo» dissi, ancora sospesa in un momento lontano.
«Hai sentito che ha detto, Callighan?» Nat guardò Jamie soddisfatto. «Vuole farlo!»
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The Untouchable Love
RomanceBride ha il cuore spezzato. Ha perso la madre in un incidente ed è costretta a lasciare l'Irlanda per raggiungere suo padre che vive in Wyoming. Sono sei anni che non mette piede a Jackson Hole. Si sente sola, persa nel dolore della perdita che ha v...