Capitolo 52

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DENISE MENDES: figlia di Marcus e Jacque Mendes, una delle nobili famiglie purosangue

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DENISE MENDES: figlia di Marcus e Jacque Mendes, una delle nobili famiglie purosangue. Corvonero furba e astuta, non le interessa mettersi nei guai ma bisogna non farle perdere la pazienza perché ne ha davvero poca ed è capace di vendicarsi nel peggiore dei modi. La ragazza entrerà freneticamente nella vita di Federica accompagnata da festini, alcool e dalla sua indole da perfetta italo dominicana.

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Le nostre labbra sono ancora congiunte nella danza dei baci mentre la luce accennata del sole ci scurisce la pelle. Cado a terra per colpa sua e dei suoi pizzicotti sui fianchi. 
"Vuoi la guerra?" lo guardo con aria di sfida, 
"Guerra sia!" lo afferro per il braccio e lo faccio cadere a terra, mi posiziono sopra di lui.

"Avevi promesso che saremmo tornati..." dico, volevo farlo li, davanti a tutti. 
"Meglio qui no?" dice mentre alza la testa da terra e prova a baciarmi. 
Lo respingo, "non sei di parola" dico convinta, mi spingo verso di lui e lo bacio. 
I miei ricci ormai morenti cadono sulla sua fronte mentre le nostre labbra si uniscono.
Mi afferra violentemente per i glutei e mi spinge ancora più verso di lui, metto le mani sul suo petto e le affondo nella sua camicia bianca. 

"E' successo qualcosa tra te e Malfoy mentre ero via?" mi sussurra, alzo la testa infastidita, 
"Ti sembra il momento?" alza le spalle, "ho bisogno di saperlo" ma che gli importa? Era andato via giusto?
"No io non mi sentivo ancora pronta" alza un sopracciglio confuso, 
"Pronta per cosa?" abbasso lo sguardo e mi avvicino di nuovo alle sue labbra, 
"Pronta a dimenticarti."  sorride sulle mie labbra prima di posarci di nuovo le sue. 

Rotoliamo sull'erba bagnata dalla brezza del mattino. Gli sussurro in modo provocante, 
"A dimenticare le tue mani su di me" mi ritrovo sotto di lui intrappolata dal suo busto, 
"Come mi tocchi..." mi tempesta il collo di amari baci pieni di passione. 
"Come mi assapori..." sento tutto il suo basso ventre premuto sulla mia coscia.
"Smettila o non potrò più controllarmi" sorrido beffarda, 
"chi ti dice di farlo..." si avventa su di me come se gli avessi dato il permesso di entrarmi nelle mutande che è esattamente quello che ho fatto. 

Sbottono freneticamente i bottoni della sua camicia e la butto in aria lasciando che il vento la faccia scivolare via, lontano da noi.

Accarezzo il suo petto tempestato di segni profondi, poi passo alla schiena e mi aggrappo ad essa infilandoci le unghie mentre lui si avventa sul mio collo ormai puro dal suo tocco da ormai settimane.

"Mattheo..." mi zittisce premendo le labbra sulle mie mentre mi alza il vestito e mi scopre dalla pancia in giù.
Cerco di sussurrare qualcosa ma lui me lo impedisce di nuovo entrando dentro di me con forza senza lasciarmi il tempo di riabbituarmi alle sue misure.

Gemo di piacere nel sentirlo muoversi dentro di me con violenza e aggressività.
"Dimenticavo quanto fossi così fottutamente troia" annuisco cercando di trattenermi dall'esplodere,
"E io dimenticavo quanto fossi pessimo a scopare" mi mordo il labbro e lo vedo fare del suo meglio per non uccidermi per averlo detto.

𝐿'𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝐴𝑚𝑜𝑟𝑒 //MATTHEO RIDDLE//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora