3-Sigarette

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CAPITOLO 3
QUANTICO

Non posso entrare adesso in casa, non in queste condizioni

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Non posso entrare adesso in casa, non in queste condizioni. Ho bisogno di riprendermi e devo farlo anche in fretta. A Sabrina avevo promesso che avrei fumato pochissimo e invece, da quando Agnese è rientrata nella sua prigione, ne ho già fatte fuori sei, una dietro l'altra. Sono pregno di fumo e mi fuma anche il cervello, dalla rabbia però. Tiro fuori la settima sigaretta dal pacchetto e non sarà l'ultima che fumerò. Forse, alla ventesima, mi calmerò.

Accendi, fuma, spegni e butta il mozzicone a terra.
Accendi, fuma, spegni e butta il mozzicone a terra.
Accendi, fuma, spegni e butta il mozzicone a terra.

Dannazione, dopo due anni l'ho rivista, ho rivisto la donna che ancora mi fa battere forte il cuore, quella che crea un miscuglio di emozioni indescrivibili dentro di me, quella da cui ero pronto a correre se non fosse precipitato tutto. Sono elettrizzato, eccitato ma anche incazzato.

Chi è che le sta procurando quei lividi? Cos'è che non so e che non vuole dirmi? Una cosa è certa, indagherò e non mi darò pace fino a quando non capirò cosa sta succedendo. Fanculo suo padre, se dovesse servire, parlerò anche con lui. Non mi fa paura. Lui non sa quello che c'era davvero tra me e Agnese. E' facile giudicare il nostro rapporto o quello che sento io, da quella terribile sera. Non pensavo davvero ciò che è uscito dalla mia bocca.

''Grazie al cazzo che non lo sa.''dice la mia coscienza.''Come fa suo padre a comprendere la vastità di un sentimento se tu stesso lo hai ridotto a scopate e pompini, proprio davanti a Stuart e con il chiaro intento di fargli capire che ti fossi scopato sua figlia? Perché quella sera, sembrava che solo questo t'importasse, fargli sapere che Agnese fosse andata a letto con te.''

Per i miei gusti, sta facendo troppo caldo nel bosco. E' il caldo vero, a procurarmi tutto questo? Eppure, i primi bottoni della mia camicia a quadroni sono slacciati. Poggio la schiena contro un albero e respiro a pieni polmoni, gli stessi che saranno neri dopo tutte le sigarette che mi sono fumato in questi anni. Avrei dovuto ascoltare mia moglie ma non l'ho fatto. La mia vita sta andando a puttane e le sigarette mi servono per sfogare lo stress.

Quello che sento non è caldo, sono io che sto bruciando dentro. Provo ogni cosa, sento ogni cosa e non dovrei avere questi sentimenti, assolutamente, perché Sabrina non lo merita.

Le ho sfiorato la pelle due volte. La prima, ero ammaliato dai suoi occhi e non ho fatto caso a niente ma la seconda non ho potuto non notare quelle macchioline viola sulle sue braccia. Mi sono insospettito, ho pensato che fosse Stuart il responsabile ma in fondo, sapevo che non poteva essere diventato pazzo fino a quel punto. Lui non è un uomo capace di alzare le mani addosso ai suoi figli, si piscia sotto dall'emozione quando li vede. Inoltre, non credo alla cazzata che mi ha rifilato, quella della caduta. E' la stessa cosa che raccontano quelle donne che vanno in ospedale dopo essere state picchiate dai mariti e non vogliono sporgere denuncia.

Agnese-L'ombra di luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora