<<Fa finta che non è successo nulla...>>
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Quella mattina mi sono svegliata con gioia, finalmente la famiglia era riunita e avevo l'opportunità di riappacificarmi con Evan.
Harry ieri è stato molto galante e simpatico, anche se la morte di Cedric ha scombussolato tutti.
Mi sono alzata presto, poiché la sera prima ero andata a dormire verso le 22:00.
Scendendo le scale, ho origliato il nonno che parlava con qualcuno, anche se non sentivo minimamente la voce dell'altro, posto affianco al nonno.
Ho avvicinato l'orecchio al muro e le uniche cose che ho sentito erano <<sta attendo>> diceva il nonno per poi allungare il passo e andarsene.
Lo capisco perché è passato sopra la mattonella rotta che si trova in cucina.
Deduco il signore abbia seguito il nonno, così scendo per fare colazione ma quel sorriso raggiante inizia a sbriciolarsi sempre di più, per rimanere con una semplice a stupida smorfia colorata sul viso.
<<per quale motivo sei qui?>> domando cercando di ignorare la sua presenza, attraversando il bancone e prendendo del succo di zucca.
<<dobbiamo parlare>> si posiziona davanti al mio corpo, strattonandomi per un braccio fuori, in giardino.
<<hai baciato un tasso? sai che vuol dire?>> dice muovendo le braccia davanti al mio volto, corrugando la fronte <<hai fatto perdere molto ai serpeverde>>.
<<qual è il tuo problema?>> domando girandomi di spalle <<per non parlare che ieri sei uscita con Potter..>> pensa ad alta voce facendomi capire che mi avesse spiato.
Pensare che adesso lui mi voglia fare la ramanzina su chi posso incontrare alle otto di mattina non mi sembra il massimo.
<<è tu che ne sai che ieri sono uscita con Harry?>> domando girandomi di scatto.
<<oppure quando sei andata al ballo con Wood>> dice prendendomi il braccio, costringendomi a riscontrare il suo viso, avvolto dai raggi di sole e dal calore che emanava.
<<mi hai fatto ingelosire, Avery. Questo non va bene>> dice prendendomi il mento, facendo prendere fuoco ai polmoni e dando scosse d'energia al cuore.
<<se hai intenzione di farmi la ramanzina, non ho la minima intenzione di ascoltarti>> lo prevedo cercando di non guardargli le labbra, affrontando il contatto visivo che si era formato.
<<sei troppo orgogliosa e non ti tiri mai indietro, ha un carattere che mi manda fuori di testa e odio quando mi rispondi male, come odio quando non mi ascolti>> Continua ad avvicinarsi <<e mi piace quando fai la stronza>>nel momento in cui capisco di essere caduta nella sua trappola mi lascio andare.
Rilasso ogni parte del mio corpo e con molta leggerezza gli prendo il viso, racchiudendo il suo volto nelle mie mani.
Le sue labbra scontrarsi con le mie e i miei fianchi avvolti nelle sue braccia calde.
Con molta fermezza mi ha sorretto e poggiato sul tavolino bianco che c'era in giardino.
Mi avvicinava sempre di più alla sua bocca, fino a scontrarmi contro il suo petto.
Il suo battito accelerava ad ogni nostro singolo bacio, con la mano dietro la mia nuca, spingeva sempre di più la sua presa e i suoi polpastrelli affondavano nelle ciocche dei miei capelli.
Rendeva il bacio sempre più intenso e dettato dal sentimento di passione.
Mi ha toccato appena le labbra, spostandomi i capelli di lato.
Ho assaporato il momento socchiudendo leggermente gli occhi, sperando di immaginare un universo parallelo, dove i protagonisti siamo solo io e lui.
I suoi occhi sono come spicchi di luce lucenti, rivolti verso i miei color nocciola.
Quando ho aperto gli occhi, la sua espressione si era colorata di una serietà grigia, non più gialla.
<<fa finta che non sia successo nulla>>sussurra prima di poggiare la fronte alla mia.
Dopo quelle parole, una fitta si precede e successivamente uno spintone verso il suo petto, costringendo ad allontanarsi da me.
È solo un bacio? Davvero crede che baciarmi è stato solo un gioco? Un piccolo scherzo.
<<va via da casa mia>> urlo pulendomi la bocca e asciugandomi quei piccoli frammenti che cadevano dagli occhi.
Mi guarda stupito e dalla sua espressione sembra non capire il motivo di questa mia reazione.
Mi allontano dandogli uno spintone forte, per evitare di farmi vedere piangere.
Rientro in casa sbattendo la porta, ma quella sensazione era un misto tra rabbia e delusione.
Ogni volta ci casco ed è dura accettare il fatto che per lui è solo un bacio, un inutile bacio.
Per quanto non voglia capirlo, lui è la parte tossica di me.
Mi rinchiudo in quella camera, senza più uscirne, scambiando si o no due parole con Lucas, che poggiava l'orecchio sulla porta, per sentire se ero "viva".
Prendetemi per malinconica, ma io sono stata veramente male; Un bacio, anzi, il bacio dovrebbe essere un'opportunità per dire all'altra persona ti voglio bene, ma nel momento in cui ha detto quella frase <<è solo>> mi ha demoralizzato, come se il mio cuore stesse scalando una montagna e per colpa della mancanza dell'ossigeno, sto precipitando nel vuoto, senza mai toccare terra, facendomi male lentamente, abbastanza da ferirmi e da farle guerire, per poi rispuntare sulla pelle.
Avevo mandato un gufo a Blaise, per avvertirlo della mia situazione e non ha esitato che ha deciso di ospitarmi per tanto tempo.
Sbatto la porta ed esco. Faceva un caldo assurdo, fuori non si respirava, c'erano almeno 40 gradi.
Ho deciso di andare a casa di Blaise, presentarmi così, all'improvviso. So dove abita perché mi ha passato l'indirizzo in una lettera scritta il giorno precedente. Arrivo in una villa gigantesca. C'è un giardino pieno di rose, fiori e alberi altrettanto alti.
Il mio piccolo grande paradiso, pensavo.
Ci sono delle scale, una scala molto larga, e poi altre scale, arrivando alla porta.
Busso.
La casa è bianca, con qualche tocco di azzurro qua e là e un pizzico di viola.
C'è un albero che caccia fiori viola che cadono sulla casa.
Ho sempre pensato che Blaise avesse una bella abitazione, ma non così "naturale".
Ad aprirmi è una cameriera, anch'essa di colore, molto graziosa.
<<vorrei incontrare...>> cerco di formulare la frase quando in lontananza vedo Blaise vestito elegante, per il giorno del suo compleanno.
Butta per aria la povera ragazza e corre ad abbracciarmi.
Anche lui mi mancava.
Ogni giorno che non lo vedo, cresce sempre e io rimango sempre la piccola Avery.
Prende la mia valigia e la porta all'interno.
È incredibile, tutto.
La cucina è dipinta di bianco, come i mobili in legno, mentre le pareti del corridoio sono di un azzurro vecchio.
Blaise mi fa vedere camera sua, è gigantesca.
All'inizio della stanza c'è la scrivania, un paio di metri più dietro, il cassettone con le magliette e la divisa di Hogwarts.
A destra l'altare di quidditch, con una mia foto con la coppa, la mia foto con la squadra durante l'allenamento, la mia foto mentre li alleno e la foto con tutte le medaglie che abbiamo visto.
E poi il mio sguardo si sofferma su quella foto.
La foto della prima vittoria contro i tassorosso.
Io ero in braccio a Draco, mordevo la medaglia, come fanno i 'vincitori'.
Ho toccato la foto, cercando di riprovare quella gioia che avevo quel giorno, ma inutilmente.
Quella magia che c'era prima, il vecchio Draco, protettivo, anche troppo, affettuoso e gentile, mi manca.
C'è una finestra gigante e infine il suo letto matrimoniale posizionato sotto di essa.
Si siede sul letto e mi guarda.
<<che è successo?>> incrocia le sue braccia sotto il petto, posizionando lo sguardo penetrandomi gli occhi.
<<niente>> sospiro adagio.
<<piuttosto, buon compleanno amico Blaise>> sorrido spalancando le braccia, stringendolo il più forte possibile <<quando e se, avrai voglia, parlamene>> sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio.
<<per la barba di Merlino, viene Giorgia e non mi dici niente>> dice la madre di Blaise, prima di accollarsi in un grande e stretto abbraccio.
La signora Zabini è una donna alla mano, è quella classica signora che si fa rispettare da tutto e tutti.
Ho sempre pensato di avere una corporatura magra, ma da come lo dice lei, sembra che io sia un grissino. La mamma di Blaise è molto affezionata a me, avrebbe voluto una femmina e quindi mi tratta come una seconda figlia e quando io e Blaise litighiamo, maledice in tutte le lingue il figlio, dando sempre ragione alla sottoscritta.
Avete visto che essere femmine porta qualcosa di buono!
Sono sempre stata un'appassionata di storie, soprattutto da quelle che mi raccontava sua madre. Da piccola quasi mai ho avuto la fortuna di ascoltarle o di gettare la fantasia e la mente in ciò che leggevo. Leggevo tutto da sola e raramente in compagnia di Julian.
Ho sempre letto i finali alla francese, se così si possono chiamare e non mi andavano a genio.
Vi spiego meglio, i finali alla francese, sono quelli che finiscono con la morte di uno de personaggi principali. E io ero costretta a leggere e immaginare quelle scene, perché solo quello mi è stato concesso per poter sfamare i miei occhi.
Meglio non divagare con la mente... In questo preciso momento ci troviamo all'esterno del giardino.
<<comunque, ho invitato anche Draco, è un problema?>> domanda poggiando un bicchiere di vetro sul tavolino.
<<oh si tranquillo invita colui che ha detto che un bacio non vale niente>> dico facendo uscire parole che non avrei dovuto dirgli.
Il suo sguardo si fissa sul mio viso e la sua fronte si aggrotta sempre di più.
<<andiamo, so che lo sai>> dico sospirando, mettendo al suo posto il fiore nel tacco e di Blaise.
<<hai baciato Draco? Quel Draco?>> domanda divaricando completamente gli occhi, prima di prendere un forte respiro rumoroso.
<<Blaise io>> cerco di parlare ma lui mi precede sostenendo la mia testa nelle sue braccia, prima di lasciarmi un bacio sulla guancia.
<<se dovesse darti fastidio, non esitare a dirmelo>> mi rassicura prendendomi il volto.
Dal suo passo sembra essere nervoso e irrequieto, dopo quello che gli ho detto.
Lui aveva una camicia bianca, con un completo blu, con la rosa rossa che ho raccolto io.
Mentre io indossavo un vestito bianco, con maniche larghe e con una cintura di stoffa in vita.
Indossavo delle ballerine bianche e senza essermene resa conto mi sono vestita proprio come Max.
Abbiamo deciso di fare una sorta di piccolo 'party' per festeggiare il compleanno di Blaise.
In questo momento stiamo pulendo la tavola.
Ci siamo vestiti tutti bene, compresa ovviamente la madre.
Abbiamo allestito un tavolino bianco, con una tovaglia azzurra/verde acqua.
Pensate che ho aiutato persino in cucina, in realtà ho portato solo i piatti all'esterno, però è stato come come cucinare, vero?
La prima ad arrivare è stata Maxine.
Aveva un vestito bianco, con la gonna gonfia.
Le ciocche raccolte indietro fermate da una coroncina.
La prima cosa che ho notato sono i suoi capelli.
Li aveva ondulati e c'erano delle ciocche ribelli che le scendevano dolcemente sul viso.
Aveva delle ballerine basse, bianche, con un fiocchettino alla fine di esse.
Aveva anelli e bracciali che le erano state regalate da Blaise e da me.
Il ragazzo rimane imbambolato, la guardava a bocca aperta, sembrava una principessa, come al ballo.
Ho usato le stesse identiche parole, perché lei è così.
Merita tanto, e si, intendo merita la cotta di Blaise.
Ci salutiamo, e dopo poco decido di entrare per prendere il giradischi in cantina.
Apro la porta ed è piena di polvere.
Lo stato di questa stanza è penoso, anche se nessuno, a quanto pare l'ha mai aperta.
Ho preso, non so come il giradischi e l'ho messo sotto il braccio.
Però mi sono fermata.
La mia vista si è posata su una foto.
La loro foto insieme.
Blaise e Draco, abbracciati, da piccoli, che giocavano su un tappeto nero.
Sono così belli, so solo che loro si conoscevano già da prima e che hanno una meravigliosa amicizia, ma non sapevo così bella.
Do un'ultima occhiata in giro, dopo di che ripercorro il salone.
Sul tavolino c'era una lettera, in anonimo.
Era destinata a me.
La nascondo da tutti, salgo velocemente in camera del mio migliore amico e la metto in valigia.
Ripercorro le scale con molta calma e lentezza.
In mente ripercorrevo tutti i passaggi della settimana scorsa, nei confronti di Draco.
Vado all'esterno, e lì mi blocco.Spazio autrice:
Hey! scusate per l'inattività, come state? Vi sta piacendo la storia?
Spero di sì💗💘
Vostra💞💘💗