1 La Profezia Reale

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Camminavano a passo cadenzato, quasi picchiando il terreno le centinaia di oscure figure avvolte in pesanti armature in perfetto schieramento, erano il fiore all'occhiello dell' armata di Hotrem, il regno del Buio questi contingenti scelti erano chiamati kayen, demoni.

Erano stati convocati dal supremo generale Cotan il Dragone, oramai era chiaro che qualcosa di molto pericoloso bolliva in pentola per poiché l'ultima volta che era stata compiuta una tale mobilitazione era ai tempi della Scissione, avvenuta non molti secoli prima.
Lungo la strada fatta di scapole degli abitanti della Superficie; i guerrieri dagli elmi piumati e le lucenti corazze, venivano salutati in ogni villaggio o città; trovavano alloggi comodi e tanto cibo. Era un raro onore per gli abitanti poter ospitare i migliori guerrieri e dar loro ristoro.

Erano diretti sulla via più breve verso la capitale Kenwerm, così aveva ordinato il comandante. In pochi giorni di marcia serrata giunsero alle pendici della montagna che ospitava l'immensa capitale. Cotan, voltandosi e vedendo i suoi più fidati guerrieri ripensò a tutto quello che si diceva su di loro : creature senza ne cuore cuore ne coscienza ma in realtà non era così, la popolazione del regno del Buio era come tutte le altre, fatti di carne e sangue e sentimenti. Tutte vecchie dicerie.
I soldati non sperarono nemmeno che il comandante avesse richiesto l'Evaporazione, cioè il sistema che permetteva agli ospiti importanti di non sorbirsi la scalata e invece trasformava il corpo in vapore che velocemente arrivava nella piazza della capitale. Si erano già rassegnati ad inerpicarsi per lo stretto sentiero in pendenza. Infatti alcuni non nascosero lo stupore quando il comandante in persona consegnò ad ognuno di loro una sfera da stringere al segnale. All'apertura del passaggio molti provarono un vago senso di nausea e un forte risucchio incontrollato verso l'alto. I più giovani si meravigliarono di non essere rovinati al suolo poiché si ricomposero tutti in perfetto assetto in uno spiazzo gigantesco antistante molte costruzioni splendide che erano di servizio per il castello della loro Sovrana.

Superarono velocemente il luogo dove anticamente si svolgevano lotte e combattimenti, ormai rimpiazzata dall' Arena del Trionfo , ed entrarono attraverso i cancelli splendenti di oro purissimo, tutti i kayen attesero nel grande spiazzo antistante corte di Oscurità, era gigantesca, aveva alte colonne che sorreggevano un'imponente struttura, e ogni pietra raccontava la storia di un secolo, erano dette Pietre della Conoscenza e una leggenda narra che, per ogni pietra distrutta verrà dimenticato tutto ciò che è avvenuto nel suo secolo.

Il comandante, in veste rossa, entrò a passi cadenzati per le camere sempre più ricche e impregnate di magia, man mano che si avvicinava al centro dell'edificio. Conosceva a memoria, ogni angolo del palazzo, vi abitava vicino, nella caserma. Spero solo di sbagliarmi, ma sò che succederà qualcosa di memorabile oggi se anche i miei soldati sono irrequieti... pensò, ascoltando il suono dei suoi stivali di pelle di drago chiodati. Appena arrivato nell'ultima sala, di forma ottagonale piegò il collo di fronte ad una bellissima scultura di un drago a grandezza naturale. Chiuse gli occhi fece i pochi passi che lo separavano dalla scultura, vi appoggianò la mano che recava il tatuaggio del sigillo della sua sovrana Yhassa Wendenar, il suo più grande onore, che significava che era uno dei suoi Consiglieri, solo loro potevano entrare nella sala del trono quando era sigillata, come quel giorno. Quando riaprì gli occhi, la sala era mutata profondamente e ora era enorme e in fondo, un maestoso trono molto alto, adornato di pietre Oculari sedeva lei, la regina con quei penetranti occhi viola venati di nero incorniciati da dei capelli biondo chiarissimo che ricadevano in morbidi boccoli, circondata da ancelle dalla pelle fatta di nuvole addensate, fedeli e silenziose chiamate Aryent. Non rimase sorpreso di vedere le molte spire dell'enorme drago reale, probabilmente antico come tutto il regno, attorcigliate al trono e la testa a pochi centimetri dalla faccia della bellissima donna; si stavano parlando sicuramente e questo gli diede il tempo di contemplare quello splendido animale, nero come la pece dagli occhi infiammati di un fuoco viola. Era lo spirito protettore della Casata, ognuna delle sette aveva un animale sacro a proteggerla. Affiancavano e accompagnavano i Sovrani in battaglia, domando uno speciale potere. I quel momento lei accarezzò dolcemente il muso dell'animale e lui reclinò la testa, appoggiandosi al collo della sovrana, in meno di un secondo era diventato una splendida collana a forma di drago che le avvolgeva magnificamente il bel collo.
Cotan si abbassò il cappuccio rivelando il volto di una bellezza quasi spaventosa, i capelli biondi chiaro, il profilo duro, segnato dalla lunga carriera militare al devoto servizio della sua Regina. Inclinò la testa verso la figura, come era usanza fare al suo cospetto non osando fissarla con i suoi strani occhi rossi o fare nessun passo per non spezzare la magia del momento. Quando la donna parlò, voltando lentamente il volto la voce melodiosa e tagliente insieme, fece quasi sciogliere il generale della sua guardia speciale.
- Cotan, avanti, hai delle gambe e usale dai che non ho tempo da perdere!- allora lui si rimise in piedi rivelando sotto la tunica una armatura di forgiata di Urla di Morte adornata dallo splendido mantello rosso, camminava velocemente e questo si agitava scompostamente, era infatti sangue liquido obbligato in forma solida dalla maestria dei troll delle pianure di Nessuno.
- mia Signora, è vero? Lei sta per risorgere?- chiese dando sfogo ai suoi pensieri sulla più terribile e improbabile possibilità. Con un gesto della mano la donna congedò le sue serve e si rivolse ad una dei suoi più fidati consiglieri e amici.
- si mio fedele generale... purtroppo i segnali ci sono tutti... dobbiamo preparare i Regni per impedirlo, non sò quando accadrà, mesi, anni forse anche giorni.- inspirò profondamente, giocherellando con i capelli neri. Guardandola Cotan capì che alludeva alla profezia in lingua Reale incisa su ogni trono delle sette dinastie che governavano il loro mondo e reggevano le sorti del fragile Di Sopra, abitato dagli involucri delle entità che si dannavo al seguito dei suoi guerrieri:
" Il drago potrà riportare i veri eredi sui loro troni solo quando il bene e il male saranno uguali, in quell'stante sul fuoco e sull'acqua il Sigillo verrà rotto nel tempio dell'Esilio.

Il Dragone di UrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora