CHAPTER SIXTEEN

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***

"Oh Godric! Oh Godric!"-disse Elisabeth mentre correva verso i dormitori maschili. "Non può essere!".

Aprì la porta e si diresse  verso il letto di Harry. Iniziò a scuoterlo per farlo svegliare.
"Harry! Harry, svegliati porca miseria!". Il ragazzo sobbalzò nel trovarsi la figura della propria ragazza davanti, prese gli occhiali dal comodino e la guardò.

"Elisabeth, che ci fai qui? Se ti trovassero saresti in seri guai". Lei non gli prestò attenzione e gli passò la mappa del Malandrino. "Che cosa c'è che non va?".

"Aprila"-disse e lui la aprì dopo aver detto la formula-"leggi questo nome"-indicò.

"Peter Minus... Peter Minus!"-realizzò e lei dovette tappargli la bocca in modo che non svegliasse gli altri.

"Ma non può essere lui. Minus è morto"-si alzò dal letto.

"Lo so, ma preferisco controllare per sicurezza".

***

"Spegni subito quella luce!"-disse uno dei quadri mentre andavano verso il punto in cui era segnata la presenza di Peter Minus.

"A quanto pare la nostra presenza non è molto gradita"-rise Elisabeth.

"Scusi"-si scusò lui per poi tornare ad illuminare la mappa. "Peter Minus"-lesse lui la figura che si stava avvicinando sempre di più in quella direzione.

"Harry, si sta avvicinando sempre si più"-gli fece notare, vedendo  che aveva velocizzato il passo.

"Ah!"-disse Harry prendendosi un colpo.

"Cavolo, allora la mappa non funziona, dice che era qui ma non c'era nessuno".

"Attenti ragazzi!"-urlò un quadro

"Qui vogliamo dormire".

"Proprio così".

"Oh no, si sta avvicinando Piton". L'inconfondibile nome del professore si faceva sempre più vicino. Avrebbero potuto fuggire, ma avrebbero solo peggiorato le cose.

"Potter, Black"-disse il professore, puntandogli la bacchetta contro-"Che cosa fate e zonzo per i corridoi di notte? Anzi forse è meglio se non me lo dite".

"Siamo sonnambuli"-disse Harry, prendendo come scusa la prima cosa che gli venne in mente.

"Entrambi?"-i due annuirono-"È incredibile quanto assomigliate ai vostri padri, anche loro erano estremamente arroganti, si pavoneggiavano per il castello".

"Mio padre non si pavoneggiava e neanche noi"-rispose Harry-"Ora se non le dispiace, potrebbe abbassare la bacchetta" -lui la abbassò un po'.

"Le tasche: vuotale, ho detto le tasche, vuotale"-ordinò, Harry non potè fare altro che  tirare fuori la mappa-"che cos'è?".

"Una pergamena di riserva"-rispose Elisabeth-"Con tutti i compiti che ci dà ogni momento libero è buono per portarsi avanti".

"Davvero? Aprila"- e lui l'aprì. "Rivela i tuoi segreti"-disse puntando la bacchetta sulla mappa e cominciarono ad apparire le scritte-"leggila".

Come se una mano invisibile vi scrivesse, alcune parole apparvero sulla liscia superficie della mappa:"Il signor Lunastorta porge i suoi ossequi al professor Piton e lo prega di tenere il suo naso mostruosamente lungo lontano dagli affari altrui".

Piton s'irrigidì. Elisabeth nascose il viso dietro la spalla di Harry o avrebbe rischiato di ridergli in faccia. Ma la mappa non si fermò lì. Sotto la prima frase ne apparve un'altra:
  "Il signor Ramoso è d'accordo con il signor Lunastorta, e ci tiene ad aggiungere che il professor Piton è un brutto idiota".

Fᴏʀ Mᴇ Yᴏᴜ Aʀᴇ Tʜᴇ Bʀɪɢʜᴛᴇsᴛ Sᴛᴀʀ~ ʜᴀʀʀʏ Jᴀᴍᴇs PᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora