Proprio nel momento in cui il sexy poliziotto Quantico era pronto a rifarsi una vita con Agnese e con il bambino che aspettavano, Sabrina e sua figlia sono tornate dopo anni da lui. Nulla però è andato come previsto e quando il passato ritorna, il p...
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Non posso entrare adesso in casa, non in queste condizioni. Ho bisogno di riprendermi e devo farlo anche in fretta. A Sabrina avevo promesso che avrei fumato pochissimo e invece, da quando Agnese è rientrata nella sua prigione, ne ho già fatte fuori sei, una dietro l'altra. Sono pregno di fumo e mi fuma anche il cervello, dalla rabbia però. Tiro fuori la settima sigaretta dal pacchetto e non sarà l'ultima che fumerò. Forse, alla ventesima, mi calmerò.
Accendi, fuma, spegni e butta il mozzicone a terra. Accendi, fuma, spegni e butta il mozzicone a terra. Accendi, fuma, spegni e butta il mozzicone a terra.
Dannazione, dopo due anni l'ho rivista, ho rivisto la donna che ancora mi fa battere forte il cuore, quella che crea un miscuglio di emozioni indescrivibili dentro di me, quella da cui ero pronto a correre se non fosse precipitato tutto. Sono elettrizzato, eccitato ma anche incazzato.
Chi è che le sta procurando quei lividi? Cos'è che non so e che non vuole dirmi? Una cosa è certa, indagherò e non mi darò pace fino a quando non capirò cosa sta succedendo. Fanculo suo padre, se dovesse servire, parlerò anche con lui. Non mi fa paura. Lui non sa quello che c'era davvero tra me e Agnese. E' facile giudicare il nostro rapporto o quello che sento io, da quella terribile sera. Non pensavo davvero ciò che è uscito dalla mia bocca.
''Grazie al cazzo che non lo sa.''dice la mia coscienza.''Come fa suo padre a comprendere la vastità di un sentimento se tu stesso lo hai ridotto a scopate e pompini, proprio davanti a Stuart e con il chiaro intento di fargli capire che ti fossi scopato sua figlia? Perché quella sera, sembrava che solo questo t'importasse, fargli sapere che Agnese fosse andata a letto con te.''
Per i miei gusti, sta facendo troppo caldo nel bosco. E' il caldo vero, a procurarmi tutto questo? Eppure, i primi bottoni della mia camicia a quadroni sono slacciati. Poggio la schiena contro un albero e respiro a pieni polmoni, gli stessi che saranno neri dopo tutte le sigarette che mi sono fumato in questi anni. Avrei dovuto ascoltare mia moglie ma non l'ho fatto. La mia vita sta andando a puttane e le sigarette mi servono per sfogare lo stress.
Quello che sento non è caldo, sono io che sto bruciando dentro. Provo ogni cosa, sento ogni cosa e non dovrei avere questi sentimenti, assolutamente, perché Sabrina non lo merita.
Le ho sfiorato la pelle due volte. La prima, ero ammaliato dai suoi occhi e non ho fatto caso a niente ma la seconda non ho potuto non notare quelle macchioline viola sulle sue braccia. Mi sono insospettito, ho pensato che fosse Stuart il responsabile ma in fondo, sapevo che non poteva essere diventato pazzo fino a quel punto. Lui non è un uomo capace di alzare le mani addosso ai suoi figli, si piscia sotto dall'emozione quando li vede. Inoltre, non credo alla cazzata che mi ha rifilato, quella della caduta. E' la stessa cosa che raccontano quelle donne che vanno in ospedale dopo essere state picchiate dai mariti e non vogliono sporgere denuncia.
Quando cadi, sul corpo può comparire o meno un livido, nella zona che è stata soggetta all'urto. Il livido è uniforme e nel caso di Agnese non parliamo di uno solo ma di molti e quelli so riconoscerli. Sono gli stessi che aveva mia moglie, la prima volta che l'ho incontrata e tirata fuori da quel covo di prostitute.
Dopo aver ripreso in parte il controllo, faccio qualche passo e mi seggo sul tronco accanto alla legna da ardere, quello su cui Agnese e io abbiamo fatto l'amore. Provo a prendere di nuovo fiato. E' indescrivibile cosa mi provoca quella lì. Per due anni ho visto Agnese di sfuggita, qualche volta sul portico di casa, anzi, molto raramente. Qualcuno l'avrebbe scambiata per un fantasma perché compariva e scompariva, giusto il tempo di prendere una boccata d'aria. Nell'ultimo periodo l'ho vista uscire di casa ogni mattina per recarsi alla fermata del bus, sempre con lo sguardo basso, camminando come se fosse un burattino, per poi andare all'università.
Lo so perché me lo ha detto Bruna. Si è iscritta alla facoltà di criminologia ed ha seguito il suo sogno. Lei è nata per fare questo e sono fiero di lei. Svolge azioni meccaniche e a muovere i fili è proprio Stuart. Lei si è arresa alla vita e forse neanche se ne è resa conto e di questo invece, non ne vado affatto fiero.
Me la ricordavo combattiva e non sottomessa. A me quelle proprio non piacciono.
Certo, con tutti, forse, potevo accettare di vederla, tranne che a parlottare con il mio nuovo capo. Strano, ma non sopporto neanche lui e non è una novità. Non sopporto più nessuno, tranne la mia famiglia e Hector. Agnese mi ha chiesto di stare lontano da lui ma non è possibile. Skyler si è affezionata e spesso, esce di casa e lo chiama per giocare. Il cane appena trova una via di fuga, ne approfitta per venire da noi. Questa è una situazione che dovrei risolvere ma non voglio farlo. E' la mia occasione per vederla e per capire cosa non va nella sua vita, anche se un'idea ce l'avrei già.
Agnese è bellissima ma magra, fin troppo magra. Vorrei capire se mangia e soprattutto cosa mangia, perché non mi da l'aria di una che vuole nutrirsi. E' spenta, come se fosse solo fisicamente su questa terra e non mentalmente. La mente, beh proprio quella, è altrove. Non le serve Dean per risolvere i suoi problemi. Nei prossimi giorni gli parlerò e vedremo di fargli capire che la piccola Campbell ha già sofferto parecchio e lui deve girarle alla larga, molto più che alla larga. Ci mancava solo lui.
A chi pensa Agnese? Cosa la tormenta? Pensa a Ron e alla sua nuova famiglia? O forse vedere Bruna con il pancione le fa pensare a quello che avremmo potuto avere e che non abbiamo avuto? Perché, anche se all'inizio ho messo in dubbio tutto, lo so che quel figlio era mio e ci penso ogni giorno a mio figlio...a nostro figlio.
Come ho potuto pensare che Agnese mi stesso tradendo con mio fratello? Lui è gay e non me ne ero mai accorto! Quando l'ho saputo, sarei voluto morire, sprofondare in un abisso senza fine. Dimitar la stava baciando per farle capire che non era in grado di baciare una donna. Se solo fossi rimasto qualche secondo in più sotto casa di Agnese...se solo non fossi scappato come un codardo, oggi vivrei con lei e a scorazzare intorno a questo tronco ci sarebbe nostro figlio.
Devo rientrare, Sabrina ha bisogno di me e non merita di preoccuparsi di tutta questa situazione. Mi attende una bella ramanzina perché io stesso sono disgustato dalla puzza di fumo che emano.
Proprio mentre mi sollevo in piedi, vedo arrivare Stuart nel suo Suv. Parcheggia al solito posto, fuori casa sua e sbatte la portiera, come a volermi far capire che mi ha visto ed è infastidito dalla mia presenza e o dal fatto che guardo con uno sguardo poco chiaro, la sua abitazione, nella speranza di prendere nuovamente quella boccata d'aria.
Non lo biasimo, le parole che ho detto alla festa sono state dure e nessun padre vorrebbe questo per la propria figlia, però deve punire me, cosa che sta già facendo, non Agnese.