11 - Domande improprie

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11 Ottobre 2002 (Seconda Parte)

Gridai ed insieme a me un istante dopo sentii gridare una familiare biondina.

-Cacchio Alice! Che hai da gridare così? - sbottò Beatrice, con un borsone da trekking sulle spalle grande il doppio di lei. 

- Scusami Bea, ero sovrappensiero e mi hai fatto prendere un infarto...- spiegai, riponendo immediatamente il diario nello zaino.

-Che avete da urlare?- si avvicinò Marco con i biglietti in una mano e una valigia nell'altra.

Arrivarono due risposte all'unisono: "Mi ha spaventato" ed " E' una cagasotto".

Il mio amico scoppiò a ridere mentre il treno fischiava: - Che bell'inizio!- e afferrò il mio trolley per aiutarmi a salire.

Beatrice invece salì per prima sulle scale del vagone, sembrava particolarmente agile nonostante lo zaino da cinquanta chilogrammi sulle spalle, ma ormai quasi nulla mi stupiva di quella ragazzina. E infatti sorrisi quando con strafottenza chiese al fratello: - Femminuccia vuoi che porto su anche le vostre borse?-

Vidi lo sguardo azzurro di Marco farsi ancora più gelido: - Ci riesco senza che tu dia nell'occhio come uno stecchino che solleva un elefante.-

La ragazza fece spallucce e si avviò lungo il corridoio mentre il fratello mi guardò commentando: - Ma tu come fai a sopportare la loro boriosità di continuo? Cioè è il pelo che li rende così?-

Scoppiai a ridere e lo seguii sul vagone, mentre sua sorella trovava posto in un piccolo scompartimento. - Qui va bene "signore"?- fece con ironia.

-Bea se deve continuare così per tutto il viaggio...- cominciò Marco con aria contrita, ma venne fermato sul nascere.

-Eddai proprio non ci vuoi scherzare su?-

-Bea possiamo scherzarci fino a quando non mettiamo il piedi giù da questo treno...lo sai.- ribattè severo, chiudendo la porta dello scompartimento.

Io mi sedetti accanto a loro e li guardai confusa. Fu Beatrice, come al solito ad aprirmi gli occhi scherzando: - Nel "paese delle streghe" non sanno che sono un licantropo...non sei la sola in incognito!-

Vidi suo fratello alzare gli occhi al cielo e poi rivolgendosi pacatamente mi spiegò:- Ecco Alice...forse dovrei dirti che ho calcato un po' la mano con tuo padre sull'aria di mare, in realtà non staremo proprio sul litorale...ma da mio nonno, in un paesino a qualche chilometro. Spero non ti dispiaccia...-

- Ancora non glielo avevi detto?! Certo che le dispiace! A chiunque dispiacerebbe andare in quel postaccio se gli hai promesso i "caraibi"!- tuonò la biondina.

- Davvero non è un problema!- feci sorridendo, ma nonostante le mie parole i due cominciarono l'ennesimo battibecco.

Io mi estraniai qualche secondo: non mi dispiaceva affatto che il paese non fosse proprio sul mare, non era certo ottobre il mese giusto per andare in spiaggia, anche se sapevo che Beatrice, come Mr. Indifferenza, non avrebbe avuto problemi a mettersi in costume anche con la neve. Ero comunque felice di cambiare aria e di vedere posti nuovi. La cosa che invece mi aveva turbata era sapere che avremmo soggiornato da "suo nonno", visto che ero rimasta che saremmo stati dall'Egemone e d'un tratto il mio cervello si attivò:- Scusa come si chiama tuo nonno?-

-Furio Botina.- risposero in coro ed io sentii uno strano brivido salirmi sulla schiena nel sentir nominare il padre di Sibilla.

-Furio Botina è l'Egemone?- chiesi turbata da tutto quello che avevo appreso fino ad allora su di lui.

Wizard - The W seriesWhere stories live. Discover now